Immaginate
un mondo a metà strada tra un libro illustrato per bambini, sognante e
coloratissimo e un videogioco di avventura-gdr, carico di assurdità esilaranti
come le storiche avventure grafiche anni '90 della Lucas Film Games, Monkey
Island su tutte. Immaginate che l'atmosfera che si respira girando le
pagine vi riporti (o almeno riporta "me", voi immaginate con
fantasia extra) a un pomeriggio degli anni '90 passato con gli amici a
giocare a quel particolare boardgame scatolato in confezione rossa. Si, parlo
di "Quel" board game originale con le caverne e i draghi nel
titolo. Immaginate che le illustrazioni di un ipotetico e correlato
librone-manuale-personaggi/creature escano ora, a random, da copertine di
dischi heroic metal (quelli pieni di diavoli muscolosi e popputi armati di
spadoni), ora dai più ilari e fumati disegnini stile slapstuck, scorretti ma
teneri, su modello delle Superchicche o Adventure Time (presto parleremo qui
di un artista legato ad Adventure Time, Jesse Jacobs, un tipo che disegna roba
che vi farà spalancare gli occhi). In questo gioioso e anarchico universo, che
vi state immaginando con molto sforzo creativo quando basterebbe guardare due
tavole di 4Hoods per capire tutto al volo, vivono tanti eroici omini, tutti con
un corpicino pressapoco composto combinando una pallina e un triangolino,
geometricamente simili a isosceli coni gelato invertiti o, se state leggendo
all'ora dell'aperitivo, a patatine SanCarlo "virtual" sormontate da
una pallina di mais al formaggio. Omini per la maggior parte con addosso
una mantella che ne copre tutte le forme, con un cappuccio (dall'inglese
"hood" appunto) cacciato rigorosamente sulla testa da cui spuntano
solo alcune porzioni di faccine buffe con occhioni enormi. Niente mani né piedi,
solo spadini squadrati disposti in posizione di attacco dove ci sarebbero
ipotetiche mani a sorreggerli o riposte sulla schiena in "foderi
invisibili" nei momenti in cui non sono in uso.I nostri protagonisti con
il cappuccio sono il top tra gli avventurieri tesserati di una gilda di
avventurieri seria, una che se ti iscrivi e invii i bollini ti fa arrivare a
casa la spilla, la rivista e il merchandising ufficiale. Nel caso di
disfunzioni del servizio abbonati, i nostri eroi, che sono il meglio del
meglio del meglio, efficienti e letali quanto l'A-Team, intervengono per
salvare il buon nome del fan club ufficiale della gilda.
Essendo in quattro e
con calcato un cappuccio in testa, sono chiamati i 4Hoods, che poi si
deve leggere (come ci tiene a precisare il titolo in copertina)
"forudz". Sono capitanati dall'avventuriero "Verde". Verde
veste con una cappa ovviamente verde, sotto la quale intravediamo giusto il
mento e una barbetta che ricorda L'"Asso" recchioniano (Rrobe ti abbiamo
sgamato!!). È smilzo e impugna un piccolo archetto stilizzato, armato con le
relative freccine a corredo, disposte in una faretra messa a tracolla. È di
conseguenza di classe arciere e funge da stratega del gruppo, il classico tipo
calmo e riflessivo alla "Hannibal Smith". L'avventuriero
"Rosso" è una signorina bionda. Porta una cappa rossa bordata d'oro da
cui fanno capolino orecchie a punta, ha gli occhi azzurri che sprizzano
lampi (ho visto in rete un'illustrazione sui tipi di raggi che spara e
mi ha sbellicato, paiono i set di armi di R-Type e ha pure una funzione di
sparo a grappolo stile caccia valkyrie di Macross) e di conseguenza è di classe maga elfica, porta i codini biondi e pare molto potente, ma non si
sente valorizzata dal gruppo, che la usa per i suoi poteri del
fuoco, evocati perlopiù per illuminare gli ambienti. La classica donna -
oggetto, nello specifico: "torcia" (almeno inizialmente). Viola,
armato di due minacciosissimi coltellini a triangolo (ma sotto la cappa c'è
anche un utile rampino con corda e chissà cos'altro), è vestito di un
tenebroso completo viola. È sprezzante, pieno di sinistro humor nero e un po'
