- Sinossi
fatta male: Ogni essere umano è un mosaico di desideri, se sarete il loro
tassello mancante otterrete tutto. Se si tratta di uccidere, scopare o provare
sentimenti, basta concentrarsi e ripetere: è solo carne. Questo è il mantra del
film Red Sparrow. La nostra eroina si chiama Dominika Egorova (Jennifer
Lawrence) è una ex-ballerina classica come la Vedova Nera ed è una spia/super
spia russa, come la Vedova Nera. Succede un particolare casino mentre lei è la
ballerina al Bolshoi cui fa seguito un "CROCK" cattivo cattivo che le
cambia la vita. Fa seguito un "ZOCK", un doppio "CRACK"e
tre "STOMP" e alla nostra eroina tocca un reclutamento misterioso e
piuttosto losco da parte del vincitore al premio internazionale al peggiore zio
dell'anno (Matthias Schoenaerts). Si arriva al corso di addestramento più
inimmaginabile, in pratica una serie di seminari para-scolastici tenuti nella
versione per spie russe del reality show "il collegio". Niente
flessioni, corse nel fango e "questo è il mio fucile" vari. Qui si
prepara all'arte furtiva e ai giochini mentali durante l'intervallo, ma le
materie con esami obbligatori sono sesso estremo e bondage applicato,
con la "maestra" Charlotte Rampling (che ricordiamo ancora bene
con le sexy bretelle del Portiere di Notte e qualcosa da insegnare dovrebbe
averla ancora). Tra lacrime e sangue, subendo più maltrattamenti di una
sceneggiatura cinematografica dei Transformers, Dominika entra a far parte
degli Sparrow, l'elite delle elite. La sua prima missione un giorno diventa
trovare a Budapest Nathaniel Nash (Joel Edgerton), un agente CIA che sta
giocando come gatto e topo con l'intelligence russa, facendo uso di talpe
imprendibili. Segue trama tra doppio, triplo e quadruplo gioco che essendo un
film di spie lascio a voi scoprire.
- Da
ragazzotta a spia sexy: Come capita spesso su queste pagine, vi ritrovate
davanti all'ennesimo commento completamente irrazionale per via dell'amore
totale e incondizionato che nutro per un'attrice. Un amore motivato da un
talento che per me è autentico e viene riconfermato anche dalla performance di
questa pellicola, grazie al modo in cui la Lawrence, da vera attrice, riesce ad
attingere dalla sua vita personale esperienze che poi trasforma, rimastica e
traduce in arte, dando vita a personaggi molto umani. La Lawrence si mette a
nudo davanti al pubblico da tutti i punti di vista, con le sue guanciotte
troppo paffute per essere una femme fatale, le gambotte pienotte, il fisico
statuario ma vissuto in modo un po' goffo, un carattere da maschiaccio che
cerca teneramente di mitigare, senza riuscirci, con una femminilità adorabile
quanto acerba. È una ragazzotta di Louisville, nel Kentucky, non gioca sul
piano del sex appeal nello stesso campionato della diva sudafricana Charlize
Theron, della fatina Emma Stone o della morbida e seducente Scarlett Johansson,
ma le si vuole bene proprio per la somma dei suoi difetti, che la fanno
sembrare più una ragazza della porta accanto che una dea in celluloide. In
questo può assomigliare di più a quella eterna adolescente trasandata di
Kristen Stewart (da recuperare il suo recente Personal Shopper e
rivalutate l'amabilmente incasinato America Ultra). La Lawrence ha
comunque sempre saputo per me trasmetterci al meglio, attraverso i
suoi personaggi, il suo modo di essere una persona semplice, magari un po'
dimessa, magari un po' insicura, ma speciale. Le sue interpretazioni giovano
molto da questo approccio alla "Stanislavskij al contrario". Ci ha
raccontato di sentirsi brutta e irrisolta, anche se poi nascondere questo
timore dietro a un corpo che può far apparire agli altri avvenente, con la sua
Mystica. Ci ha raccontato il peso di sentirsi ancora bambina ma avere un corpo
"più adulto di lei", e di conseguenza provare l'imbarazzo di essere
vista come oggetto sessuale, raccontandoci di una ragazzina spezzata
dallo sguardo e dalle mani di adulti pedofili in Un gelido inverno. Ha provato
la paura, più che la gioia, di essere diventata di colpo un personaggio
pubblico, uno star / power che ha vissuto con l'insicurezza di una
persona normale che forse non si sente di avere molto da dire e non certo si
crede in grado di cambiare il mondo, trasferendo questo disagio sulla sua
Katniss di Hunger Games. Ci ha trascinato nel mondo sospeso di due astronauti
che si amano soli in uno spazio fuori dal tempo, raccontandoci in Passengers
del suo allora essere innamorata, realmente, con l'attore co-protagonista
Chris Pratt. Ha esteriorizzato il peso e le difficoltà che ogni tipo di giovane
donna americana vive oggi, in un mondo ancora troppo maschilista, nei suoi film
diretti da David O'Russell (Joy, American Hustle e Il lato positivo),
