Manca pochissimo alla messa in onda della serie di
Lupin ambientata in Italia, quella che sarà ricordata per la nuova "giacca
blu". Una coproduzione da sogno tra lo storico studio TMS e La società
milanese del "Biscione" che permetterà al nostro paese di essere il
primo al mondo a godere di questo anime.
Dalle prime immagini il celebre antieroe di Monkey
Punch sembra davvero in ottima forma e pronto insieme al suo team a compiere le
imprese più temerarie. Riuscirà Zenigata a catturarlo? Ma soprattutto temiamo
la risposta a una domanda, che già ci pesa come un macigno gigantesco.
Riuscirà il ladro gentiluomo a passare sotto le forche Caudine di Mediaset e
uscirne integro? Ci sarà stata coordinazione o dovremo assistere all'orribile
spettacolo delle forbici della censura italiota, che già in passato hanno
deflorato questa serie, una serie dai toni adulti, per renderla meno traumatica
e accessibile alle platee dei minori nella fascia del primo pomeriggio? È vero
che il passato è passato, le recenti avventure di Lupin sono arrivate su
Mediaset Italia 2 integre. Ma la nuova collocazione di orario, in prima serata
su Italia 1, un po', da paranoici, ci spaventa. E autentico terrore ci
trasmette pure la nuova sigla voluta dalla produzione italiana...
Una sigla che colpisce decisamente al cuore, per citare
il testo. Ma da farci infartare! Cantata da Moreno. Portavoce della ricchissima
schiera dei rapper italiani con difetti di pronuncia. Uno strano mitologico
figuro defilippiano che per scelta dei testi appare quale adepto di una
corrente, spero esigua, di "rapper per bambini". Perché Adam Kadmon
non ci ha preparati a questo? Fanno davvero più paura gli illuminati dei rapper
per bambini? Ve lo immaginate il futuro pieno di cinquenni e seienni di oggi
fan di Moreno alla guida del Paese? Moreno, che già mi ha infartato una volta
con l'esistenza di un suo pezzo alla fine di Big Hero 6. Non vi ho ancora
parlato di Big Hero 6, che è bellissimo, perché ogni volta mi scontro con
l'esistenza del suddetto pezzo e cado in catatonica depressione. Roba che per
chi segue il rap originale nato negli USA, dalle forti connotazioni
adulte, ideologiche e sociali è una bestemmia in chiesa.
C'è chi si è ribellato, chi ha scritto e fatto
petizioni. Ma Moreno ce lo cattiamo e amen. Avrei quasi preferito un revival
della misconosciuta, rara e leggendaria, orribilerrima sigla scartata a opera
dei Cavalieri del Re più sottotono di sempre:
Certo, la sigla di Moreno, come di recente dichiarato
dall'autore Giorgio Vanni, non può piacere a tutti. Ma a chi può piacere? Spaccati di analisi profonda dei personaggi come "Goemon non ride ma è
forte" e le "siga storte" per definire Jegen. metrica arrancata
e accelerata (come nella spaventosa strofa su Zenigata) e i classici
luoghi comuni Stato, Mafia, Calcio, Spaghetti e Mandolino in una auto-presa-per-il-culo-del- nostro-paese (il
patentino da rapper sociale?). Forse piacerà ai giovani.
Ma tiriamo innanzi.
Vediamo positivo! Magari al nono ascolto non ci
penseremo più e poi non è "tutto qui". Lupin che sbarca in Italia!
Lupin che vive avventure nel nostri Belpaese! Ed è disegnato pure bene! Questa
è un'occasione da non mancare, il 30 agosto una data del calendario già segnata
.
Certo ci mancheranno Del Giudice, Consoli e Pellegrini.
Sempre. Ma le nuove voci italiane conosciute nelle recenti produzioni sono
all'altezza.
Forse ci siamo illusi che Lupin rimanesse limbizzato
nei nostri ricordi di ultra trentenni. Abbiamo esultato quando l'ultima serie e
film sono stati ambientati negli anni '70, con lo stile grafico fighissimo di
Takeshi Koike, che citava tanto il tratto originale di Monkey Punch quanto i nostri Manara e Pratt. Quel Lupin era un elitario, raffinato e magnifico. Un
Lupin d'autore che è un autentico schifo non avere in Italia in home video. Ma
era anche un Lupin che a tanti "giovini" non è piaciuto.
Dannati loro. Se in edicola invece di Topolino si
vedessero più opere di Manara e Pratt vivremmo in un mondo migliore.
Questa nuova serie in 26 episodi negli intenti vuole
prendere il buono degli ultimi progetti e adattarlo anche al nuovi pubblico.
Meno dialoghi su Cime Tempestose e citazioni dei classici greci, più azione,
magari meno violenza e sesso. Un po' come accaduto tra la giacca verde e la
rossa. Lo dico per i tecnici. La giacca blu non dobbiamo vederla per forza
come un male. Ma divertirci e guardarla insieme alle nuove generazioni.
Magari non esplodendo nella violenza quando per strada becchiamo qualche
ragazzino che dirà "Ué raga! Il Jigen c'ha le siga!! Oh, bella, da oggi
me le fumo pure io storte!!". In fondo c'è chi lo faceva e diceva anche
prima che lo notasse Moreno. Alla fine siamo tutti fan e ci vogliamo tutti bene. E quando alle fiere c'è qualche santa cosplayer gnocca inguainata in
vestitini in latex di Fujiko siamo tutti più contenti di essere appassionati
del magnifico, scimmiesco e irresistibile antieroe di Monkey Punch. Facciamo
già gli in bocca al lupo alla nuova serie, ricordandoci che pure l'immaginario
Castello di Cagliostro era ispirato al nostro bel paese. Ma speriamo che
tengano ben lontane le forbici. Evitiamo questa volta di dover attendere
trent'anni e Yamato Video per poter vedere l'opera integrale con un senso
logico degli episodi non mutilati, per tutelare i puerperi, di sesso
droga and rock 'n'roll. Come successo con la stagione tre, ultra martoriata
proprio da mediaset. Dita incrociate.
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