- Me ne
ero dimenticato: Mi pare di non aver trovato la recensione indietro nel blog.
Forse ho sognato di farla, forse mi sono dimenticato proprio, il fatto è che il
film è bello che uscito da un po', lo trovate in homevideo in tutti i formati,
è estate e i film ambientati nell'acqua per qualcuno sono lo spettacolo ideale.
Insomma, possiamo parlarne direi, magari in poche righe "tanto per",
con voi che già sapete tutto della trama e tutto il resto.
Ma per
chi non sa di cosa parlo due righe di trama le scrivo.
-
micro-sinossi scazzata: Un tempo una regia di Atlantide (una sempre più
plasticosa Nicole Kidman) esce dall'acqua e si innamora del tizio del faro (Temuera Morrison di Once where warriors, mica bruscolini). Ne nasce un
frugoletto (Jason Mamoa, anche se a essere pratici nasce un po' più piccolo di
Mamoa ed è interpretato comunque in un formato più piccolo, un ometto sui 10
anni, da Otis Dhanji). Poi la regina torna ad Atlantide una volta che viene
sgamata, il tizio del faro cresce il frugoletto come un motociclista tamarro
mentre un insegnante di nuoto atlantideo (Willem Dafoe) cerca di farne una
specie di eroe come l'Hercules della Disney. Il frugoletto, di nome Arthur, fin
da piccolo parla con i pesci (un po' come Harry Potter che parlava ai serpenti,
spunto interessante), cosa che fa riderissimo i compagni di classe
sottovalutando che questo potrebbe esporli alle fauci degli squali alla prima
gita al mare della classe. Poi avviene quella storiaccia del film sulla Justice
League con Batman che va a cercare Arthur, lo convince a diventare un supereroe
ecc. Dopo quei fatti (che non è che si incastrino benissimo con la trama di
questa pellicola) una atlantidea gnocca (Amber Heard) arriva da Arthur.
Questa, con i suoi boccoli rossi come Ariel la sirenetta Disney (ma non quella
del futuro live-action) lo convince ad andare sotto il mare perché il
fratellastro (Patrick Wilson) sta pensando di fare cose pazze con Dolph
Lundgren per affondare la terraferma. C'è da calmare il fratello, trovare una
arma leggendaria, riunire le popolazioni sottomarine sotto un'unica bandiera,
rivendicare il trono e in genere fare tutto quello che si fa nel secondo tempo
del Re Leone Disney, sempre che il Re Leone Disney sia realizzato come il film
di Flash Gordon del 1980 per la regia di Mike Hodges.
-
Capitan Findus: "Aquaman sucks". Questo è il verdetto senza appello
che esprimeva il massimo media nerd-chic del passato recente, The Big Bang
Theory. Un personaggio insulso della DC che è la versione scema del Namor Marvel,
il "tizio che sembra un surfista anni '50, vestito con un costume di merda,
che parla con i pesci e nuota a cavallo di un cavalluccio marino". Anche
se Aquaman ha goduto negli anni di ottime storie e ottimi autori, per
l'immaginario comunque sempre e solo questo ha rappresentato, nonostante l'idea
di fondo di un eroe che vive e combatte nelle profondità marine sia sempre
stata accattivante. Anche nella serie Entourage, che parlava della
vita di un giovane attore e del suo staff di amici, a un certo punto arrivava
la proposta di un ruolo da protagonista in un film su Aquaman. Il regista
scelto era nientemeno che James Cameron, che in Entourage recintava se stesso!!
Sa solo il Signore cosa poteva essere un film reale su Aquaman diretto da
Cameron, ma il nostro eroe ormai è su Pandora e lì probabilmente ci starà fino
alla fine dei suoi giorni. Torniamo a noi. Non potendo contare su Cameron si
doveva almeno cercare di svecchiare il buon Aquaman e i producers Warner Bros.
