giovedì 6 aprile 2017

Power Rangers - la nostra recensione


Premessa: C'è una strega verde che terrorizza e ridacchia sulle sorti degli abitanti di una cittadina pacifica e colorata, mentre i suoi mostri / minions seminano il terrore nelle strade distruggendo ogni cosa.


Ma i giovani di Oz... cioè ... di  Angel Grove (che sembra un po' la Southport di So cosa hai fatto) non sono da soli, un essere potente e misterioso, Zordon, è disposto a guidare i più volenterosi conferendogli dei sorprendenti poteri..


Grazie a Zordon, i giovani sono così sostituiti sullo schermo da comparse nipponiche dal corpo e dal volto coperto da tutine colorate, che grazie alla loro esperienza nelle arti marziali possono fare dei combattimenti assurdi contro i mostri della strega.


Fino a che un mostro diventa più grosso degli altri e i nostri eroi devono chiamare in loro aiuto dei veicoli giocattolosi destinati a unirsi in un robot componibile altrettanto giocattoloso...


Ora: avete avuto una eccitazione quasi sessuale nel vedere il robottone qui sopra? Avete provato una ingiustificata e curiosa attrazione per questo coso assurdo, che è palesemente finto tanto quanto palesemente "figo"? Vi siete esaltati senza pensare ai poveri mimi giapponesi che sotto chili di plastica stanno cercando di rendere plausibile un combattimento che sarebbe stato più fluido se combattuto tra due frigoriferi? Se la risposta a queste domande è sempre "Sì", allora la Fiamma di Megalopoli è con voi e siete fan, o lo sarete, di una delle serie TV per ragazzi più longeva di sempre. Ma se i mostri di cartone, i trucchi di gomma piuma, gli esperti di arti marziali, le streghe verdi e il paesino felice da salvare non vi piacessero, come si potrebbe farvi cambiare idea? 
Negli anni novanta bastava aggiungere alla formula la relazione tra la pink e il green ranger e le ragazzine, per un Twilight effetti ante litteram, andavano in fissa per lo show 


Ma i giovani d'oggi come possono essere attirati dai Power Rangers? La "roba colorata" che si mena come in un film di Bud Spencer tira ancora?

Sinossi veloce veloce: Ad Angel Grove fa ancora riderissimo la gag di rapire e mungere una mucca senza sapere che in realtà è un Toro, e così il nostro eroe Jason (Dacre Montgomery) finisce nella classica storiaccia alla Maial college. Furto, inseguimento, arresto e pure un gps al piede per non violare i domiciliari. Corsi di recupero obbligatori e carriera da divetto del football finita, Jason va a conoscere gli amici della detention room e subito il primo giorno diventa l'idolo delle folle detronizzando il bulletto locale e salvando lo scombinato Billy (Rj Cyler). Billy gli è riconoscente ed è abbastanza geniale da poter manomettere il gps giudiziale di Jason, ma vuole che in cambio il ragazzo vada con lui alla miniera, a scavare in una zona che secondo le indicazioni del suo defunto padre potrebbe essere molto ricca. Per un motivo o per l'altro la zona della miniera è bazzicata da altri ragazzi di Angel Grove. La bad-girl Kimberly (Naomi Scott) va lì a tuffarsi nel piccolo laghetto con cascata, la outsider Trini (Becky G) pratica lo Yoga sulla montagnola più alta e il bulletto Zack (Ludi Lin) se ne sta rannicchiato tra il verde per non pensare ai casini che ha a casa. Cinque ragazzi sfigati di una cittadina di provincia sfigata, cinque loosers, cinque Goonies. Poi Billy tira fuori gli esplosivi e il boato richiama tutti i ragazzi verso lo scavo. Si scoprono dei medaglioni colorati luccicanti e ognuno ne prende uno, acquisendo così una sorta di superpotere. Forse i ragazzi erano destinati a qualcosa di più grande del paesino di provincia. Qualcosa si è risvegliato insieme a quella esplosione. È una strega "ringhiana", Rita Repulsa (Elizabeth Banks), che vaga in giro per Angel Grove semi - nuda. Si nutre di oro, e ogni grammo che ingurgita la fa tornare più giovane e forte. Ha il potere di far fuoriuscire dal terreno delle creature di roccia. Ha già ucciso e non si fermerà. Nel cuore della montagna si è risvegliata però anche una forza positiva, Zordon (Bryan Cranston), che ora attrae i cinque ragazzi presso di sè, per farne i difensori dell'umanità. I Rangers.


