Garth
Ennins (testi)
Darick Robertson –
John McCrea – Russ Braun (disegni)
E se i supereroi
fossero reali, vivessero nel mondo e lo influenzassero di
conseguenza, nel corso della storia? La domanda può apparire in
effeti strana per chi non legge direttamente comics. Cerco di
spiegarvela con un esempio: gli eroi Marvel. Gli eroi Marvel vivono
nel mondo reale, quasi tutti vivono a New York mentre i mutanti
attualmente (ma non so ancora per quanto) vivono su di un isolotto
vicino a San Francisco. Ogni stato americano ha almento un
suoergruppo di eroi, ma ci sono anche supereroi canadesi, gli Alpha
Fight, inglesi, Excalibur, europei, russi, giapponesi, di tutto il
mondo insomma. Certo, ci sono luoghi fittizzi come il Wakanda di Pantera Nera
(che pare la versione tecnologica di Zamunda, patria del protagonista
de “Il principe cerca moglie” con Eddie Murphy), c'è Atlantide,
Asgard (di recente stava “ancorata” tipo a una cittadina nel
New Jersey), la Terra Selvaggia e altro. Il succo è che vivono nel
mondo, moltissimi sono americani. Non è un segreto quindi che il
presidente degli Stati Uniti sia Obama (in DC Comics sono stati più
arditi, per un periodo di tempo presidente degli Stati Uniti è stato
Lex Luthor, la pelata nemesi di Superman). Essendo il contesto
“reale”, i supereroi ci sono stati anche nella seconda guerra
mondiale, ai tempi di Kennedy, durante l'11 settembre. Ma perchè non
hanno salvato Kennedy, perchè non hanno impedito che cadessero le
Torri Gemelle? Perchè sono personaggi di fantasia che vivono in un
contesto reale, personaggi che spesso sono “avatar” dei
disegnatori e autori che li stanno scrivendo. Emblematico il numero
di Spiderman dedicato all'11 settembre. Tutti gli eroi aiutano a
salvare i superstiti, a raccogliere i cocci. Ma non ci sono solo
loro, ci sono anche quelli che fanno di solito la parte dei cattivi.
Magneto è immobile e ricorda come lui c'è già passato, per gli
orrori della seconda guerra mondiale lui era stato in un campo di
sterminio, il re del crimine Kingpin è affranto, il Dottor Destino
piange! Di colpo tutte le “faide” si annullano, come i combattenti
del wrestling che alla fine degli show vanno tutti inseme negli
spogliatoi e anche quelli che sul ring sembrano nemici giurati si
passano lo shampoo. In fondo sono attori che interpretano una parte, i
palazzi che fanno esplodere sono veri solo in un mondo di carta.
Sempre nel celebre numero di Spiderman vengono indicati chi sono i
“veri” eroi dell'11 settembre, i pompieri e le forze dell'ordine,
i medici e i volontari che stanno cercando di rialzare il paese di
salvare il salvabile in una corsa contro il tempo. La realtà è
diversa dalla fantasia. In un celebre numero di Hulk un personaggio
si scopre affetto da Aids. Potrebbe forse essere salvato con una
fiala contenente il sangue di Hulk ma semplicemente non è possibile,
Hulk non può cambiare la realtà, le malattie sono più vere di lui.
Scelte editoriali,
condivisibili in relazione a prodotti che sono destinati, nerd a
parte, soprattutto ai bambini, a chi fa ancora confusione su quello
che è vero e quello che è falso, ma anche a chi vuole a prescindere
che i due mondi non si tocchino, che il mondo dei fumetti resti un
mondo migliore dove gli eroi possono esistere davvero, volare e farla
pagare ai “cattivi”. Una barricata dovuta.
