In un mondo in cui l’80% della
popolazione dispone di un superpotere definito “quirk”, una setta di fanatici
chiamata Humarise programma una serie di attentati con armi biologiche
destinate a colpire i soli “super”. Tutti i supereroi “professionisti” del mondo,
compresi i ragazzi tirocinanti della Accademia del preside All Mighty sono in
prima linea per sventare questi attacchi e la soluzione finale al problema
potrebbe arrivare dal contenuto di una misteriosa valigetta, di cui si è
impossessato un ladruncolo di nome Rody. Presto Midoriya, Bakugo e Todoroki si
imbattono nel ragazzo, ma per salvare il mondo dovranno affrontare un esercito
di adepti di Humarise, tra le cui fila militano anche dei terribili villain,
possessori di superpoteri che si sono votati al crimine.
La brillante e seguitissima serie manga
a tema “supereroistica” My Hero Academia, scritta e disegnata da Kohei
Horikoshi dal 2014 e nel 2016 diventata anche una serie anime prodotta da
Bones, con World Heroes Mission arriva al suo terzo film animato destinato al
grande schermo. Un’occasione ghiotta per ammirare su schermo gigante uno
spettacolo pirotecnico sullo stile delle pellicole Marvel, pieno di
inseguimenti, eroismo, esplosioni, umorismo ed effetti speciali. Anche se a
dire il vero My Hero Academy ha da sempre prediletto un approccio narrativo
quasi intimista, dove “i botti e le botte” arrivano, ma solo a corollario di un racconto di amicizia, inclusione, spirito di sacrificio. World Heroes
Mission parte “enorme”, con tutto il mondo sotto attacco e i super impegnati ad
accorrere in ogni dove per soccorrere i civili in una infinita corsa contro il
tempo. Le scene d’azione sono succulente, piene di inquadrature dinamiche e
coloratissime, con Midoriya che volteggia tra i palazzi come Spider-Man, Bakugo
che distrugge tutto con le sue esplosioni e Todoroki che surfa come l’uomo
ghiaccio. Anche se in piccole apparizioni di pochi secondi compare quasi tutto
il cast di eroi di My Hero Academia (molti rimangono però un po’
ingiustamente in panchina a fare da spettatori) e vederli interagire tutti
insieme è davvero fico, emozionante. Si segnala una villain con il potere di
lanciare frecce intelligenti, che diventa il motore di sequenze davvero
spettacolari. Poi però il racconto vira su Rody e Midoriya, diventa quasi un
road movie, tornano centrali temi classici della serie come la diffidenza verso
chi ha i super poteri, la difficoltà di fidarsi degli altri, le fragilità
insite in un contesto familiare spesso complicato. Molti più superproblemi
che supereroi, per citare Stan Lee, in una formula che comunque piace al
pubblico di riferimento. Anche se qualche volta si vorrebbe che i riflettori
passassero da un eroe empatico e super positivo come Midoriya a quel matto
nichilista di Bakugo o sul più riflessivo e “tormentato” Todoroki. Per
“esigenze di trama”, anche perché i film vanno ad incastrarsi nella continuity
della serie a fumetti (in questo caso siamo nell’arco narrativo in cui
Midoriya lavora sotto il padre di Todoroki), anche in questa terza pellicola mancano alcuni “pesi massimi”, come i villain più famosi in favore di
personaggi nuovi, è il lungometraggio è sostanzialmente “autoconclusivo”. Il “cattivone” della nuova
pellicola non risulta forse molto a fuoco e tutta la storia della “setta pro
umani” poteva essere più articolata, la parte drammatica più contenuta. In due
scene c’è Bakugo che letteralmente manda la trama “avanti veloce”,
sospendendo le lungaggini verso le scene d’azione e noi da spettatori
siamo con lui al 100%.
Colorato e divertente, il nuovo film di My Hero Academia non scontenterà i fan della serie, anche se in qualche parte appare un po’ stiracchiato sul lato narrativo. Davvero ottime alcune scene d’azione.
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