Siamo nella Londra dei giorni nostri, in una zona residenziale fatta di villette molto simili tra loro. Qualche volta tra il civico 47 e il 49 della stessa via sembrano coesistere felicemente due mondi lontani un intero continente. Sono due casette simili in tutto e per tutto, in cui vivono da sempre famiglie amiche pur etnicamente diverse che condividono spesso le rispettive feste tradizionali, con sul confine una casetta sull’albero dove fin da piccoli giocavano insieme Zoe e Kazim. Al numero 47 vive Zoe (Lily James), una inglesissima ragazza single sulla trentina che fa la giornalista, abita insieme alla sua eccentrica e solare madre Cath (Emma Thompson) e spesso viene ingaggiata per fare la babysitter a due bimbe. Le piace raccontare prima della buona notte “sue versioni personali” di favole classiche, un po’ autobiografiche e ironiche, in cui il principe azzurro infine non è poi “così azzurro” (nota: la James è stata Cenerentola nel film Disney live action diretto da Kenneth Branagh). Al numero 49 vive il trentenne medico single Kazim (Shazad Latif) insieme alla gentile e comprensiva madre Aisha (Shabana Azmi) e al resto della sua famiglia. Kazim è slanciato, spiritoso, una persona gioviale e moderna. È molto legato a Zoe e deve sposarsi a breve in un matrimonio combinato, come da tradizione pakistana.
Ci sono delle vere e proprie agenzie che organizzano matrimoni combinati tra persone di origine straniera anche resistenti in altri paesi e la famiglia di Kazim si affida a quella dell’istrionico “Mo il combina-coppie” (l’attore comico Asim Chaudhry), che possiede un ampio database per nazionalità (anche miste), religione, passioni, colore dei capelli, temperamento, percorso scolastico e “gradazione cromatica della pelle”. Tutto da poter decidere con specifici questionari per verbalizzare con sicurezza tutte le richieste, soddisfatti o divorziati. Molto dubbioso ma deciso a perpetrare la tradizione, visto che i suoi genitori in fondo si sono conosciuti allo stesso modo, Kazim prova a contattare in skype la ragazza scelta di comune accordo che corrisponde al suo profilo: la giovane Maymouna (Sajal Ali). Di anni 22, studentessa di giurisprudenza, timida ma graziosa, che è disposta a venire a vivere in Inghilterra e ora vive in una località del Pakistan dove Kazim ha ricordi del nonno. Sembra funzionare, alla famiglia lui sembra così contento che pure la madre di Zoe prova in qualche modo a organizzare un matrimonio alla figlia, puntando tutto sul veterinario James (Oliver Chris): trentenne, gentile, molto bravo a prendersi cura del loro cagnolino Bailey.
Zoe non ci crede che l’amico di sempre sia d’accordo con questo modo indiretto di trovare l’amore, fatto con una specie di Tinder “per genitori a fine matrimonio”. Ma di contro è molto dubbiosa pure sul matrimonio che le sta combinando “fai da te la madre”. Di sicuro però, visto le sue “favolose” esperienze passate, non è che lei sia stata molto fortunata con i ragazzi. Il principe azzurro può però veramente essere trovato in quel modo nel 2022? Kazim è un po’ confuso, ma anche divertito dalla situazione. Così Zoe coglie la palla al balzo per proporre a dei produttori un docu-film sui matrimoni combinati per ragioni culturali: un’occasione per lei per intervistare varie coppie di nazionalità diverse e seguire Kazim in Pakistan, dove lui conoscerà e poi sposerà la sua promessa moglie. Titoli provvisori del film: “Prima ti presento i miei” o “Amore e altri contratti”. La situazione parte in modo giocoso e coloratissimo, con gli eventi che sembrano svilupparsi fino quasi a diventare un musical dì Bollywood, ma poi iniziano a sorgere dei dubbi. Kazim e Zoe, perduti nella notte tra le indiavolate feste pre-matrimoniali pakistane iniziano ad avvicinarsi, ascoltando in un vicolo la suggestiva musica “Sufi”. Zoe nell’intervista che precede la celebrazione chiede all’amico se è davvero sicuro di compiere quel passo. La distanza tra i mondi del civico 47 e il 49 potrebbe in questo caso diventare siderale.
What’s love? è una commedia inglese romantica e “multietnica” scritta da Jemima Khan, figlia del magnate James Goldsmith ma sposatasi nel 1995 con il pakistano Imran Khan. Jemima è stata giornalista e produttrice della serie American Crime Story, qui alla prima esperienza da sceneggiatrice. Il regista è Shekhar Kapur, autore di origine indiana conosciuto per la sontuosa ed “epica” serie cinematografica Elizabeth con Cate Blanchett, qui intenzionato a seguire un registro molto più leggero ma non per questo privo di spunti interessanti, specie in riferimento alla società moderna. Si parla delle relazioni umane “all’occidentale” sempre più difficili da instaurare “nell’era-Tinder”: destinate in molti casi a evaporare una volta che la fiamma della passione iniziale si è spenta in favore di un “contatto più fresco”. Si parla al contempo anche dei problemi di sradicamento a cui va incontro una ragazza che deve sposarsi e andare a vivere nel paese del marito, anche in un altro continente, nella speranza che a un certo punto “subentri l’amore”. Si parla di come amore “per un buon partito” possa essere inteso, per le famiglie di qualsiasi estrazione culturale, come una specie polizza di assicurazione sul futuro dei figli più o meno codificata, secondo il modo di agire della madre inglese o pakistana. È poi c’è il principe azzurro delle fiabe: che a volte bacia una “bella addormentata”, qualche volta sembra il lupo cattivo e qualche volta è “gentile ma bruttino, ma ci si può accontentare” come la Bestia de La Bella e la Bestia. Il fatto che sia la sceneggiatrice che il regista conoscano da vicino e abbiano saputo raccontare con personalità e semplicità le diversità culturali tra Oriente e Occidente, offre una lettura di questi temi non banale, mediante da un giusto “disincanto” e ironia. Molto bravi e affiatati gli interpreti principali, divertente una Emma Thompson che assume nel corso degli anni parti sempre più stralunate da burbera vecchietta, gustosissima la piccola parte di Asim Chaudhry. La messa in scena nella parte inglese è piuttosto classica e ricorda visivamente commedie come Bridget Jones, in alcuni frangenti assume la forma dei docu-film a tema sentimentale di canali come Real-Time (quelli con le interviste che alternano l’azione), ma sa diventare un colorato film di Bollywood nella parte pakistana. Nel complesso è molto gradevole e la durata complessiva è adeguata.
What’s love è una pellicola leggera e romantica con qualche spunto narrativo davvero gustoso. Lo spettacolo procede senza intoppi fino a una terza parte, un po’ contratta ma stimolante e suggestiva. Il film ideale per una serata leggera e romantica, che qualche volta sa far riflettere.
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