sabato 10 dicembre 2022

Improvvisamente Natale: la nostra recensione del film con Diego Abatantuono e Sara Ciocca da dicembre su Amazon Prime

Estate dei giorni nostri, notte di San Lorenzo, in una località di villeggiatura tra le Dolomiti. L’albergatore Lorenzo (Diego Abatantuono) a causa di alcuni problemi finanziari è sul punto di vendere il suo chalet  davanti al lago a dei compratori cinesi, quando all’improvviso vengono a trovarlo la sua nipotina Chiara (Sara Ciocca) insieme alla figlia Alberta (Violante Placido) e al genero Giacomo (Lodo Guenzi). In genere Lorenzo incontra la sua famiglia a Natale, ma questa volta Alberta e Giacomo sono lì da lui per una questione urgente: sono sul punto di separarsi. Alberta ormai vive solo per lo studio legale in cui lavora, Giacomo continua a cercare senza successo di fare l’attore, i due non riescono più a comunicare e non fanno che arrabbiarsi tra loro, stanno diventando come degli estranei. Non avendo il coraggio di comunicare a Chiara la loro decisione, la copia chiede l’aiuto del nonno, e Lorenzo, molto deluso dalla situazione, accetta a malincuore di parlare della questione con la nipote dopo cena. Ma quella sera, prima che il nonno riesca a parlare con Chiara dei problemi dei suoi genitori, ecco che dal cielo compare una stella cadente. Lorenzo chiede alla nipote di esprimere un desiderio, perché porta bene, ma Chiara risponde che ha al momento in testa solo una cosa un po’ strampalata. Lorenzo insiste e Chiara racconta di quanto sia stato strano trovarsi dal nonno in questo periodo diverso dalle vacanze di Natale. In quel ferragosto i suoi genitori le sono apparsi tanto strani e pure nonno Lorenzo oggi le sembra strano, triste. Perfino i suoi amici della montagna sono diversi dal solito, con il suo fidanzatino Walter, che ha incontrato nel pomeriggio, che per le vacanze estive se la spassa con una ragazzina diversa da lei. Chiara vedendo quella stella cadente ha desiderato che al posto di ferragosto fosse subito Natale, come se tutte le cose potessero tornare al loro posto in quel mondo. Lorenzo ascolta, sorride un po’ sornione e accoglie con gioia il desiderio della nipote, disponendo che proprio ora, da quella notte stellata di agosto “ci sarà il Natale”. Già la mattina seguente l’albergatore si fa aiutare dal suo buffo e strampalato cameriere/consierge/cuoco/tuttofare Otto (il Mago Forrest, Michele Foresta) a riempire tutto l’albergo di addobbi, ghirlande e pupazzi giganti di Babbo Natale. Fa preparare un menù delle feste e ordina un panettone, manda i figli a comprare dei regali. Attirato da luminarie così insolite e per qualcuno “blasfeme in pieno agosto”, arriva nello chalet anche don Michele (Nino Frassica), un amico di vecchia data di Lorenzo che si autodefinisce “don Attak”, per la sua fama di celebrare solo matrimoni dai quali le persone non si separano, rimanendo per sempre “felici e incollate” a vita le une alle altre. Dopo  aver spiegato il desiderio della nipote, i due decidono una sorta di strategia a tenaglia per spingere Antonia e Giacomo a riavvicinarsi, in cui sarà coinvolto un po’ tutto il paese. Ad aiutare nell’impresa accorrono anche i genitori di Giacomo, l’imprenditore Mario (Antonio Catania) e la maestra appena arrivata alla pensione Rosa (Anna Galiena). Ma a insaputa di Mario in albergo c’è Claudia (Gloria Guida), fascinosa donna single con la quale ha avuto una piccola tresca mai rivelata a Rosa, dalla quale sarà opportuno nascondersi. Nel frattempo Chiara escogita a suo modo, insieme ai suoi amici della montagna, un piano per liberarsi di quegli strani investitori cinesi che “per come ha capito lei” starebbero ricattando il nonno: li farà spaventare a morte facendogli credere che l’albergo è stregato grazie ai suoi amici della montagna e a tanti effetti speciali. Riuscirà la magia di questo Natale in pieno agosto ad aggiustare la famiglia di Lorenzo?


