La premessa era
vendere allegati agli episodi un nuovo set di pupazzi metallici (Il
Mazinkaiser Starter Pack uscito in jappolandia, comprende appunto
oltre al blu ray un bellissimo modellino di metallo), oggetti da
collezionismo molto ricercati e costosi che di recente ho scoperto
essere prodotti in Italia, assemblati in Giappone e da lì esportati
a cifre folli. Un'altra ragione era creare un nuovo super-robot da
inserire nel rooster dello strategico Super Robot Wars, il sogno
bagnato di tutti gli amanti dei robottoni nipponici precluso alle
frontiere per assurdi diritti concessi secoli fa per la messa in onda
di cartoni anni settanta e mai più richiesti o rinegoziati. Ancora,
di fronte alla sontuosa lettura di Imagawa del mito nagaiano (Mazinga
Z the Impact o Shin Mazinger, pubblicato da Yamato video in italiano
e fenomenale, ne riparleremo), dove carismatici outsiders (Giant Robo
sempre di Imagawa insegna) rubano la scena ai personaggi principali
(salvo un Barone Ashura fico quanto Lord Albert e un Tetsuya che
appare per pochi secondi, ma riesce in quelli a oscurare tutto il
resto), si voleva proporre una variante più tradizionale che
piacesse oltre ai nostalgici, anche ai giovani. Ancora, si
voleva indagare sull'utilizzo di nuovi media circa la divulgazione
dei fumetti, nella specie facendo utilizzo della telefonia mobile.
Ma non occorrono
particolari ragioni, di fatto, quando si deve rinverdire
ecumenicamente un mito che ha emozionato legioni e legioni di fans
dagli anni '70 ad oggi e si ha a che fare con un cast tecnico
specializzato in resurrezioni nagaiane, con in curriculum indiscusse
perle come Getter Robo the Last Days (sebbene subentrato dopo i primi
3 ultra galattici episodi curati da Imagawa, ma ne riparleremo in
sede più proficua).
Il già figherrimo
Mazinkaiser (protagonista di una miniserie post Getter Last Days
vista di sfuggita in Italia che spero di rivedere presto) si copre di
un tenebroso mantello, pare Kenshiro all'inizio del suo primo film
cinematografico (no, non quelli usciti pochi anni fa, quello degli
anni 90 edito in vhs da granata press), pare Gatzu (di Berserk), pare
Violence Jack e di fatto si presenta già al primo sguardo quale un
primordiale guerriero delle tenebre, ultra cool e stra-cattivo (forse
quanto in Getter One? Quasi...). Si arma della Gazantou, più che una
spada una spina dorsale di pterodattilo borchiata di spuntoni, di
dimensioni improbabili, che si può pure allungare per dei chilometri.
Adotta per pilder un teschio, me lo vedo un sadico professor Kabuto
che, novello Predator, disossa un demone fino a snudare un gigantesco
teschio d'avorio per farne da carlinga per lo Skull-Pilder, è come
se avessi davanti una puntata di London Garage, con Leepu e Bernie
che si scannano perché il fornitore dei razzi ha sbagliato l'ordine
e la prova su strada ha fuso il motore. La classica astronavina rossa
è diventata roba da “femmine”, e infatti una variante del
pilder classico viene dato in dotazione a una donna. Approvato il
casco, si svendono le placche toraciche, roba passata, eco dei primi
micro-onde, in sua vece dei bei revolver Breast trigger. Non si vede
utilizzare il missile centrale ed è un peccato. Avrei giurato che
sulla punta avesse un pearcing affilato quanto un'alabarda spaziale.