sentendosi in difficoltà, fuori posto e "stretta", pur nelle diverse
parti di casalinga perfetta, ragazza cattiva o crocerossina. Ha interpretato
la frustrazione di essere ridotta ad un mero "oggetto d'arte e di
ispirazione" (cosa che capita a molte star del resto) in Madre!, raccogliendo questo sentimento dalla sua relazione sfortunata e non empatica
con il regista Arronofsky. In Red Sparrow, come dichiarato proprio dalla
Lawrence in un'intervista recente, l'attrice attinge da uno dei momenti più
tristi e tragici della sua vita. Anche in questo caso lo fa per
"dare verità al suo personaggio", ma anche per ricevere in
cambio, da questa "eroina di carta", la forza di andare avanti lei
stessa, rielaborando un brutto momento del passato. Ma di quale brutto
momento del passato sto parlando? Ai tempi di Hunger Games la Lawrence era non
solo sulla cresta dell'onda ma anche un modello di persona forte e indipendente
per mille ragazzine, che si acconciavano portando i capelli legati con una
treccina come Katniss. Pure Elsa di Frozen c'ha la treccina!! L'attrice era
contenta di quel pubblico e non aveva la minima intenzione di scegliere parti
più audaci (non che Hunger Games sia un film sui cuccioli di dalmata, comunque...) o di mostrarsi nuda su schermo, anche perché era molto timida e pudica (almeno in pubblico) e di conseguenza sceglieva parti che non lo richiedevano.
Poi però da lì a poco è avvenuto un furto, finito on-line di sue foto
autoscatto molto intime (appunto perché in privato era più
"esuberante"), che hanno iniziato a circolare fuori controllo su
internet mostrandola come mamma l'aveva fatta e in atteggiamenti ammiccanti.
Erano foto destinate ai soli occhi della persona con cui all'epoca aveva una
relazione e di colpo erano diventate un trastullo e motivo di biasimo da parte
di tutto il mondo. Si è sentita violata. Ha provato una frustrazione terribile
che l'ha segnata nel profondo. Diventi famosa e adorata dalle bambine, vinci un Oscar nel 2013 e nel 2014 ti buttano in rete delle foto fatte in pose
sexy molto private. La Angelina Jolie del "pre save-the-children" in
una situazione di questo tipo avrebbe risposto pubblicando foto ancora più sexy
e spinte, più recenti e in alta definizione e compatibili con oculus rift,
dichiarando "chissene frega, quanti tera ne volete?". La Lawrence, da
timida, ci è rimasta proprio male. Si è sentita come un pezzo di carne in
macelleria. Da vera professionista, la Lawrence ha saputo tradurre e superare
questo suo stato d'animo in parte già nelle scene finali di Madre! e la
scelta di interpretare la ballerina russa di Red Sparrow segue ancora
idealmente questa ricerca, attraverso la sua arte, di fare i conti con quel
trauma. La ballerina è un personaggio che dall'essere umiliato, spogliato e
brutalizzato, trova interiormente, superando una sorta di lutto della propria
passata innocenza, la volontà di rimettersi in piedi, diventare più forte e, in
senso lato para-filmico/psicanalitico, riuscire attraverso il corpo, i suoi
gesti e il suo sguardo incazzato a raggiungere e virtualmente riempire di botte
chiunque volesse ancora "vederla" come un pezzo di carne, nuda e
fragile, attraverso uno schermo. Spogliandosi sulla scena si è come messa
addosso una corazza che ora è impenetrabile. La Lawrence ha cercato di fondersi
con questo personaggio e quello che ne è uscito è decisamente una bella e
coraggiosa prova di artista e una strana e interessante via terapica d'urto,
che di sicuro eleva lo spessore di uno spy-movie per il resto piuttosto
convenzionale e spento, anche se molto elegante, con un paio di scene non male,
un personaggio davvero figo (la spia Volontov di Douglas Hodge) e un lavoro di
insieme ben confezionato. Un film che cerca ogni tanto lo shock visivo e la
messa in scena "viscida" e risulta per questo per sommi capi lontano da un romanzo originario che si soffermava più sul descrivere, in
modo disincantato e normalizzato, la vita un po' deprimente e routinaria
di un agente segreto medio (per altro scritto da un ex agente segreto, lo
stesso di Homeland, con la voglia di mostrare quanto poco divertente sia vivere
come un agente segreto). Il film è per me più divertente e sanguigno del
romanzo (le scene di sesso/tortura/lotta pur patinate non sono affatto male), ma forse troppo compassato e quindi lontano per ritmo, adrenalina e
sex appeal da fenomeni ultra pop e ultra cool come Atomica Bionda, che oh... in
questi giorni mi viene in mente di continuo e non so che farci! Tuttavia se
amate le storie spionistiche più "compassate" come La
talpa il film non è affatto male e risplende tutto di una luce
particolare, proprio per le doti della sua interprete. Ma questo ve l'ho
già detto, mi pare.
