Non molto tempo fa diedero in mano a Brad Peyton un
disaster movie su un elicottero che cercava di salvare la sua famiglia (e
sporadicamente il resto della popolazione) dal drammatico distaccamento di una
nota faglia che riguarda il continente americano. Il film si chiamava San
Andreas e deluse molto chi si aspettava per un attimo di vedere al cinema la
trasposizione di un noto capitolo della saga videoludica del Gran Ladro d'auto
della Rockstar Games. Poi però ebbe un incredibile successo. Perché Peyton
aveva una grande idea alla base del progetto: prendere un action-hero dal corpo
gigantesco come The Rock e infilarlo in un piccolo elicotterino per quasi tutta
la durata del film. La gente era incuriosita su come effettivamente potesse The
Rock muoversi su un sedile piccolo piccolo che lo faceva sembrare un adulto a
cavalcioni di una giostra per bambini.
L'idea comunque piacque molto, così per un nuovo
disaster movie in uscita per il prossimo luglio, Meg, che da noi
arriverà con l'originale titolo di Shark - il primo squalo (perché il titolo originale probabilmente avrebbe deluso chi si aspettava in
sala una biografia di Meg Ryan), anche il nerboruto Jason Statham sarà per
molto tempo alla guida di cockpit molto piccoli (di elicotteri,
mini-sottomarini e roba varia).
Ma dietro al ruolo dell'elicotterista in San Andreas
c'era molto di più che "spazi ristretti per muscoli troppo grandi".
C'era un idea forte: far percorrere a The Rock il cammino cinematografico
dell'eroe impegnato che anni prima aveva già percorso Steven Seagal con Inferno
Sepolto: impersonare un eroe che per vivere svolge un lavoro improbabile per un
action hero.
Così dopo il mitico burocrate - eroe
di Seagal, Jack Taggart dell'EPA, l'agenzia per la protezione dell'ambiente,
Dwayne Johnson è pronto a vestire i panni di Davis Oyoke, un
"primatologo". Cioè un tizio che studia il comportamento delle scimmie
tipo Sigurney Weaver in Gorilla nella nebbia. Solo che mooooooooooooooolto più
credibile. Il nostro Rock preferito sarà così alle prese con un Gorilla Albino
di nome George, impersonato con il motion capture di lusso Weta (Signore degli
anelli, King Kong, l'ultima trilogia del pianeta delle scimmie) da Jason Liles,
che ha già interpretato digitalmente il corpo di Ryuk (la "voce"
era di Dafoe) nel Death Note di Netflix (che non ho ancora visto non avendo
Netflix, ma di cui mi dicono tutti un gran male, e spero non per colpa di Liles). Quindi The Rock gira Gorilla nella nebbia, dramma sulla
comprensione uomo-animale girato in qualche amena oasi WWF protetta? Più o
meno, anche se Rampage richiama di più l'atmosfera della WWF del Wrestling,
mettendo in scena scontri finti tra colossi che si picchiano tra di loro. Solo
che detti colossi sono mostri giganti (tra cui lo scimmione albino George,
mutato e reso enorme da spietati esperimenti governativi illegali su cui The
Rock indagherà) che si picchiano nel centro di una città americana
perfettamente ricostruita per essere perfettamente distrutta, seguendo grosso
modo il "canovaccio" di un per lo più dimenticato videogame della
defunta Midway Games del 1986, che per l'appunto si chiamava Rampage. Se con San
Andreas Brad Payton andava per un attimo a illudere i fan di Gran Ladro
D'auto, con Rampage arriva proprio a far incazzare lo storico regista di
filmacci Owe Boll, che più di recente del 1986 aveva girato già tre film con il
nome branderizzato di Rampage (che in fondo significa in
inglese "furia", andando bene anche come titolo per un film con
Vincenzo Salemme... tipo "Rampaaagne!!"mi immagino). Boll è
incazzatissimo come sempre e già mi immagino che parta presto per proporre a
Peyton di volerlo sfidare in un incontro di pugilato, come è solito fare per
sconfiggere i suoi nemici più spietati (i critici cinematografici). Ma alla
fine cos'era 'sto Rampage della Midway del 1986? Questa roba qua...