Così cazzutamente bardato, il colosso meccanico va ad affrontare una
delle più estenuanti battaglie campali di sempre. La sfida è ardua,
non basterà un solo pilota alla guida. Utilizzare due robot è una
scelta da escludere, Mazinkaiser Skl apparirebbe meno fico. Ma si può
utilizzare un sistema tipo mini giostra panoramica da applicarsi
dentro lo skull pilder: questa deve essere stata un'idea di Leepu,
reduce da una gita a Disney World con la famiglia. Pertanto, girando
la giostra, si alterneranno al comando lo specialista nel
combattimento da mischia Ken Kaido e l'artigliere sulla distanza Ryo
Magami (un anime robotico nagaiano senza che il pilota si sposti
all'interno del robot rimanendo seduto è necessariamente un anime
castrato..). Due anime, per due stili di combattimento, che si
alterneranno alla guida tatticamente, ma con un tocco di incurante
follia, che li fa più sembrare come due bifolchi che cercano solo di
accaparrarsi il turno dell'unico cabinato da videogiochi disponibile
in un angolo remoto di provincia nella seconda metà degli anni '90.
Presente? “Ué, tipo! Sto qui che aspetto. Dai, fai presto che mica è
tuo 'sto cesso di gioco! E poi sei un segone, guarda che culo che ti
stanno facendo, fai ridere” e l'altro “Ué, fai il bravo! Non mi
rompere o ti spengo la siga sulla mano e uso il mio spadone per BEEP
e poi BEEP e infine ti faccio muovere come una bambola!”. Cooperare
sarà necessario perché Mazinga abbia in questo caso la meglio,
ovviamente non sarà facile. Non affronterà come nella serie animata
uno o due nemici per volta, qui i cattivi si conteranno a migliaia e
migliaia tra Garada K7, Dablas M2 e altri abomini, richiedendo
un'impresa bellica epica, degna del Leonida di Synder con echi alle
battaglie campali dell'epoca Sengoku. Campo di battaglia, la
leggendaria isola delle macchine che fu del Dr.Hell, almeno in
un'altra versione della saga. Qui tre forze si contendono il potere:
i punkettoni post apocalittici, le gnocche vestite con tunichine
alla greca e i samurai (ma perché i samurai? ). Questi sfornano a
raffica mostri biomeccanici dalle loro fabbrichette per poi
schierarli e comandarli sul campo di battaglia. Se l'isola collasserà
sarà la fine anche del mondo conosciuto e pertanto qualcuno deve
intervenire, la Skull Force. Ed ecco che l'opera di colpo acquista
fascino, vuoi solo per le contaminazioni e i trip mentali che
presuppone senza troppo rivelare.
Ma chi sono i
membri della Skull Force e nello specifico chi sono i componenti
della squadra d'assalto Death Caprice? Forse il manga, pubblicato in Giappone su una rivista di telefonia mobile, potrebbe darci dei
lumi, ma noi ci facciamo bastare, essendo gli eventi della narrazione
ripresi in media res, quei pochi frammenti e suggestioni che possiamo
trarre dalla sigla di testa, la maestosa “ The eternal soldiers”
dei Loudness e dalla sigla di coda, l'altrettanto figherrima
“Juggernaut” dei Sadie. In brevi spezzoni vediamo Ryo Magami
avere a che fare con cloni di se stesso ed esperimenti di
laboratorio, la mente quindi vaga di reminiscenze nagaiane, definisce
Ryo quale una creatura aliena, come Actarus di Goldrake, fino a
spingersi a considerarlo una creatura standardizzata per combattere,
magari di matrice divina. Il nome in codice pertanto ci permette di
divagare in questo campo mistico essendo un inequivocabile “Lucifer
4”, come in effetti Ryo nel manga capolavoro di Go Nagai Devilman,
