“Finalmente é
SPOILER!!! Sì! Sì! Sì! Non se ne poteva più, il personaggio più
soporifero del mondo ci ha lasciato! Grande!!” Scene di isteria,
lacrime, pacche sulle spalle tra gli appassionati, l'incubo è finito.
Passano due puntate, ecco che pure SPOILER comincia a rompere
l'anima, diventa petulante, fa cose idiote, nessuno sopporta più
SPOILER e poi, un paio di puntate dopo... "finalmente è SPOILER! Sì!
Sì! Sì! Non se ne poteva più, il secondo personaggio più
soporifero di sempre ci ha lasciato! Grande!” Scene di
compiacimento virile, birra a fiumi, l'incubo è finito! Passano due
puntate...
Questo è Walking
Dead. Con i suoi pregi e difetti.
Nasce come
fumetto, diventa serie tv di culto al punto che volevano segarla, ma i
fan li avrebbero uccisi, così la serie è continuata e decollata con
la stagione 3, dopo una ultra-statica (ed economica presumo) stagione
2, diventa un fenomeno con pupazzetti, libri, videogame. Un cult,
materia obbligatoria in nerdologia. La cosa accattivante non è tanto
parlare di zombie. C'è chi lo so sa fare meglio (Snyder, Boyle), c'è
chi non fa altro nella vita (Romero), c'è chi lo farà presto alla
grande (vedi il prossivo World War Z con Brad Pitt). La figata è la
serializzazione lunga dell'opera, il conoscere i personaggi in modo
così intimo, il sapere, chi più chi meno, che sono tutti un branco
di stupidi suicidi, pronti a fare qualcosa di illogico perfino per un Lemming da un momento all'altro. Se questo inevitabilmente fa calare
l'empatia tra spettatori e attori, poiché vi ritroverete a
odiare tutti in un breve lasso di tempo, la sceneggiatura diviene
veramente un oggetto oscuro e imprevedibile. A volte pure troppo.
Ancora non è chiaro come 5 minuti prima ci sono in giro due-tre
non-morti e cinque minuti dopo abbiamo un'invasione che manco alla
prima saronnese di Indipendence Day al Silvio Pellico. Una mandria
sterminata che si muove silenziosa come un ninja muto. Qualcosa di
troppo assurdo per comprenderlo. Ma chissene, c'è così tanto
splatter che ogni amante del genere esce felice da ogni puntata e
agogna la nuova. Un prodotto quindi che, nonostante gli sceneggiatori
facciano di tutto per farvelo odiare, risulta comunque godibile e
avvincente. La prima serie parte lenta, ma con un sacco di trovate
geniali. La seconda è uno stallo senza fine, ma regala un bel colpo
di scena in coda, la terza è moooooolto valida. Ora permane il
classico dubbio: quanto si andrà avanti ancora? Non è dato saperlo
per ora, ma se il viaggio è buono quanto ciò che accade nelle
ultime puntate spero molto, molto ancora.
Molto carina
anche la premessa della trasformazione in zombie, che vi taccio nel
caso vogliate appassionarvi a questo seria. Cosa che vi consiglio
senza remore. Se un personaggio poi diventa odioso sappiate che
SPOILER sempre e comunque. Tranquilli, non vi ci sarete troppo
affezionati in genere. Dannati Lemmings...
Consiglio per Natale: in fumetteria è uscito un volume non-tascabile da 55 euro
con una montagna di puntate del fumetto originale. Si discosta qua e
là ma è per me pure meglio del telefilm. Assolutamente da tenere in
considerazione.
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