In un
mondo futuristico incasinato e deprimente diviso in mega-strutture labirintiche
in cui sono o quasi tutti morti o zombificati o diventati degli strani pupazzi
coreografici, dei tizi sfigati cercano di sopravvivere ad altri tizi bene
armati e forse altolocati, vampiri o nazi o roba così. Ci stanno le robottine
pieghevoli gnocche che si trasformano in cavallette parlanti, c'è un'arma che
può trasformare il protagonista (dal nome che non mi ricordo come si scrive e
non ho capito come si pronuncia) come Ultraman per pochi minuti (riducendolo
però il resto del tempo della sua vita in una specie di zombie orribile),
almeno finché ha in corpo placenta o Giauss che può ricaricare bevendo
l'urina della sua personale robottina pieghevole gnocca di nome Titania (unico
nome che mi ricordo). Il che fa sorgere un po' di schifo nel nostro eroe, che
preferisce alimentarsi di vermoni fallici stile Tremors di cui questo schifo di
mondo è pieno, ma la robottina poi lo convince: "Guarda che è tutta roba
naturale, è filtrata e piena di idroliti e poi io sono un robot, pensami come
un distributore di Coca Cola". Al che tutto ok, urina di robottina tutta
la vita, se non che per diventare più forte e sconfiggere vampiri o nazi, o
quello che sono questi cattivi, il nostro eroe deve sconfiggere i più
deboli, incamerarne l'energia schiacciandoli come acini d'uva da cui fuoriesce
però vomito, sangue e piscio e poi bersi il tutto. A un certo punto il nostro
eroe vomita e non è che noi lettori stiamo meglio.
Sono
tornato a leggere Nihei, non lo facevo dai tempi di Abara e non lo facevo con
continuità dai tempi di Blame!. Ho saltato Knight of Sidonia per dare una botta
di allegria alle mie letture, ma con questo Aposimz è tornata la curiosità. Ho
provato ad abbandonarlo in fumetteria, poi ci ho ripensato, era finito, l'ho
cercato in altre fumetterie, mi è scattato qualcosa. Se era bravo a livello
visivo in Blame!, qui è quasi mostruoso, nel senso migliore del termine. Dai
disegni carichissimi di nero e contrasti di retino, qui è tutto lattescente,
quasi scolpito a precise e sintetiche pennellate. È qualcosa da vedere,
difficile da descrivere. I suoi personaggi poi sono sempre un po' quelli, una
specie di manichini deformi pieni di armi e cartucciere, spade e armature
medioevali, tizi che gli è appena morto il gatto. Gli scenari sono sempre tubi,
cunicoli, fogne e quanto di più claustrofobico immaginabile, ma amabilmente
ariosi e organici grazie alla scelta visiva lattescente, da affrontare in
pagine e pagine di trekking muto, fino a che l'autore ogni venti pagine decide
che possa succedere qualcosa, tipo l'urina di robottina. Ma visivamente è tutto
fighissimo, gli scontri sono apocalittici, la tensione è a pacchi, muoiono decine di protagonisti senza che ci si ricordi il nome di tutti (anche
perché Nihei sceglie nomi impronunciabile "perché sì"), ci sono un
sacco di robe cyber-punk altisonanti che rendono apparentemente profonda la
narrazione, tra città meccaniche e imperi pseudo-religiosi, cavalieri-frame
centenari e proiettili che possono perforare le macro-strutture del mondo. Alla
fine è lo stesso mondo di Blame! colorato diverso, ma il numero mi ha preso
dalla prima all'ultima pagina, monopolizzandomi per una trentina di minuti che
mi sono goduto uno dopo l'altro. Planet Manga confeziona un prodotto eccellente
di cui aspetto fin da ora il seguito, gioioso di potermi tornare a deprimere
come al bei tempi di Blame! Ora scusatemi per quest'ultima vena felice, del
tutto fuori luogo considerato questo manga.
Talk0
Direi che non fa per me... :-D
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