
Manca ancora
tanto, ma si delinea sempre più chiaramente quello che sarà il
nuovo film degli X-men. Esultiamo. La saga cinematografica degli
X-men ha costituito la testa di ponte dell'invasione dei supereroi al
cinema. Una formula moderna, personaggi inseriti in un contesto più
realistico, la mano di Brian Singer a dare lustro agli eroi più
sfigati del panorama supereroistico mondiale. Dal giorno alla notte
tutti conoscevano gli X-men dopo aver visto una singola pellicola,
tutti vivevano il loro dramma di popolo emarginato e soffrivano con
loro, tutti diventavano esperti di fumetti. Oltre a un bravo
regista, che ha saputo capitalizzare un budget meno stellare di
quanto si possa immaginare, ottimi attori si sono espressi al meglio.
Gigantesco Patrick Stewart, indimenticato capitano Picard di Star Trek
next generation, nell'incarnare il Professor X, telepate più potente
della terra, ma destinato a muoversi su una sedia a rotelle.
Convincente Hugh Jackman nel dare umanità e spessore a un
personaggio per lo più grezzo e violento come Wolverine (almeno in
superficie), al punto da meritarsi uno spin off autonomo di cui al
momento è in produzione un numero 2, ispirato a un celebre run di
Miller, quello di Sin City, che all'epoca aveva reinventato
Wolverine, come ronin decaduto in un Giappone mai così familiare per
lui. Straordinario Ian McKellen (attore già utilizzato da Singer in
“L'allievo” e noto per un figherrimo “Riccardo III” in versione
hitleriana); dopo il suo Magneto, signore del magnetismo vittima delle
brutture dell'olocausto, l'attore ha goduto di una rinnovata
giovinezza artistica e indossato la tunica di Gandalf nella saga del
Signore degli Anelli. Favolosa Halle Berry nel ruolo di Tempesta, che
in seguito passerà alla storia per uno sconvolgente topless in
Codice Swordfish e successivamente per amplessi da autentico porno in
“Monster Ball” e per la tutina ultra-fetish di Catwoman: tengo a
precisare che è, anche, una brava attrice, ma davanti a cotanta
bellezza si rimane disarmati e sbavanti senza capire quello che
effettivamente dice mentre recita.
Adeguato al ruolo
anche James Marsden nel ruolo di Ciclope, la sua interpretazione ha
influenzato pure la controparte cartacea, che appare sempre di più
quale un ottuso idiota con il complesso del pene piccolo (ma Marsden
recita bene ed è simpatico, è il personaggio di Ciclope a essere
così). La fatale Famke Jenssen oltre ad essere una delle creature
più sexy del creato incarna alla perfezione Jean Grey,
l'incarnazione umana della forza Fenice. Poi altri, tutti
straordinari, Anna Paquin su Rogue, Rebecca Romijn su Mystica. Grandi
attori, ottimi effetti, un quantitativo allucinante di gnocca: il
primo X-men di Singer è un successo. Si mette in cantiere un
seguito. I produttori nonstante sfoggino dei nuovi rolex di diamanti,
fanno tuttavia ancora gli stronzi e danno a Singer un budget
altrettanto scarso. Ma lui se ne frega e fa di necessità virtù. Il
secondo film conferma tutto il bene del primo e si chiude con un
cliffhanger che preannuncia un terzo episodio, con l'inevitabile
deflagrante arrivo della Forza Fenice. Poi Singer si perde, si defila
come produttore e crea quel capolavoro televisivo che è Dr House.
Osserva da esecutivo anche X-men conflitto finale, che viene affidato
al regista di Rush Hour 2, Brett Ratner. Al cast si aggiunge il
Fenomeno interpretato da Vinnie Jones, si aggiunge Bestia, si
aggiungono una marea di nuovi personaggi alcuni dei quali, pur
leggendo gli X-men, manco io riconoscevo. Purtroppo il film deflagra,
è programmato per essere il capitolo conclusivo di una trilogia,
molti personaggi, anche chiave, defungono ponendo grossi
interrogativi su un continuo del brand. Il film è comunque
bellissimo, il meglio che finora si sia visto per effettistica
speciale. Dispiace la sua definitività, si sarebbe voluto vedere
molto di più. Un particolare, nelle primissime scene della pellicola
Wolverine allena i ragazzi X nella stanza del pericolo contro una
figura strana che ancora non si era vista. Interviene per aiutare gli
studenti e si fa lanciare da Colosso (mossa tipica che nel fumetto
ormai appare con consuetudine) con gli artigli sguainati. Quando
atterra si vede chiaramente che ha decapitato un robot gigante. Ma
non un robot gigante qualsiasi, una Sentinella. Chi legge i fumetti o
ha visto il cartone animato conosce bene questi esseri meccanici:
fanno parte del cosiddetto Progetto Sentinella, volto all'eliminazione dei mutanti.
