domenica 4 dicembre 2022

Vicini di casa - una commedia afrodisiaca: la nostra recensione di un film con un Claudio Bisio, purtroppo molto poco afrodisiaco

 


Siamo in Italia, ai giorni nostri, in un condominio di lusso che può trovarsi nel centro di Roma come di Milano. Il maestro di musica Giulio (Claudio Bisio) ha una vita tranquilla, va a lavorare al conservatorio in vespa, è sposato con una donna affascinate come Federica (Vittoria Puccini), ha una figlia in età scolare e un bell’appartamento con un'ampia terrazza ai piani alti, circondato dal verde come un piccolo paradiso terrestre, con al centro una grande tavolata che permette cene romantiche all’aperto sotto alle stelle. Tutto il suo mondo è in armonia, pacifico e silenzioso, ordinato quanto di classe, non si spreca un euro. Tutto perfetto, tranne i nuovi vicini, Laura (Valentina Lodovini) e Fulvio (Vinicio Marchioni). 

Laura e Fulvio sono lì da poco e non è ancora chiaro che lavoro facciano per vivere, ma sono di sicuro persone rumorose e moleste. Con la musica alta a tutte le ore si accoppiano animalescamente nella loro camera da letto che la sfortuna vuole che si trovi esattamente sopra la camera da letto di Giulio e Federica, urlando di piacere come dei dannati. Pare il terremoto o una zona di guerra. E se poi,  per la paura di svegliarsi di notte sentendo rumori e urla, la loro bambina avesse dei traumi? Giulio non li regge questi vicini e non regge in special modo Fulvio, che quando si trovano insieme in ascensore “lo tocca”, prima gli sorride e poi lo abbraccia. Ma perché quel tizio lo abbraccia sempre? 

Un giorno Giulio rincasa e trova Federica con un vestito e un tappeto nuovo, dello stesso colore. “Si diceva di risparmiare” e la moglie compra tappeti e vestiti in abbinato, ma quello non è il peggio. Il peggio è che Federica ha deciso di invitare quella sera per cenare sotto le stelle i vicini di casa molesti, per parlarci e conoscerli un po’ mentre la loro bimba è dai nonni. Giulio è molto contrariato all’idea, specie quando scopre che oltre al vestito e al tappeto la moglie ha comprato pure un prosciuttone spagnolo “Patanegra”, che subito cerca di mettere al sicuro. Ma gli ospiti arrivano troppo presto, portando in dono un piatto afrodisiaco cucinato dalla bella e prorompente Laura, che in breve abbassa tutte le tensioni iniziali della serata. Laura è una psicologa, Fulvio un vigile del fuoco e a parlarci sembrano brave persone, qualcuno con cui a metà serata scatenarsi con qualche ballo country. La discussione passa presto però al nuovo tappeto, che i vicini trovano sarebbe molto comodo per farci sopra l’amore. Loro l’amore lo fanno ovunque, a tutte le ore, hanno pure un letto rotondo girevole che è comodissimo, da provare! Giulio prende la palla al balzo per chiedergli di farlo in modo meno rumoroso, magari senza urlare alle quattro di notte. Laura gli risponde che in genere non è lei a urlare ma una sua amica, perché sono soliti fare sesso con tre, massimo otto persone. Può capitare anche in dieci, ma solo se ci sono in ballo dei compleanni. Lo fanno in genere nella camera da letto sopra di loro e ora che hanno conosciuto Giulio e Federica potrebbero farlo anche in 12, perché no? In fondo c’è una bella chimica questa sera e anche se Fulvio continua a toccare Giulio con abbracci e pacche sulle spalle, che lui non sopporta, chissà… Il clima inizia a scaldarsi sempre di più con la conoscenza e a fine serata potrebbe forse seguire un dopo serata rovente, ma qualcosa interferisce con quei piani. Perché Giulio e Fede in realtà si toccano molto poco tra loro da troppo tempo. E l’idea di iniziare a toccare altre persone fa decisamente paura. 


