martedì 25 dicembre 2012

Le 5 Leggende – Rise of the Guardians



Difficile trattare con i poppanti.
Proiezione serale, assedio programmato di scolaresche e deposito di bambini urlanti, scalcitanti, imbottiti di bevande gassate. Per tamponare la sovraeccitazione del momento, alcuni piccini non possono esimersi dal correre come insani tossici nello spazio libero sotto-schermo in una gara furiosa che non risparmia incidenti cruenti, con bambini che partono in volo per poi schiantarsi sullo schermo danneggiando momentaneamente il telo bianco. Poi si rialzano, risate, un altro giro a rifornirsi di Coca Cola, la red bull per minori, e di nuovo in pista, elaborando ultrasuoni agghiaccianti. Le maestre e i genitori stanno defilati, con le orecchie cerate, credo abbiano sviluppato un linguaggio gestuale per comunicare tra di loro, incuranti dei pericoli cui incorrono i pargoli, sbatte una sega degli altri spettatori paganti. I bambini lo sanno, i cartoni sono il loro territorio franco. La loro personale vigilanza rimane adagiata sulle seggiole, nel caso degli insegnanti c'è la consapevolezza che anche una mezza urlata verso di lor può avere conseguenze penali, i genitori hanno sentito che non bisogna essere punitivi, che quando diventano adulti poi ti ingabbiano all'ospizio, i piccoli sono liberi e bestialmente lo proclamano, drogati di orsetti gommosi e cocacola: il film e il conseguente stare fermi è immotivata costrizione, il cinema è il luogo in cui vengono imbottiti di sostanze gassate e dove i genitori si siedono lasciandoli liberi di fare quello che a casa loro non potrebbero mai fare. Invoco Tata Lucia quando un bambino di 3 anni sfugge alla presa della madre, scavalca la fila, salta le scale e in volata schizza dietro la platea, spuntando dall'altro lato della fila. Da lì per almeno cinquanta posti numerati salta da bracciolo in bracciolo, cadendo di testa all'indietro un paio di volte ma senza scomporsi, perchè i piccoli demoni urlano solo quando vogliono farti sentire in colpa.
La madre, l'altro nome di Dio sulla bocca e nei cuori dei bambini (Il Corvo. Cit.), distratta, butta un'occhiata al pargolo novello Brumotti e con vocina che sembra uscire sussurrata da una formichina, che orecchie umane a fatica distinguono dal rumore di una piuma cadente, si rivolge a Damien il demonio, che sta a 90 metri di distanza. “Torna qui, fai il bravo”. Ormai la lotta è persa, verrebbe voglia di descrivere ai genitori il loro stato di polifolsfato organico, tanto per svegliarli dal torpore, ma questo provocherebbe altre querele e non smuoverebbe il loro mood sbatte-sega-mio-bimbo-del-çççç*-ora sto seduta e che il mondo intorno a me si sputtani, ci sentiamo tra due ore. Recentemente ho visto Brave della Disney, una bambina, infastidita dal fatto che una trama complessa avesse tanti toni di nero, impedendo la corsa in galleria, è prorotta in un fintissimo pianto “Questo film fa paura, non è adatto alla nostra età” (giuro, testuali parole). Ma la magia dei cartoni animati è proprio questa: se sono fatti bene i bambini si siedono composti e non fiatano. Non esiste una qualsiasi pellicola che abbia lo stesso effetto sui truzzi, salvo Fast'n'furious. Ecco la magia del cinema. I bambini si fermano, restituiscono al compagno di classe gli incisivi strappati per gioco, i loro occhioni diventano grandi e la boccuccia descrive una “o” di stupore. Se il film è davvero valido l'effetto placebo si estende su tutta la durata e genitori e insegnanti si compiacciono della trappola-zittisci-bambini e, a turno, fanno capolino al bar antistante per rinfrescarsi di Gin Tonic.

Le 5 leggende è uno di questi film incanta bambini.

