Ci troviamo nel misterioso e
ipertecnologico Stato del Wakanda, il regno della mistica Pantera Nera. Il
principe T’Challa (Chadwick Boseman) è in fin di vita a causa di una malattia
di cui non aveva fatto parola con nessuno per molto tempo, mentre sua sorella
Shuri (Letitia Wright), una giovane e geniale scienziata, compie l’ultimo
tentativo di trovare per lui una cura genetica. Il tempo è contro di lei e il
paese deve affrontare purtroppo il lutto nazionale, con la madre di T’Challa,
la regina Ramonda (Angela Bassett), chiamata in breve tempo a ricoprire
momentaneamente il ruolo di reggente del paese e affrontare le prime sfide a
livello internazionale. Il grande segreto del vibranio, la rara fonte di
energia proveniente da un asteroide per il quale il Wakanda è diventata una
potenza ipertecnologica, è ormai stato svelato e da ogni parte del mondo le
nazioni organizzano delle missioni segrete in terra wakandiana, allo scopo di
impadronirsi del raro metallo. Il valore militare del generale Okoye (Danai Gurira)
e delle sue truppe riesce a respingere diversi di questi attacchi, ma la “fame
di vibranio” sale e la giovane scienziata Riri Williams (Dominique
Thorne), una autentica “piccola Tony Stark” riesce presto a realizzare un
rilevatore della prodigiosa fonte di energia, che spinge gli americani verso
una possibile nuova meta di estrazione, nascosta sotto le profondità oceaniche.
Questa caccia al tesoro arriva ai confini del regno sottomarino del sanguigno
Namor (Tenoch Huerta), sovrano di un popolo di uomini “mutati” con il colore
della pelle azzurro che vive in perfetta armonia con la fauna marina e ora sono
disposti ad attaccare con forza i nuovi invasori. I wakandiani sono stati
ritenuti “colpevoli” di aver portato dei nemici sul loro territorio e Namor pone
Shuri a un bivio: allearsi con loro per iniziare una guerra contro i popoli di
superficie o essere la prima nazione a soccombere per mano loro. Un Wakanda
sempre più vicino al caos ha ora bisogno che qualcuno diventi il nuovo sovrano
e campione del suo popolo. Serve una nuova “Pantera Nera” che dopo la scomparsa
di T’Challa ne erediti il ruolo e i mistici poteri. Ma per compiere il rito di
successione è necessario trovare da qualche parte nel mondo l’ormai estinta
magica erba a forma di cuore e, soprattutto, serve trovare qualcuno che abbia le
qualità adatte per diventare un eroe. La regina e la piccola Shuri nel
frattempo potranno contare su Okoye, la scaltra Nakia (Lupita Nyong’o), il
possente M’Baku (Winston Duke) e, forse qualche vecchio e nuovo amico. Il
Wakanda riuscirà a sopravvivere a questo difficile momento sviluppando buoni
rapporti con le altre nazioni, come voleva T’Challa, o deciderà di entrare in
guerra seguendo Namor e quello che sarebbe stato il sogno di un’altra celebre
Pantera Nera, il rivoluzionario Killmonger (Michael B.Jordan)?
Torniamo tra i colori, le musiche, la
tecnologia e il valore del popolo wakandiano, che abbiamo di recente visto
combattere con valore insieme a tutti gli altri supereroi Marvel contro la
minaccia interplanetaria di Thanos in Avengers: End Game, per la regia dei
fratelli Russo. Avevamo incontrato per la prima volta i wakandiani in un altro
film diretto dai fratelli Russo, Capitan America: Civil War, in un momento
storico per loro abbastanza “turbolento”, nel quale nella finzione
cinematografica era avvenuto l’omicidio del loro sovrano in carica e padre di
T’Challa, l’amato e saggio re T’Chaka (John Kani). Oggi, per un scherzo del
destino che ha voluto la prematura scomparsa dell’attore che interpretava
T’Challa, Chadwick Boseman, la realtà e la finzione vanno quasi a mischiarsi in
un modo particolarmente struggente. Perché se è vero che anche il personaggio
di Iron-Man è morto nella finzione cinematografica e lo stiamo “piangendo” già
da molti film, con il suo attore Robert Downey Jr che sta comunque benissimo,
Chadwick Boseman non c’è più per davvero ed è scomparso nel momento di maggiore
apice della sua carriera, quando è arrivato a essere uno dei giovani attori
più acclamati e amati. Si poteva forse scegliere per lui un sostituto,
soluzione dolorosa e avvenuta per l’ugualmente giovane, talentuoso e sfortunato
Andy Whitfield, interprete di Spartacus che fu cambiato dopo la scomparsa, ma
non prima che tutta la produzione del serial si fermasse per un anno, nella speranza
che lui riuscisse a sconfiggere il brutto male che lo affliggeva. Ryan Coogler,
regista del primo film dedicato interamente a Pantera Nera (nonché del
fortunato spin-off di Rocky, Creed, con interprete principale Michael B.