Se mi promettono dal trailer un film con Vittoria Puccini e Valentina Lodovini che vogliono fare “una cosa a quattro” con Claudio Bisio e Vinicio Marchioni, la situazione si può fare intrigante. Intriga perché la Puccini e la Lodovini sono due attrici bellissime, che hanno già saputo giocare senza inibizioni con la propria sensualità… in pellicole guarda caso girate però sempre solo da registi tedeschi. Chissà perché in pellicole tedesche, poi. La Puccini era una baronessa sexy nel 2006 in un film sul periodo della principessa Sissi, Il destino di un principe di Robert Dornhelm. La Lodovini era un'operaia che diventava coraggiosamente attrice hard, nel 2007, in un film sugli anni '70 della liberazione sessuale, Pornorama, diretto da Marc Rothemund. La Lodovini e la Puccini, con la premessa del trailer, potevano farci assaporare, rigorosamente in versione 2.0 con la sensibilità del 2022, quell’immaginario da commedia italiana sexy anni ‘70 a base di ammiccamenti, tante docce e situazioni assurde in cui primeggiavano Edwige Fenech, Barbara Bouchet, o la “rossa” Dagmar Lassander. Intrigava anche Vinicio Marchioni, che quando è nel contesto giusto ha una “faccia da cinema” che ricorda tantissimo Tomas Millian, Angelo Infanti e Glauco Onorato, riportandoci anche lui in un attimo in una sala virtuale anni ‘70. Il pubblico odierno lo ha già visto bene in questo senso in un poliziottesco anni ‘70, ma versione 2.0, come Romanzo Criminale. Intrigava infine e soprattutto la presenza di Claudio Bisio, attore comico che a inizio carriera aveva numeri da cabaret dal titolo Quella vacca di  Nonna Papera, ma aveva pure realizzato dischi demenziali con Elio e le storie tese in cui si parlava di sesso ed è conosciuto per baciare con la lingua tutte le sue partner televisive (tra cui Vanessa Incontrada, che ricordiamo rimanendo in tema particolarmente sexy in un film con Luca Zingaretti, Tutte le donne della mia vita). Un comico all’avanguardia, cresciuto tra Dandini, Paolo Rossi, Zanzibar e approdato prestissimo alla corte di Gabriele Salvatores, in pellicole come il leggendario Kamikazen, ultima notte a Milano. Dal trailer di Vicini di Casa, per un attimo, ho pensato a film della commedia anni ‘70/80 come Zucchero, Miele e Peperoncino, quello in cui in un episodio il personaggio compassato e tranquillo di Pippo Franco veniva quasi convinto dalla moglie “di vedute più aperte”, interpretata da Dagmar Lassander, a stringere amicizia con una piccola comunità di nudisti capitanata da Glauco Onorato. Pur con gli imbarazzi del caso, tanti imbarazzi che finivano poi quasi in tragedia, in quel film si parlava tranquillamente di sesso e sessualità esplicita all’interno di una commedia, non dissimilmente che in Vedo Nudo di Dino Risi. Degli “aspetti piccanti della sessualità” ne hanno parlato Mastroianni e la Loren (Ieri, oggi e domani), Tognazzi (Cattivi Pensieri), Moretti (Bianca), Verdone (Stasera a casa di Alice), Manfredi (Questo e quello), Sordi (Quelle strane occasioni), Fellini (La dolcevita), Ferreri (Diario di un vizio), Antonioni (Al di là delle nuvole), le commedia anni '80 e '90, ma poi il cinema italiano negli anni ha smesso del tutto di parlare, anche solo con leggerezza, di sesso e sessualità. Con le ultime “provocazioni” a base di naked sushi che venivano dai cinepanettoni di Boldi e De Sica come Merry Christmas e un Sorrentino che oramai “solo” continua tutt’oggi con tenacia a non togliere una componente “sexy” dai sui film. La recente commedia ha provato a parlare di temi vicini al piccante con film come Pane e Burlesque, Come è bello far l’amore, Così fan tutte, ma con una timidezza tanto sconfortate da sembrare “colpevole”, come se fosse qualcosa ormai di impensabile al cinema. E allora ci speravo nel trailer di Vicini di Casa, che vedevo proprio come quell’episodio di Zucchero, Miele e Peperoncino in versione 2.0: con Bisio novello Pippo Franco, Vinicio Marchioni novello Glauco Onorato e la Lodovini e Puccini “novelle” Dagmar Lassander, tutti insieme ad affrontare con ironia la sessualità o per lo meno “a provarci”, con gli strumenti della commedia. Se il tono della commedia sexy anni ‘70 era “troppo”, come poteva risultare “eccessivo” un accostamento agli American Pie o alle commedie di Seth Rogen, si poteva andare verso la commedia allusiva francese, ossia il tipo di commedia che più importiamo e riadattiamo, guardando magari ai lavori di Bertrand Blier (Per sesso o per amore?) o Daniel Auteuil (Sogno di una notte di mezza età), consci del fatto che Bisio spesso oggi bene interpreta parti vicine ai ruoli di Daniel Auteuil o Christian Clavier o Kad Merad (Giù al nord, ma anche Just a Gigolo). Si poteva quindi sperare in una commedia sexy che potesse anche minimamente affrontare con il massimo garbo, sensibilità e tatto, con il massimo della classe e anche giusto un minimo accenno, un tema come lo scambio di coppia? No, non si può.


