Circondato da una catena invalicabile di
montagne, prospera in pace e serenità il misterioso regno senza tempo di
Avalonia. Le uniche persone che hanno cercato di varcare questi confini
naturali sono una nota famiglia di esploratori: i Clade. Durante una
spedizione ad alta quota, il possente ed eroico Jeager Clade (in italiano con
la voce di Pannofino e in originale con quella di Dennis Quaid) decide di
abbandonare il gruppo e proseguire da solo “oltre ogni confine”, quando il
figlio Searcher (Marco Bocci, in originale Jake Gyllenhaal), in seguito alla
scoperta di una pianta misteriosa con proprietà energetiche, il “pando”, vuole
provare a tornare indietro in città per esaminarla. Passano gli anni e Jeager
risulta ancora disperso mentre ad Avalonia il pando, coltivato da Searcher
nella vasta “fattoria Clade” è diventata la principale fonte di energia, in
grado di fornire in modo pulito tanto l’illuminazione, quanto l'alimentazione per i
motori dei futuristici hovercraft e aeroplani che solcano il cielo. Un cielo
dal sapore sempre più steam-punk ma “più ecologico”, un cielo pando-punk.
Mentre l’adolescente figlio di Searcher, Eathan (Lorenzo Crisci) inizia a
domandare al padre informazioni sul nonno, le colture di pando iniziano a dare
degli strani problemi e il sindaco Callisto (in originale Lucy Liu) decide di
coinvolgere Searcher in una spedizione su un’aeronave nello sconosciuto mondo
sotterraneo di Avalonia, seguendo le radici più profonde da cui si dirama la
pianta energetica. Eathan si unisce in gran segreto alla ciurma ma durante il
viaggio Searcher, tra mostri misteriosi e paesaggi incredibili, finirà per
incontrarsi anche con suo padre Jeager. Riuscirà la famiglia Clade a salvare la
situazione e allargare i confini di Avalonia?
Ogni tanto in Disney mettono da parte le
principesse e si occupano anche dei racconti di avventura per ragazzi. Abbiamo
avuto a inizio 2000 I Pirati dei Caraibi, Atlantis l’impero perduto e Il
pianeta del tesoro, più di recente gli sfortunati Tomorrowland e John Carter
dalla Terra, ma prima c’erano già stati 20.000 Leghe sotto i mari, L’isola
del tesoro, The Black Hole, Tron, Taron e la pentola magica. Oggi molte
pellicole per ragazzi vengono dalla casa di Topolino realizzate con progetti
legati ai Marvel Studios o Star Wars, ma l’attrazione per “l’avventura
classica”, quella tra Stevenson e Verne, non sembra essersi mai spenta e anzi
c’è ancora voglia di rilanciare, aggiornare tanto l’avventura che la
fantascienza “per tutta la famiglia”. Magari aggiungendo alla formula una punta
dell’Asimov più organico/sistemico, ben fusa con la spinta “ecologista” della
“grande onda” l’Alexander Kay, già ri-letta da Hayao Miyazaki in Conan il
ragazzo del futuro. Greta approverebbe. Stevenson e Verne, Key e Asimov, che
tutti insieme confluiscono nel nuovo film di Don Hall, regista di Raya, Oceania
e Big Hero 6, per una pellicola realizzata al 100% nel segno (e nel
solco) dei tempi odierni. Inclusività massima, dialogo intergenerazionale, una
visione politica che spinge all’unità di intenti al di sopra di ogni “fazione e
interesse economico” e altri temi cari della amata fanta/cultura/sociale di
Star Trek, sono tutti qui presenti, raccontati in modo ordinato e colorato, in
un affresco umano così idilliaco che è quasi un augurio alle nuove
generazioni. Forse un film che viene “troppo dal futuro” pure per il giorno oggi,
facendoci interrogare (senza farvi spoiler) sulle possibili applicazioni
future di quella che appare quasi come una “nuova formula per i film di
avventura”: un film d’azione senza divisioni manichee tra buoni e cattivi. Ma
questo non deve essere visto necessariamente come un male, in quanto non
ci distrae per nulla dal godere al meglio di una avventura tanto ricca di
sequenze d’azione fantasiose, astronavi, paesaggi che su grande schermo
appaiono davvero mozzafiato, creature aliene fosforescenti e gommose di
ogni foggia e colore a non finire e soprattutto, come da immancabile ricetta
Disney, i buoni sentimenti e le relazioni umane. Jeager è un omone
adorabilmente burbero, pesantemente armato di lanciafiamme e aitante, leader
naturale, invincibile come Flash Gordon e sognatore come Indiana Jones . Quaid
e Pannofino ce lo rendono subito irresistibile, carismatico ma non banale nel
suo modo di vivere: estremo ma isolato, infelice ma grandioso. Searcher è
all’opposto un uomo con l’animo più dell’agricoltore che dell’esploratore, un
omino minuto e riccioluto che vive intessendo relazioni umane e condividendo le
scoperte scientifiche che possono aiutare il suo popolo, con il solo grande
sogno di essere un buon cittadino di Avalonia, padre e marito. Gyllenhaal ce lo
mostra gentile ma insicuro, coraggioso ma fragile, con il continuo dubbio
esistenziale di non riuscire mai a fare abbastanza rispetto alla ingombrante
ombra paterna, pur fiero di aver percorso una strada diversa. Eathan è
giovane, ricciolino e temerario e deve trovare la sua strada tra i due
opposti, ma non decide di affrontare in modo passivo questo confronto,
cerca e trova presto una sua voce e una sua idea precisa del mondo che vive e
vorrebbe vivere che lo pone in una posizione nuova, del tutto personale. Padre,
figlio e nonno si avvicinano, allontanano, scontrano e rincorrono per tutto il
film, cercando di dimostrare gli uni agli altri il loro affetto quanto il
proprio unico punto di vista sul mondo. È attraverso i ragionamenti che vengono
a costruirsi tra questi tre personaggi che il film conquista il raro e prezioso
risultato di aprire un molto interessante dibattito inter-generazionale.
Un dibattito che nel segno della leggerezza, semplicità e incisività, riesce ad
affrontare temi oggi davvero importanti come la convivenza, il razionamento
dell’energia e la cura dell’ambiente. Un’ottima occasione per parlare di
scienza e società, che potrebbe essere colta anche da qualche scuola per una
sempre divertente uscita cinematografica.
Certo il film può apparire forse troppo
semplice per un pubblico già smaliziato, che magari può guardare più con
sospetto che con il giusto stupore la favolistica società “avaloniana” e non
sarà magari sorpresa dal “colpo di scena” che investirà la seconda parte del racconto.
Ma per un bambino in età scolare la pellicola dispone di tutto il carico di
avventura e stimoli educativi necessari per divertirsi e riflettere.
Strange World è un film visivamente favoloso con una trama rivolta ai più piccoli semplice ma al contempo molto ben strutturata, ricca di spunti e riflessioni. L’azione a rotta di collo viene miscelata bene con dialoghi di stampo più riflessivo e l’effetto finale è quasi la versione 2.0 di un romanzo Urania dedicato a un pubblico di giovanissimi. Un film adattissimo per evadere ma non solo, che conferma le capacità di Hall come valido narratore per l’infanzia, ma anche come buon costruttore di scene action che possono sollazzare anche i più adulti.
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