giovedì 18 novembre 2021

My hero Academia World Heroes Mission: la nostra recensione

 


In un mondo in cui l’80% della popolazione dispone di un superpotere definito “quirk”, una setta di fanatici chiamata Humarise programma una serie di attentati con armi biologiche destinate a colpire i soli “super”. Tutti i supereroi “professionisti” del mondo, compresi i ragazzi tirocinanti della Accademia del preside All Mighty sono in prima linea per sventare questi attacchi e la soluzione finale al problema potrebbe arrivare dal contenuto di una misteriosa valigetta, di cui si è impossessato un ladruncolo di nome Rody. Presto Midoriya, Bakugo e Todoroki si imbattono nel ragazzo, ma per salvare il mondo dovranno affrontare un esercito di adepti di Humarise, tra le cui fila militano anche dei terribili villain, possessori di superpoteri che si sono votati al crimine. 


La brillante e seguitissima serie manga a tema “supereroistica” My Hero Academia, scritta e disegnata da Kohei Horikoshi dal 2014 e nel 2016 diventata anche una serie anime prodotta da Bones, con World Heroes Mission arriva al suo terzo film animato destinato al grande schermo. Un’occasione ghiotta per ammirare su schermo gigante uno spettacolo pirotecnico sullo stile delle pellicole Marvel, pieno di inseguimenti, eroismo, esplosioni, umorismo ed effetti speciali. Anche se a dire il vero My Hero Academy ha da sempre prediletto un approccio narrativo quasi intimista, dove “i botti e le botte” arrivano, ma solo a corollario di un racconto di amicizia, inclusione, spirito di sacrificio. World Heroes Mission parte “enorme”, con tutto il mondo sotto attacco e i super impegnati ad accorrere in ogni dove per soccorrere i civili in una infinita corsa contro il tempo. Le scene d’azione sono succulente, piene di inquadrature dinamiche e coloratissime, con Midoriya che volteggia tra i palazzi come Spider-Man, Bakugo che distrugge tutto con le sue esplosioni e Todoroki che surfa come l’uomo ghiaccio. Anche se in piccole apparizioni di pochi secondi compare quasi tutto il cast di eroi di My Hero Academia (molti rimangono però un po’ ingiustamente in panchina a fare da spettatori) e vederli interagire tutti insieme è davvero fico, emozionante. Si segnala una villain con il potere di lanciare frecce intelligenti, che diventa il motore di sequenze davvero spettacolari. Poi però il racconto vira su Rody e Midoriya, diventa quasi un road movie, tornano centrali temi classici della serie come la diffidenza verso chi ha i super poteri, la difficoltà di fidarsi degli altri, le fragilità insite in un contesto familiare spesso complicato. Molti più superproblemi che supereroi, per citare Stan Lee, in una formula che comunque piace al pubblico di riferimento. Anche se qualche volta si vorrebbe che i riflettori passassero da un eroe empatico e super positivo come Midoriya a quel matto nichilista di Bakugo o sul più riflessivo e “tormentato” Todoroki. Per “esigenze di trama”, anche perché i film vanno ad incastrarsi nella continuity della serie a fumetti (in questo caso siamo nell’arco narrativo in cui Midoriya lavora sotto il padre di Todoroki), anche in questa terza pellicola mancano alcuni “pesi massimi”, come i villain più famosi in favore di personaggi nuovi, è il lungometraggio è sostanzialmente “autoconclusivo”. Il “cattivone” della nuova pellicola non risulta forse molto a fuoco e tutta la storia della “setta pro umani” poteva essere più articolata, la parte drammatica più contenuta. In due scene c’è Bakugo che letteralmente manda la trama “avanti veloce”, sospendendo le lungaggini  verso le scene d’azione e noi da spettatori siamo con lui al 100%. 

Colorato e divertente, il nuovo film di My Hero Academia non scontenterà i fan della serie, anche se in qualche parte appare un po’ stiracchiato sul lato narrativo. Davvero ottime alcune scene d’azione. 

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