domenica 10 marzo 2013

Django Unchained

Recensione

Un caccatore di taglie che si fa chiamare “il dentista” ha bisogno di un uomo per identificare le sue prede. Questo uomo è uno schiavo di nome Django. Il dentista lo libera e insieme partono alla caccia dei ricercati. Intascato il compenso, Django e il dentista diventano amici e il secondo si impegna ad aiutarlo per trovare la donna della sua vita, venduta al losco trafficante di schiavi interpretato da Di Caprio. Il dentista è uno straniero, non capisce né comprende la schiavitù. È forse un opportunista che vuole utilizzare le capacità combattive di Django per il suo lavoro, ma è anche un romantico, che vede nel nuovo amico la possibilità di fare qualcosa di buono della sua vita. La loro epopea si snoderà per i più bei scenari d'America.
Il post che ne anticipava l'uscita ha avuto molto seguito, cosa di cui vi sono grato.
Oggi, con i due oscar conquistati tra cui quello di migliore attore non protagonista per il gigantesco Christoph Waltz, ho deciso che era ora di parlare dello spaghetti western di Tarantino. Perché sì. Perché è il film di Tarantino che mi è piaciuto di più in assoluto. Perché Amazon per maggio ha messo in cantiere una versione home video con fumetto, colonna sonora e fumetto allegato che voglio a ogni costo fare mia.  Django è una dichiarazione d'amore al genere spaghetti western, ai suoi eroi (non manca un gustoso cameo di Franco Nero), ai suoi paesaggi, alle sue musiche. Sentire un celeberrimo pezzo di Morricone cantato da Elisa è l'esatto succo di tutta l'operazione, la modernità che si sposa con il classico in perfetta armonia e continuità. Ma se la celeberrima e celebrata theme song di Django pompa a mille, il piccolo cuore degli amanti-nottambuli del western italico che fu, quando in “quella” scena parte la theme song di Trinità, le lacrime sgorgano incontrollate e si torna bambini. Pura magia. Django è anche un film sulla schiavitù, vivido e brutale nella rappresentazione scenica, difficile da guardare senza distogliere gli occhi dallo schermo. Un autentico pugno allo stomaco che trova il culmine nel combattimento mortale tra schiavi neri, nella tortura della sepoltura sotto il sole dell'amata di Django. Scene così forti che quando arrivano a cantare le pistole, tra corpi che esplodono e sangue ovunque si ha quasi una liberazione, come se tanto sangue serva per una rinascita morale. Immenso.Se la pellicola è così carica di cupezza, a sorpresa (ma non troppa, considerando l'estro di Tarantino) non mancano momenti di distensione e momenti prettamente comici, collocati proprio dove serve. Fantastica sotto questo aspetto la smitizzazione dei KKK, che per ragioni di stile devono cavalcare incappucciati anche se la moglie dell'addetto ai cappucci (Johna Hill, perfetto nella parte) ha fatto un casino e con quei cosi addosso non si vede una cippa.
Personalmente trovo questo Django Unchained la conferma di un autore sempre bravo nel saper cogliere dal passato il meglio e reimpastarlo con puro stile. Se Inglorius Basterds (film eccelso) un poco strabordava, qui i tempi sono perfetti e oliati  con cura. Vi è anche una ricerca paesaggistica, l'uso del grandangolo, aspetto abbastanza inedito nella classica messa in scena tarantiniana. Rimane la cifra di stile, il tocco del Regista, magico e brevettato, di dilatare i tempi dell'azione, di far percorrere ai personaggi in equilibrio sottile un filo invisibile che si fa sempre più sottile, che inevitabilmente si romperà. La scena di riferimento riguarda una contrattazione di schiavi e ha lo stesso impatto delle scena del bar-cantina di Inglorious Basterds, della scena dell'irruzione di Samuel Jackson e John Travolta in Pulp Fiction, del culmine di Le Iene. I fan aspettano queste scene, Tarantino gliele fornisce. Difficile trovare difetti a questo ultimo Django. Manca la bara. In una scena specifica pensavo di trovarmela davanti, ma forse Tarantino ha voluto non essere troppo autorefernziale. Me ne farò una ragione. Dopo Django, Dopo Sukiyaki western Django, oggi c'è un nuovo Django da amare. Oltre a Django Fett....
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