- Un teen action leggero leggero: Daniel Israelite confeziona un prodotto decisamente godibile. Un film che risulta molto buono nella prima parte, un po' lento nella seconda, ma decisamente gustoso nella mezz'ora finale. Forse un film troppo lungo nel complesso, ma decisamente simpatico. Gli effetti speciali stanno un più dalle parti di Twilight che in zona Godzilla o Pacific Rim, ma funzionano per i fan, riportano al meglio l'animo sopra le righe, pupazzoso e giocattoloso della serie classica. In genere tutto ha un'aria colorata e simpatica. Merito soprattutto della Banks, che reinventa alla perfezione la cattiva caricaturale e sopra le righe Rita Repulsa, resa nota da Barbara Goodson, conferendole un'interessante venatura dark in più, che la potrebbe far associare alla Incantatrice vista di recente in Suicide Squad. La Banks ama giocare con questa supercattiva. Prima la vediamo aggirarsi come un mostro coperto di stracci sbavante oro liquefatto poi, in perfetta silhouette latte sadomado trangugiare felice dei donuts in una caffetteria mentre i suoi mostri distruggono palazzi. Sarebbe la perfetta Miss Dronio di un Yattaman americano. Quello che le manca, purtroppo per questo primo capitolo, è tutta la variegata corte dei miracoli di sudditi idioti e pupazzosi di cui si circondava nella serie tv. Avrei amato rivedere i pupazzoni, magari declinati con la stop motion stile Labyrint. Ed è un vero peccato che manchino, speriamo sia una lacuna che sarà colmata nei prossimi capitoli, se la saga avrà successo (la Saban punta a farne non 3, non 4 ma sei!!). Il team dei Power Rangers funziona molto bene come cast, soprattutto nei primi quaranta minuti, dove la pellicola cita un po' Chronicles. Sono attori giovani, ma di stanno facendo le ossa. Nella sceneggiatura si avverte lo sforzo di farne qualcosa di più che semplici macchiette colorate e la sfida riesce. Davvero  riusciamo ad affezionarci un po' a loro. Soprattutto al Billy di RJ Cyler, un attore molto versatile da tenere sott'occhio. Gli attori ci sono, la storia è semplice ma ha ritmo, peccato per una parte centrale un po' stanca è un po' inutile, che mette in scena il classico e logoro topos tira e molla del passaggio all'età adulta, qui declinato in ottica "se diventare eroi o restare ragazzi qualunque". Questa fase, intervallata, pesa un po' ma migliora in crescendo, con un bel cliffhanger dall'animo gustosamente orrorifico che, inaspettato, ho apprezzato. E poi arrivano i combattimenti con stunt-man giapponesi e i pupazzi giganti  della terza parte della pellicola. Sui primi davvero nulla da dire, lo spirito è quello giusto, anche se i simpatici mostri di roccia non sono affascinanti quanto gli sgherri umani in pigiama della serie classica e le coreografie ne risultano un po' confusionarie. E veniamo agli attesissimi zord, gli esseri robo-animaleschi amati dai grandi e piccini che devono mettersi a combattere combinati in un robottone contro un mostrone dorato liquidiforme e gigantesco.


Non è che si vedessero molto gli Zord nella serie. Erano, storicamente, realizzati con una computer grafica infima e dovevano apparire il giusto (il meno indispensabile, per vendere il giocattolo) per poi assemblarsi rapidamente (per vendere il robot-giocattolo), diventando le braccia e gambe di cartone del povero diavolo che indossava il costume del robottone, spesso con zero mobilità. Non si capiva da dove arrivassero, che comandi avessero, come i piloti ci entrassero dentro, quali tracce del loro passaggio rimanessero sulla perennemente rasa al suolo Angel Grove. Qui un po' di più si vedono e qualcosa fanno, con il risultato che permanendo di più su schermo risulta evidente quanto siano sbilanciati. È curioso quanto sia letale lo pterodattilo, quasi ai livelli di una Getter -Machine cazzuta, e quanto sia sfigato il T-Rex rosso robotico, da sempre il giocattolo più bello. E giocattoloni rimangono visivamente anche sul grande schermo, ma va benissimo così. Il Megazord è molto bello ed elegante, ma pecca un po' di personalità, stesso difetto che imputo al mostrone dorato Goldar. Goldar è grosso, ma non ha un centesimo del carisma del Goldar della serie TV, che era una specie di uomo - leone blu con un'armatura dorata. Nella serie è il classico generale d'armata circondato da sottoposti incapaci, irascibile con chi gli sta sotto, perennemente genuflesso nei confronti dei superiori. Una specie di Conte Blocken di Mazinga Z con tanto di spadone da brandire inutilmente in aria per sfogarsi di una sconfitta, per poi essere redarguito e umiliato dall'Ashura di turno. E questi teatrini, al pari di quelli del trio Dronio di Yattaman, erano spesso più divertenti dei combattimenti stessi. Goldar nel film è solo un gigante dorato, pur realizzato in una forma simil-liquida molto affascinante da vedere. 


E veniamo al Megazord, il primo Megazord della storia con una mobilità effettiva e non mimata. Il primo che abbia una logica nella trasformazione (come il fatto di dove vengano allocate le cabine di guida). È interessante che appena entri in scena si ponga una questione di mobilità coordinata del corpo, che strizza un po' l'occhio alla seconda storica puntata di Neon Genesis Evangelion. Una scena che era semplicemente irrealizzabile con i Megazord di cartone e compensato "classici". Però, ugualmente al pupazzone di Goldar, il Megazord non colpisce quanto l'originale. Gli manca carisma, gli manca una "faccia", al di là di una scodella da atleta di scherma. Non ci sono teste di Mammuth a fare da scudo o code di dinosauro a fungere da frusta. Mancano le incoerenti alette da pterodattilo per conferirgli una impossibile aerodinamicità, manca la spada "dove cacchio la avrà tirata fuori?". C'è troppa coerenza visiva, qui. Sembra uno Jeager di Pacific Rim, e questo, per un Megazord, non è un complimento. 



