Vi basti, per convincervi alla visione, che avevamo dannatamente torto quando
abbiamo espresso le nostre prime impressioni a caldo sul trailer della
pellicola e sul suo "basso profilo" in confronto alla Civil War a
fumetti di Mark Millar. Fughiamo ogni dubbio, la Civil War a fumetti
"spiritualmente" qui c'è tutta e c'è "meglio", anche se la
forma in cui accadono gli eventi è molto diversa e pure più sensata.
Quindi "va tutto alla grande", per davvero, siamo gasati e
contenti, perché questo film, per chi ama i cinecomics, è una figata spaziale,
forse la punta più alta dei cinecomics prodotti finora e dovete tassativamente
godervelo senza sapere nulla, senza rovinarvi nulla. Ma questo lo abbiamo già
detto tipo tre volte. Se volete comunque avere qualche suggestione in più, a
vostro rischio e pericolo, vi invitiamo a intrattenervi con quanto segue.
2) Giusto qualche indizio, le motivazioni dei personaggi.
Captain America Civil War è la perfetta chiusura della "prima
trilogia" dei film sul primo vendicatore. E' un film fortemente emotivo e
profondo. Almeno per il livello dei cinecomics. Un film su Cap ma anche un film
corale, seminale. A personaggi storici dell'universo cinematografico Marvel che
continuano un ben gestito percorso di crescita e maturazione già iniziato nelle
precedenti pellicole (delle quali è caldamente consigliato il recupero
integrale, se pensate che in futuro potreste diventare dei fan dei
cinecomics ) si affiancano quindi nuovi eroi, nuovi scenari e un villan
in grado di diventare memorabili. Cap è la rappresentazione della bandiera a
stelle e strisce, il veterano dai muscoli d'acciaio, l'Hulk con meno potere e
più testa. Se Rogers è all'apparenza coerente e granitico, sicuro delle
sue azioni, con il dictat stampato a fuoco di seguire più il cuore che la
ragione, in realtà scopriamo sempre di più come questo personaggio trattenga
dentro di sé segreti sempre più inconfessabili e tragici, che lo rendono un
personaggio davvero sfaccettato, con un percorso interiore non banale.
Sotto i muscoli costruiti dall'esercito per Captain America (Chris Ewans, un
bravo attore che va oltre al dato effettivo di essere un "bel mascellone"), riaffiora quindi il timido freak rachitico che fu Steve Rogers,
intenzionato più che mai, contro tutto e contro tutti, nella decisione di
salvare quello che è da sempre stato il suo unico amico. Il film è giustamente
incentrato su di lui e sul rapporto che lo lega al Soldato d'inverno (Edward Burns), amico e freak pure lui, manipolato per essere un super soldato
ma al contempo, in peggio, reso schiavo con il lavaggio del cervello per essere
il killer più spietato al mondo. Il soldato d'inverno agisce con freddezza, è
letale e inarrestabile, ma dietro alla sua forza mostruosa e la mente impazzita
nasconde ancora l'animo buono e i sogni dell'uomo che era Bucky. Rogers,
il più grande dei soldati per Bucky, vuole che nessuno al mondo sia costretto
a sacrificare la propria libertà per diventare un'arma. Se lui ha questi poteri
e la libertà d'azione che questi permettono, può davvero salvare il mondo,
partendo da Bucky. Ma è sempre più solo nella difesa del suo amico, contro
l'opinione pubblica e contro i suoi stessi amici, prigioniero in un mondo che
per lui è ancora troppo nuovo, non suo, ma intenzionato a rimettere insieme ad
ogni costo quanti più cocci possibili della sua vita passata. Fortuna che c'è
Sharon Carter (la bellissima Emily VanCamp), fortuna che c'è Falcon (Anthony
Mackie) e Natasha (la sempre bellissima Scarlet Johansson).
Iron man è
l'uomo che sceglie di indossare (adesso che non ci è più "legato")
un'armatura per proteggere il mondo, sempre meno Rockstar e sempre più pensoso.
Le sue armi hanno ucciso molte persone, le sue armature non sono state in grado
di difendere la sua casa, gli Iron Patrols, la sua truppa meccanizzata, e'stata
vista come il vagito della voglia di controllo propria di un dittatore. E poi
c'è stato Ultron e il mondo forse ancora non sa che è tutta colpa sua.