inquietante, si muove letale e silenzioso aggirando i suoi nemici e sotto il
suo cappuccio intravediamo un enorme, pericoloso e maligno, singolo occhio
rosso (probabilmente ne ha addirittura due, di enormi, pericolosi e maligni
occhi rossi, ma a secondo della prospettiva e del cappuccio ne vediamo sempre e
solo uno). Viola non scherza e per dimostrarlo porta un teschio disegnato sul petto,
di professione è un ladro-assassino. E infine a completare il quartetto
c'è Barba. Immenso, e per questo costruito "a base quadrata" (diciamo "a trapezi" per lo più) e non triangolare per corporatura e
cappello, Barba dal cappuccio fa emergere solo un nasone e una folta
barbona color quercia, abbinata a una sgualcita e arruffate mantella
color quercia che sottolinea la sua origine barbarica. Rotea uno spadone
enorme a due mani (mani che ovviamente non vediamo...), è un guerriero e un
serio distruttore di cose varie, sembra un po' tontolone ma sicuramente è
coraggioso e dalla risata sempre enorme, a volte pure più grande dello spazio
designato per la faccia. I quattro sembrano per la carica umoristica un po' i
puffi di Peyo (ma più adulti e nerd), da come si agitano paiono usciti
da Bone di Jeff Smith, come forma e uniformità di colore richiamano le pedine
del gioco dell'oca o del monopoli, per la loro stilizzazione spinta fanno pure
pensare ai personaggi superdeformed pixel -art di un JRPG degli anni novanta (e infatti in alcuni frangenti narrativi e quando eseguono le "super
mosse", esattamente come in quei videogame, riprendono per un attimo un
aspetto più dettagliato ed epico attraverso delle sporadiche illustrazioni "statiche"). I quattro con il cappuccio al grido di:
"all'avventura" si buttano a rotta di collo nelle peripezie più
epiche ed estreme e lanciandosi sulle tavole da disegno come palline da tennis
impazzite compiono le evoluzioni più folli, epiche, tenere e idiote che si
possano immaginare. I cattivi sono tanti e agguerriti e alcuni di loro pure
disegnati in un serio stile dark-fantasy tra Richard Corben e Simon Bisley (vedi il troll a pag. 56). Il contrasto è affascinante e l'utilizzo di una
tavola da disegno molto dinamica (che spesso scardina la classica gabbia
bonelliana, ritma in tavole concitate e arriva a sfogarsi in
splash-page e pure in vignette a doppia pagina "ultra-cinemascope")
dona un forte dinamismo e mette in scena un mood "badassico" davvero
inaspettato.
Non mi
aspettavo chissà cosa, forse qualche suggestione presa di peso da anime giappi,
dal puccioso fino alla morte di Guru Guru a una veste grafica inconsueta ma
furbetta alla Strange Down. 4Hoods l'ho avvicinato senza informazioni
pregresse o particolare hype, più per la curiosità di vedere come la Bonelli
stava scegliendo di invadere il mercato delle edicole con la sua linea
young, dopo l'avvio della carina serie mensile del giovane Dragonero (di
cui presto torneremo a parlare su queste pagine, come in molti ci chiedete).
Gli omini che troneggiavano sulle copertine di primo acchito non mi dicevano un
granché, ma poi ho iniziato, quasi automaticamente, a disegnarli, seguendo le
indicazioni di disegno proposte dall'albo numero uno. Ho iniziato facendo piccoli scarabocchi a matita sul mio block notes a quadretti, mentre pensavo e
facevo altro. Mi sono trovato dopo un paio d'ore, verso l'una di notte, a far
scontrare i miei disegnini a schieramenti, con spadine in pugno e colpi magici
che emettevano scie grafiche a grappolo. In pratica disegnavo i
personaggi su opposti lati del foglio e tracciavo le traiettorie dei colpi,
parate e magie con delle linee (il rispettivo danno lo calcolavo
lanciando a turno un dado da sei), oppure disegnando più volte in progressione
gli omini in avvicinamento da ambo i lati con le armi in pugno (sempre con un
dado valutavo la velocità... cacchio, a volte sono davvero un nerd orribile!).
