In un presente distopico la scuola porta “per
davvero“ al mondo del lavoro e alla realizzazione personale di una persona. È
un mondo migliore, efficiente e accogliente, dove i servizi pubblici
funzionano, i treni sono in orario, tutti vivono felici e spunta sempre il
sole. Un mondo dei sogni che funziona con un piccolo sacrificio necessario: lo
“status sociale” dei giovani. Regrediti a oggetti sacrificabili di proprietà
dei rispettivi genitori, i ragazzi vengono educati in istituti scolastici
gestiti da professori modificati geneticamente allo scopo di essere più severi
e più vigili: autentici mostri in grado di mutare il loro aspetto in creature
cornute o tentacolari e, se è il caso, uccidere gli studenti troppi
insubordinati o distratti. Solo chi sopravvivrà al periodo scolastico
acquisirà lo status di persona adulta e sarà accolto “da vincitore” nella
società.
“Crescere”, fin da quando gli esseri umani si
raccoglievano la notte intorno al fuoco, è un lungo percorso ad ostacoli
che spinge verso la “foresta del mondo”, lontano dal villaggio e da quello che
Urie Bronfenbrenner chiamava micro-sistema ecologico del bambino. Un viaggio di
scoperta del proprio potenziale e dei propri limiti, che spesso pone i ragazzi
davanti alla fatica, la competizione se non a degli autentici mostri, da
affrontare per poter sopravvivere e tornare a casa da vincitori e possibili
difensori della comunità. È questo il senso del viaggio di Teseo nel Labirinto,
che lo porterà ad affrontare il terribile Minotauro. Una viaggio che negli anni
(peraltro ancora prima del mito di Teseo già narrato in forme similari) è
diventato uno dei principali generi letterali, adattandosi ai tempi e alle
culture, giungendo a noi e probabilmente continuando ad essere narrato nel
futuro. Un viaggio che diviene attuale, oggi, laddove si avverte che le
istituzioni scolastiche, ossia quello che negli anni è diventato parte fondante
del viaggio iniziatico del giovane nella foresta, non sono più in grado di
agevolare il passaggio dal mondo dei ragazzi a quello degli adulti. E quindi
partono le annose domande. Quanto la scuola è in grado di facilitare quello che
per molti, almeno fino a poco tempo fa, era un fisiologico passaggio all’età
adulta? Quali sono le circostanze materiali, politiche, sociali e spirituali
che si possono contrapporre a questo esito atteso? Quali sono le “armi
migliori“ che hanno i giovani per diventare adulti? Argomento tosto, “La
scuola Vs il mondo del lavoro”, amatissimo dalle ricerche scientifiche ma
anche dalla science-fiction, più o meno futuristica e sociale, da Battle Royale ad Hunger Games,
passando anche per molti fumetti. Opere che hanno messo al centro i giovani, il
loro potenziale (declinandolo spesso in salsa Fantasy), il rapporto con i
compagni/rivali/concorrenti e con il corpo docente preposto. Tra i New Mutants delle origini e Assassination Classroom di Yusei Matsui (ma è una forbice che ricomprende molti
esponenti), ci sta bene D-Istruttori, la web comic di Vendetta e
Goodnewsforbadguys.
Come nel film Classe 1999 di Mark L.Lester, in D-Istruttori
sono gli insegnanti di un liceo a “trasformarsi in Minotauri”, da affrontare
giornalmente fino all’ultimo giorno della scuola dell’obbligo. Nella “brochure
di presentazione” (primissime vignette del fumetto) gli insegnanti
sembrano descritti come dei supereroi, gli unici possibili, al punto che i
poteri di cui dispongono sono loro esclusivi e preclusi al resto del mondo, per
il bene supremo dell’educazione. Ma il quadro generale diventa subito tetro, si
parla di esseri umani mutati dalla scienza e non è detto che in questa nuova forma
trovino il modo più adatto e corretto per educare gli adolescenti e dar loro
una spinta positiva per affrontare la vita adulta.