Jordan) ha deciso invece, anche su richiesta del grande pubblico che ha amato
la pellicola, che nessuno avrebbe sostituito Boseman. Black Panther era
un film di supereroi che immaginava un paesaggio africano accogliente, tra il
Disneyano Re Leone quanto la dolce commedia romantica Il Principe Cerca Moglie
di Landis con Eddie Murphy. Sapeva essere un film anche fortemente satirico e
politico, che stuzzicava il pubblico sui “doveri morali” di una nazione
tecnologicamente super avanzata (invertendo le parti di ricchi e poveri rispetto
allo scacchiere mondiale reale) e rappresentava personaggi immaginari, ma dai
contorni ideali non troppo lontani a leader afroamericani come Martin Luther
King e Malcom X. Era poi un film di pura Black-expoitation divertente, con un
cast ricchissimo ma divertito e divertente nel ruolo, pieno di auto veloci,
combattimenti, donne energiche e una bellissima, strepitosa colonna sonora con
il meglio del meglio degli artisti contemporanei tra Def Jem e Motown, soul e
rap. Black Panther era tante cose ma anche e soprattutto un magnifico
interprete come Boseman, dal volto ingenuo questo audace, dal sorriso luminoso
e gli occhi profondi, eroico quanto umano, capace di trasportarci dalla favola
alla politica attraverso l’eroismo. Dopo Spawn di Michael J White e Blade
di Wesley Snipes , il Black Panther di Bosenam aveva fatto davvero centro nel
cuore di molti bambini, afroamericani ma non solo, diventando una vera e
propria icona. E allora Wakanda Forever sceglie di non sostituire l’icona e
celebrarla attraverso gli altri personaggi in un percorso emotivo di
elaborazione del lutto che sa essere doloroso e malinconico anche al di là dei
ricchi colori, le musiche e le tute volanti, le lance retrattili e la super
tecnologia wakandiana. Angela Bassett trasforma la sua regina quasi in un
personaggio shakespeariano, in una delle sue migliori interpretazioni. Ramonda
combatte eroicamente le altre nazioni con la “diplomazia a tutti i costi”,
piange in silenzio, commette magari errori per rabbia, ma cerca con fatica di
tenere stretto il suo popolo, anche a costo di sembrare crudele. Shuri è
cresciuta troppo in fretta di colpo, come lo Spiderman di Tom Holland, con pari
genio e insicurezze. È una eroina acerba, minuta come il suo fisico esile ma
anche lei con delle unghie affilate e un grande sorriso. Anche Okoye ha
problemi con il suo personale viaggio dell’eroe e quasi abbandona la lancia di
in vibranio che ne faceva il Captain America wakandiano, rivelando il suo lato
più fragile e materno. In tutto questo dramma familiare, che si mischia presto
con delle incomprensioni che coinvolgeranno lo Shield (torna anche un Martin
Freeman sballottato tra lavoro e la sua ex moglie, nei panni di utile “linea
comica”) arriva il popolo di Namor, che come il Wakanda ha il vibranio e una simile
filosofia di vita, basata sul rispetto per il mondo naturale e la vita
spirituale. Il popolo di Namor ha già subito in passato la colonizzazione e ora
è giustamente guardingo e incattivito, meno disincantato davanti alla
possibilità di conoscere nuove nazioni per degli “scambi pacifici”. È un popolo
guardingo, spesso sordo al dialogo, ma al cui interno si possono trovare
persone che vogliono vivere in armonia anche con altri popoli, seppur “in
segretezza”. La nazione di Namor e quella di Ramonda ci appaiono con il
tempo sempre più simili, con pari qualità, dignità, misticismo e orgoglio. Il
Namor di Tenoch Huerta rimane felicemente fedele al personaggio nato sui
fumetti, dove è conosciuto con il titolo di “primo mutante”, con la sua
affascinante miscela di onore e spietatezza, cuore infranto e determinazione
d’acciaio, che ne fanno un comandante temibile quando un alleato difficile da
gestire. Le sue alette ai piedi sono rimaste dai tempi dei comics un po’
buffamente a “svolazzare nell’aria”, ma il suo popolo lo prende decisamente sul
serio e ha cucito su di lui una autentica “mitologia” (in un modo
“storicamente credibile”, come abbiamo di recente già visto in Marvel in un
cinecomic come Eternals), non dissimile al culto della Pantera Nera. Il film di
Coogler in questo incontro tra Namor e Wakanda parla quindi, pur con le dovute
virgolette, di “un confronto culturale” in un modo che evolve, in modo
organico, il discorso “politico“ alla base della prima pellicola, affrontato
diligentemente anche temi di multiculturalismo che riecheggiano nella nostra
quotidianità. Come nel primo film non mancano ovviamente inseguimenti e
combattimenti assortiti, tra moto veloci e auto invisibili, armature volanti (ma “etniche”) stile Iron-Man, esplosioni, arti marziali miste, insetti-jet e
scontri fratricidi. Il lato action è poderoso e realizzato in grande stile,
come in grande stile torna una colonna sonora da favola con il meglio della
black music. C’è ironia, ma per i motivi sopra descritti ce n'è molta meno
rispetto al primo film.
È un film nell’insieme complesso, di transizione, dal minutaggio anche poderoso. Un film che magari all’uscita della sala ancora stordisce e ci fa sentire ancora “troppo orfani” di Boseman, incerti se accettare la pur volenterosa nuova Pantera Nera e il nuovo scenario, comunque interessante e sfaccettato, che viene a dipanarsi per il futuro. È per un cinecomic di sicuro una direzione diversa e inaspettata, originale e non banale, che acquista magari più fascino ripensando al film dopo una bella dormita, magari apprezzandolo in streaming diviso in più parti una volta che sarà rilasciata. Pantera Nera non c’è più, ma nel mondo ci sarà sempre una nuova Pantera Nera, come nel cerchio della vita del Re Leone. Per ora questo pur malinconicamente ci basta, in attesa di nuove avventure, ma lo spettacolo e le idee nel frattempo non sono di certo mancate.
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