"La
vuoi vedere?" Con questa frase, un sorriso invitante e un fisico da far
invidia a una trentenne, Teresa (la sempre bellissima Tosca d'Aquino), moglie
di un piccolo ma onesto imprenditore edile napoletano, sembra suggerire al
consorte, Gennaro Parascandolo (Vincenzo Salemme), future e strepitose
evoluzioni erotiche. In realtà quella che vorrebbe fargli vedere è una
gigantesca fontana in marmo (arrivata nel loro appartamento non si sa come),
la "bomboniera" che vorrebbe dare in dono al futuro suocero, l'assessore
Cardellino (Francesco Paolantoni), per ringraziarlo della partecipazione al grandioso compleanno da 150 invitati che sta
organizzando per la figlia Mirea (Mirea Flavia Stellato) sul terrazzo del
condominio dove vivono. Questo evento da "un paio di pizzette in terrazzo
con due amici" sta decisamente diventando qualcosa di ingestibile e il
povero Parasole sta "uscendo pazzo". Già il fatto che la figlia
frequenti quel fesso di Bebè Cardellino (Andrea di Maria) non gli piace,
perché da imprenditore onesto non vuole far pensare a nessuno che diventi un
arricchito e trovi lavori per via delle raccomandazioni del potente genitore.
Ma la moglie Teresa ormai si sente parte della alta società bene e non vuole
sentire ragioni: la festa dei diciotto anni di Mirea sarà l'ingresso dei
Parascandolo nel circolo di quelli che contano. E per fare parte del club che
cosa sarà mai regalare all'assessore una fontana in marmo? Cosa costerà mai
chiamare a cantare tanti auguri il mitico James Senese (interpretato da James Senese stesso!! Il mito!!)? Cosa costerà ingaggiare dei cuochi professionisti?
Un abito per la padrona di casa da festa degli Oscar? Bloccare un palazzo e un
parcheggio? Troppo, ecco cosa costerà tutto questo compleanno. Troppo. E la
fontana - bomboniera sembra il meno. Anche dovere interagire per
coordinare i lavori con il "secondo portiere" dello stabile, Lello (Massimiliano Gallo), un bravo ragazzo non troppo sveglio, diventa per
Parascandolo un problema che non fa che sommarsi ad altri problemi, ma ecco che
arriva a bloccare tutto "il problema dei problemi". Don Giovanni
Scamardella (Nando Paone), il coinquilino del piano di sotto nonché padre
della isterica del palazzo, Lucia (Iaia Forte), di colpo muore. È lo stesso
Parascandolo a scoprirlo per caso prima che arrivino ambulanza, pompe funebri e tutto il resto. L'assessore per una cosa scaramantica sua non presenzia a eventi che si tengono in posti dove ci sono dei morti e non deve assolutamente
sapere nulla. Il prete locale (Giovanni Cacioppo), famoso per imbucarsi alle
feste ore prima per spazzolare tutte le pizzette, è d'accordo per far figurare
solo a festa avvenuta che nel palazzo c'è un morto. Lucia terrebbe la
bocca chiusa, ma solo se Parascandolo, di cui da sempre è segretamente innamorata,
si concedesse a lei. Andrà in porto questa "festa esagerata"?
Tratto,
come molte delle sue regie, da un suo spettacolo teatrale, l'ultimo film
scritto, diretto e interpretato da Vincenzo Salemme è una divertente farsetta
degli equivoci, leggera leggera, ideale per passare un'oretta e poco più in
totale spensieratezza. La trama è semplice e geometrica quanto basta, anche se
presenta un risvolto finale che per me funzionerebbe meglio a teatro che al
cinema, tutto passa leggero e tranquillo. Gli interpreti sono spiritosi e molto
reattivi ai meccanismi comici, perché del resto sono in gran parte
"ciurma" con cui è solito lavorare il regista napoletano. Tosca
d'Aquino, di cui ricordo con affetto una parte ultra-sexy a inizio carriera, in
Kinski Paganini con Klaus Kinski, non ha perso un grammo di una sensualità
esplosiva per troppo, troppo tempo nascosta e mortificata in ruoli comici da
"personaggio logorroico e rompialle" (come spesso sotto
Pieraccioni), che davvero non le hanno reso giustizia. Salemme ha sempre visto
invece questo potenziale, fin dallo strip tease in cui la fa esplodere nel
romantico Volesse il cielo! e anche in questa ultima pellicola, che
arriva 16 anni dopo, Tosca è ancora ultra sexy. Salemme la contiene, così anche
se le forme di Tosca tendono sempre ad esplodere dagli abiti (dimostrando un
fisico ancora invidiabile) le mille allusioni con cui si esprime il personaggio
di Teresa alla fine cadono nel nulla (come l'invito all'assessore di "fare
tutto quello che vuole nella sua camera da letto"), ma si ridà un po' di
giustizia a quello che è uno dei più clamorosi casi di attrice sexy mancata.
Anche laia Forte, che ricordo bene ai tempi del tenero I buchi neri di Pappi Corsicato e nel dolcissimo Luna e l'altra di Maurizio
Nichetti (regista che se non fossimo in Italia sarebbe venerato quanto e più
di Guillermo del Toro) si ritrova qui ancora molto sexy, in una parte da
psicopatica dark/vicina di casa surreale, estrema e quasi inquietante.
Massimiliano Gallo e Salemme funzionano molto bene come coppia comica, si
rifanno ai meccanismi più tipici e risaputi della farsa ma lo spettacolo è
sempre divertente. La regia pecca del solito problema che affligge il Salemme
regista cinematografico: la troppa aderenza al Salemme regista di teatro. I due
linguaggi si sovrappongono, ma i due media hanno un respiro e ritmo diverso che
il regista napoletano non sempre azzecca. Ma è comunque un peccato veniale su
cui i suoi fan possono tranquillamente chiudere un occhio.
Una
festa esagerata è un film divertente per chi apprezza la comicità di
Francesco Salemme ed è contento di andarlo a vedere al cinema. Salemme coccola
i suoi fan mettendo in scena la sua classica farsa ben oliata, garbata e tutto
sommato innocua. Non si eccede in volgarità, non si eccede in satira di costume, non si eccede in introspezione. Ci si diverte senza pensieri, cosa che come
punta a fare ogni "farsetta", come il Natale da Chef di Massimo
Boldi. La farsa è una messa cantata, simile a se stessa da secoli ma in grado
di divertire chi vuole divertirsi con i suoi meccanismi semplici, ben noti e
reiterati. Gli equivoci nel rapporto di coppia o in quello padri/figli, le
piccole truffe a fin di bene, le "corna" paventate o ricercate, i
piccoli giochi di potere con la fascinazione per le figure politiche,
l'idealizzazione (più che la pratica) della sessualità, i buoni sentimenti che
alla fine prevalgono su tutto .
Non
aspettatevi quindi rivoluzioni registiche o temi scottanti al di là del solito
"pacchetto completo". La Napoli di Salemme è un bel posto dove
splende il sole, popolata di persone per bene e di qualche mariuolo per lo più
innocuo. Sentitevi "a casa", rilassatevi e divertitevi. Se il teatro
e il cinema di Salemme non incontra i vostri gusti per struttura, temi e humor,
che forse ritenete troppo "classici", quest'opera di certo non vi
farà cambiare idea; ma passa veloce e qualche risata (magari controvoglia)
saprà comunque tirarvela fuori.
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