Sinossi
fatta male: Dopo Sokovia e Ultron (Eventi narrati in Avengers age of Ultron),
a "pugni fermi", tutti i supereroi erano andati pacifici a casa di Burton (non Tim ma Cliff), a fare il brunch. Un attimo dopo a Thor (Chris Hemsworth) gli "squilla il martello", mi sbianca ed è tutto un:
"Devo scappare... la fine del mondo... c'ho il cannellone asgardiano sul
fuoco e i parenti a cena... faccio tardi e poi Lady Sif si incazza... vi chiamo
io... devo fare cose e vedere gente, magari fare a botte con un tizio... poi vi
dico". Gira il martello e zooom! Sparito tra le stelle. Dove sarà andato?
Manco lui lo sa. Quando ad Asgard diverso tempo dopo glielo chiedono,
perché c'era da supporre fosse quella la prima meta del suo viaggio, lui
evasivo è tutto un: "Boh... ci stavano delle gemme, dovevo visitare
pianeti, tutto un giro che non vi dico... ma eccovi la testa di Surtur!! Ho
killato il demone distruttore tre minuti fa mentre ascoltavo i Led Zeppelin a
palla (contributo sonoro che da solo vale il biglietto al cinema) e ora lui non
può diventare gigantesco e distruggere il pianeta di Odino... peccato perché da
vedere sarebbe stata una scena davvero figa (giuro che dice più o meno così!!)".
Thor chissà dove è finito, è decisamente cambiato dai tempi in cui, come
scriveva una Susanna Agnelli celtica ipotetica: "vestivamo alla
norrena". Gli asgardiani lo guardano e pensano: "è stato sulla terra,
negli USA se guardiamo le cartoline, chissà cosa ha mangiato lì al posto del
muflone spaziale, chissà che cultura ha trovato!! " E infatti il Dio del
tuono è cambiato parecchio. Ha salvato più volte il pianeta azzurro, ha
scoperto la birra locale, è diventato famoso e ora lo riconoscono per strada, si
contende con Stark le notizie di gossip. E ovviamente ora, svenduto il forbito
lessico shakespeariano per cui a Brooklyn lo prendevano tanto per il culo,
parla come un tredicenne terrestre malato di social media. Praticamente un
tronista della De Filippi. Roba da far spezzare il cuore a un antropologo
multiculturale. Comunque ora Thor è a casa, ad Asgard, ma anche lì qualcosa è
cambiato. L'autostrada spaziale del Bifrost ha un nuovo casellante. Via il
possente Heimdall (Idris Elba) per questioni di poca affinità con la nuova
corrente politica (sarebbe stato figo un spin-off in cui andava a collaborare
con il team di Smetto quando voglio di Sybilla) ora a spostare lo
spadone multidimensionale è Skurge (Karl Urban), un soldatino di terza fila
che apprezza il ponte dell'arcobaleno più per le sue potenzialità di import -
export pluridimensionale. Vuole farci una specie di Amazon norreno. Sul trono
di Asgard poi c'è Loki (Tom Hiddleston), che fintosi Odino (Antony Hopkins)
per anni governa mollemente il paese, perdendosi in rappresentazioni teatrali
di basso profilo con protagonista Matt Damon. In modo un po' rocambolesco, Thor
e Loki si incontrano. I due fratelli dovranno andare insieme in cerca del
padre, ormai autoesiliatosi sulla Terra. Per trovarlo dovranno
partecipare alla classica marchetta aziendale per pubblicizzare un
supereroe minore e in seguito si troveranno a combattere contro Hela (Cate
Blanchett) la dea della morte nonché, come la telenovela "Il
segreto" insegna, loro sorella. Ma prima Thor verrà per un incidente con il
Bifrost dirottato su un pianeta - discarica gestito da un tizio bizzarro amante
dei gladiatori, l'antico (Jeff Goldblum). Qui, ridotto in schiavitù da una
mercenaria misteriosa (Tessa Thompson), dovrà scontrarsi nell'arena contro un
suo vecchio amico terrestre, enorme, generalmente arrabbiato e dalla pelle
verde (Mark Ruffalo).