Ugualmente Stark (un Robert Downey Jr che dalla prima pellicola ha esplorato
moltissimo il personaggio, facendolo diventare sempre più umano, fallibile e
credibile, anche oltre i canoni dei cinecomics) è complesso, combattuto,
schiacciato dal senso di colpa per i fatti più recenti di Age of Ultron e
dalla necessità, sempre più urgente, di diventare un uomo migliore, in grado di
avvicinarsi alla grandezza per lo meno dell'ombra di suo padre. Tony vorrebbe
abbracciare il mondo e proteggerci tutti con corazze di ferro, per difenderci
dalle armi che lui stesso ha costruito per anni. Crede nei giovani e nel futuro
(compreso l'amabile Peter Parker di Tom Holland, che affiancherà anche in
Spiderman: Homecoming l'anno prossimo), investe tanto nell'ambiente che nel
sociale, ma salvare il mondo è un'impresa troppo grande, anche per lui, perché
rimane in fondo un uomo. Ogni volta che combatte ci sono delle vittime. Come
Iron Man e come supereroe, Tony sa di essere "un'arma". Per
essere accettato dal mondo in fondo sa che ogni sua azione deve essere
autorizzata, anche perché le forze pubbliche possano intervenire a supportare
il suo operato, salvare i civili e sistemare i danni dopo che ha allontanato da
noi qualche minaccia aliena. Certo questo controllo sull'operato lo vuole
anche per punire se stesso dai suoi errori, ma vuole parimenti che questo
diventi lo standard per ogni supereroe. Chi ha superpoteri deve quindi limitare
necessariamente la propria libertà d'azione, essere registrato, addestrato e
pronto per agire al meglio. Rispondere agli uomini, non agire da divinità
capricciose. E' un pensiero giusto ma impopolare, al quale forse pure lui
stesso intimamente vorrebbe derogare, ma che sa necessario. Purtroppo per
lui non c'è Pepper a supportarlo e confortarlo al momento, colpa anche di
Ultron. Iron Man si sente emarginato dal gruppo e si sentirà
"un mostro" per le imposizioni, anche estreme, che sarà costretto a
somministrare ai suoi amici eroi, pur di fargli rispettare le regole che la
società gli vorrà imporre.
Poi succede qualcosa di brutto.
E tutti gli eroi dovranno decidere tra libertà o registrazione.
A questi due "titani con troppi dubbi da uomini", divisi da un
conflitto ideologico importante, cruciale sul significato stesso di
"supereroe", si affianca, un po' timoroso, uno schieramento di eroi su
ambo le parti. Uomini in cerca di una seconda possibilità, ragazzi pronti a
fare la loro parte, adolescenti con troppe tragedie e sensi di colpa nel loro
passato ma pronte a fare il massimo. Una torma variegata e spaventata,
colorata e motivata, ancora inesperta ma volenterosa, composta da streghe,
killer russi, robot e uomini insetto e pantera. Tutti pronti a pendere dalle
labbra dei due leader, Cap e Iron Man, quelli tra loro che vedono meglio le
cose, le loro guide. Ed è difficile dire chi dei due fronti abbia
davvero ragione, perché il punto di vista di ognuno è cristallino, ben
comprensibile e virtualmente accettabile, da entrambi i punti di vista. I
tentativi di dialogo sono molti, difficili ma costanti. Non si arriva subito ai
pugni, come nei fumetti (e questo è un aspetto davvero interessante della
pellicola), c'è alla base un lungo e doloroso negoziato fondato sul rispetto e
la fiducia, un dialogo reso fragile dalla costante paura di tradimento e dalla
conseguente, sgradevole sensazione che chi abbiamo davanti e conosciamo da anni
non sia davvero un amico. Tuttavia, grazie anche a un sapiente burattinaio, lo
scontro non può che intensificarsi fino ad arrivare inevitabilmente al piano
fisico, quando saranno solo scudi di vibranio e raggi propulsori a parlare.
Per questo è sbagliato guardare a questo film come a un solo esaltante
giocattolo visivo. CA:CW dà il meglio di sé sul piano intimo ed emozionale e
anche i detrattori dei cinecomics che sono capitati per sbaglio in quella
sala di proiezione, per accontentare i figli popcorn muniti, sapranno
ricredersi.