Dopo tre minuti di mostri che abbattono palazzi e
mangiano omini vi assicuro che diventa una palla assurda. Ma che altri giochi
erano usciti nel 1986? Era questo il top del gaming? Beh, il 1986 era in fondo
l'anno di Out Run, di Zelda, di Castlevania, di Arkanoid, di Bubble Bobble, di
Defenders of The Crown, Wonder Boy, Ikari Warriors, Dragon Quest... in sala
giochi iniziavano a farsi le code dietro a dei capolavori assoluti
dell'intrattenimento videoludico del domani e a casa (per lo più dei giappi,
ma pure Commodore e Spectrum avevano le loro carte da giocare) iniziava a
girare roba da paura.
Rampage no. Rampage nei posti che bazzicavo era sempre
senza fila, dimenticato in un angolo impolverato a fianco di Dragon's Lair (che costava un botto e per lo più era "spiato" da lontano). Era un
po' una poverata senza storia e senza futuro. Sceglievi un mostro tra un uomo
lupo, un lucertolone o un Gorilla e facevi punti tirando giù palazzi e
soldatini. E basta. Forse è l'idea stessa di impersonare un mostro gigante,
lento e ultra-distruttivo a non aver mai suscitato su di me e su tutte le
persone che ho incontrato nella mia vita un particolare fascino. Se sei enorme
in un videogame tutto il resto è grande quanto zanzare e le zanzare non le ho
mai trovate troppo divertenti. Nel gioco non fai che schiacciare zanzare e poco
altro il divertimento non mi hai conquistato troppo anche se il chara design
era carino, anche se gli omini erano buffi. Comunque Rampage di Midway ha
prosperato per anni e anni, reinventandosi a dire il vero molto poco di titolo
in titolo, ma piacendo a un sacco di gente, gente che non conosco, fino a che
qualcuno ha deciso di farci un film. Questo film, cavalcando l'onda dei film
sui mostri giganti che tanto piacciono in questi tempi. San Andreas di Peyton
era divertente, fracassone, indovinava due o tre scene pur essendo abbastanza,
drammaticamente, "stupidino". Qui mi attendevo la stessa solfa
in fondo, e non sono arrivato troppo lontano alla fine. Però come tamarrata è
una tamarrata che si lascia vedere. Tanto assurda quanto divertente, un c-movie
stile Syfy channel, ma ultra pompato e irresistibile nel suo essere seriosamente
auto-ridicolo. Un fumettone (nel senso più buono, indulgente e
ingenuo del termine) davvero divertente. Puro trash, adatto solo se amate
/ sopportate il genere al punto da non sentirvi truffati dopo la visione per
due ore di un film su uno squalo a sei teste. Roba da apprezzare se ubriachi,
roba genuinamente sgangherata.
Lasciate da parte il nuovo King Kong, Godzilla, Pacific
Rim e state con i pieni ben piantati per terra in una ipotetica seconda serata
su "Cielo" per il ciclo "Mostri e catastrofi". C'è qui tutto
il pacchetto del "film di merda low budget". Attori anche
interessanti e bravi che compaiono in due scene per poi sparire (Joe
Manganiello, Breanne Hill). Personaggi ultra - sopra le righe e senza senso (Jeffery Dean Morgan che per tutto il film va in giro con cinturone da cowboy
con pistola argentata senza un perché). Dei cattivi che vogliono conquistare
il mondo scemissimi a capo di un "palazzo dei cattivi" di 80 piani
rigorosamente vuoto (la risolutissima e fumettistica Malin Akerman e un tizio
che fa il suo fratellino scemo). Un love interest per il protagonista dal
passato non sviluppato e competente "in roba tecnologico / scientifica" varia (Naomi Harris). E poi ci sono le scene con i mostri, che per
quanto gradevolissimi e quasi ben realizzati (oggettivamente l'unico selling
point per l'home video) si muovono in ambienti amorevolmente posticci e fasulli
senza dare mai l'impressione di esistere davvero per un minutaggio
rigorosamente ridotto e per una spettacolarità depotenziata del 70%. E poi i
militari "generici", che in ogni film di merda sui mostri a basso
budget non possono mancare mai, sempre con la fissa di sparare per primi, di
tirare bombe e di far volare in cielo il solito aereo fatto a trapezio che
sgancia le atomiche. E infine la nota sensazione che in tutto il mondo ci siamo
solo sei persone che interagiscono tra di loro e che alcuni recitano più ruoli
vestendo vestiti diversi. Ma lo ripeto, questa è tutta roba che il film vuole
fare con determinazione, rigore e un rispetto dei topoi classico/orribili quasi
maniacale. Anche perché gli effetti speciali, la fotografia e la confezione non
è libera quanto un film sul barracuda volante qualsiasi. E poi c'è The Rock che
vuole fare il suo Gorilla nella nebbia. Per me è il punto più riuscito di tutto
il pacchetto in fondo.
