giovedì 1 novembre 2012

Black Rock Shooter

Effetto farfalla. Piccoli cambiamenti su un piano portano a stravolgimenti su un piano diverso. Scaramucce tra adolescenti giapponesi, piccoli sgarbi o incomprensioni, si trasformano così su un piano diverso della realtà (la malinconica Hazmat dai palazzi in rovina), in combattimenti all'ultimo sangue tra le stesse adolescenti, sono un po' più cresciute e diventate bombe sexy, tra spadoni lunghi due metri, cannoni rotanti, enormi teschi infuocati e veicoli corazzati. Black Rock Shooter è “tutto qui”, scorci di vita scolastica intervallati da scene d'azione fuori di testa, situazioni di (a)normale quotidianità riversate in deliri heavy metal: se entrate nell'ottica giusta e siete predisposti verso i risvolti più estremi vi piacerà un sacco. Le scene d'azione sono spericolate e assurde, un incubo malato di contaminazioni horror e cyberpunck in una sorta di mondo fantasy malato: Matrix incontra Freddy Krueger. In questo caso più che in altri lo spoiler rovina 2/3 della fruizione dell'opera in ragione anche della sua brevità, soli otto episodi in tutto che Dynit divide in due uscite, una a fine ottobre e una a fine novembre. Vi dico solo che rimarrete sbalorditi dal numero di proiettili che vengono vomitati dalle bocche da fuoco e dalla velocità dell'azione in quel di Hazmat. Quasi un “Sucker Punch”, benchè appunto muova da premesse differenti, estremo e anche violento, con una strizzata d'occhio ad opere puramente concettualei come Aeon Flux. Il chara design è una libidine, vi troverete a voler desiderare tutte le statuine prodotte, dalle figma alle statue vere e proprie, tutte realizzate divinamente come concretizzazione dei sogni dei peggiori otaku: gnocche in shorts e bikini in pose ammiccanti armate di fucili d'assalto montanti baionette lunghe come spadoni alla Berserk, esili ragazzine gothic con al posto delle mani dei pugni metallici che per dimensione sarebbero più consoni a dei robot giganti, civettuose ragazzine con occhiali, pantacollants e ballerine ai piedi ma sulla cui fronte spuntano corna sataniche e imbracciano falci giganti che sembrano ricavate da ossa umane. Se siete fortunati e abbastanza pazzi vi consiglio di puntare alla lussuosa versione definitiva che Dynit propone con allegata una favolosa acrtion figures della figma a tiratura limitata, manna per i collezionisti. Possiamo forse dire che il limite maggiore della produzione sia questo, puntare su una estetizzazione spinta delle protagoniste senza un vero perchè, dando scorci di un mondo parallelo che avrebbe necessitato di maggiori e più incisivi approfondimenti. Questo non esclude che nel futuro l'affascinante contenitore di Hazmat venga implementato, ma la sensazione che si avverte è che delle enormi potenzialità abbiamo ancora visto troppo poco.
Tuttavia non possiamo trascendere il fatto che tali limiti siano stati fortemente voluti dai realizzatori. Black Rock Shooter ha una genesi stramba e si è caratterizzato per essere più che un anime, un vero e proprio brand che si è spalmato su più media.
Ryohey Fuke è un celebre illustratore giapponese e un giorno realizza una illustrazione a cui da il nome “Black Rock Shooter”, il soggetto è una maliconica gothic-lolita con codini e un occhio che emette fiamme azzurre.
Il grande impatto dell'opera ispira nel 2008 il gruppo dei Supercell: viene scritta una canzone dal titolo Black Rock Shooter e girato un video che riprende l'illustrazione classica. Un successo fuori scala alle mie orecchie del tutto inspiegabile: sarà per la vocina stridula all'inizio della canzone, sarà per la suddetta vocina stridula ai gorgheggi, sarà per un ritornello che così poco incisivo non ne ricordo, unica cosa che salvo del tutto è un giro di basso caruccio.....anche in ambito nipponico e sullo stesso “genere” si trovano paccate di canzoni migliori. Ecco la prova che non sarò mai abbastanza nipponico da comprendere certe cose.
Siamo nel 2009 e viene realizzato un film d'animazione, 50 minuti, grande successo, e nel 2010 esce un ricco dvd con tanto di statuina e la collaborazione dei Linkin'Park (magari la Dynit ci porterà in Italia pure questo, prima o poi....anche con le relative figma e nemroid magari ^_^). La trama è una versione ridotta di quella che successivamente sarà l'anime del 2012, in 8 puntate, oggetto di questo post. La realizzazione è spettacolare e in soli 50 minuti c'è già tutto quello che serve per un cult.
Black Rock Shooter cambia ancora pelle e diventa un fumetto, vengono analizzati maggiormente gli ambienti, introdotti nuovi personaggi e Hazmat viene definito un crocevia tra paradiso e l'inferno, in cui le eroine sostanzialemente lottano per preservare l'equilibrio tra i mondi.
Altra pelle ancora, esce il videogioco per psvita e anche lui viene ocvviamente accompagnato da una figma inedita a fare bella mostra. Siamo nel futuro, la terra è invasa dagli alieni e per contrastarli ecco che dalla dimensione di Hazmat compare Black Rock Shooter, che per l'occasione non ricorda niente del suo passato. Qui non so valutare bene il successo dell'operazione, il videogioco non ha mai varcato la frontiera nipponica. La figma è comunque molto bella. Nel dubbio, viene prodotta pure un'altra figma, non acclusa al videogioco, davvero spettacolare.
Arriviamo al 2012 e in tv viene trasmessa la serie di 8 puntate di cui sopra, cui segue blu ray e dvd con acclusa un'altra figma, specificamente creata per l'anime. Ovviamente nasce una serie di figma a parte per tutti i personaggi re-interpretati nell'anime. Tutte galattiche.
Nel frattempo non è che il buon Fuke stia a guardare le nuvole, realizza un bellissimo artbook su Black Rock Shooter, che viene venduto in una lussuosa edizione insieme, indovinate un po', a un'altra figma inedita!
Insomma le statuine sono comunque il cuore dell'operazione, ma il tutto è così figo che siamo tutti felici. Va da sè che se si odiano le suddette, con grande difficoltà si può apprezzare una qualsiasi opera legata a Black Rock Shooter. 
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