 |
Le Sentinelle |
Alcune pilotate, alcune puri automi, sono
IL nemico per eccellenza, la personificazione del rifiuto della razza
umana di condividere il pianeta con i mutanti. Oggi sarebbe costoso
mettere le sentinelle in un film degli X-men, ma visto quello che si
è fatto per The Avengers risulterebbe comunque possibile farlo.
All'epoca di "X-men conflitto finale" realizzare degnamente delle
sentinelle sarebbe stata utopia (chi coglie questo riferimento
fumettistico ha diritto a un derattizzatore...). Il terzo capitolo
chiude un ciclo, dicevamo. Ma qualcuno decide di resuscitare il brand,
in tempi più recenti. Bryan Singer è di nuovo della partita, reduce
dal tremendo Superman con Brandon Routh (che dopo l'uomo d'acciaio è
corso a distruggere pure Dylan Dog. Qualcuno lo fermi!), alla regia
quel Matthew Vaughn che si era da poco cimentato nel genere
supereroistico con Kick-Ass. Si sceglie la strada del prequel. JamesMcAvoy, già protagonista di Wanted, tratto da un fumetto di
Millar (autore anche di Kick-Ass... c'è come un filo invisibile,
rosso, che lega certe persone, come si direbbe nel terzo capitolo di
una celebre trilogia cinematografica francese) veste i panni di un
giovane Professor X. Michael Fassbender, reduce da Ingloriuos
Bastards e uno dei più promettenti attori attuali, diviene un
giovane Magneto. La splendida January Jones diviene la giovane
Mystica e scende in pista Kevin Bacon ad impersonare il capo del Club
Infernale. Perfino Hugh Jackman appare come Wolverine in un breve
cameo. Il titolo originale è X-men: First Class e visto che ha un
senso solo per chi legge il fumetto, in Italia è tradotto come
X-men: l'inizio. Un brand morto nelle mani di un ottimo cast tecnico.
Gli X – men risorgono ed eccoci ai giorni nostri, con la produzione
di un film che è l'esatta continuazione di X-men: first class.

Certo che in First
Class c'erano dettagli strani, legami tra personaggi inediti o
incongruenti rispetto alla trilogia classica degli X-men. Anche se si
narravano eventi passati incongruenze permanevano tipo: da quando
Mystica è legata al Professor X? Voluto o non voluto, in rete si
scatena un putiferio su come considerare X – men: First Class che
non può essere un prequel, ma neppure un reboot. Ecco che tutto oggi
assume un significato, alla luce della sceneggiatura in corso di
scrittira per questo nuovo film degli X-Men.
X-Men First Class
si trova in una dimensione alternativa a quella della originale
trilogia degli X-Men e i personaggi dell'una dimensione passeranno
nell'altra proprio come avveniva nel celebre arco narrativo Giorni di
un futuro passato. In una delle due dimensioni i mutanti sono
perseguitati e messe alle strette dal governo con l'utilizzo di un
numero abnorme di robot giganti Sentinelle. Hanno già firmato per la
pellicola sia McAvoy che Fassbender, così come Patrick Stewart e
McKellen. Si presume, ma sarebbe folle che ciò non accadesse, che ci
saranno anche una marea di gigantesche e incazzate sentinelle, con
cui i mutanti avranno a che fare, sperando che il tutto si risolva in
una prolungata estenuante orgia di effetti speciali di
transformeristica matrice. Finora le premesse per un capolavoro o per
un prolungato orgasmo visivo ci sono tutte. La regia è di nuovo
nelle mani di Singer. Orgasmo. Il 2014 appare sempre troppo lontano.
Talk0
Nessun commento:
Posta un commento