ebbero un'idea geniale. Non ho chiari i dettagli ma credo che sia andata più o
meno così. Chiamarono Mamoa, che andava in giro ancora come Kahl Drogo del
Trono di Spade, per interpretare un villain storico dei fumetti, l'anti-eroe
Lobo. Per essere vicino a Lobo, a Mamoa bastava coprirsi di borotalco e un paio
di lenti a contatto rosse. La pettinatura, il giubbotto in pelle, le borchie e
il fare da spaccone se li portava direttamente da casa. Era vincere facile. Poi
a sorpresa il costumista deve avergli portato il vestito da sirenetto di Aquaman,
quella schifezza arancione e verde da Cavaliere dello Zodiaco tarocco. Immagino
abbia usato una pistola per costringerlo a indossarlo. La cosa ha funzionato,
Mamoa dava un bel po' di virilità a quel personaggio e si trovava così bene
nella schifezza arancione e verde da innamorarsene all'istante, mandare selfie
di se stesso conciato in quel modo a tutti gli amici, iniziare a dichiarare
guerra alla Marvel per il più fico supereroe cinematografico che sarebbe
apparso, lui. Il risultato fu che in Justice League Aquaman era
decisamente tra i personaggi meglio riusciti e nonostante il flop della
pellicola si poteva scommettere ancora su di lui. Il vero effetto speciale di
Aquaman non era più l'idea di creare un incredibile regno sommerso. Il vero
effetto speciale era diventato Mamoa. Un omone enorme dallo sguardo da buono,
truzzo a non finire ma irresistibile, contagioso, con una carica selvaggia che
da spessore alla sua fisicità. Serviva il regista giusto e la storia giusta.
- James
Wan, l'uomo degli horror low-budget: quando tra mille scelte la Warner Bros
tirò fuori James Wan, io mi sono incazzato come un facocero. Già era stato
"prestato" una alle produzioni ad alto budget con Fast and Furious e
si stava sviluppando un trend per me senza senso. Wan ha creato
Saw-l'enigmista, la serie The Conjuring con i suoi mille spin-off, la serie
Insidious. È un re Mida delle produzioni piccole, amante dell'horror più
classico della Hammer e Universal, abituato a contesti in cui è libero di
gestire tutto nei più piccoli particolari. Cosa c'entra con le mega-produzioni?
Non è uno come Cameron che dirige 600 persone, Wan lavora in genere con 10
persone e produce, produce tanto e in genere bene. Nel tempo di realizzare un
film come questo Aquaman, Wan poteva fare quattro pellicole che avrebbero
nell'insieme incassato altrettanto se non di più, a un decimo del costo di
produzione. Film horror in genere, che a me piacciono tanto proprio per il suo
stile retrò, la sua cura nei dettagli, i buoni interpreti. Perché usare Wan per
Aquaman quando c'è "pincopallino"? Perché lo sappiamo, più ci sono
soldi in ballo più il regista ha le mani legate e chi dirige effettivamente è
chi paga, il regista finale "deve" essere un pincopallino che esegue.
Perché Wan, ed è già la seconda volta che lo dico, se non la terza?
Perché
Wan alla fine l'esperienza di dirigere un prodotto con tanti soldi alle spalle
la vuole fare. E pure i fan come me devono "starci". Con Fast and
Furious 7 (190 milioni di investimento) la sfida era passare dai film con
fantasmi a due ore di inseguimenti con le auto, con tutti gli
espertoni -produttori che avrebbero detto a Wan come doveva fare il suo lavoro.
La sfida nella sfida, che avrebbe fatto tremare le mani a qualsiasi produttore
che avesse voluto mettere parola nella pellicola, consisteva per Wan
nell'integrare nelle scene il povero Paul Walker, scomparso prematuramente a
metà delle riprese realizzate. Il risultato fu per me eccelso e la
dimostrazione ulteriore che serve un regista di razza per affrontare problemi
non comuni. Con Aquaman (budget di 200 milioni, ma non confermati
ufficialmente) la situazione però era diversa dal solito. Justice League aveva
incassato meno del previsto, poteva essere che per una volta WB non cercasse un
pincopallino qualsiasi e volesse dare un po' di carta bianca al regista. Come
avrebbe speso Wan tutti quei soldi?
-
Aquaman come il sogno di un bambino che gioca con i pupazzetti sulla spiaggia
in estate: Aquaman è un film sentimentale su una "sirenetta" che si
innamora di un uomo del faro, da loro nasce un figlio a metà tra due mondi che
deve trovare una propria identità. Aquaman è un film alla Indiana Jones, sulla
ricerca di uno strumento magico in giro per il mondo, risolvendo enigmi e
superando trappole. Aquaman è un disaster-Movie in cui la superficie è
perennemente in balia di anomale onde marine che portano ovunque caos e
distruzione. Aquaman è un film di fantascienza, su dei pirati hi-tech che
derubano sottomarini e un giorno incontrano gli atlantidei, creature forse più avanzate
di loro. Aquaman è un film horror su delle creature delle profondità oceaniche
che vivono nel buio e di notte assaltano le navi dei più sfortunati. Aquaman è
un film "sandalone" in cui in una civiltà sottomarina non troppo
diversa dall'antica Roma, la successione al trono è decisa da dei combattimenti
in arene gladiatorie. Aquaman è un film alla Flash Gordon, in cui le diverse
razze di un universo fantasy sottomarino si alleano per scontrarsi contro un re
tiranno. Aquaman dura 2 ore e 19 minuti, ma se così non fosse non si capiva
come potevano starci nella pellicola tutte queste cose.