- Insomma, ma alla fine, io, cosa volevo?  Credo di aver passato anni a chiedermi cose tipo: "Ma perché non fanno un bel cartone animato di questo materiale, una roba almeno a livello di Voltron? Perché devo guardare dei tizi che si muovono male in costumi di cartapesta mentre buttano giù palazzi in cartapesta? Perché non fanno un telefilm dove i robot sono come quelli di Aliens -Scontro finale invece di queste poverate per bambini? Ma questi sono degli alieni malvagi o le comparse di un musical come Cats? Ma perché la cabina di comando del Megazord pare lo studio televisivo di un quiz tipo La ruota della fortuna? Come fanno i Power Rangers ad avere identità segrete e basi segrete se si muovono su veicoli di centinaia di metri di altezza? Nessuno li ha mai seguiti dopo uno scontro? No, perché basterebbe guardare il tramonto per scorgere la base dove vanno...". E via dicendo, fesserie di questo tipo, più o meno motivate. E non capivo. Il magnetismo dei Power Rangers era proprio in queste assurdità, un autentico "cumulo di assurdità". Questo film, che come detto è divertente e ha molti meriti, non ha ancora deciso cosa essere, se serio o rubicondo. E per questo aspetto è per me come il primo Tartarughe Ninja di Michael Bay. C'è sempre paura ad abbracciare l'assurdo. Il secondo Tartarughe Ninja ha abbracciato in pieno lo spirito assurdo anni '80 del cartone animato. A me è piaciuto di brutto per questo coraggio e per lo stesso motivo ha floppato nel resto del mondo. Perché i tempi sono cambiati, forse. Questo Power Rangers sta ancora in bilico tra i pupazzoni e Rim, si sta reinventando ma ha problemi identitari che si riversano sul tono generale dell'opera. Pur contando su un grosso fandom e forse su più puntate di Star Trek non si sa come accontentare le nuove generazioni. Certo l'idea di contaminare con l'horror mi piace. L'idea dei super-problemi declinata alla Chronicle (e quindi un approccio "Dark" al cine-fumetto) mi piace. E l'atmosfera generale (soprattutto per la scelta dei ragazzi e il tono del racconto), l'adolescenza mixata alla fantascienza, ha quel qualcosa che mi richiama il cinema per ragazzi anni '80, dalle parti di Explorers, Navigator o The last Starfighter. Quei sogni di mezza estate in cui la provincia più depressa d'America diventava il trampolino, per le nuove generazioni, verso le stelle. Cinema che non si fa più, forse perché ai più giovani non piace più (e qui si aprirebbe parentesi enorme, come ho appena fatto). Poi però non si può togliere tutto e i giocattoloni colorati zord diventano tanto più fasulli più la trama va in cerca di realismo. E' una bilancia sbilanciata. Qualcosa in questo mega frullatone di Israelite (prodotto da Bonaventura) si è Lost in translation, per dirla come la Coppola, ma gli stimoli ci sono, la trama è limpida e coerente come oggi è sempre più difficile trovarne, gli attori simpatici e il tutto diverte. Uscendo di sala però ho visto alti e bassi tra gli spettatori. Quel non essere più simile a un party con pupazzi colorati ha in parte deluso i fan. Quel voler cercare di essere più serio e complesso, mantenendo però i tratti più naïf, non ha fatto cambiare idea a chi non apprezzava di base i Power Rangers. A me, pur con quanto sopra evidenziato, non è dispiaciuto affatto e mi sa che in home video mi faccio un altro giro di giostra. In fondo la pellicola non ambisce ad altro che a farvi divertire e lo fa discretamente bene e se avete amato anche voi la fiamma di Megalopoli sarete attratti come falene da questo film. 
Talk0

4 commenti:

  1. Ciao Gianluca, è la prima volta che visito il tuo blog :-)

    I Power Rangers hanno fatto parte della mia infanzia e sinceramente non approvo i live action. Perchè? Perchè mi sembra che questi ultimi gettino un'ombra non necessaria su qualcosa che è stato fantastico in passato così com'era. Non so se mi sono riuscita a spiegare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti sei spiegata perfettamente! Per noi i Power Rangers sul grande schermo sono un'occasione per trovare in sala vecchi fan della serie che oggi porta i pargoli al cinema e poi li guarderà con loro spaparanzato sul divano, magari di domenica con un bel bidone di pop-corn fatti in padella.Anzi, direi che chiediamo più pupazzi per i prossimi capitoli! ;)

      Elimina
    2. Ah comunque grazie mille per essere passata di qua!

      Elimina