- Aaaaaancora. aaaaaancora. aaaaaaaaaaancora. Perché io da quella sera non ho
fatto più l'amoreeee seeeeenza te: Voi avete presente Terminator? Terminator 2?
Terminator 3? Terminator Genisys (in omaggio al megadrive)? Stessa cosa.
Sempre lo stesso canovaccio. Almeno Terminator Salvation aveva provato a
mischiare la formula, male, ma ci aveva provato. Qui no, siamo sui soliti
binari morti, con ancora (è la terza!!!!!!) la minaccia di iniziare una
"nuova trilogia" in cui "succederanno cose nuove". Ma porco
Skynet, è troppo almeno tentare di non riciclare lo stesso film mille volte e
avventurarsi magari su qualcosa di diverso??? Perché già il primo Terminator di
Cameron appariva come una copia di Halloween di Carpenter per l'80% delle
inquadrature, salvo introdurre quel mondo futuro apocalittico da paura a fare
giusto da sfondo. Ora quel mondo futuristico da paura a fare giusto da sfondo
dopo quarant'anni è rimasto ancora quello stesso cavolo di mondo futuristico da
paura a fare giusto da sfondo. Non è più nemmeno una parte di trama, è solo un
"meme" con i T-800 scheletrici che escono da fumo/acqua/fuoco a
seconda dello sfondo del desktop che preferisce la moglie del produttore. E se
il futuro è un "meme" e il regista non si chiama James Cameron stiamo
ancora girando una variante di un episodio a caso di Halloween. Di nuovo!! E la
presenza del "mostro buono che combatte con noi" o il fatto che il
nuovo Terminator sia fatto di gelatina o di pongo non basta a dire che la
formula è diversa!! Se l'orizzonte narrativo è quindi canonico da far
addormentare nell'ennesima giga-scena action con aerei e cascate che si
dimentica dopo due minuti che si è usciti dal cinema, non è comunque da
disprezzare la "salsa" che si sono inventati per servire quello che è
sempre lo stesso piatto.
-
Personaggi a fuoco: quello che mi aveva colpito in Genisys era l'evoluzione
"naturalistica" del nuovo T-800. In pratica il T-800 lì "invecchiava" per via della pelle che ricopriva il suo endoscheletro.
I circuiti ammuffivano, arrugginivano, di fronte a un organico, un
"retaggio umano" che era stato sottovalutato nella progettazione. La
natura prima o poi avrebbe "preso il sopravvento" e battuto la
tecnologia, i T-800 erano destinati a diventare un po' come quei gigantoni
buoni di Laputa (o come Bastion di Overwatch, per i più giovani). Per questo i
sentimenti umani nascevano in modo quasi schizzato sul volto di un cyborg che
ancora non li padroneggiava a pieno (un po' come Data che in Star Trek Primo
Contatto si innesta il chip emozionale. Bello anche se più propriamente creepy. Il T-800 di Dark Fate ha invece una evoluzione di stampo quasi
esistenzialista, che se vogliamo rimane in linea con quanto visto in Terminator
2. In quanto macchina che ha assolto al suo compito e non può riceverne
altri, il T-800 diviene privo di scopo e cerca un nuovo senso di vita
presso un nuovo gruppo di appartenenza, guarda caso le sue precedenti
"vittime" umane, di cui cerca di carpirne i sentimenti pur nella
certezza di non poter mai essere considerato umano. È quindi una
"aspirazione (infinita) all'umano" che lo muove, nella certezza che
le macchine non potranno così mai entrare di fatto nel ciclo della natura. Mi
piace anche questa interpretazione e Arnold vive la parte come una specie di
Golem malinconico, un custode delle fragilità degli umani con cui ora convive e
forse ama. Il T-800 diventa quindi una specie di cavaliere templare, uno stoico
guerriero serio e dall'aura epica. Arnold è semplicemente magnifico in questa
interpretazione. Ugualmente fantastica è Sarah Connor, che nonostante alcuni
acciacchi dovuti all'età e all'accentuarsi del complottismo di cui ha sempre
sofferto è veramente la guerriera definitiva. Dice di aver combattuto tutta la
vita contro le centinaia di Terminator che le hanno mandato nel passato,
trascorrendo i giorni tra scontri, allenamenti e ubriacature fino a svenire.