- Da Dio
del Tuono a Zio del Tuono. Terzo film Marvel/Disney su Thor, ventesimo e passa
film del Marvel Cinematic Universe, dopo il tono cupo ma non riuscitissimo del
Thor - Dark World di Alan Taylor la serie sferza in zone più vicine alla
commedia cosmica di stampo "guardianidellagalassiano" ma senza
dimenticare una forte componente action. Alla regia Taika Waititi. Il pubblico
si divide, gli incassi premiano comunque alla grande. Chi si indigna non lo
digerisce proprio il tono scanzonato del nuovo Thor, e probabilmente non
apprezza (o nemmeno conosce) la montagna di fumetti sul personaggio dal tono
più scanzonato. Editorialmente Thor per me può benissimo essere dark fantasy da
leggere ascoltando epic metal quanto qualcosa di più disimpegnato, al punto che
nei fumetti si trasforma pure in rana parlante, ma alla fine è tutta questione
di gusti. Gli orfani di un personaggio alla Conan il barbaro per me
possono comunque per il momento dirottarsi sull'Aquaman di Mamoa, intravisto in
Justice League e in estate pronto a fare il mattatore del suo film stand
alone, diretto da James Wan. Certo per me (oggi i "per me"
sono tanti) fa strano sentire Thor parlare così "gggiovane" dopo
aver letto per anni fumetti in cui il personaggio "eloquiva" in
modo così ampolloso e shakespeariano da avere addirittura i dialoghi nei
ballons scritti in un font "cirillico". Ma la nuova formula funziona
e "può essere". Il personaggio cinematografico nasce, citando una
celebre run di Straczynski, come un alieno piovuto nella campagna americana e
non a Covent Garden, durante una rappresentazione del Macbeth, per
poi essere accudito da una compagnia teatrale di impronta post-ottocentesca. Quindi è normale che parli come un americano medio, che legga (e sia
protagonista!!) dei giornali di gossip, che combatta "con i colleghi di
lavoro" e non con "sodali falangi di arditi fratelli in arme".
Il cambiamento c'è ma non cambia di fatto quello che Thor è sempre stato, un
guerriero contento di fare il guerriero, amante delle bevute e delle belle
donne. Ci sono più scene buffe e battute dal simpatico al terribile ma lo
spettacolo è garantito. Merito di un divertito e divertente Hiddleston,
merito di un folle e ultra sopra le righe Goldblum, merito di un esilarante e
spaesatissimo Ruffalo. Merito di una gigantesca Cate Blanchett che gioca,
inguaiata in vestitino e pose sexy, a interpretare Hela come la Rita
Repulsa / Miss Dronio "versione metal" della situazione, prendendosi
in giro e definendo il tono generale (magnifico / spassoso come
"tratta" in guanto dell'infinito che Odino teneva nella sua
collezione ad Asgard, chiudendo in un secondo le mille speculazioni dei fan su
quel misterioso oggetto).
Tessa Thompson ci piace, ruba la scena un po' a tutti
grazie ad un personaggio che riesce ad essere divertente, tragico,
"rotto", epico quanto trash. Speriamo di rivederla presto. Non male
nemmeno Urban. Il film passa veloce, è pieno di scontri esagerati ma
divertenti, ha una colonna sonora bella a dire poco. È leggero, tornando a
quanto detto già sopra. Questo può magari irritare qualche fan dei fumetti più
"metallari" sul tonante, ma si sposa benissimo con le capacità degli
attori messi in campo. Hemswoth su tutti, che ha dei perfetti tempi comici
oltre a una considerevole montagna di muscoli. Waititi riesce a dare un tocco
"artigianale" alla produzione, qualcosa da "ricco b-movie
" alla Grosso Guaio a Chinatown. È quasi chirurgico nel cercare il modo
migliore per dissacrare e distruggere il potenziale pathos di una scena, ci
mette a contatto con la sua visione dei fumetti dei supereroi: prodotti che
prima di tutto devono finire tra le mani dei ragazzini, magari da leggere in
compagnia dei fratelli più grandi. Il risultato finale è interessante,
per certi versi sorprendente, e fa di questo Thor numero 3 la giusta parentesi
leggera prima del tragico super - crossover firmato fratelli Russo (che la
leggerezza non sanno manco come si scrive) che piomberà nelle sale a maggio
2018. Se cercate l'epica, siete però all'indirizzo sbagliato.
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A distanza di mesi, ancora non ho capito se mi è piaciuto o meno. Propendo per il no ma a Waititi vorrò sempre benissimo, perlomeno lui si è dimostrato autore e non semplice mestierante.
RispondiEliminaWaititi vorrei invitalo a cena!
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