è il nome dell' alter-ego di Lucifero. Allora la mente gira e
ricorda, quell'indimenticato OAV di Devilman arrivato da noi grazie a
Granata Press, Devilman – la genesi. Nelle prime scene gli angeli
affrontano i demoni e vengono per lo più sterminati fino a che
Lucifero si oppone alla strage (di fatto gli angeli dovevano ripulire
il mondo dei demoni, creature imperfette, prima dell'arrivo della
razza umana... contorto Go Nagai... ma neanche tanto, considerando la
sua attitudine a essere giocoliere tra religione e mito). Pertanto
decide di “uscire dalla massa” in ragione di una rinnovata
individualità, che sarà causa della sua dannazione eterna e donare
la sua forza ai demoni (anche qui il riferimento nagaiano è al mito
di Prometeo, che si ribellò agli dei portando il fuoco agli
umani... non a caso Lucifero, tradotto dal greco, significa "portatore di
fuoco"). In effetti anche il riferimento ad Actarus può starci, in
quanto nell'opera Mazinsaga (peraltro ancora incompiuta dal maestro),
Actarus appare in una scena a torso nudo e dietro le spalle
nasconde... ali di angelo. Se il parallelo Ryo-Lucifer 4- Lucifero
sussiste, questo vale anche per il coprotagonista della serie, al
secolo Ken Kaido, il cui nome in codice non a caso figura essere Amon
6, come Amon è il nome del demone cui si lega Akira Fudo sempre nel
massimo capolavoro nagaiano, Devilman. Se la coppia dei protagonisti
di Devilman pilota il Mazinger, nello specifico il Mazinkaiser, una
versione evoluta, dove ha trovato la suddetta macchina. Sempre titoli
di testa, sempre pochi frammenti. Vediamo l'istituto di ricerche
nella sua silouette classica tratta da Mazinga Z, ma lo vediamo
collocato su una montagna, sull'Himalaya. Ricordate la sigla di
Devilman? “Là sull'Himalaya nella fredda notte buia, misteriosi
riti di sacralità...” cantata dai Cavalieri del Re? É
sull'Himalaya che si trova una grossa concentrazione di demoni,
seppelliti a causa di una glaciazione, è lì che muoiono i genitori
di Akira, nel manga Devilman. Pertanto sempre in Devilman – la
genesi Ryo spiega ad Akira che i demoni sono prigionieri dai ghiacci
e lo spiega in riferimento a un canto della Divina Commedia
(pertanto Go Nagai è esperto dell'opera di Dante, avendo lui stesso
realizzato un adattamento a fumetti di Inferno, Purgatorio e Paradiso
di pregevole valore), indicando Lucifero come prigioniero dei
Ghiacci. Al liceo guardando la struttura dei gironi infernali in
ragione del movimento delle ali di Lucifero mi ero fatto l'idea che
fungesse quasi come un maxi-ventilatore, poiché il ghiaccio era
dovuto al vorticare delle ali e non ad una prigione
precostituita... ma sto divagando e forse sul punto ha divagato anche
Nagai. Nell'OAV viene anche mostrato Lucifero intrappolato nei
ghiacci. Nella sigla di testa di Mazinkaiser SKL si vede chiaramente
che Ken e Ryo osservano una figura imprigionata da ghiacci e catene
che sta per rianimarsi, ma non è Lucifero, è il Mazinkaiser. E
mentre il robot-demone spiega le sue ali gigantesche e infernali, il
cantante dei Loudness, in tutto simile nel timbro e carisma a Bon Scott degli AC/DC, sostenuto da potenti chitarre in un delirio
hard-metal, intona la strofa portante: “Mazinkaiser we are the
soldier of eternity, immortal god machine sets the world free” momento
in cui chiunque ami il metal quanto Mazinga su questo pianeta, riceve
un immediato orgasmo sensoriale, tra lacrime e principio di delirium
tremens... oltre al durello di ordinanza.