Finora, nei primi due numeri pubblicati sul
portale di Astromica, non si sono ancora visti insegnanti-terminator come nel
sopra citato classico di fine anni ‘80, ma stiamo comunque in pessima
compagnia. I prof sono autentici demoni mutaforma in grado per lo più di far
rispettare alla lettera quelle che sono (e qui sta il bello della
scrittura di Davide Vendetta) le norme comportamentali più comuni dello “stare
in classe”. Uno stare in classe che spesso non significa aiutare a imparare,
anche perché questi prof mettono una paura fottuta. Con niente carota e tanto
bastone, gettando fuori dalla finestra ogni due per tre uno studente distratto con bene placito dei genitori, i
mostr-insegnanti sono i sacri custodi delle liturgie di puntualità, attenzione
e silenzio. Con la brutta sensazione, rilevata dagli stessi ragazzi, che
quando erano ancora esseri umani erano insegnanti migliori. Perché
il fumetto parla di una trasformazione, un Up-grade in d-istruttori, per un atto di stampo politico ritenuto “necessario” e accettato dalla popolazione fin dall'alba dei tempi. Così da lettori guardiamo questi corpi
mutanti di mostrume variopinto, che non sfigurerebbero in fumetti horror come Devilman di Go Nagai, Kiseiju di
Hitoshi Iwaaki o Jagan di Muneyuki Kaneshiro, ma dietro riusciamo a
scorgere le insidie di un insegnamento moderno “Up-gradato per circostanze
pandemiche” come la D.A.D., acronimo che prima della pandemia suonava solo come
la parola inglese per “papà”. Dove la D.A.D. viene implementata nel modo più
scorretto e sbagliato (e che questo sia un monito a fare meglio), la scuola
acquisisce, con un monitor a distanza, tutti i poteri dei D-Istruttori. C’è chi riesce col monitor a vedere chi sta
attento mentre si è girati con la testa alla lavagna, come l’insegnante mutante con molteplici occhi, perché basta riguardare la lezione registrata
da remoto. C’è chi può buttare fuori dalla finestra
gli studenti ritardatari, come l’insegnante-demone toro, perché è possibile
limitare l’accesso a una classe virtuale con un click. Le possibilità di questi
superpoteri nel gestire la classe possono essere evidenti, ma non si è perso
qualcosa? Un bravo insegnante potrebbe non usarli, ma si può
sottovalutare la “tentazione di potere” che racchiudono, avendoli a
disposizione? Si può ragionare sul “limite”, di una implementazione che
comporta ricadute tanto tecnologiche che sociali? È di questo che tratta una
buona storia di fantascienza sociale: del posto in cui stiamo andando tra
fantasia e realtà. Il tema di dove sta andando l’insegnamento al giorno d’oggi,
con le nuove tecnologie e distanze sociali (e spesso emotive), con la crisi
economica e la disoccupazione ad aspettare gli studenti neo-diplomanti (per chi
non la subisce già prima del diploma), è un tema serio che l’arte ha tutto il
diritto di raccontare, anche con una metafora come quella degli
insegnanti-mostri.
La storia scritta da Davide Vendetta è un
horror/sci-fi ad ambientazione scolastica, destinata a un pubblico grandicello
per il modo in cui rappresenta la violenza, con protagonisti dei ragazzi che
devono sopravvivere a degli insegnanti/mostri fino al diploma. Non mancano
scene concitate come situazioni dall’animo gore, ma il tutto è
sapientemente stemperato da un clima da black comedy e
situazioni buffe in grado di richiamare atmosfere goliardiche sulla riga di Prison School di Akira Hiramoto. L’ambientazione non pare essere al momento definita specificamente a un contesto geografico esistente, la struttura narrativa richiama il manga
scolastico ma non ne è succube perché Vendetta riesce a trovare una chiave di
lettura personale. Come ogni racconto dalla forte connotazione horror, viene
dato molto risalto ai “cattivi”, che appaiono davvero cattivissimi, dai
movimenti rapidi e letali come nelle opere di Junji Ito.
L’attenzione per il dettaglio di stampo normativo/politico delle
primissime pagine invece ha delle similitudini con i lavori di Motoro Mase. Due
capitoli sono ancora poco per una valutazione più pertinente dell’opera, anche
perché il personaggio-chiave, che secondo la sinossi sarà protagonista delle
vicende, non ha ancora trovato il giusto spazio narrativo. Ma il viaggio per
ora ci piace, è divertente e può svilupparsi in un modo molto interessante.
Vendetta possiede un’ottima visione narrativa.
Goodnewsforbadguys ha un approccio della
tavola estremamente preciso e maturo, ricco di dettagli e retinature gestite in
modo sapiente. La composizione appare sempre chiara e spesso spettacolare. Le
figure umane, caratterizzate da un approccio realistico, orientaleggiante e
dinamico, possono essere lette come un mix ideale tra gli stili di Ryoji
Minagawa e Hideo Yamamoto, con l’aggiunta di un tocco di personalità genuino,
interessante. I corpi, che siano umanoidi o tentacolosi, godono di
particolare tridimensionalità e di una fluida interpretazione dei movimenti
muscolari. Goodnewsforbadguys in queste tavole si dimostra un artista davvero
notevole, esperto e dinamico.