The Rock interpreta il primatologo medio: un tizio che
sa pilotate elicotteri d'assalto, ha un file da agente blackops impegnato in
questioni internazionali, è esperto di sopravvivenza, scalata estrema, uso di
armi pesanti in zone di guerriglia, diplomazia e tattica, con un paio di esami
dal dottorato in fisica neuro-biologica e medicina impossibile. In più parla
con i Gorilla attraverso un linguaggio dei segni fluidissimo che rasenta il
contatto diretto neurale per velocità di comprensione. Questo trasforma il film
in alcuni momenti quasi in Figli di un Dio minore. Avete presente?
Immaginate in locandina The Rock che arruffa i capelli
di una scimmia gigante
Il rapporto tra il nerboruto personaggio di The Rock
con la scimmia albina George ha radici profonde che ci vengono narrate in molto
più tempo di quello che desidereremmo assistendo a una pellicola sui mostri
giganti. I due scherzano, riflettono sul loro posto nella comunità e nel mondo, gestiscono fraternamente i conflitti inter/specie, scherzano come due liceali
un po' scemi. E credetemi è bellissimo, perché The Rock ha una naturalezza e ingenuità fanciullesca incredibile nel parlare con quello che è in fondo un
tizio in calzamaglia che grugnisce.
E il tizio a quattro zampe è bravo da sembrare una
scimmia albina gigante vera, con buona pace del dinosauro e del lupo, che sono
forse troppo abbozzati. George e The Rock sono un team e sono amici che si
danno il pugnetto dopo aver detto una battuta divertente, che sottolineano nei
gesti i concetti di "famiglia", "amici", "tu mi hai
salvato non io", con una veemenza a cui era arrivata solo la Disney in
Lilo e Stich. Si vogliono bene e noi gli vogliamo bene, così che patiamo un po'
il momento in cui George per via di uno strampalato artificio di sceneggiatura
deve diventare cattivo e può salvarsi solo se assume una speciale variante di
un antidolorifico da banco famoso in compresse ricoperte di gelatina
rossa. Ci piacciono The Rock e George anche perché il loro è un rapporto
paritario. Non è che l'action hero samoano usi il suo amico per spostarsi o per
affrontare gli altri mostri (risvolto narrativo davvero inaspettato). Ognuno
fa il suo. George con stazza e pugni. The Rock con elicotteri, jeep, pistole e
granate che trova lungo la strada come in un videogame. Fratelli. Se vivessimo
nel mondo dominato dalle scimmie del pianeta medesimo, Rampage sarebbe il
blockbuster estivo e avrebbe sessanta seguiti. Cesare avrebbe approvato.
E chi sono io per non dare a Cesare quanto è suo? In
sintesi. Rampage è un interessante film c-movie ad alto budget fatto con tutti
i crismi dei film brutti per vocazione. È divertente, sganascione,
assolutamente innocuo e non sovversivo per andare bene pure a un pubblico di
scuola primaria e fila via senza sosta accumulando scene senza senso e buchi di
sceneggiatura "voluti". In una scena clou Rock deve salire un palazzo
di ottanta piani, ha un elicottero che potrebbe atterrarci sopra ma lo
parcheggia al piano terra per fare tutto a piedi. E di scene così il film è
pieno. Il film trolla sapendo di trollare. A chi giova tutto ciò? A me che sono
riuscito a divertirmi. Ma voi sarete altrettanto coraggiosi? Riuscirete a
sospendere la vostra incredulità come una motosega riesce a dividere in due uno
squalo volante?
Talk0
Giudizio sintetico: una stronzata così tamarra da
risultare quasi simpatica, ma comunque una stronzata.
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