Mazinkaiser è
quindi l'avatar di Lucifero, il suo mezzo nell'ottica dell'opera
Mazinga Z. Di fatto nella massima opera robotica nagaiana i nemici, i
micenei, non sono mostri meccanici, ma persone del tutto simili agli
umani, che pilotano per combattere dei mezzi meccanici. Quando il Dr
Hell scopre l'isola, vi trova un esercito di robot già perfettamente
funzionanti di cui impadronirsi per conquistare il mondo, avendo come
oppositore solo lo scienziato Kabuto e il robot che ha creato perché lo pilotasse il nipote Koji, il Mazinger Z. Questa la sinossi
ufficiale... poi magari vedrete l'opera di Imagawa e riconsidererete
alcuni punti... Parlando qui di robot non posso esimermi da fare un
appunto. I robot in ambito Nagaiano non sono semplici macchine che
possono rendere più o meno bene a seconda dell'abilità del pilota,
ma rappresentano armature vere e proprie, estensioni corporali del
pilota. Se in uno scontro con il nemico un Gundam perde un braccio o
anche la testa ma la cabina di pilotaggio resta integra, il pilota
scappa, magari imprecando, facendo uso dei retro razzi del mobile
suit. Se in uno scontro con il nemico un Mazinga perde un braccio il
pilota urla come un maiale scannato, come se gli avessero amputato il
proprio braccio ed è possibile che come conseguenza del taglio netto
dal Mazinga fuoriesca quello che viene definito “olio”, ma di fatto
sembra proprio sangue che schizza a fiotti. In questo aspetto risiede
uno dei temi base della filosofia di Mazinga: la macchina-armatura è
lo strumento per elevare l'uomo su un gradino più alto
dell'evoluzione, ma a questo si accompagna una doverosa scelta di
campo: potrà usare questo potere per aiutare gli uomini, diventano
un dio (cosa che accade in Mazinger Z the impact o Shin Mazinger Z.
Qui la Zeta assume il significato di Zeus e difatti il Mazinger
rappresenta l'avatar del dio che si è opposto a Crono per salvare
gli uomini. Solo che in questo caso gli dei sono una razza
extraterrestre, i Micenei, e l' altrettanto "alieno" Zeus diviene
il paladino degli uomini... sì, ci sono echi di Goldrake-Grendaizer
in questo, altro capolavoro di Nagai), oppure per sottometterli a
lui, diventando un demone (e infatti nel Mazinga Zeta di Nagai
all'inizio il Mazinga appare come un demone fuori controllo, tanto
che Imagawa lo trasfigurerà in Mao Dante, un gigante demoniaco
proto-devilman sempre opera di Nagai... ma quanto è un grande
Imagawa?! Dovete per forza vedere il suo Mazinger Z the impact by
Yamato video!). Un essere unico ed evoluto, anima umana in corpo
d'acciaio. Per pilotare un robot nagaiano non serve essere dei topi
da biblioteca che ingollano milioni di comandi, bisogna avere palle e
una ferrea volontà: che il corpo si muova correttamente è la
ragionevole conseguenza dell'accettazione e comprensione di questo
nuovo stato evoluto e dei suoi poteri. In ottica nagaiana si può
quindi essere dei meta-uomini tanto fondendosi con un demone,
Devilman, tanto mettendosi alla guida di una macchina, Mazinga Z. Del
tutto logico. Non sorprende dunque che in Mazinkaiser SKL ci sia il
Wingle, un robot che di fatto è la versione meccanica di Devil Lady,
altra opera di Nagai.
Un gioco di
specchi e rimandi ai fans più duri e puri quindi, quelli che le
citazioni le colgono, quelli a chi non fa stupore sentire che due
ragazze alla guida di robot da combattimento si chiamino Hurricane e
Flash. Fine del trip. Il resto è botte, botte, botte, botte, botte,
botte, botte, botte, botte, botte, botte, botte, botte... ci siamo
capiti. Una mega maxi royale rumble. Tutto coreografato divinamente e
divertentissimo da vedere.
Peccato duri così
poco, peccato si voglia averne con impazienza ancora e ancora a
fronte di un progetto che per i suoi intenti e realizzatori appaia
già come un'opera conclusa e autosufficiente. Questo anime rifugge
troppe complessità, è un felice inno alla distruzione e
annichilimento di nemici brutti e cattivi. Anche se permane la
costante sensazione che ai comandi del Mazinkaiser ci siano persone
poco sane di mente, questa non si palesa in modo sostanziale nella
trama, rimanendo se mai nell'ambito della pura suggestione. Si poteva
in questo osare di più forse, nonostante alcuni attimi di crudeltà
e spietatezza traspaiano e non siano per nulla dissimulati.
