Momo ha 11 anni e
da poco ha perso il padre e ora si è trasferita su un'isola per
stare nella casa della zia insieme alla madre. Ambiente nuovo, forse
nuovi amici. Ma c'è qualcosa di sinistro in soffitta, qualcosa che
si muove, urla e saccheggia casa. Stiamo per assistere al nuovo
capitolo di Ju-oh? O forse no...
Meto il link anche al trailer in italiano, che per qualche strana ragione non riesco a caricare..
Trailer italiano
Tra i film
d'animazione e i film tradizionali esiste una zona d'ombra, che mi
piacerebbe identificare come i “film in animazione”. Una scelta
di design particolarmente tesa al realismo, tematiche in genere
adulte, tecniche di ripresa che tradizionalmente richiamano il girato
su pellicola di ambienti reali. L'effetto finale, a occhi socchiusi,
è di trovarsi davanti a una pellicola con attori in carne e ossa,
capace però di guizzi, di effetti speciali propri dell'animazione.
Una specie di corrente “realista” o pseudorealista, mi verrebbe
da azzardare, terreno sul quale spesso, ma non sempre, si sono spesso
confrontati registi come Otomo ed Oshii, il territorio dove ha
dominato per me incontrastato Satoshi Kon e sul quale con Momo
fornisce una splendida performance Okiura.
Ho constatato di
persona che queste opere hanno l'immenso potere di far avvicinare
all'animazione gente che in genere la detesta e questo non può che
creare un nuovo e suggestivo canale per l'animazione moderna. Di
certo ciò non si sarebbe potuto comunque verificare in assenza
della forza evocativa di opere come Akira, Ghost in the Shell,
Perfect Blue o Paprika e Jin-roh, autentici gioielli non solo per il
campo dell'animazione ma per la cinematografia tutta.
Okiura si era già
distinto come astro nascente dell'animazione grazie al sublime
Jin-Roh (la trovate in dvd, edita da Yamato video, ovviamente ne
riparleremo). Atmosfera cupissima, mooolto sangue, un ritmo narrativo
perfetto e un comparto tecnico all'avanguardia, supportato da una
cura maniacale per il dettaglio, curato da Production I.G. , lo
studio di Ghost in the shell, tanto per capirci (che trovate in blu
ray by Dynit insieme a al seguito Innocence, anche di questo prima o
poi parleremo). La trama era letteralmente da fuori di testa,
geniale: in un distopico Giappone degli anni 60 avviene il doloroso
percorso di dis-umanizzazione del militare Fuse, che perderà la sua umanità riconoscendosi quale lupo, ripercorrendo sinistramente la
favola di cappuccetto rosso. Geniale quanto tetro. La sceneggiatura è
non a caso del cupissimo Oshii, ma leggende urbane sostengono che
Okiura abbia in qualche misura provveduto a un alleggerimento della
trama. Ma l'aspetto di Jin-roh che davvero bucava lo schermo, come si
dice in gergo, era la recitazione dei personaggi animati, realistica
quanto assolutamente fluida e credibile. A questa si aggiungeva un
doppiaggio spettacolare. L'effetto pellicola, di cui sopra vi
accennavo, veniva così raggiunto. Il successo conseguente ha fatto
di Jin-roh una pietra miliare dell'animazione giapponese. Okiura fa il
pieno di complimenti e premi e conscio di non voler più realizzare
qualcosa di tanto tragico (il suo maestro Oshii invece ci sguazzerà,
concependo il tombale e senza speranza The Sky Crawlers, altro
capolavoro che troverete in blu ray e dvd in Italia da Dell'angelo
Editore e di cui prima o poi parleremo) decide di dedicarsi ad una
storia positiva, magari che possa piacere anche ai bambini. Per
trovare questa spinta vitale ripercorre i luoghi della sua infanzia e
fa ricerca nel cosiddetto mare interno di Seto, una zona molto
suggestiva piena di isolotti di pescatori. È un lungo percorso il
suo, tra ideazione, sopralluoghi e lavoro effettivo riuscirà a
portare a termine questo “Una lettera per Momo” solo nel 2012.
