giovedì 31 ottobre 2019

La famiglia Addams: la nostra recensione



Sono strani, sono eccentrici, sono "spooky" sono "calienti". Vestono di scuro, amano giocare con le armi e gioire nei giorni di pioggia, mangiare cibi rivoltanti e fare feste rumorose. Sono gli Addams, una famigerata famiglia allargata che dopo l'ennesima levata di forconi da parte di cittadini perbene che non li volevano a casa loro si sono trasferiti di nuovo, ora in un lugubre manicomio sulla collina, nel New Jersey. Dopo 13 anni qualcuno vuole però riqualificare il territorio, crearne un bel paesaggio/cartolina di casette nuove e color pastello. Il manicomio sulla collina degli Addams è un pungo nell'occhio di questo sogno cromatico positivo e allora occorre che la gente perbene vada a buttarlo giù e scacciare nuovamente i mostri, con le buone o con le cattive. 
Tornano al cinema gli Addams, umanissimi, sinceri esploratori e ferventi adoratori del grottesco. "Diversi e fieri di esserlo", autentici e irresistibili antieroi, trasgressori in una società che vive di pregiudizi e inneggia all'omologazione come una nota cromatica dark in un campo di finti arcobaleni di cartapesta. 
Il motivetto della sigla con la "mano" che schiocca le dita, interpreti di culto come i grandi John Astin (Gomez), Carolyn Jones (Morticia), Ted Cassidy (Lurch), una scenografia sopra le righe e un umorismo che ancora oggi ha tanto da dire. 
Erano in TV dal 1964. con uno show in amabile bianco e nero per episodi di trenta minuti. Gli Addams hanno dato vita a libri, fumetti, videogiochi, hanno fatto innamorare più generazioni di fan, hanno avuto tanti illustri estimatori e imitatori tra i cineasti. Per chi è nato e cresciuto con i film di Tim Burton, negli episodi classici degli Addams può scoprire da dove provengano molte delle sue suggestioni visive e narrative. Più di recente le tematiche e le atmosfere tipiche degli Addams le abbiamo riviste in animazione, un po' in Cattivissimo Me, un po' in Hotel Transylvania ed era giusto che gli Addams tornassero anche loro al cinema dopo oltre un ventennio dalla loro ultima incarnazione, quella che li ha visti interpretati da Raoul Julia (Gomez), Anjelica Hudson (Morticia), Christopher Lloyd (Fester) e una allora piccola ma già bravissima Cristina Ricci (Mercoledì). Nel 2019 sono protagonisti di questo cartoon e la regia è affidata a esperti animatori con un passato in Dreamworks e un presente sperimentale, nella animazione per adulti fuori di testa targata Seth Rogen. Il cast vocale vede ancora coinvolti grossi nomi come Oscar Isaac (Gomez), Charlize Theron (Morticia), Clohe Graze Moretz (Mercoledì), Bette Midler (la nonna) e addirittura Snoop Dog nella parte di cugino IT. Da noi le voci sono quelle del sempre bravo Pino Insegno (Gomez), di una amabilmente creepy Virginia Raffaele (Morticia), un inedito e spassosissimo Raul Bova nei panni di Zio Fester e una grandiosa Loredana Berté nel ruolo della nonna. 


L'animazione è molto burtoniana, dalle parti di Nightmare before Christmas e La sposa cadavere, la caratterizzazione segue i disegni classici delle illustrazioni dei libri degli Addams ed è molto riuscita, diversa nella resa da Hotel Transylvania. Il colpo d'occhio è più che buono, la computer grafica rende la magione infestata, "viva", con le pareti che si muovono come respirando mentre lo spirito che la custodisce urla di continuo il suo dissenso per l'invasione del suo territorio (per poi rivelarsi in una particolare scena del film pure lui non così aggressivo... anche le case stregate hanno "un cuore"). Rappresentare "mano" non è più una sfida come ai tempi in cui c'era un bravissimo mimo a muoverla nelle parti buie delle inquadrature. Ora c'è veramente un leone domestico che può essere un leone attivo sulla scena e non un semplice gattone seduto come in passato. Ora c'è una pianta animata che pare il platano picchiatore di Harry Potter. La magione sulla collina e tutto lo scenario circostante "pulsano di vita" e, liberi dai limiti fisici dell'uso di attori in carne ed ossa, i personaggi possono esprimersi in azioni fuori di testa, saltare come palle impazzite e improvvisare passi di tango nei momenti più surreali. 
Se sul piano grafico quindi tutto funziona, su quello narrativo non tutto fila liscio. La narrazione è un po' schematica e più che costruire una trama di ampio respiro vive di scatch. I personaggi sono "troppo carichi", oltre-caratterizzati, perfetti per uno show di trenta minuti stile "Tazmania" (non so se lo trasmettono ancora... spero di aver reso l'idea). Ci sono delle deboli evoluzioni caratteriali, che riguardano per lo più Mercoledì e Pugsley, tutti gli altri sono super granitici e si avverte davvero l'assenza di una costruzione caratteriale come quella di Julia, Huston e Lloyd. Per questo il film pur divertendo molto nelle prime battute soffre un po' di pesantezza nella parte centrale e riacquista un po' di interesse solo nella finale. I bambini di sicuro si divertiranno un sacco. Buona visione. 
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