Ma se il prodotto
è per adulti, allora possiamo giocarci, creare del futuri
alternativi o “distopie”, rileggere interi capitoli della Storia
in ottica “supereroi”. Uno dei più grandi “trip” è giocare
con i personaggi “ufficiali” di Marvel e DC, vedere cosa proprio
“loro” avrebbero combinato. Alan Moore è un genio, ipotizza un
affresco sul ruolo dei supereroi DC nel ventesimo secolo, dalle
guerre fino alla fine degli anni 80. Anche gli stessi personaggi si
sarebbero rivestiti di realtà, spogliati del loro intento
educativo-edulcorativo sarebbero apparsi come uomini, in preda alle
pulsioni più basse, più vere. DC non vuole che si tolga la patina
magica dai suoi personaggi, allora Moore re-inventa i personaggi,
Superman diviene il Dr. Manhattan, Batman diviene il Gufo Notturno e
nonostante le modifiche sono riconoscibili anche altri personaggi. Il
risultato di questa operazione è noto. Il primo fumetto a vincere il
premio Hugo: Watchmen. Pure il film viene una figata.
Anche la Marvel ha
un suo personale mondo distopico che riguarda interpretazioni
alternative dei personaggi DC: lo Squadrone Supremo reinventato da
Staczynski (lo stesso autore del numero di Spiderman dedicato all'11
settembre sopra citato, non un puro caso) per Supreme Power. La
Marvel coltivava da sempre il sogno bagnato di far scontrare i propri
eroi contro quelli DC per far vedere chi è il più forte. Sarebbe
successo in seguito, metà anni 90, che Marvel e DC si sarebbero
effettivamente scontrati con l'evento noto come Amalgam, ma fino ad
allora gli eroi Marvel le avevano già ampiamente date al cosiddetto
Squadrone Supremo, una parodia non autorizzata delle Justice League.
Lo Squadrone conta di un proprio Superman, Hyperion, un proprio
Batman, il Nottolone, una propria Wonder Woman, Zarda, una propria
Lanterna Verde, il Dottor Spectrum, e un proprio Flash, Blur (da
rilevare che la Marvel già disponeva di un proprio Flash,
Quicksilver, e di una propria Lanterna Verde con corpo delle lanterne
al seguito, Nova e i Nova Corps, ma i casi di “prestiti” si
sprecano e vanno anche in senso opposto... a voi indagare chi abbia
copiato chi per primo... io lo so e non lo dico. In seguito la Marvel
avrà comunque un “suo” Superman, una versione ultrapotente e
squilibrata, Sentry). Staczynski crea un mondo parallelo in cui lo
Squadrone Supremo viene reinventato e reso realistico: sebbene con
copie sta realizzando così il “piano a” di Watchmen voluto da
Alan Moore. L'opera che ne esce è forte, forse troppo per la Marvel,
che decide di abortirla-svuotarla rapidamente, speriamo non per
sempre. Superman, cioè Hyperion, cade sulla terra ma appena i suoi
“genitori” sono davanti alla culla spaziale dei mirini laser
compaiono sulle loro teste. Hyperion viene allevato dall'esercito in
una casa “finta” che replica quella di Superman con agenti che
“fingono” di essere i suoi genitori. Cresce senza vere guide
morali e diviene con il tempo un sociopatico con il complesso del
dio. Batman, ovvero il Nottolone, è un ragazzino di colore che vive
la dura realtà del ghetto, i suoi genitori muoiono e lui affronta la
criminalità a muso duro privo dell'alta considerazione della
giustizia che avrebbe Bruce Wayne: il Nottolone uccide e non è
troppo dissimile dal Punitore, solo più ricco. Una Wonder Woman
spietata, che tratta come insetti gli uomini in quanto razza
inferiore e sogna di creare con Superman-Hyperion una nuova stirpe,
proponendosi sessualmente a lui. Un Lanterna Verde che non risponde
a una voce aliena amica, ma probabilmente a un invasore alieno
spietato. Nessuno si salva. L'opera è disegnata da Gary Frank così
bene che in seguito l'artista passerà dalle tavole del
finto-Superman-Marvel a quelle del Vero Superman DC. L'opera è
magistrale e Staczynski continua a essere una delle punte di
diamante della narrativa a fumetti. Oggi sta scrivendo il prequel di
Watchmen di Alan Moore... corsi e ricorsi storici.