Se Jin-Roh parla
di alienazione e smarrimento (anche il ragione del nichilismo che
alimenta gli adulti), Momo parte dalle stesse premesse, l'abbandono
di uno status di riferimento, ma si risolve positivamente
nell'accettazione delle diversità altrui e nella voglia di cambiare
(proprie della positività che dovrebbe connaturare gli animi più
giovani, almeno potenzialmente). Momo ha perduto la sua famiglia e il
caso ha voluto che l'ultima volta che ha parlato con suo padre è
finita con il litigarci, motivo per il quale vive con un forte senso
di colpa. Anche la madre di Momo non si è ancora ripresa dal lutto,
cerca di mascherare le sue emozioni, ma soffre in solitudine. Per far
uscire Momo dalla tristezza allora ecco che compaiono nella soffitta
tre folletti o demoni o kappa o quello che si dirà di loro solo nel
finale. Tre autentici e spassosi rompicoglioni che butteranno
letteralmente per aria la triste-tranquillità di Momo. Dall'appetito
insaziabile, dalla vanità incontenibile, dall'invadenza manifesta di
queste creature, discenderà il fatto che Momo letteralmente non
troverà più il tempo di piangersi addosso e, anzi, riuscirà a
tornare in possesso della sua sua vita con una rinnovata gioia. Da
quando i tre demoni pasticcioni entrano in scena, la pellicola
diviene una incessante sequela di gag che, incredibile a dirsi, sono
anche piuttosto divertenti (ricordo con orrore il film animato Summer
Wars, dove quelle che per i giapponesi dovevano essere scene
esilaranti al più facevano scaturire in me una rabbia
sconfinata... sì, sto parlando di quella particolare scena con
protagonista il poliziotto e i blocchi di ghiaccio...). È proprio la
recitazione dei personaggi, la loro credibilità, a elevare
quest'opera molto al di sopra delle produzioni attuali. Vedere e
rivedere Momo risulta decisamente uno spasso e credo che questa
pellicola rappresenti senza se e senza ma la punta di diamante
dell'animazione giapponese del 2012.
Momo diverte, e
molto. Da vedere è un vero piacere ed è quanto di meglio ci si può
aspettare dall'animazione giapponese. Credo che se ne parlerà a
lungo.
Questo risultato
si deve senz'altro all'ottimo Okiura ma, siccome nessun uomo è un
isola (About a boy. Cit.) tale magnificenza è dovuta anche alla
presenza nel cast di Masashi Ando e Hiroshi Ono. Ando, in Momo
direttore dell'animazione, è il motivo per cui Momo mi ha ricordato
tanto le opere del grande Kon. Classe '69, ha lavorato per il Ghibli
(e sticazzi) a Porco Rosso, Pompoko, Princess Mononoke e La Città
incantata. Dopo di che è passato proprio a lavorare con il grande
Kon nel bellissimo Paranoia Agent come chara design (che se siete
fortunati troverete ancora su Amazon curato dalla defunta Panini
Video), per poi passare a Tokyo Godfathers, dove sarà supervisore e
a Paprika, dove sarà di nuovo chara design oltre che supervisore. È
per questo motivo che Momo sa tanto, ma davvero tanto, di
quell'inconfondibile stile che era proprio del maestro Kon.
Ono, classe '52, direttore artistico, è un altro mostro sacro. Anche lui ha un
passato sotto la guida di Miyazaki (e ri-sticazzi) curando gli sfondi
per Remì, Cagliostro e Kiki. Lavorerà poi per i fondali di Akira e
Jin-Roh. Il successo internazionale di Momo con queste premesse non
poteva che essere garantito. Sempre più vicina si fa poi l'uscita
italiana di uno degli ultimi film cui ha collaborato Okiura, per la
quale ha lavorato come disegnatore base, ossia l'attesissimo terzo
film di Evangelion uscito da poco in Giappone.
Dynit ci porta
quindi quest'opera fresca fresca di stampa, in un bel cartonato
rigido con il relativo libricino colorato con schizzi e interviste,
il riversamento su disco è maestoso, gli extra sono molto ricchi e
comprendono una lunga e interessante intervista oltre ad un
dettagliato making of. Il doppiaggio italiano risulta molto valido e
in buona sostanza ci troviamo di fronte all'ennesima ottima prova
della casa bolognese. Acquisto per lo più obbligatorio per ogni
amante dell'animazione giapponese.
Talk0
Nessun commento:
Posta un commento