venerdì 1 novembre 2019

Le storie n.85 - L'uomo temperato - disegni Matteo Mosca, storia Chiara Rufino



 In una Torino contemporanea Annalisa, giovane avvocato sottopagato che si occupa per lo più di sinistri stradali, difende la memoria dello zio, un dirigente che in un atto di follia ha ucciso due noti imprenditori per poi suicidarsi. Cosa avrà spinto un uomo apparentemente calmo come lui, quasi noioso, a compiere un gesto tanto eclatante? C'è qualche interesse economico dietro alla vicenda? Ad aiutare Annalisa nelle indagini, che si dimostreranno da subito molto pericolose, c'è il cugino Giampaolo, nonostante il difficile rapporto con il padre e la frequentazione di compagnie turbolente. Oltre a scavare nella vicenda, i due dovranno fare i conti con i forti e contrastanti ricordi del loro passato.
Chiara Rufino confeziona un thriller che riesce a catalizzare l'attenzione, lasciando attaccati alla lettura, dal primo minuto fino a più di metà dell'opera. Il meccanismo narrativo poi diventa più canonico, ma c'è davvero da elogiare questa bella partenza. Quando l'autrice decide di descrivere l'intimità dei suoi personaggi, soprattutto nei flashback riguardanti l'infanzia, riesce a raggiungere delle vette narrative molto interessanti, agrodolci, in grado di rievocare certe suggestioni del cinema di Comencini, su tutti Incompreso del 1969. Lo zio, il signor Temperini è il complesso ritratto di un uomo fragile, che affronta un limite morale per lui troppo grande da condividere e troppo difficile da gestire in modo sensato. Ma anche, meno titanicamente, è un uomo comune, con le sue difficoltà ad amare e a farsi amare. Più lineare il personaggio di Giampaolo, che vive con l'età (e letteralmente in poche pagine di una ridotta sequenza temporale) un cambiamento che necessiterebbe di maggiori approfondimenti. Annalisa allo stesso modo potrebbe essere esplorata di più ma, chi può dirlo, potrebbe non essere l'ultima volta che incontriamo questi personaggi.
Matteo Mosca è uno dei più grandi talenti che si è affacciato sulla collana antologica Bonelli. Il lato oscuro della luna, il numero 5, per i testi di Bilotta è per me ancora il migliore tra tutti i numeri. La Torino raccontata attraverso i disegni di Mosca è una città viva, brulicante, frutto di un amore del dettaglio che ha del maniacale nella ricostruzione di strade e monumenti, anche quando tali scorci sono avvertiti a delle scene prettamente d'azione. Ugualmente i personaggi sono molto realistici e sembra più volte di assistere a un film, con il buon Temperini che più volte ricorda nelle espressività l'attore Christopher Walken. 
L'uomo temperato è un piccolo thriller intimista dal buon ritmo, realizzato visivamente in modo magistrale. La storia vive dei suoi momenti migliori quando indaga i personaggi sul piano introspettivo, ma dispiace che una pari attenzione non sia riservata all'impianto investigativo e che il meccanismo che porta all'epilogo manchi un po' di forza e si basi su premesse poco esplorate. Tuttavia la somma dei punti positivi dell'opera supera di molto i suoi difetti. 
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