La
battaglia di Midway è uno dei più celebri eventi bellici del secolo scorso e
nel tempo ha assunto l'alone di vera e propria leggenda. Le navi da guerra coinvolte
hanno ispirato opere della fantascienza moderna come Starblazer (si parla
dell'incrociatore giapponese Yamato) e Star Trek (per la celebre porta-aerei
americana Enterprise), non si contano i libri, fumetti, film e videogame che ne
fanno rivivere i momenti salienti (tra cui lo sparatutto 1942 di
Capcom). I nomi di Richard "Dick" Best, Jimmy Doolittle, Isoroku
Yamamoto e Chuichi Nagumo risuonano, insieme ai nomi di centinaia di altri eroi
sui libri di storia. Come omaggiare al meglio l'evento, scegliendo una strada
nuova di leggere gli eventi? Con qualcosa che sembra molto simile a una
partita di football americano.
Sembra
una follia, forse è una follia, ma Emmerich imposta i 130 minuti di Midway come
se fosse tutto un grande show sportivo. Ci sono i personaggi eroici, ci sono i
discorsi motivazionali, le paure, i dubbi dei soldati, le lacrime delle mogli
che lo attendono a casa e la struggente canzone di una vedette stile pin-up
alla festa di ballo della marina. Non mancano le situazioni kafkiane come
soldati a penzoloni tra due navi che affondano (roba che sarebbe stata
benissimo in Dunkirk di Nolan), non mancano momenti di eroismo spiccio
dell'eroe per caso (roba ripresa diretta da Pearl Harbour di Bay).
Ma il
fulcro della pellicola è la tattica e il "segnare il punto", non
troppo diversamente da Ogni maledetta domenica di Stone. I caccia si
buttano in picchiata contro gli incrociatori schivando selve di proiettili come
gli X-Wing nella corsa alla Morte Nera di Star Wars (scena che già si ispirava
proprio ai filmati storici di Midway girati in un documentario sul luogo dello
scontro dallo stesso grande regista John Ford, interpretato qui da Geoffrey
Blake). Una volta arrivati a tiro, i caccia devono sganciare le bombe e
rimettersi dritti per non cadere in mare e scappare via più veloce possibile,
mentre l'artigliere di coda cerca di liberarsi degli inseguitori, e questo
momento Emmerich lo carica di una tensione quasi erotica. Il pilota spinge
sulla cloche, soffre con lo sguardo carico di sudore e sgancia. Ogni tanto la
bomba manca la nave nemica, ogni tanto la bomba non esplode o esplode tardi,
con tutto il pubblico che fa un "noooooooo" come quando si sbaglia un
rigore. Ma quando la bomba centra il bersaglio sono solo applausi, esplode
tutto in modo liberatorio con l'aeroplanino che ricompare tra gli sbuffi di
fumo e fiamme e schizza via fino al prossimo attacco. Nella fuga, da veri
atleti, i piloti si esibiscono in giri della morte, repentine picchiate e
manovre che fanno quasi galleggiare i biposto a pelo d'acqua e poi sulla pista
di atterraggio, come fossero degli Skateboard. Essenziale, "divertente da
guardare" e così stilizzato da non farti pensare a tutta la montagna di
morti di questi scontri. Sul piano tattico del "gioco" il film imputa
anche il fallimento della mentalità collettivista e conservatrice nipponica (disposta a seguire ordini folli perché impartiti da un vecchio generale che
agiva di istinto samurai, seguendolo fino alla morte), con la vittoria a punti
pieni dei self-Made-Men americani (che si rifiutano di seguire gli ordini di
attacco che venivano dalla madrepatria perché viziati per questioni logiche).
Ma ripeto, è un po' come criticare la tattica di Allegri per l'ultima partita
della Juve alla fine, non si va più a fondo di così. Il vero problema del film
è che tre ore non bastano per raccontare da tutta Pearl Harbour fino a Midway,
anche solo se badiamo allo spostamento degli aeroplanini sul Risiko. Sul finale
viene raccontato cosa fecero dopo Midway degli eroi, con annesso medagliere, di
cui alla fine conosciamo dal film pochissimo e per cui, da semplici spettatori,
ci importa poco. Non aiuta il recente talento di Emmerich nello scovare per i
protagonisti principali attori un po' inespressivi. Se con Indipendence Day 2 ci
aveva inflitto quel totano di Liam Hemsworth, qui ci infligge quel salmone di
Ed Skrein, la cui unica cosa memorabile, per gli amanti delle parole
zozze, è che qui interpreta un tizio soprannominato "Best
Dick", quando in Malefica 2 interpreta un tizio di nome "Borra". Poi
ovviamente, come sempre ci ha abituati Emmerich, il cast brilla di ottimi
caratteristi in ruoli minori, da Harrelson a Eckhart, passando per Luke Wilson,
Luke Evans, Dennis Quaid e, per premio simpatia, anche l'ex Jonas Brothers Nick
Jonas! Con i baffi! A dire il vero quasi tutti con i baffi, peccato che durino
sullo schermo pochi secondi l'uno.
Non
conoscendo troppo il football americano, non so quanto questa battaglia di
Midway ad esso chiaramente ispirata possa toccare i cuori del pubblico
statunitense, ma l'ho trovata pur nei limiti un'idea curiosa, di sicuro
originale, per parlare di Storia. Una narrazione interessante che potrebbe
portarci a cose tipo "Grecia - Troia 3 a 1", con Goal di Achille,
Diomede e Ulisse per i vincitori. C'era pure quella azione dubbia di Menelao in
fuorigioco, ma goal è "solo quando arbitro fischia". E questa è
comunque Storia.
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