Aquaman
è tutte queste cose.
Wan
gioca la carta più temeraria di tutte, quelle del "voglio fare
tutto". Il primo ostacolo che incontra è che i soldi per gli effetti speciali
non bastano mai. Se nel "colpo d'occhio" la pellicola risulta davvero
"ricca" visivamente, nei particolari (e pure in alcune sequenze più
esposte, come la sequenza ambientata in Italia), gli effetti visivi sono un po'
"tirati via". Il secondo problema, che se vogliamo è più secondario e
coperto dalla ironia e auto-ironia imperante nella pellicola, è che Mamoa è un
bravo ragazzone, ma sta a fatica in una trama che prevede un po' di
introspezione. Il terzo problema è che a mettere dentro tante cose, non è che
nella trama tutto si incastri alla perfezione.
Il resto
fila tutto liscio. Anzi, il resto gira dannatamente bene!!!! Aquaman è tra i
migliori cinecomic del periodo pre-End Game e in assoluto, anche per gli
incassi ottenuti, il migliore cinecomic della DC dell'ultimo periodo. Wan
sembra divertirsi un mondo e Mamoa è il suo avatar. Gli fa fare di tutto, dai
selfie con i motociclisti fino a indossare una armatura d'oro. Lo fa essere
spaccone e forse "crudele con i cattivi" (come con Mantha), aspetto per
cui lo vediamo più umano e meno perfetto di un eroe medio. Lo fa essere
vulnerabile, lo fa essere grezzo, lo fa essere epico. Nella perenne e
coloratissima giostra su cui Wan lo colloca, Aquaman evolve prendendo non
sempre la via più scontata e alla fine della pellicola, in uno scontro
sottomarino di proporzioni gigantesche, kitsch quanto incredibilmente elaborato
e lungo, Aquaman ci fa saltare sulla poltrona urlando. Dimenticando gli effetti
speciali "così così", dimenticando del tutto che sono due ore e mezza
di film. È come se Wan avesse nove anni e prendesse in mano un pupazzetto di
Aquaman che la mamma gli ha preso alla bancarella perché ci giochi sulla
sabbia, prima del bagno in mare. Wan gli fa vivere tutte le avventure possibili
che solo l'immaginazione di un bambino di 9 anni potrebbe immaginare e capire.
Anche io al cinema mi sono ritrovato a sentirmi con Wan su quella spiaggia,
mentre mi raccontava le storie che aveva in testa e muoveva il pupazzetto di
Aquaman facendo versi strani e ogni tanto lanciandolo in aria. Mi è sembrato di
avere i suoi stessi riferimenti nella mia immaginazione, scene che potevano
essere tratte da Indiana Jones. Scene prese da film come Creatura degli
abissi e Leviathan. Scene gioiosamente kitch alla Flash
Gordon. Sono davvero tornato un po' bambino ed è stato bello, mi ha fatto
dimenticare come tutto il film sia in fondo solo un colorato gioco di rimandi
ad altre cose, altri film, storie e fumetti. È riuscito a convincermi perché è
stato un "bel gioco".
-Conclusione:
Aquaman è un film divertente e scacciapensieri ideale per una serata calda
d'estate con il ventilatore a palla. Ha avuto il merito
di farmi tornare per un attimo bambino, cosa che non è sempre facile alla mia
età. Se togliamo la patina luccicosa e sgargiante che avvolge la pellicola,
compaiono degli effetti speciali non sempre adeguati, una storia un po'
sfilacciata è molto attori sotto-sfruttati (come Dafoe e Morrison) o in parti
non troppi convincenti (Patrick Wilson). Il fumettone si rivela a tutti gli
effetti quelli che è, una storia semplice che regge bene grazie a un ritmo
indiavolato e a una varietà di scenari e situazioni davvero invidiabile e in
alcuni casi non scontata. È un film di "grana grossa", non votato
agli eccessivi approfondimenti psicologici, ma che dimostra in qualche modo
"cuore". Qualche volta sembra di assistere a un film di Bud Spencer,
e lo dico assolutamente in positivo.
Se
volete evadere una sera, tra finti mondi sommersi e simapaticissimi quanto
finti atlantidei in computer grafica, con magari la possibilità di sentirvi un
po' bambini, Aquaman può essere la scelta giusta tra i film estivi di squali,
sottomarini e con Dolph Lundgren (pure qui presente, in versione tritone, per
tutti i fan). Dopo la visione, è d'obbligo un tuffo in piscina o nella vasca da
bagno. Non proverei invece a fare conversazione con i pesci dell'acquario, non
danno troppa soddisfazione.
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