sabato 3 agosto 2019

Aquaman- la nostra recensione "saltata"




- Me ne ero dimenticato: Mi pare di non aver trovato la recensione indietro nel blog. Forse ho sognato di farla, forse mi sono dimenticato proprio, il fatto è che il film è bello che uscito da un po', lo trovate in homevideo in tutti i formati, è estate e i film ambientati nell'acqua per qualcuno sono lo spettacolo ideale. Insomma, possiamo parlarne direi, magari in poche righe "tanto per", con voi che già sapete tutto della trama e tutto il resto. 
Ma per chi non sa di cosa parlo due righe di trama le scrivo. 
- micro-sinossi scazzata: Un tempo una regia di Atlantide (una sempre più plasticosa Nicole Kidman) esce dall'acqua e si innamora del tizio del faro (Temuera Morrison di Once where warriors, mica bruscolini). Ne nasce un frugoletto (Jason Mamoa, anche se a essere pratici nasce un po' più piccolo di Mamoa ed è interpretato comunque in un formato più piccolo, un ometto sui 10 anni, da Otis Dhanji). Poi la regina torna ad Atlantide una volta che viene sgamata, il tizio del faro cresce il frugoletto come un motociclista tamarro mentre un insegnante di nuoto atlantideo (Willem Dafoe) cerca di farne una specie di eroe come l'Hercules della Disney. Il frugoletto, di nome Arthur, fin da piccolo parla con i pesci (un po' come Harry Potter che parlava ai serpenti, spunto interessante), cosa che fa riderissimo i compagni di classe sottovalutando che questo potrebbe esporli alle fauci degli squali alla prima gita al mare della classe. Poi avviene quella storiaccia del film sulla Justice League con Batman che va a cercare Arthur, lo convince a diventare un supereroe ecc. Dopo quei fatti (che non è che si incastrino benissimo con la trama di questa pellicola) una atlantidea gnocca (Amber Heard) arriva da Arthur. Questa, con i suoi boccoli rossi come Ariel la sirenetta Disney (ma non quella del futuro live-action) lo convince ad andare sotto il mare perché il fratellastro (Patrick Wilson) sta pensando di fare cose pazze con Dolph Lundgren per affondare la terraferma. C'è da calmare il fratello, trovare una arma leggendaria, riunire le popolazioni sottomarine sotto un'unica bandiera, rivendicare il trono e in genere fare tutto quello che si fa nel secondo tempo del Re Leone Disney, sempre che il Re Leone Disney sia realizzato come il film di Flash Gordon del 1980 per la regia di Mike Hodges. 


- Capitan Findus: "Aquaman sucks". Questo è il verdetto senza appello che esprimeva il massimo media nerd-chic del passato recente, The Big Bang Theory. Un personaggio insulso della DC che è la versione scema del Namor Marvel, il "tizio che sembra un surfista anni '50, vestito con un costume di merda, che parla con i pesci e nuota a cavallo di un cavalluccio marino". Anche se Aquaman ha goduto negli anni di ottime storie e ottimi autori, per l'immaginario comunque sempre e solo questo ha rappresentato, nonostante l'idea di fondo di un eroe che vive e combatte nelle profondità marine sia sempre stata accattivante. Anche nella serie Entourage, che parlava della vita di un giovane attore e del suo staff di amici, a un certo punto arrivava la proposta di un ruolo da protagonista in un film su Aquaman. Il regista scelto era nientemeno che James Cameron, che in Entourage recintava se stesso!! Sa solo il Signore cosa poteva essere un film reale su Aquaman diretto da Cameron, ma il nostro eroe ormai è su Pandora e lì probabilmente ci starà fino alla fine dei suoi giorni. Torniamo a noi. Non potendo contare su Cameron si doveva almeno cercare di svecchiare il buon Aquaman e i producers Warner Bros. ebbero un'idea geniale. Non ho chiari i dettagli ma credo che sia andata più o meno così. Chiamarono Mamoa, che andava in giro ancora come Kahl Drogo del Trono di Spade, per interpretare un villain storico dei fumetti, l'anti-eroe Lobo. Per essere vicino a Lobo, a Mamoa bastava coprirsi di borotalco e un paio di lenti a contatto rosse. La pettinatura, il giubbotto in pelle, le borchie e il fare da spaccone se li portava direttamente da casa. Era vincere facile. Poi a sorpresa il costumista deve avergli portato il vestito da sirenetto di Aquaman, quella schifezza arancione e verde da Cavaliere dello Zodiaco tarocco. Immagino abbia usato una pistola per costringerlo a indossarlo. La cosa ha funzionato, Mamoa dava un bel po' di virilità a quel personaggio e si trovava così bene nella schifezza arancione e verde da innamorarsene all'istante, mandare selfie di se stesso conciato in quel modo a tutti gli amici, iniziare a dichiarare guerra alla Marvel per il più fico supereroe cinematografico che sarebbe apparso, lui. Il risultato fu che in Justice League Aquaman era decisamente tra i personaggi meglio riusciti e nonostante il flop della pellicola si poteva scommettere ancora su di lui. Il vero effetto speciale di Aquaman non era più l'idea di creare un incredibile regno sommerso. Il vero effetto speciale era diventato Mamoa. Un omone enorme dallo sguardo da buono, truzzo a non finire ma irresistibile, contagioso, con una carica selvaggia che da spessore alla sua fisicità. Serviva il regista giusto e la storia giusta.


