Karl è
un soldato che ha combattuto in quell'inferno di trincea urbana che è stata la
battaglia di Stalingrado.
Apro una
breve nota multi-mediale. Se vi appassiona lo scenario e il contesto storico vi
consiglio un bel paio di film, Stalingrad di Joseph Vilsmaier e Nemico alle porte di Jean-Jacques Annaud, se vi garba un videogame
d'annata sul tema mi pare ci fosse Call of duty: World at War, ma parlo di 12
anni fa ormai e... l'avete mai sentita Stalingrad degli Accept? E Stalingrado degli Stormy Six? Chiusa parentesi, procediamo.
Karl
è sopravvissuto al massacro di Stalingrado ma non è rimandato indenne, né
fisicamente né psicologicamente, ora si muove grazie all'aiuto di un bastone.
Condannato a non essere più un combattente attivo ma intenzionato a non fare
comunque la sua parte, Karl decide di sacrificare tutto se stesso,
offrendosi volontario per una sperimentazione scientifica che potrebbe cambiare
del tutto l'esito del conflitto. Karl, portato per giorni come un quarto di bue
sul retro di un camion, al buio e fumando sigarette, arriva in un istituto
sperduto nel nulla ghiacciato russo. Ci sono altre cavie umane come lui, con
indosso tute che richiamano quelle dei cosmonauti. Anni prima della gara allo
spazio c'è quindi da raccogliere, tra controspionaggio, propaganda e scienza,
una "diversa sfida" contro l'America: la formula dell'era atomica per
creare "uomini più forti". Ma nelle lussuose sale di controllo
la sperimentazione sta andando male, le cavie muoiono, le infermiere e i medici
sembrano brancolare nel buio ma insistono tra cocktail di siringhe con liquido
verde, esami continui, nuovi soggetti per i test. Se Karl sopravvivrà, sarà
forse un supersoldato. Per ora pare avere acquisito occhi di uno strano colore
(come da copertina) e sembra non avere più bisogno di muoversi con il bastone.
Ma quanto sopravvivrà? Finirà mica come la cagnolina Laika? Fine del primo
numero. Mannaggia, ne volevo di più!
K-11 è
un interessante fumetto, dall'aria molto "comics" impreziosita dal
colore e formato (la copertina mi ha invece trasmesso quel sapore preciso del
XIII di Vance), che pesca bene dalla Storia e dalla fanta-storia. Ricrea lo
scenario di trincea (ma si parla più propriamente di "zemlyanka" se
preferite), armi, uniformi e tattica. Approfondisce ed estremizza le
ricerche scientifiche che effettivamente all'epoca qualcuno aveva iniziato, fa
riferimento a precisi apparati burocratici esistenti, trasuda amore per
l'argomento da ogni pagina e non dimentica di dare voce a un personaggio tragico,
titanico, a suo modo "rotto", ma non per questo stanco. Come nelle
partite di Basket di Inuoe, in K-11 Casali infonde un'anima
("action") precisa, che punta a descrive nei mille dettagli visivi ed
emotivi il "presente", ci cala nei fatti con un narrazione
asettica, con la trama di fondo che rimane sussurrata. Forse pure troppo. Sarà
una storia alternativa in cui un supereroe tipicamente
"americano" viene riletto in un contesto culturale diverso, come in
Red Son di Mark Millar? Avrà il sapore delle trame di spionaggio e
controspionaggio imbevute qualche volta e volentieri di Storia come in XIII di
Vance e Van Hamme (ma anche come ne Lo Sconosciuto di Magus, che Bonelli ha
deciso di far "rivivere" con una serie di cui parleremo presto e di
cui il primo cartonato)? Sarà una ultra action e ultra splatter corsa agli
armamenti "in salsa superumana" come in Uber di Kieron Gillen per i
pazzi di Avatar Press (Karl "a prima vista e con il beneficio del
dubbio" mi ricorda un po' il personaggio di Siegmund)? Continuerà (immagino molto probabilmente, da quanto ho sentito alla conferenza lucchese) la
linea di approfondimento della fantascienza storica a 360 gradi, magari con
"proseguimenti inediti del conflitto" da qui a Fatherland di Harris,
che ci porterà magari a vedere realizzate cose come i progetti segreti della
Luftwaffe (come tra gli altri gli aerei a "disco volante" visti un
celebre videogame della Lucasarts del passato: Secret weapons of The
Luftwaffe)? Sarà qualcosa di completamente diverso? Non lo so e
questo, se da un lato mi riempie di curiosità per la bontà generale di quanto
già letto, per cornice, senso dell'azione e caratterizzazione (per lo più
grafica) dei personaggi, di contro mi impedisce di andare oltre fino almeno al
numero 2.
A meno
che l'autore non riesca a rispondere a un paio di domande stringenti, da
accogliere per ora come promesse future.
Domande
possibili che vengono direttamente dai nostri collaboratori interni più
irresponsabili. E allora, come direbbe Barbara D'Urso: "Lanciamo le sei
sfere". Nella speranza magari che l'autore, magari in futuro o con i
prossimi numeri, giochi con noi nel trovare delle risposte a questi
quesiti.
1) Puoi
dirci qualcosa sulla periodicità di K-11? Esiste una data di uscita del numero
2? (domanda chiesta da precisetto99)
2) Tra
tutte le ipotesi che abbiamo scritto qui sopra circa il modo in cui può
articolarsi la storia, ci abbiamo preso almeno una volta? Se vuoi puoi fare il
vago e il misterioso. (Domanda di Talk0).
3) Ci
saranno scene zozze? Splash-pages fatte di scene zozze? (domanda chiesta da
utente anonimozozzo69)
4) Ci
saranno mostri che si trasformano ed esplodono e si smembrano e si
ri-trasformano in mostri che esplodono? (domanda chiesa da ugodepresso77)
5) Ma
quanto sono approfondite le vostre ricerche sulla Russia della seconda guerra
mondiale? Avete usato per le armi qualche libro di testo documentato? (domanda chiesta da Verocagacazzo73).
6) Avete
scritto un fumetto che sicuramente saprà stupirmi oggi come ai tempi in cui ho
letto all'uscita il numero 5 di Dylan Dog, Gli uccisori di Sclavi? (domanda di
malinconicononpretenziosopassivoaggressivo76).
Seguiranno
aggiornamenti.
Talk0
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