Mi sono trovato pure a fare i rumori, tipo "boom", "slash"
e "Ptu! Ptu!", come facevo in seconda elementare sul foglio da
disegno nei pomeriggi in cui non si poteva uscire fuori a giocare a pallone. Ho
così per un attimo afferrato, più con la mano che con la testa, la
geniale semplicità di una scelta di stilizzazione così coraggiosa. Anche i bambini
più piccoli possono disegnare alla perfezione gli omini di 4Hoods e
virtualmente portarseli dietro ovunque, per giocarci, su un foglio da
disegno. Per tutta la notte mi sono tornati in mente, come vi ho
raccontato poco sopra, anche i pomeriggi, di qualche anno dopo, passati
con gli amici a disegnare, sempre armato di foglio o matita, le armi, gli
oggetti e i labirinti schematici per le mappe di Dungeons & Dragons. Quando
ho iniziato veramente a leggere il fumetto (in genere io parto da una visione
sommaria dei disegni e poi ragiono in un secondo momento sulla lettura)
con la testa ero già nella predisposizione mentale giusta e guardando le
vignette mi sono tornate in testa anche le conversazioni idiote tra me e i miei
amici "impegnati" nello scontro ruolistico settimanale e le relative
notti passate insonni, insieme, a tirare dadi. 4Hoods sa essere semplice e
accessibile per i lettori più piccoli, ma è pieno di sfumature intriganti e
spassose anche per i nerdacci come me. Mi ha fatto pensare che sarebbe davvero
bello leggerlo insieme a un figlio o un nipotino per divertirsi insieme,
disegnare e condividere, grazie a questa strana favola, la passione per i
giochi di ruolo. Forse la cosa più tecnologicamente avanzata, in questo periodo
pieno di chat e partite online, potrebbe essere proprio tornare a giocare ai
vecchi boardgames insieme, nella stessa stanza, magari a merenda, sorseggiando
una tazza di tè accompagnata da qualche biscotto.
Non
voglio rivelarvi / rovinarvi nulla sull'intreccio di 4Hoods, anche perché ho
forse già parlato "troppo". Ma mi è davvero piaciuto. Il primo numero
conta tre capitoli per una settantina di pagine deliziosamente colorate.
I primi due formano una storia unica e il terzo riproduce il "numero zero",
venduto in anteprima in quel di Lucca 2017 lo scorso novembre. Come extra c'è
un bel poster con i nostri eroi impegnati contro un dragone rosso gigante che
sa smuovere qualche ricordo ai vecchi fan dei giochi di ruolo. Sul retro del
poster c'è uno dei più indispensabili tesori per chi si approccia ad un mondo
fantasy, l'intera mappa del mondo in cui è ambientato 4Hoods. Come apparati
redazionali, troviamo una breve e simpatica lezione su come "disegnare gli
omini" e degli articoli che parlano del mondo fantasy dal punto di vista dei
giochi di ruolo, della letteratura e del cinema, fornendo subito ottimi
consigli. I disegni di Federico Rossi Edrighi e Riccardo Torti, sempre chiari
ed accattivanti, dinamici, divertenti e accompagnati da scenografie di
ottimo impatto, sono accompagnati dai bellissimi colori di Annalisa
Leoni. Le storie di Federico Rossi Edrighi e Roberto Recchioni sono davvero
carine e fruibili a più livelli. 4Hoods è supportato anche da una bella pagina
Facebook a cui vi rimando per dare un'occhiata alle illustrazioni. Questo primo
numero mi ha sorpreso e mi ha fatto venire una gran voglia di continuare la
lettura. Non so quanto questi omini dureranno nel tempo, ma mi sento di dargli
coraggio e seguire di sicuro le loro prime avventure. Ora scusatemi, ho dei
disegnini da fare sul block notes...
Talk0
Ha messo una vita ad uscire, ma benvenuti 4 Hoods!
RispondiEliminaOttima opera sotto tutti i punti di vista!
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