Ritorna Berserk e la mitica Golden Age, narrate per l'occasione in
una sontuosa trilogia cinematografica curata dallo studio 4°C. Come è
venuto il primo film?
In un mondo fantasy medioevale, Gatsu vive come un solitario
mercenario, fornendo i suoi servigi di battaglia in battaglia.
Nonostante la giovane età, si fa già rispettare e temere per la
sua forte determinazione, un istinto omicida-suicida che lo spinge a
gettarsi a testa bassa in qualsiasi combattimento, sicuro che la sua
spada avrà la meglio su ogni nemico. Il nome dell'opera deriva da
questo tipo di atteggiamento, tipico dei Berserk, che storicamente
erano potenti soldati nordici che sotto l'influsso di strane sostanze
(un misto di red bull con degli acidi) si potenziavano, perdendo ogni
controllo e memoria di quello che stavano facendo e regredendo così
a uno stadio ferale. Autentici e pericolosi
tornado-umani-frantuma-ossa volti alla completa distruzione di tutto
e tutti, alleati compresi. Sì, quasi pericolosi quanto Chuck
Norris... Se volete leggere qualcosa di simile vi consiglio l'ottimo
Wolfskin di Warren Ellis (autore culto di cui mi pare qua e là di
avervi già parlato, edito da Panini nella collana 100% panini
comics e reperibile in fumetteria in un primo volume, con una storia
in 3 parti autoconclusiva.
Gatsu non è tanto fuori di testa comunque,
è un ragazzo che combatte perché non sa fare altro, la vita non gli
ha insegnato altro e sarebbe meglio finirla il prima possibile,
magari però portando nella fossa un migliaio di altri sfigati come
lui. Grifith lo nota, ammira il suo spirito indomito. Lo vuole fare
entrare nella squadra dei Falchi, di cui è il comandante, ma Gatsu
rifiuta, vuole restare un uomo libero, ha già provato ad essere uno
schiavo. Solo che Grifith lo sfida a duello e Gatsu perde: da quel
momento Gastu sarà “suo”. La cosa ha indubbiamente dei vantaggi,
ma sono alle porte risvolti inquietanti. Il mondo si fa via via più
strano, ci sono per Gatsu fenomeni che non si riescono a spiegare,
come il ciondolo rosso che Grifith porta la collo...
Berserk è una delle più affascinanti saghe a fumetti fantasy di
sempre. L'arco narrativo definito Golden Age o Epoca d'Oro è il
cuore pulsante di tutta l'opera, il motore degli eventi, il picco
massimo per fan ed esperti. Nel 1997 era già stato narrato in una
serie di 24 puntate, una serie ben fatta ma che no riusciva a pieno a
riprodurre l'atmosfera dell'opera su carta. Berserk nella Golden Age
si svolge su sterminati campi di battaglia e ogni vignetta è piena
di centinaia di dettagli e personaggi. Per rendere esattamente tale
atmosfera serviva necessariamente un budget sconfinato o in
alternativa un significativo upgrade tecnologico. Oggi si può fare e
Studio 4°C, autore di questa opera, utilizza una tecnica non
dissimile da quella utilizzata dal Signore degli Anelli di Peter
Jackson: attraverso potenti elaboratori vengono ricreate migliaia e
migliaia di comparse digitali.
La colorazione delle suddette avviene
in cell-shading, tecnica che conferisce all'animazione
tridimensionale delle qualità similari a un cartone animato
disegnato a mano e si utilizza la stessa tecnica anche per animare
tutto il resto del mondo di Berserk, dai paesaggi ai protagonisti,
alternando sapientemente l'uso della computer grafica alla
tradizionale animazione bidimensionale laddove si necessita di una
maggiore espressività “recitativa”. Anche la colorazione avviene
digitalmente, utilizzando una gamma di colori molto vasta e
sbrilluccicosa. Un gioiello visivo che a colpo d'occhio risulta quasi
disarmante, non sembra neanche di vedere un anime, ma un arazzo in
movimento. Roba da sindrome di Stendahl. Ricordo di avere già visto
utilizzare una tecnica similare in Freedon della Sunrise e di esserne
rimasto folgorato (la trovate in dvd by Dynit, è un'opera di
fantascienza cui ha partecipato Otomo pagata da una nota casa di
ramen istantaneo... ne riparleremo..). Posso però comprendere che,
nonostante la mia così sbandierata ammirazione, tale tecnica di
animazione debba essere accettata e digerita da molti amanti dell'animazione tradizionale. La computer grafica in cell-shading infatti
“mima” l'animazione tradizionale, ma è comunque computer grafica
che pur sotto a splendidi dettagli, ombreggiature progressive e
riverberi dei metalli, presenta dei limiti: movimenti un
po' artificiosi, velocità d'azione un po' strana. È questione di
abituarsi un attimo e per certi versi mi ha ricordato quando ho
visto per la prima volta Beowolf di Zemeckis: mi soffermavo sulle
criticità della tecnica, sulle cose più marginali, detestavo quei
brutti cavalli plasticosi che manco li avrebbe voluti la Barbie. Solo
dopo due o tre visioni, avvenute nell'arco quasi di 3 anni, avevo
l'occhio abituato-rassegnato e il film è riuscito a conquistarmi,
rimanendo stabilmente tra le mie visioni abituali. Ora,
Berserk non è così “spiazzante”, ma posso capire che per
farselo piacere occorra una seconda visione e che ad alcuni tale
tecnica proprio non potrà mai piacere. A me piace comunque un casino
e mi pare si sia capito; tecnica a parte la regia è davvero ben
curata, molto veloce o calma e riflessiva ove serva.
L'inquadratura riprende e amplifica la sensazione della ripresa a
mano, il quadro si riempie spesso di sangue e l'inquadratura “sballa”
in ragione di colpi particolarmente violenti inferti come
dell'incedere di una torma di cavalieri in armi. Uno sballo.
La colonna sonora è fenomenale, dotata di brani
orchestrati maestosi e di una splendida sigla di testa, in grado
addirittura di far venire i brividi ai fan di Berserk per alcuni
dettagli particolari che vengono presentati. Il doppiaggio italiano
è davvero di livello, su tutti spicca il mitico Romano Malaspina,
voce di Lord Albert in Giant Robo e, soprattutto, Actarus in
Goldrake. Fa un po' specie vedere il trailer in italiano del secondo
episodio della trilogia. Romano Malaspina dice una frase che la prima
volta che l'ho sentita ho inteso “dobbiamo distruggere
Goldrake”!!!!!! Giuro!!! In effetti la frase è molto simile a quella
che ho frainteso...Yamato Video ha svolto un ottimo lavoro di
doppiaggio e il blu ray risulta davvero curato, esente da ogni tipo di
errore o compressione, un prodotto di altissimo livello, un gioiello
da collezionare. E ora a quando il numero 2? Sono già in spasmodica
attesa.
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Devo assolutamente vederlo e questo post era proprio quello che ci voleva per convincermi del tutto ^.^
RispondiEliminaNe vale davvero la pena!
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