Chiara
Rufino confeziona un thriller che riesce a catalizzare l'attenzione, lasciando
attaccati alla lettura, dal primo minuto fino a più di metà dell'opera. Il
meccanismo narrativo poi diventa più canonico, ma c'è davvero da elogiare
questa bella partenza. Quando l'autrice decide di descrivere l'intimità dei
suoi personaggi, soprattutto nei flashback riguardanti l'infanzia, riesce a
raggiungere delle vette narrative molto interessanti, agrodolci, in grado di
rievocare certe suggestioni del cinema di Comencini, su tutti Incompreso del
1969. Lo zio, il signor Temperini è il complesso ritratto di un uomo fragile,
che affronta un limite morale per lui troppo grande da condividere e troppo
difficile da gestire in modo sensato. Ma anche, meno titanicamente, è un uomo
comune, con le sue difficoltà ad amare e a farsi amare. Più lineare il
personaggio di Giampaolo, che vive con l'età (e letteralmente in poche pagine
di una ridotta sequenza temporale) un cambiamento che necessiterebbe di
maggiori approfondimenti. Annalisa allo stesso modo potrebbe essere esplorata
di più ma, chi può dirlo, potrebbe non essere l'ultima volta che incontriamo
questi personaggi.
Matteo
Mosca è uno dei più grandi talenti che si è affacciato sulla collana antologica
Bonelli. Il lato oscuro della luna, il numero 5, per i testi di Bilotta è per
me ancora il migliore tra tutti i numeri. La Torino raccontata attraverso i
disegni di Mosca è una città viva, brulicante, frutto di un amore del dettaglio
che ha del maniacale nella ricostruzione di strade e monumenti, anche quando
tali scorci sono avvertiti a delle scene prettamente d'azione. Ugualmente i
personaggi sono molto realistici e sembra più volte di assistere a un film,
con il buon Temperini che più volte ricorda nelle espressività l'attore
Christopher Walken.
L'uomo
temperato è un piccolo thriller intimista dal buon ritmo, realizzato
visivamente in modo magistrale. La storia vive dei suoi momenti migliori quando
indaga i personaggi sul piano introspettivo, ma dispiace che una pari
attenzione non sia riservata all'impianto investigativo e che il meccanismo che
porta all'epilogo manchi un po' di forza e si basi su premesse poco esplorate.
Tuttavia la somma dei punti positivi dell'opera supera di molto i suoi difetti.
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