Ok,
rimane il tempo per rispondere alle domande più importanti che il
pubblico generalista si pone sulla pellicola. Non siate timidi...
"Quindi
si vedono le tette?" Grazie per la domanda. Si, si vedono le tette e il
film di fatto parla di come il sesso possa essere l'arma in dotazione a ogni
007 più efficace di tutte. Ormai la penna con l'acido,
l'accendino-lanciafiamme, la bombetta boomerang e le scarpe con lama retrattile
sono superate. Ma ci rimani un po' male a vedere questo sesso-tattico/bellico,
almeno nel mio caso. In genere è più descritto che mostrato, perché se no
avremmo avuto un porno-action con Rocco e i suoi Expendables. Inoltre non è
reso come un sesso molto divertente e si riesce a leggerci dietro tutto
un universo di tragicità e sangue freddissimo che rema pesantemente contro ogni
sex appeal. Se poi si ragiona su quello che potrebbe rimuginare la Lawrence a
livello interiore non si ha davvero la voglia di "vedere due
tette" che si provava, ad esempio, rimirando la generosa e sorridente Halle
Berry in Codice Swordfish (che però era dolorosamente sofferente e drammatica,
per un uso diverso di quel suo stesso corpo, in Monster's Ball). Come film
drammatico funziona e pure molto bene, come film "allo scopo di vedere
l'attrice nuda" potrebbe farvi un effetto troppo diverso da quello che si
poteva immaginare dal trailer. Se cercate solo "quello",
desistete.
-
"Ok, ho capito lo spirito, l'emancipazione, lo sguardo cinico... Ma allora
si vedono le tette della Lawrence? Ma quanto si vedono le tette? Sai, c'erano
pure in Madre!, ma come acquirente del prodotto sono rimasto deluso e ne ho
parlato anche al servizio clienti". Mi dispiace per il tuo trauma, ma
vedo che hai comunque colto lo spirito di questi film. Posso dirti che, anche se
per poco e nel contesto di odiose "scene tattiche" che pudicamente
coprono e depotenziano il tutto del 89%, una poppa o due della Lawrence ci
scappa. Ma non aspettarti Basic Instinct... anche se... c'è una certa scena che
farà impazzire quelli che analizzano la pellicola fotogramma per fotogramma con
zoom e rotazioni degne dell'apparecchiatura per l'esame tridimensionale delle
foto di Blade Runner...
-
"La Laurence nuova Bond Girl?"Assolutamente no. Ma se proprio devo
citare qualcosa che ho trovato somigliante alla pellicola con presente nel cast
un famoso 007 andrei più su La casa Russia di Schepisi del 1990. Se
il libro di origine si intitolava Nome in codice: Diva, non abbiamo
certo tra le mani nemmeno una versione bolscevica di un Nome in codice:
Nina/Nikita. Insomma, si parla più che si spara, anche se qui
e là un po' di azione si trova. Molto bravo anche Joel Edgerton, un po'
decorativa ma comunque elegante Charlotte Rampling, abbastanza
impacchettato-preconfezionato Jeremy Irons. La regia di Francis Lawrence è
stata più movimentata nei suoi Hunger Games, ma il fatto di capire così bene la
Lawrence ha permesso di dare corpo all'aspetto più riuscito dell'opera. Girata
tra Budapest, Vienna e Bratislava, la pellicola ha un indubbio fascino visivo,
una fotografia avvolgente è un buon ritmo complessivo. Una serata
interessante te la fa passare, ma una seconda visione non so al momento se
desiderarla troppo. Rimane di fatto una pellicola più che discreta, che di
sicuro qualcosa trasmette grazie alla Lawrence.
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