Linda Hamilton trasmette benissimo tutto questo bagaglio di eroismo e
dannazione, a cui associa un sense of humor macabro irresistibile.
-
Personaggi non troppo a fuoco: Il resto del cast è volenteroso ma non regge il
confronto. Dopo che Robert Patrick con il suo T-1000 ha ri-definito i canoni
della macchina di morte futuristica, non c'è stato un solo villain cibernetico degno di memoria. Diego Luna incarna una creatura che non si capisce
letteralmente come funzioni. Sono due in uno? Ma non era più sensato che
fossero separati? Ma "uniti" sono più forti secondo quale logica?
Pare uno di quei pupazzetti del Doctor Skifiltor con la pelle che si scioglie
per rivelare lo scheletro sotto, ma a cosa serve?? A livello di verve è moscio e
indefinito allo stesso modo. La Grace di Mackenzie Devis è un soldato
esasperato dalla necessità di essere utile e la paura di avere più limiti che
abilità, molto interessante ma un po' trattenuta a livello emotivo, dei nuovi è
il personaggio più bello. La gnappetta è invece davvero un "senza
voto". Dovrebbe trasudare carisma e determinazione, come la Hamilton dei
capitoli d'oro, ma il suo personaggio si avverte debba fare un percorso
diverso, diventare una specie di "collante relazionale" in virtù della
sua forte empatia. Sono che questo traspare poco, almeno in questo film, e
considerando l'insieme ho paura che non ci saranno ulteriori sedi per
approfondirlo.
- Fuoco
alle polveri e fuochi di paglia: Tim Miller è un regista esperto negli action
movie e io mi ero immaginato che questo Terminator, per altro benedetto da
James Cameron in persona, fosse un po' dalle parti di quel Deadpool 3 che da
quando i mutanti sono passati in Disney probabilmente non ci sarà più. E invece
niente, Miller fa capire che è ancora lui in un paio di momenti (Mitico Arnold
con martellone), ma tutta la sua verve dissacrante e amore per lo splatter è
saldamente con il freno a mano tirato, al punto da risultare spesso la
pellicola poco incisiva anche se piacevole, "generica" e a tratti
noiosetta quando appare inchiodata agli schemi più logori. Quando si cerca di
(ri)fare Terminator 2 il confronto è spietato, e purtroppo capita spesso. Dopo
che nel film entra Schwarzenegger, un bel momento, segue una fase del tutto
dimenticabile fino al confronto finale, per altro ultra-derivativo pure lui. È
una regia con il pilota automatico, mancano le follie, mancano delle
scene iconiche al di fuori di quelle già viste nel trailer. L'ambientazione non
aiuta molto, tra scenari spesso generici e intercambiabili.
-Ritornerà
ancora? Arnold e Linda sono carinissimi, quasi rincoglioniti a volte ma in modo
assolutamente amorevole. Grace è una scheggia impazzita autolesionista ma anche
sensibile, purtroppo poco esplorata. Tutto il resto è noia, no non ho detto
gioia, ma noia noia noia... maledetta noia!!! Poche idee visive e narrative,
poca voglia di vedere un capitolo successivo, una contenuta voglia di
riscoprirlo in home video. Non c'è un'idea forte, di rottura, per rinnovare il
brand. Non c'è neanche la volontà di creare un'azione sufficientemente
originale o a rotta di collo per appassionare quanto meno l'occhio, alla
maniera dei film di Bay o dei film orientali. Ma quanto sarebbe fico un
Terminator con un numero infinito di scontri stile The Raid di Evans??? Quanto
potrebbe essere matto e horror se girato come un claustrofobico nascondino da
un Pascal Laugier? Servono nuove vie, rigirare di nuovo lo slasher con il pazzo
che insegue la final girl fino a essere sconfitto da lei è roba trita, già
vista, già pure amata, ma che ormai ci ha rotto le scatole.
Talk0
Nessun commento:
Posta un commento