Dopo anni di
confusione e ricerca in ambito fumettistico, dove ho provato davvero
“tutto” quello che mi passava tra le mani, sto tornando a
selezionare, tagliare, leggere un numero più determinato di cose.
Nella specie sto affrontando un discorso più autorale che onnivoro,
anche se patisco sempre il fascino della porcheria sincera, della
trovata eccessiva. Ma non è questo il caso, tutt'altro. Quando ho
preso tra le mani il primo numero di Le Storie della Bonelli mi è
sembrato in un certo senso di tornare all'ovile. Da piccolo leggevo
Topolino, nello specifico leggevo le storie di Paperino e Zio
Paperone, poiché Topolino l'ho sempre considerato un personaggio
insulso, antipatico, palloso, ignobile, immodesto, brutto,
superficiale, arrogante, inutile, profondamente falso, stomachevole,
statico, retrogrado, fintamente altruista, spocchioso, viscido,
tedioso, stucchevole, sbrigativo, individualista, collaborazionista,
infido, perbenista, ottuso, egoista ed egomaniaco, sfruttatore di
animali, traffichino, invadente, razzista, supponente e saccente come
la Signora in Giallo, il classico personaggio che in una commedia dei
primi anni ottanta, perso sotto le fogne di un campus universitario,
vedendo una luce d'uscita e agognando la libertà
si troverebbe, a ragione, completamente ricoperto dagli escrementi
che il mitico John Belusci sta defecando dalla sovrastante tazza
del cesso. Non amo Topolino. Di cosa stavamo parlando? Ok, ora mi
riprendo. Da Topolino, il giornalino non il personaggio che trovo
orrendo, geriatrico, subdolo, infingardo, evanescente, vuoto... sto
ricominciando... da Topolino sono passato ai Bonelli. Primo amore
Martin Mystere. Storie complesse, intelligenti, disegnate con dovizie
di particolari. Caso volle che i primi numeri che ebbi tra le mani
fossero particolarmente cupi. Uno in particolare parlava di templari
ed era disegnato dall'immenso Corrado Roi: ci stavano dei diavoloni
pazzeschi e l'eroe in una scena veniva letteralmente squartato (!!!)
per poi essere ricomposto. Uno Shock visivo, pari solo a quando ho
letto per la prima volta Natale di Sangue, una storia di Lobo
disegnata da Bisley. Altro numero, ecco in scena un pupazzo
indemoniato. All'epoca non trasmettevano Streghe, Supernatural, Buffy, parliamo della fine anni '90, l'horror era solo quello del
martedì notte su italia 1 e al cinema non ci potevo andare ancora
(la prima pellicola vietata ai minori che ho visto al cinema è stata
tipo “i sonnambuli”, una trasposizione di King in cui un vampiro si
poteva uccidere accoltellandolo con
una... pannocchia... capolavoro...). Avevo fame di horror, così come
ce l'ho ancora adesso. Era inevitabile che mi imbattessi prima o poi
in Dylan Dog. Al di là del contesto, era proprio il disegno dei
Bonelli a piacermi: dettagliato, realistico, pieno di chiaro scuri e
ombre. Era come se qualcuno avesse spento la luce (dal colorato
Topolino che ero solito leggere) e avesse iniziato a proiettare un
film. Proprio in quel periodo un amico, cui avevo descritto la mia
nuova passione mi prestava dei numeri di “Un uomo. Un'avventura”.
Storie diverse, contesti realistici, una forza narrativa senza pari.
In seguto mi avrebbe prestato anche la rivista-contenitore
"l'Eternauta" e da lì a poco sarei approdato ai manga, con i primi
numeri di Mangazie e Zero e avrei scoperto il Cavaliere Lunare su
una rivista dedicata al Punitore, ma questa è un'altra storia. Un
uomo un'avventura era semplicemente magnifico: storie
autoconclusive, autori galattici, formato bello da collezionare.
Quando per la prima volta ho visto i disegni del purtroppo ora
scomparso Sergio Toppi, un brivido mi ha percorso la schiena. Poi è
arrivato Bonvi. Puro Amore.
La collana Le
Storie riparte da lì, da Un uomo Un'avventura, storie scritte dal
meglio degli autori italiani, disegnati dal meglio dei disegnatori
italiani. O almeno, da quanto di meglio c'è nel panorama attuale. È
con un misto di aspettative, basate su quello che fu, e certezze,
conoscendo gli autori odierni, che mi accingo a questa lettura. Dato
il carattere unico di ogni volume, vorrei trattare un post per ogni
uscita, fin quando mi riesce. Speraimo che sia un bel viaggio così
come lo è stato allora.
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