Chi dirige Vicini di Casa è Paolo Costella, regista di alcune commedie con Salemme, Biagio Izzo e Massimo Boldi ma anche (da molto più tempo) sceneggiatore, di recente premiato con lode per la sua ottima sceneggiatura di Perfetti Sconosciuti, che ha vinto nel 2016 il David di Donatello. Vicini di Casa nasce poi come remake di un film spagnolo tra i più timidi del paese di Bigas Luna e dei Matador, il castissimo Sentimental, del 2020, a sua volta nato in origine da una piece teatrale dello stesso regista Cesc Grey ugualmente castissima e timidissima. Un film candidato ai Goya per l’attore non protagonista, non poteva essere una commedia con Bombolo o un film con verdure erotomani alla Seth Rogen. Dalla visione di Vicini di Casa appare presto evidente che Costella voglia rimodulare Sentimental con pochissime variazioni, come una versione 2.0 di Perfetti Sconosciuti e niente più, senza entrare in qualsiasi modo “consentito o consentibile” nel 2022 dalle parti della commedia sexy. L’idea è un film molto parlato, ambientato in un unico spazio “teatrale”, in grado di giocare con il tema “piccante” unicamente in teoria, ma con la enorme differenza rispetto all’originale di avere dei personaggi molto più sessualizzati  e ammiccanti rispetto agli spagnoli. La Lodovini e Marchioni sembrano davvero la Fenech e Tomas Millian dei tempi d’oro, rispetto ai tranquillissimi e dimessi vicini di casa della pellicola spagnola. L’equivalente di Bisio è un attore più anziano e compassato e lo stesso vale per la Puccini. Dal casting italiano ci si aspettava un approccio più “energico” al tema e quando il personaggio di Bisio inizia a remare contro ogni evoluzione sexy della serata, da estimatori del comico è come se ci apparisse un fantasma, il fantasma dell’attore comico che interpretava proprio in Kamikazen di Gabriele Salvatores. In quel film Bisio interpretava Vincenzo Amato, un attore grossolano e insensibile che nel mondo del cabaret degli anni ‘80 faceva battutacce sessuali sulla sua compagna sovrappeso, finendo infine con il trovare successo ma perdendo per sempre l’amore. Vincenzo Amato finiva amato dal pubblico ma non dalla sua donna. Giulio, il maestro di musica interpretato da Bisio in Vicini di Casa, per contrappasso rispetto a Vincenzo (come se Vincenzo gli fosse apparso in sogno dicendogli: “non farlo! Non fare la mia fine!!!”), è praticamente sessuofobico, come sessuofobico è diventato il modo in cui si predilige fare cinema in Italia, cioè quanto si esprime al meglio nella commedia intimista/minimalista/borghese. Quella con in scena i problemi di coppia (e basta) e con interpreti Fabio Volo, Ambra Angiolini e una pianta grassa: il cosiddetto “dramma da tinello”. E quella terrazza tra il verde di Vicini di Casa, che di fatto è un attico di lusso, ricorda tantissimo la situazione del dramma da tinello, come Perfetti Sconosciuti era un riuscitissimo dramma da tinello con elementi thriller. Quindi che dramma da tinello sia, con al centro la crisi di coppia. Una coppia che davanti alla possibilità concreta di fare qualcosa che gli faccia pensare a qualcosa di diverso “del fatto che è in crisi” impazzisce, si chiude autoreferenzialmente a riccio e inizia a urlare in modo tremendo la sua “necessità di non affrontare i problemi” come nei film di Gabriele Muccino, ossia con la foga degli infetti in uno zombie movie. Quindi in Vicini di Casa c’è un “ammiccamento sexy” nell’atteggiamento dei personaggi, ma se guardate meglio vedrete la pianta grassa, Fabio Volo e Ambra Angiolini nel classico dramma da tinello. Il cinema può esprimere legittimamente la crisi da “coppia bloccata”, descrivere l’arenarsi nella quotidianità senza prospettive di una famiglia che passa sempre più poco tempo insieme, raccontare le sindromi di Peter Pan e tutti i tinelli del mondo, perché tutti i maledetti tinelli del mondo sono importanti. Vicini di Casa fa quello, come pellicola dichiara “io sto con i tinelli e non con la commediaccia sexy anni ‘70, perché quel mondo lì forse esisteva ma non c’è più e ricordarlo magari oggi mi fa un po’ male”. È una scelta e il film la persegue bene, con masochistica precisione, a partire dal personaggio della psicologa Laura, interpretato da una bellissima Lodovini che qui quasi diventa un personaggio da film horror. Laura ride e scherza, comprende e ascolta ma lancia di colpo della autentiche stilettate morali/mortali su come dovrebbe evolversi oggi un rapporto di coppia in crisi. Mette quasi paura il modo repentino in cui passa dall’essere un personaggio trasgressivo a essere uno scienziato dei sentimenti e l’attrice riesce a rendere molto interessante questo passaggio. Molti dialoghi del film sono anche divertenti, laddove gli attori maschi hanno trovato una buona intesa e tra loro funzionano, tra “irritate” pacche sulle spalle e confronti a cuore aperto che si chiudono con abbracci. La Puccini dà corpo a un personaggio sensuale quanto fragile, molto umano e nella cui voglia di “contatto” molte persone troveranno facile immedesimarsi. Vicini  di casa tecnicamente è un prodotto ben fatto. Manca un po’ di bilanciamento nelle sue parti e l’attesa per il “lo famo strano” (per dirla alla Verdone), che nei primi minuti è pure stuzzicante, viene drammaticamente disattesa in un secondo tempo che non è (e non vuole con tutte le forze essere) abbastanza di impatto, preferendo troncare piuttosto che sviluppare o anche solo sognare “una trasgressione”. Niente giocosità, niente burle o ammiccamenti. Niente sesso, siamo Italiani del 2022. E anche questa volta “lo famo strano” la prossima volta. 

Talk0

 

Nessun commento:

Posta un commento