3) Siccome siamo tutti bambini e questo vogliamo: elenco degli "omini in
campo", più o meno:
Uno spettacolo assurdo. Divertente, perché in fondo siamo in un cinecomics e
quando si combatte tra mille superpoteri in gioco lo sguardo si perde tra mille
colori, intuizioni visive e le battute che alleggeriscono con ironia ogni
scontro. Ma anche uno spettacolo crudele, che spesso assume connotati rabbiosi e non lesina in eroi contusi e dal faccione gonfio per i troppi pugni. Ma
vederli tutti in campo (in scene girate in IMAX), sei per lato (e in Avengers
Infinity Gauntlet saranno più di sessanta...) è il biglietto da visita
migliore per i nuovi super e la conferma di quanto siano ancora versatili,
amabilmente riconoscibili ed esaltanti i personaggi ormai "storici".
E se la "vecchia guardia" è pensosa sul ruolo del supereroe, la
registrazione e bla bla bla, i nuovi arrivati sono invece tutti ansiosi di
gettarsi gioiosamente nella mischia per far vedere quanto valgono, spezzando un
po' la serietà del racconto e accrescendo la parte divertente della
pellicola. Se mi permettete la battuta, Antman è immenso: gioiosamente
cretino, goffo ma letale, dimostra ancora di più che nel suo film solista delle
potenzialità infinite d'uso, tanto in ambito action che per il registro comico
(volevamo Wasp però, ce la stanno facendo desiderare troppo). Ant-man ha
"voglia di fare", dimostrare alla sua bimba che è diventato un vero
eroe e che è pronti per giocare in serie a. Spiderman è realmente qui Amazing:
sbruffone, simpatico, veloce, geniale e con tutta l'incoscienza della giovane
età pischella (una zia May milf clamorosa e un rapporto con Tony Stark che è
forse la sorpresa più bella di tutta la pellicola). Gli occhi della sua tuta
che si espandono e rimpiccioliscono come una macchina fotografica sono una
trovata geniale, in genere tutte le scene con il ragno sono bellissime e
Spuderman ha quasi un film suo dentro il film in questo CA:CW. Poi c'è
Pantera nera, giustiziere incazzato con il Winter Soldier e disposto a farsi un
percorsi di vendetta tutto suo. Pantera è silenzioso, regale, sexy, impaccato
di soldi ed elegante (e troviamo nel suo "Entourage" almeno un
personaggio a lui legato che per i lettori dei fumetti è moooolto noto). E poi
è "camp" con le sue unghie retrattili, quando si muove altezzoso con
la sua armatura semi-adamitica dal fisico perfetto, ornata con la collanina
tribale fatta dai denti di tigre, pare di sentire la sigla di Shaft. Per chi
non conoscesse il personaggio, immaginate Eddie Murphy de Il principe cerca
moglie mixato con Batman e sovrano del regno, il Wakanda, più tecnologicamente
avanzato della terra. Pantera è arrivato nell'universo Marvel (il Wakanda era
già citato in Age of Ultron) ed è decisamente qui per restarci. Ci è poi
piaciuto, incredibilmente, tantissimo, ritrovare Falcon. Un personaggio un
po' del cavolo ma sempre più Figo, con le sue armi, il suo stile di
combattimenti e volo ad ali corazzate (che richiude anche davanti a sé a mo' di
scudo) e con il suo uccello volante, che la la Johansson non vuole
accarezzare.. Chissà perché... Abbiamo amato e continuiamo qui ad amare Wanda,
anche perché è impossibile non volerle bene. E' la più piccola e indifesa ma
nasconde dentro di sé tutto lo spaventoso potere della strega scarlatta. Anche
in CA:CW abbiamo avuto la conferma dell'accrescimento pazzesco dei suoi poteri
quanto della paura che la divora all'idea di fare del male a qualcuno. Chi
legge i fumetto da tempo sa a cosa può arrivare Wanda (forse peggio che il
destino di Jean Grey) e vorrebbe che a quello non si arrivasse mai. Visione
nasceva come prodotto di un dio (Thor), di una gemma aliena (lo scettro di
Loki) e la più avanzata intelligenza artificiale creata dall'uomo (by Stark).
Visione era inarrestabile in Age of Ultron e osservava i piccoli fallaci umani
con l'interesse di un entomologo. Di colpo oggi si scopre diventare sempre più
umano, limitato, tratto in errore e per questo un "dio migliore", più
umano. Barton ha ancora un sacco di frecce al suo arco. E' più stanco e
derelitto, sembra arrivare in azione in pigiama, ma "tiene botta",
sempre in campo, pronto a giocare qualche brutto tiro con le sue strategie.