- James Wan, l'uomo degli horror low-budget: quando tra mille scelte la Warner Bros tirò fuori James Wan, io mi sono incazzato come un facocero. Già era stato "prestato" una alle produzioni ad alto budget con Fast and Furious e si stava sviluppando un trend per me senza senso. Wan ha creato Saw-l'enigmista, la serie The Conjuring con i suoi mille spin-off, la serie Insidious. È un re Mida delle produzioni piccole, amante dell'horror più classico della Hammer e Universal, abituato a contesti in cui è libero di gestire tutto nei più piccoli particolari. Cosa c'entra con le mega-produzioni? Non è uno come Cameron che dirige 600 persone, Wan lavora in genere con 10 persone e produce, produce tanto e in genere bene. Nel tempo di realizzare un film come questo Aquaman, Wan poteva fare quattro pellicole che avrebbero nell'insieme incassato altrettanto se non di più, a un decimo del costo di produzione. Film horror in genere, che a me piacciono tanto proprio per il suo stile retrò, la sua cura nei dettagli, i buoni interpreti. Perché usare Wan per Aquaman quando c'è "pincopallino"? Perché lo sappiamo, più ci sono soldi in ballo più il regista ha le mani legate e chi dirige effettivamente è chi paga, il regista finale "deve" essere un pincopallino che esegue. Perché Wan, ed è già la seconda volta che lo dico, se non la terza? 
Perché Wan alla fine l'esperienza di dirigere un prodotto con tanti soldi alle spalle la vuole fare. E pure i fan come me devono "starci". Con Fast and Furious 7 (190 milioni di investimento) la sfida era passare dai film con fantasmi a due ore di inseguimenti con le auto, con tutti gli espertoni -produttori che avrebbero detto a Wan come doveva fare il suo lavoro. La sfida nella sfida, che avrebbe fatto tremare le mani a qualsiasi produttore che avesse voluto mettere parola nella pellicola, consisteva per Wan nell'integrare nelle scene il povero Paul Walker, scomparso prematuramente a metà delle riprese realizzate. Il risultato fu per me eccelso e la dimostrazione ulteriore che serve un regista di razza per affrontare problemi non comuni. Con Aquaman (budget di 200 milioni, ma non confermati ufficialmente) la situazione però era diversa dal solito. Justice League aveva incassato meno del previsto, poteva essere che per una volta WB non cercasse un pincopallino qualsiasi e volesse dare un po' di carta bianca al regista. Come avrebbe speso Wan tutti quei soldi? 
- Aquaman come il sogno di un bambino che gioca con i pupazzetti sulla spiaggia in estate: Aquaman è un film sentimentale su una "sirenetta" che si innamora di un uomo del faro, da loro nasce un figlio a metà tra due mondi che deve trovare una propria identità. Aquaman è un film alla Indiana Jones, sulla ricerca di uno strumento magico in giro per il mondo, risolvendo enigmi e superando trappole. Aquaman è un disaster-Movie in cui la superficie è perennemente in balia di anomale onde marine che portano ovunque caos e distruzione. Aquaman è un film di fantascienza, su dei pirati hi-tech che derubano sottomarini e un giorno incontrano gli atlantidei, creature forse più avanzate di loro. Aquaman è un film horror su delle creature delle profondità oceaniche che vivono nel buio e di notte assaltano le navi dei più sfortunati. Aquaman è un film "sandalone" in cui in una civiltà sottomarina non troppo diversa dall'antica Roma, la successione al trono è decisa da dei combattimenti in arene gladiatorie. Aquaman è un film alla Flash Gordon, in cui le diverse razze di un universo fantasy sottomarino si alleano per scontrarsi contro un re tiranno. Aquaman dura 2 ore e 19 minuti, ma se così non fosse non si capiva come potevano starci nella pellicola tutte queste cose. 
Aquaman è tutte queste cose. 