Francesco Patierno scrive (insieme a Neri Parenti, Federico Baccomo e Gianluca Bomprezzi) e dirige una favola di “Natale anticipato,” dotata di buoni sentimenti e qualche “altro elemento magico”, con un particolare occhio di riguardo a un pubblico di giovanissimi più che agli abitué del cinepanettone. Patierno aveva già diretto Abatantuono da protagonista in un satirico film ugualmente “magico”, Cose dell’altro mondo (2011), dove un imprenditore esprimeva in una trasmissione tv il desiderio, un po’ cinico, che tutti gli stranieri lascassero l’Italia e tornassero nel loro paese di provenienza, con le conseguenza che questi “sparivano davvero”. Dopo una notte di tempesta non se ne trovava in giro più nessuno, con l’imprenditore, un po’ come nel classico di Natale Mamma ho perso l’aereo, che tornava presto sui suoi passi, pentendosi di quel desiderio e cercando di trovare una soluzione. Ma Patierno ha anche diretto un Abatantuono del tutto diverso e meno favolistico in La gente che sta bene (film del 2014), nel ruolo ruolo dell’antagonista crudele di un Claudio Bisio in un ruolo per una volta drammatico, in una storia a tinte noir quanto la sua serie tv Donne assassine (del 2008). Oggi Abatantuono torna a ricoprire per Patierno un ruolo più tranquillo, quasi ecumenico, “da nonno”. Lorenzo è un uomo saggio ma bonario, malinconico ma ancora arzillo, pronto a “passare  di testimone” alle nuove generazioni. Simile per molti versi al personaggio di  Abatantuono in Una notte da dottore, che lo vedeva al fianco di Frank Matano, ma questa volta a rappresentare la nuova generazione non abbiamo un comico, ma una giovanissima e bravissima interprete come Sara Ciocca, attrice poliedrica ora al cinema anche con l’ottimo Io sono l’abisso, scritto e diretto da Donato Carrisi. La Ciocca è oggi per talento un po’ la “nostra” Dakota Fanning e sa instaurare sullo schermo, sia con Abatantuono che con il cast di attori più giovani, una intesa davvero unica. Riesce a trovare anche i giusti tempi comici, sfruttando al meglio, e con una certa autoironia,  il fatto di sembrare una ragazza molto più grande della sua età. È l’interprete ideale, in un ruolo di “adulta-bambina”, in una storia in cui gli adulti si rivelano per lo più bambini-adulti, buffi quanto sconclusionati. Gli adulti litigano sempre, fanno le cose di nascosto, e spesso male, e una volta scoperti si tirano l’insalata russa in faccia. Fanno di tutto per “tenere il broncio”, sono bravissimi con Super Mario Kart della Nintendo, anche quando gli tocca lavorare procedono a tentativi per improvvisazione. I bambini sono rispettosi della eco-sostenibilità ambientale, risolvono i loro diverbi e dispute amorose con pragmatismo, cercano di “salvare la baracca” (cioè lo chalet del nonno) e cercano di terrorizzare i cinesi con competenza e organizzazione: tra effetti speciali, trucco e tanta suggestione, portando in scena dei momenti da vero film horror. Momenti gustosi quanto sapientemente e ironicamente incorniciati anche dalle belle musiche di Pino Donaggio, in grado fin dall’inizio a mixare i campanellini da canzoncina natalizia con le note dello Shining di Kubrick.


È quindi un mondo un po’ al contrario quello di Improvvisamente Natale, ma che regge e diverte, per la trama ma anche per la presenza di molti mattatori. Come il Mago Forrest / Michele Foresta, nel ruolo di Otto, il tuttofare dell‘albergo che si esprime tra sagaci battute alla Groucho Marx e in mille gag fisiche alla Buster Keaton. Come il don Michele di Frassica costretto a fare l’investigatore maldestro o l’agricoltore stralunato di Paolo Hendel. Ha una incredibile faccia da cartone animato il personaggio dell’imprenditore Long di John Kennedy Ben Gomas, che dà il meglio di se nelle scene a “”tinte horror”” con i bambini . Bambini che risultano divertenti e simpatici; anche i due ragazzini che si contendono il cuore di Chiara, il “dinamitardo” Nicolò di Christian Dei e lo “sciupa femmine” Walter di Luca Charles Brucini. Un po’ sacrificata forse per motivi di “targettizzazione” del film verso il pubblico dei più piccoli, tutta la storia del triangolo sentimentale tra Antonio Catania, Anna Galiena e una sempre radiosa Gloria Guida: ci vengono raccontate delle cose interessanti sull’abitudine del personaggio di Catania di travestirsi da donna davanti alla sua amante, che a sua volta si vestirebbe da uomo, ma a questa cosa di fatto non assistiamo mai su schermo e un po’ ci dispiace. Simpatica ma non troppo amalgamata la coppia formata da Violante Placido e Lodo Guenzi. La Placido deve un po’ sobbarcarsi il ruolo “antipatico” della madre rigida, poco divertente e troppo assorbita dal lavoro. Guenzi sarebbe un papà buffo e scombinato ma l’attore, pur con tutta la buona volontà e una divertente espressività, non riesce troppo ad emergere nei dialoghi e viene relegato per lo più a gag fisiche che lo vedono “spostato e fatto cadere” più volte nel laghetto dello chalet, per circostanze sempre più strane. 

Improvvisamente Natale è una pellicola ben confezionata e adattissima per un pomeriggio in famiglia in questo mese di dicembre. È un film garbato sui buoni sentimenti, dedicato ai più piccoli, forse non sempre a tratti non troppo scoppiettante ma genuino, girato in posti da sogno tra le Dolomiti e con un’aria natalizia diversa dal solito ma frizzantina. Forse anche il fatto di ambientarlo ad agosto ha aiutato. Bravo e quasi commovente Abatantuono, specie nelle scene con la Ciocca dove tira fuori molto del suo lato paterno, anche se vorremmo vederlo nuovamente al di fuori dei panni del nonno, magari un Attila Anziano, non ci lamentiamo. La Ciocca sappiamo che conquisterà Hollywood e non vediamo l’ora di seguirla nei suoi prossimi passi e siamo contenti di conoscerla qui un po’ di più, scoprendo maggiormente le sue capacità comiche e autoironia. Ci manca un po’ il fatto di non vedere Catania che balla con Gloria Guida vestito da donna, ma è forse qualcosa che appartiene a un altro spazio e un altro tempo. O magari a un sequel. 

Talk0

Nessun commento:

Posta un commento