E' il "Crilin"della situazione, l'unico vero umano, insieme alla
vedova, del supergruppo. Impossibile non volergli bene. La Vedova, tra Krav
Maga e dardi elettrici è sempre più bella e letale, ma non così dolce e tenera
come la avevamo vista con Banner in Age of Ultron. Un po' ci manca. War
Machine... War Machine è uscito male, più inutile del solito, con meno battute
e zero caratterizzazione... Non possono essere sempre tutti belli i personaggi
del resto! Diciamo che anche la sua storia potrebbe però portare a qualcosa di
bello...vi dirò poi.
E poi c'è Zemo, il cattivo. E' pazzo, geniale, letale, imprevedibile. A
sfruttarlo "a piena potenza" potrebbe rappresentare una strana fusione
tra Due Facce e il Joker. Figlio d'arte (anche se dalla pellicola non
traspare, per me nemmeno lo nega) di uno storico super-villain, Zemo, da grande
burattinaio, punta a un ordine di giustizia superiore e ha la vocazione del
vero "perverso" anti-eroe. Uno dei miei villain preferiti in
assoluto, che "nasce" cinematograficamente in questo film e sembra
intenzionato a ripercorrere davvero i passi giusti verso le sue incarnazioni
fumettistiche, da Citizen V e i Thunderbolts. Pagherei oro (e oggi per
lo scenario che apre questo film sarebbe pure possibile!!) per vedermelo nei
Thunderbolts con Osborne. Solo che scrivere storie su Zemo è un vero casino,
motivi delle sue scarse apparizioni negli ultimi anni. I fratelli Russo ci sono
riusciti e hanno trovato in Daniel Bruhl l'interprete perfetto. Zemo ha sempre
un piano a, un b, un c e un d. Tutto è ben coordinato e gestito e spesso si
possono scorgere da lontano le tattiche che Zemo avrebbe utilizzato in
alternativa. Parimenti Bruhl dona a Zemo oltre alla patina di assoluta pazzia
e nichilismo quella irrinunciabile piccolissima umanità che da sempre
caratterizza il personaggio e che, qualche volta, ci fa anche tifare per lui.
Ma questo è davvero solo l'inizio. Che sia la Infinty War lo scenario
ideale per far esplodere il suo potenziale? Speriamo!
Le trame e scenari futuri che intesse questo film sono già oggetto di sogni
bagnati per ogni lettore di fumetti che si rispetti. Il Marvel universe si
espande, si scinde e si apre a prospettive future pazzesche.
4) Ok, ma io che non so una fava del fumetto e non ho letto mai un numero dei
Thunderbolts, che ci capisco di questa roba ? E' un prodotto "for
fans only"? Di cosa parla?:
Rispondo schematico. Danni collaterali. Questa è la parola chiave, il succo
del discorso che collega intimamente questa pellicola all'originale Civil War a
fumetti. Arrivano gli alieni, i robot scoprono l'auto coscienza e invadono il
mondo, i terroristi Hydra, beh, "fanno i terroristi". E questi eventi
comportano incidenti stradali, palazzi che cadono, bombe che esplodono ovunque.
Gli eroi intervengono, sistemano le cose, ma anche a essere più diligenti che
si può arrivano e rimangono, inevitabili, i danni collaterali. Arrivano le
vittime che si trovano senza casa, i feriti, i morti. Certo i danni alle cose
si possono sistemare, nei fumetti (e citata brevemente nei film) c'è
"Damage control", una società specializzata nel riparare danni
causati dagli scontri con i superumani (sarebbe bello farci un film), ma non
si possono aggiustare le persone. Statisticamente poi, per una strana
coincidenza di numeri, da quando gli Avengers si sono messi insieme sembra che
il gruppo calamiti su di lui le peggiori minacce al mondo e oltre.
Incidente dopo incidente, arriva l'ennesimo grosso "guaio". Di
conseguenza con un atto firmato da circa 120 paesi del mondo si vuole commissariare gli eroi più potenti della terra, burocraticizzarli e permetterne
l'intervento solo a monte di mille delibere e autorizzazioni all'impiego (mi
viene in mente un anime robotico anni 2000 di Xebec, Dai-Guard, ancora
piuttosto carino, in cui gli interventi di un robottone, gestito da
impiegati-piloti contro "il mostro della settimana", venivano prima
approvati con mille moduli sull'impatto sul territorio, valutazione stima danni
e mille timbri e delibere dell'ufficio legale... Più o meno dovrebbe succedere
allo stesso modo anche qui cui i supereroi , ma in più qui ci si mettono dentro
i militari con a capo Thunderbolt Ross in persona, pare).