Wan gioca la carta più temeraria di tutte, quelle del "voglio fare tutto". Il primo ostacolo che incontra è che i soldi per gli effetti speciali non bastano mai. Se nel "colpo d'occhio" la pellicola risulta davvero "ricca" visivamente, nei particolari (e pure in alcune sequenze più esposte, come la sequenza ambientata in Italia), gli effetti visivi sono un po' "tirati via". Il secondo problema, che se vogliamo è più secondario e coperto dalla ironia e auto-ironia imperante nella pellicola, è che Mamoa è un bravo ragazzone, ma sta a fatica in una trama che prevede un po' di introspezione. Il terzo problema è che a mettere dentro tante cose, non è che nella trama tutto si incastri alla perfezione.
Il resto fila tutto liscio. Anzi, il resto gira dannatamente bene!!!! Aquaman è tra i migliori cinecomic del periodo pre-End Game e in assoluto, anche per gli incassi ottenuti, il migliore cinecomic della DC dell'ultimo periodo. Wan sembra divertirsi un mondo e Mamoa è il suo avatar. Gli fa fare di tutto, dai selfie con i motociclisti fino a indossare una armatura d'oro. Lo fa essere spaccone e forse "crudele con i cattivi" (come con Mantha), aspetto per cui lo vediamo più umano e meno perfetto di un eroe medio. Lo fa essere vulnerabile, lo fa essere grezzo, lo fa essere epico. Nella perenne e coloratissima giostra su cui Wan lo colloca, Aquaman evolve prendendo non sempre la via più scontata e alla fine della pellicola, in uno scontro sottomarino di proporzioni gigantesche, kitsch quanto incredibilmente elaborato e lungo, Aquaman ci fa saltare sulla poltrona urlando. Dimenticando gli effetti speciali "così così", dimenticando del tutto che sono due ore e mezza di film. È come se Wan avesse nove anni e prendesse in mano un pupazzetto di Aquaman che la mamma gli ha preso alla bancarella perché ci giochi sulla sabbia, prima del bagno in mare. Wan gli fa vivere tutte le avventure possibili che solo l'immaginazione di un bambino di 9 anni potrebbe immaginare e capire. Anche io al cinema mi sono ritrovato a sentirmi con Wan su quella spiaggia, mentre mi raccontava le storie che aveva in testa e muoveva il pupazzetto di Aquaman facendo versi strani e ogni tanto lanciandolo in aria. Mi è sembrato di avere i suoi stessi riferimenti nella mia immaginazione, scene che potevano essere tratte da Indiana Jones. Scene prese da film come Creatura degli abissi e Leviathan. Scene gioiosamente kitch alla Flash Gordon. Sono davvero tornato un po' bambino ed è stato bello, mi ha fatto dimenticare come tutto il film sia in fondo solo un colorato gioco di rimandi ad altre cose, altri film, storie e fumetti. È riuscito a convincermi perché è stato un "bel gioco". 
-Conclusione: Aquaman è un film divertente e scacciapensieri ideale per una serata calda d'estate con il ventilatore a palla. Ha avuto il merito di farmi tornare per un attimo bambino, cosa che non è sempre facile alla mia età. Se togliamo la patina luccicosa e sgargiante che avvolge la pellicola, compaiono degli effetti speciali non sempre adeguati, una storia un po' sfilacciata è molto attori sotto-sfruttati (come Dafoe e Morrison) o in parti non troppi convincenti (Patrick Wilson). Il fumettone si rivela a tutti gli effetti quelli che è, una storia semplice che regge bene grazie a un ritmo indiavolato e a una varietà di scenari e situazioni davvero invidiabile e in alcuni casi non scontata. È un film di "grana grossa", non votato agli eccessivi approfondimenti psicologici, ma che dimostra in qualche modo "cuore". Qualche volta sembra di assistere a un film di Bud Spencer, e lo dico assolutamente in positivo. 
Se volete evadere una sera, tra finti mondi sommersi e simapaticissimi quanto finti atlantidei in computer grafica, con magari la possibilità di sentirvi un po' bambini, Aquaman può essere la scelta giusta tra i film estivi di squali, sottomarini e con Dolph Lundgren (pure qui presente, in versione tritone, per tutti i fan). Dopo la visione, è d'obbligo un tuffo in piscina o nella vasca da bagno. Non proverei invece a fare conversazione con i pesci dell'acquario, non danno troppa soddisfazione. 
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