Crepuscolare. Tutte le Leggende sembrano personaggi creati per far sconfiggere ai bambini la paura del buio, rappresentato dall'Uomo Nero o Peach Black, cui da la voce in originale un bravissimo Jude Law. Babbo Natale o North (mai così tamarro, pare uscito da Natale di sangue, il fumetto in cui armato di coltelli affrontava in un lago di sangue Lobo), che arriva di notte per portare i regali, il Coniglietto Pasquale (mezzo wolverine dicevamo), che porta sempre di notte le uova per la mattina di Pasqua, la Fata Dentina, che porta un soldino se sotto il cuscino metti il dentino, (tanto che hanno fatto pure una serie di film horror sulla fata dentina, “Al calare delle tenebre”, che io adoro in quanto agglomerato di assurde e stupide situazioni improbabili, tipo torce elettriche alimentate da batterie che durano nuove da i sette ai quindici secondi per aumentare la paura del buio, Gianluca lo odia per gli stessi motivi), Sandman o l'omino del sonno, che veglia i sogni dei bambini (Morpheus per Gaiman, poco noto da noi), Jack Frost (a cui hanno in precedenza dedicato un malinconico film con Michael Keaton, dalle premesse simili al Jack Frost di questa versione), che, quando arriva di notte, il giorno dopo ha sommerso tutto di neve e non si va a scuola. Il buio con loro non fa più paura, Pitch deve intervenire per evitare di scoparire, Jack da poco diventato leggenda deve trovare il suo ruolo nel mondo o, come gli dice North, il “suo centro”. Tanta azione, qualche piccolo spavento, molti momenti commoventi e tantissime gag. Azione scavezzacollo frutto di inquadrature folli, colori caldi e un sacco di dettagli esilaranti da scoprire analizzando le scene. Ho letto critiche feroci da oltre Oceano, io mi ci sono trovato benissimo, la mia sala di pargoli urlanti ci si è trovata benissimo. Magari ne faranno altri 6 e diventerà atroce, per ora è davvero buono. Ho notato con piacere una inversione di tendenza favorevole, come già si intuiva in Dragon Trainer: non attori che vengono animati ma cartoni animati che fanno i cartoni animati. Ciuchino è Eddie Murphy, Il Gatto è Banderas, Alex è Ben Stiller, Po è Jack Black e a volte nel caso di doppiaggio italiano alcuni personaggi diventavano attori italiani con i tic degli attori italiani. Presente la versione italiana di Robots? Quella in cui Dj Francesco diceva “Bella di padella”? Non volevate ricordarvelo e vi ho rovinato la giornata? Ecco, cose così non succedono ne Le 5 leggende. I personaggi delle 5 leggende sono sì interpretati da attori famosi, ma sono prima di tutto personaggi, come in Dragon Trainer, cui gli attori prestano la voce, non per forza la loro riconoscibilità. Allora abbiamo Alec Baldwin, ma interpreta un Babbo Natale cosacco e non il dirigente di 30 rock, abbiamo un Hugh Jackman (che ha firmato per X-men giorni di un futuro passato di recente, evviva!), ma interpreta un coniglio pasquale guerriero ultra diffidente (sì, assomiglia a Wolverine ma il carattere è tutto diverso), Chris Pine, non è il giovane Kirk di Star Trek, ma un tormentato e convincente Jack Frost. Attori che servono la pellicola, non vetrina che ribadisce l'esistenza di attori noti quindi. Le loro interpretazioni sono molto coinvolgenti, davvero un bel lavoro. Qualità che non cala anche per quanto concerne la versione italiana, che utilizza i doppiatori classici delle suddette star americane, professionisti validi e affidabili (ancora ho il mal di stomaco per la scelta insensata di Fabio Volo per rendere in italiano la performance di Jack Black in Kung Fu Panda... lento, smorto, privo di ritmo, privo di coinvolgimento quando bastava usare il doppiatore di Jack Black, che è invece bravissimo. Ma davvero doveva fregarmi qualcosa il nome “Fabio Volo” riferito a Kung Fu Panda? L'esito finale mi conferma una scelta bislacca, magari operata dall'addetto marketing folle che ha voluto Tiziano Ferro per doppiare Willie Smith in Shark's Tales...). Bella di padella.

Dal punto di vista grafico siamo al di sopra degli standard Dreamworks, di solito comunque alti (amo alla follia Megamind...), ma quello che fa davvero fare il “salto” qualitativo è la scrittura. Basata su una serie di racconti noti in America, la sceneggiatura è davvero bella, varia, ben sviluppata, ricca di trovate non banali. Dalla risatina forzata, il classico effetto che su di me hanno pellicole come Shark's Tales, con Le 5 leggende sono riuscito pure a commuovermi. Furbescamente, ma forse è una derivazione dell'opera letteraria, si è lavorato molto sull'umorismo dei comprimari, raggiungendo effetti esilaranti che non possono non far tornare alla memoria, in bene, Cattivissimo Me. Peter Ramsey dirige ed è un nome noto tra le fila Dreamworks, uno che si è fatto una bella gavetta. Come storyboard artist ha però visualizzato un sacco di bei film, alcuni anche capolavori: da Nightmare 5 e Predator 2, passando per Castaway, Godzilla (dove è stato anche aiuto alla regia), il Dracula di Coppola, Men in Black, Minority Report, A.I., pure Fight Club. Un curriculum di tutto rispetto. Come regista in precedenza aveva solo diretto lo special di Halloween di Mostri contro Alieni, pellicola di pochi minuti che già era dotata di un buon ritmo. Nelle 5 leggende si dimostra come uno dei migliori registi Dreamworks del momento, aria del tutto nuova in casa Dreamworks. Riusciranno come con Shrek a farne millemila versioni? La trama parrebbe conclusiva. 
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