Presa per quello
che effettivamente è, Mazinkaiser SKL rappresenta un
maxi-contenitore di combattimenti spettacolari. Combattimenti con il
Mazinga all'arma bianca, con più di una rievocazione al Berserk di
Miura, combattimenti con le pistole, che riprendono più di una
suggestione alla cosiddetta corrente del gun-fu con
coreografie-balletti estreme fatte proprie da film celebri, come
Romeo + Giulietta ed Equilibrium, cui si aggiunge una nota tamarra da
Gangsta e una piccola reminiscenza da Getter Robo: le Brest Trigger
possono essere impugnate alla rovescia, dalla canna,
costituendo così due piccole asce. Ai combattimenti robotici si
alternano anche inseguimenti, scene di volo e pestaggi che
coinvolgono direttamente i piloti, sembra nella misura esagerata
dell'uno contro un milione. Molto interessante il cattivo-capo Garah,
una reinterpretazione del tiranno unificatore dell'epoca sengoku
Nobunaga, simpatico il villain Kiba, bestiale ma determinato,
rimangono un po'insipide le amazzoni, prigioniere di una visione
eccessivamente angelicata, interessante invece il ruolo di Himiko e
la sua relazione con Garah.
Per avere una così
massiccia presenza di forze meccaniche sullo schermo è stato
necessario fare abbondante riferimento alla computer grafica. Il
risultato, in genere elevatissimo, si scontra talvolta con i limiti
tecnici che la cg comporta, portando in scena, molto sporadicamente,
personaggi che si muovono in modo poco naturale. Nell'insieme, a
fronte anche di uno spettacoloso lavoro svolto sull'accompagnamento
musicale, ci troviamo davanti ad un'opera imprescindibile se vi piace
l'animazione estrema e un po' caciarona e siete in cerca di un
prodotto di puro svago, da poter bere e assimilare senza problemi già
al primo giro, con il secondo in omaggio a merito delle spettacolari
animazioni. Un atto d'amore in tre tempi, 3 oav, che Yamato Video
propone in un'unica soluzione in dvd o blu ray, di ottima
realizzazione corredata anche da un bel manualetto illustrato.
Non comprendo
giusto una scelta di editing. Mazinkaiser SKL sarebbero tre OAV,
venduti inizialmente separatamente con ognuno una sigla di testa,
svolgimento e una sigla di coda. Yamato propone sigla di testa,
svolgimento primo OAV, breve titoletto del secondo episodio con
refrain della sigla di testa, secondo episodio, refrein con titolo,
terzo episodio e sigla di coda. Condivisibile se qualcuno è solito
vedere gli episodi uno in fila all'altro quale un unico film, un
po' castrante se si è dei matti come me, a cui piace vedere un
episodio per volta con la sua bella sigla di testa, svolgimento,
sigla di coda e anticipazione dell'episodio successivo (anticipazioni
che in effetti qui risultano essere state tagliate, anche se la
perdita è contenuta; in origine erano rappresentate unicamente come
immagini della nuova puntata che scorrevano sul finale della ending, prive di qualsiasi voice off o semplice accompagnamento sonoro che non
fosse la suddetta sigla di coda).
Un prodotto niente
male, tirando le somme, in grado di essere guardato con piacere più
volte senza stancare, magari alla fine di una giornata troppo lunga,
quando si vuole spegnere per un momento la materia grigia, lasciando
che uno skull-pilder prenda il posto del cervello.
Se cercate invece
un capolavoro moderno che consacri la figura di Mazinga e in senso
lato tutta la cosmogonia nagaiana, per quello c'è Mazinga Z the
Impact, serie in 3 cofanetti blu ray o dvd di 24 puntate, per la
regia di Imagawa (solo un nome: Giant Robo) portate in Italia da
Yamato Video.
Talk0
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