Sulla carta sembra la soluzione migliore di tutte e molti eroi, tra cui Iron
Man, firmano l'accordo. Questo potrebbe voler dire che si investirebbe di più
sull'addestramento, che ogni atto dei supereroi sarebbe autorizzato dall'alto e
non concepito come capriccioso e irresponsabile, che le azioni potrebbero essere
meglio coordinate con le autorità, gli ospedali, i vigili del fuoco. Ma il
soldato per eccellenza, l'eroe che più di tutti dovrebbe essere favorevole alle
nuove regole, ha dei dubbi e li ha a ragione (vedi Captain America: Winter
soldier) per gli eventi a cui ha di recente assistito. E se, si domanda Cap,
oltre all'attesa di mille tempi burocratici prima di scegliere un
intervento, con le conseguenti vittime da azione tardiva, i militari
ordinassero agli eroi di fare qualcosa che non vogliamo, usandoli magari come
armi contro altri paesi? Non sarebbe peggio? E infatti insieme a Cap a
pensarla così ci sono sono altrettanti eroi. Alla fine gli Avengers si
spezzano in due, con membri che decidono pure di appendere il costume al
chiodo.
Circa la fruizione "autonoma" della pellicola devo dire che non
è impossibile, anzi. Inoltre dietro a una storia su eroi in costume è
possibile scorgere molto della storia americana recente. Soprattutto in
conseguenza dell'11 settembre 2001, evento in riferimento al quale è aumentato
esponenzialmente il livello di controllo unito al bisogno di sicurezza, anche a
discapito della privacy e libertà individuale delle persone. E' quindi un film
che può far riflettere, ben di più del discorsi su chi sia il più forte, al
punto che anche la fase finale della pellicola va in una direzione tutta sua,
convincente ma inedita, nuova nella struttura classica di un comic movie.
Quindi anche se non siete fan dei "film a fumetti" direi che è
interessante dargli una possibilità. Ci sono sì delle ingenuità di trama, ma la
storia funziona, diverte e porta pure a interessanti riflessioni.
5) Finale: ma è meglio di Batman v Superman?
Il confronto viene inevitabile, perché in fondo sono entrambi film di
supereroi che si menano tra di loro sul significato stesso dell'essere
supereroi. Anche CACW è un film di padri e figli, un film in cui si muove di
nascosto un uomo che teme e invidia il potere dei supereroi, un film in cui
spesso si agisce più di cuore che di testa. Cambia la messa in scena. Più
ordinato, solido e interiore CACW, più eccessivo, scoordinato e
"potente" BvS. Se CACW è hard Rock, BvS è trash Epic metal. Il
vantaggio di non essere fan intransigenti della DC Comics o della Marvel ci
permette di apprezzare entrambe le pellicole e aspettare entrambe in blu ray.
Ma indubbiamente CACW si avvantaggia molto dell'essere parte di un universo
cinematografico ben oliato, seriale e quindi familiare, in gradi di gettare in
scena personaggi per pochi minuti senza premurarsi di ri-descriverli ogni volta
e riuscendo comunque a centrarli, renderli convincenti. Questa attitudine per
forza di cose non è ancora possibile vederla nell'universo DC, ma da qui a
dieci anni (se non prima) penso che questo divario sarà colmato. Forse
BvS ha più scene che "bucano lo schermo", ma anche CACW non scherza.
L'unico punto che davvero è per me è decisamente a favore di CACW è la
scrittura. Fluida, divertente, commovente e mai raffazzonata (per non dire
illogica) come più volte accade in BvS.
6) Finale Finale, giurin giuretta:
3 ore di film e non sentirle. Gran ritmo,
bella sceneggiatura, una azione sempre concitata e divertente. Appropriati
tutti gli interpreti, spettacolari le scene d'azione. CACW non punta a
sconvolgere i sensi con una giostra visiva della caratura dei film degli
Avengers, con mille astronavi, eserciti in lotta e Hulk che sbatacchia Loki
come un pupazzo di pezza. CACW riesce ad arrivare più in profondità e a
sconvolgerci con la sola forza emotiva dei suoi personaggi, al punto che non ci
limitiamo a divertirci assistendo alle loro imprese, ma arriviamo quasi ad
avere paura per loro. Di Cap e Iron Man incredibilmente, a fine pellicola,
"ci frega" qualcosa di più di ieri. E questo per un film su tizi in
pigiama è un risultato per lo meno diverso dal solito.
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