L’uomo di mezza età Brian Morgan (Nicolas Cage), medico e padre modello, che ama tagliarsi il prato da solo e
fare jogging mattutino con il berretto in testa, sogna di guidare la sua Harley
Davidson e ritiene Purple Rain una canzone che parla di paternità. Peccato che
Brian si trovi nel film sbagliato, perché in Inconceivable si parla quasi solo
ed esclusivamente di maternità, amicizie femminili e come da titolo “problemi
di concepimento”: motivo per cui il nostro eroe e “pure sua madre”,
interpretata qui addirittura da Faye Dunaway, staranno per la maggior parte
della narrazione fuori di scena. Avremmo voluto passare più tempo con Brian che
tutto felice taglia il prato di casa con il suo trattore e invece i riflettori
sono puntati sulla moglie di Brian Angela (Gina Gershon), donna sulla
quarantina, mora, madre della piccola Cora e con tanta voglia di avere altri
figli. Un giorno Angela incontra un nuova amica giovane, bionda, gnocca e appena
arrivata in città: Katie (Nicky Whelan), madre della piccola Maddy,
coetanea di Cora. Le due finiscono per caso nello stesso corso di ginnastica
madre-figlia gestito dalla scattante personal trainer Linda (la bellissima
wrestler Eva Marie) e da lì iniziano a fare pigiama party, corsi di ballo con
bambini, shopping con i bambini, compleanni con i bambini, le cene la
domenica con i nonni dei bambini e infine diventano inseparabili, come le loro
due figlie. Angela è medico come Brian e naturalmente è ginecologa, parla solo
di bambini, vuole un altro bambino o magari altri più bambini, oltre a Cora (che sembra le interessi di meno in quanto “ce l’ha già”), e li vuole a tutti i
costi, perché ama le famiglie allargate con tanti bambini, ma ha problemi di
concepimento di nuovi bambini, che la rendono perennemente infelice e frustrata
per il fatto di non poter più allevare personalmente in futuro nuovi bambini.
La soluzione sembra essere trovare una madre surrogata che porti in grembo
l’ovulo del suo nuovo bambino e dopo alcune vicissitudini Linda punta
fortissimo sulla sua nuova amica Katie, che essendo al momento spiantata e
disoccupata potrebbe fare pure la babysitter h24 per tutti i bambini,
dipingere in modo professionale la cameretta dei bambini con i disegni di
orsetti che tanto amano i bambini e magari pulire casa mentre lei è al lavoro,
a far nascere bambini di altre mamme. Angela si rivela una vera “amica” per
Katie insomma, anche se forse un po’ monotematica nell’ossessione constante dei
bambini. Ma la paga da mamma surrogata/baby sitter/arredatrice/colf pare
adeguata e la bionda accetta. La suocera Faye Dunaway è dubbiosa sul
piano di affidare alla nuova amica della nuora il suo futuro nipotino e
incalza: “Ma cosa sappiamo davvero di Katie? E se fosse una pazza
psicopatica? Ma lei lo vorrebbe davvero in grembo un nuovo bambino? Ma a lei
piacciono davvero anche i bambini di altri che devono crescere nella sua
pancia?” Lo scopriremo alla fine del film. Ma intanto Katie si insedierà
stabile nella casa dei Morgan, facendo di notte il bagno in piscina in topless
sotto gli occhi di un Brian casualmente nei paraggi, che per qualche istante
vorrebbe pure pensare a qualcosa di diverso dai bambini.
In questo film del 2017 ha gli stessi
occhi di ghiaccio di Natasha Henstridge in Specie Mortale, la biondissima e
super sexy attrice e modella australiana Nicky Whelan. Aveva già sollecitato,
nel ruolo di hostess, le attenzioni di un pilota di linea “potenzialmente
fedifrago” interpretato da Cage, nel thriller soprannaturale ultra-religioso
Left Behind, del 2014. Ma ora la tensione erotica tra i due può farsi più “bollente”, appunto perché non siamo più in un film ultra-religioso e…no, non è
vero e non voglio illudevi in quel senso…
Un thriller che magari colpirà maggiormente per le tematiche il pubblico femminile più sensibile alla questione “bambini”, ma dotato di alcuni spunti originali da “revenge movie”. Non è ovviamente A l’interieur di Bustillo e Maury, assomiglia se vogliamo di più a La mano sulla culla di Curtis Hanson, ma riesce a essere un filmetto gustoso anche solo per gli occhi magnetici della Whelan e per la grinta che come sempre quando serve sa elargire la Gershon. Le due sembrano molto affiatate nel portare insieme le bimbe alla festa dei nonni quanto nel cavarsi gli occhi con odio. Una bella amalgama. Spaesatissima Faye Dunaway, che sembra un po’ Valeria Fabrizi nella serie di Rai 1 Che Dio ci aiuti. La wrestler Eva Marie è purtroppo sotto sfruttata, anche perché riesce a dare corpo a un personaggio interessante e sensuale nei brevi momenti in cui è in scena. Evanescente “per motivi di trama” pure il nostro amatissimo Cage, che anche se sul finale sembra riprendersi un po’ dallo stato di torpore passivo in cui riversa, non riesce mai a mostrare nel film il suo “occhio della tigre”. La pellicola sul valore della paternità dei genitori divorziati che aspettano di vedere la loro bambina nel weekend, secondo il personaggio di Cage alla base della canzone Purple Rain di Prince, dovrà attendere un altro film. Un film da domenica pomeriggio, da gustare in caso salti la programmazione della Signora in giallo. Quando Cage esce di scena con la sua Harley Davidson dopo l’inizio del film, per ricomparire solo più tardi, vorremmo un po’ seguirlo e finire con lui in un’altra pellicola, ma Nicky Whelan non ci è affatto dispiaciuta.
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