Ora prendiamo un
contesto storico distopico e mutabile in relazione all'inervento dei
supereroi come in Watchmen. Mescoliamo con una lettura più
realistica dei supereroi, deviati come in Supreme Power. Amalgamiamo
con un tasso big-size di sangue e ironia propri di Garth Ennis,
l'autore di Preacher, del migliore Punitore di sempre del nuovo
Crossed e di mille altre opere cool. Mettiamo la parte grafica a
Darick Robertson, genio nell'illustrare la realtà nel dettaglio,
sottolineandola con ironia come già visto in Transmetropolitan.
Ecco pronta e servita la serie più estrema sui/contro i supereroi:
The Boys.
Ennis non fa
prigionieri, in The Boys sono presenti, parodiati, tutti i supereroi
esistenti, Marvel e DC. Solo che sono una versione estremamente greve
e terrena degli stessi. I superoi, che in The Boys si chiamano
“super” e basta, sono i prodotti di una multinazionale prima
specializzata solo nella produzione di armi, che sta così cercando
di espandersi nel settore delle armi biologiche. Pasticci genetici
fuori controllo, vittime delle pulsioni più basse, provocatori
magari inconsapevoli di stragi in ragione di un addestramento
superficiale se non nullo. Tutto però viene insabbiato,
magistralmente, dalla stampa, nello specifico dai fumetti, che
assurgono a cronaca. Qui risiede la più acuminata delle critiche al
mondo dei comics che penna di autore abbia mai fatto: ci dicono che
viviamo in un mondo sempre illusorio e bello dove il bene trionfa sul
male. Un superoe ubriaco sfonda un palazzo e provoca un tamponamento
in pieno centro cittadino? Sarà raccontato che stava combattendo
contro un mostro alieno, magari uno che ha già affrontato, la sua
nemesi. I Super si dividono secondo gruppi in ragione anche del
target dei fumetti che li “raccontano”. Dai “Sette”, ennesima
parodia della Justice League con un Superman pericoloso psicopatico,
ai Rappresaglia, parodia degli Avengers, alle fazioni Teen e ai
Mutanti. Geniale quando, come capita nella realtà editoriale e
capiterà anche sul fumetto The Boys, viene associato ad una fazione,
magari dalle scarse rendite economiche in fumetti e marchandising, un
personaggio nuovo o un personaggio più cool per attirare nuovi
lettori: scaturiranno situazioni grottesce e degradanti. Tutti ci
credono e sono felici che il mondo sia pieno di Super, mentre la
realtà viene spazzata sotto il tappeto buono. Highie (modellato da
Darick sulla fisionomia e carattere dell'attore Simon Pegg) vive
felice e inconsapevole fino a quando un super, uno stupidissimo super
per uno stupidissimo motivo, gli distrugge letteralmente la vita. Ora
ha del giusto rancore nei loro confronti e Billy ”the” Butcher
(modellato su un inedito, giovane e nerboruto Dak Aykroyd) è pronto a
fargli l'offerta che gli cambierà la vita: entrare nei “Boys”,
un ultra segreto dipartimento governativo che vigila sull'attività
superumana, un ristretto gruppo di agenti a cui verranno forniti dei
superpoteri per contrastare il dilagare dei Super. Vedrà quanto è
davvero marcio il mondo dei super, tra multinazionali, sette
religiose, tossicodipendenza e sessodipenzenza, godrà nel punirli,
magari anche lui eccedendo a causa dei suoi nuovi poteri. Ora il
fumetto è in edicola, io lo seguo da alcuni anni in fumetteria.
Un'occasione per apprezzare una delle opere più interessanti e
moderne del panorama fumettistico mondiale. Come già detto per
Crossed, anche qui la lettura è ristretta a un pubblico adulto.
Ennis non lesina con trovate estreme, sangue e situazioni
imbarazzanti, non credo che esista una sola sua opera destinata ai
più giovani. Buona lettura e buon divertimento.
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