Una bella scoperta, questo D-Istruttori. Lo seguiremo con gioia anche nei prossimi
numeri e lo attendiamo già con piacere, in futuro, in un possibile formato
cartaceo.
Gli autori sono giovani ma hanno grande
personalità, tecnica e tutte le carte in regola per raggiungere grandi traguardi.
Quando il buongiorno si vede dal mattino.
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Domande agli autori
(Grazie per aver accettato di scambiare quattro chiacchiere con noi! Sempre che non siate agenti segreti sotto copertura, potete rivelare qualcosa di voi? Ci interessa sapere più o meno: la vostra età, da quando amate i fumetti e da quando avete deciso che amate così seriamene i fumetti da farne una professione.
Davide: Mi chiamo Davide Vendetta ho 23 anni e ho iniziato recentemente a provare un forte amore per i fumetti, in particolare verso la cultura manga.
Come spesso accade ho iniziato vedendo anime e i primi visti erano quelli che
passava la televisione il pomeriggio, tuttavia ciò non mi attirò abbastanza da
renderla una passione. Non ricordo con esattezza quando, ma sono certo che a
catturare la mia attenzione, tra vari anime visti, One punch man fu quello che
mi affascinò al punto da entrare nel mondo manga. Avevo più o meno 21 quando
iniziai ad informarmi, vedere e poi leggere diverse opere giapponesi. Già da
prima scrivevo racconti per passione e con l’influenza manga, un racconto che
stavo scrivendo “Ultimo eroe” l’ho trasformato quasi per gioco in un fumetto,
attualmente in pubblicazione. Dopo questa piacevole esperienza, ispirato da ONE
che pur non sapendo disegnare aveva avuto un gran impatto per la sua fantasia,
ho preso la decisione di mettermi in gioco seriamente in quello che da
passatempo diventò un vero e proprio sogno di realizzazione. Difatti nel
fumetto ho trovato uno scopo che non solo è un piacere ma è un bisogno per
esprimere me stesso come non ho mai sentito altrove, so che può sembrare
assurdo ma persino durante qualche vacanza sentivo il bisogno di scrivere o
disegnare qualcosa dove potevo. Da One punch man è iniziato un percorso di
visione e lettura di quello che mi passava davanti sia su Netflix che su VVVVID
da Noragami ad AoT e molti altri. Ammetto di essere un novellino, ma è qualcosa
che oltre ad avermi conquistato adesso non potrei farne a meno. Dopo aver
scritto “Ultimo eroe” un semplice one-shot di breve durata rispetto alla versione
attuale, ho scritto diverse storie, alcune concluse altre lasciate a metà, ero
spesso indeciso benché le idee fossero presenti. Decisi così di fare un nuovo
one-shot “Frammenti di cuore”, questa volta un fantasy con caratteristiche da
fiaba, nonostante fosse solo un prodotto gratuito da presentare per mostrare le
mie capacità dopo un anno avrebbe ricevuto un contratto. Subito dopo mi sono
dedicato a una serie “NoHero” di cui per un anno pubblicavo un capitolo al
mese sviluppando nel frattempo altre idee, tra cui D-Istruttori.
GNBG: Il mio nome è Good News For Bad Guys ho 26 anni e amo i
fumetti sin da quando ho visto il mio primo anime (probabilmente era l’anno
1999), mi spiego meglio: affascinato da quei disegni in movimento ho sentito il
bisogno di trovare il modo di copiare i vari personaggi che più mi avevano
colpito, per averli sempre con me, senza dover aspettare ogni volta il
pomeriggio successivo, ed è così che ho trovato nei manga la mia fonte di
immagini e referenze, realizzando oltretutto che la lettura mi avrebbe
coinvolto in maniera più significativa rispetto ad un’animazione. Il primo
giorno di liceo artistico portai con me la mia cartella di disegni e 3 giorni
dopo uno dei miei compagni di classe mi chiese di disegnare una carrellata di
personaggi da far combattere tra loro all’interno di un mondo creato da lui, a
quel punto cominciai a capire che fosse possibile creare una storia a fumetti
come unico frutto della mia fantasia.
Gli
artisti che mi hanno motivato ad intraprendere una carriera da fumettista sono
più di uno: Yusuke Murata, Osama Tezuka, Katsuhiro Otomo, Akira Toriyama,
Katsuya Terada e Yoshihiro Togashi ma
quello che ha lasciato un'impronta nel mio stile e delineato i miei gusti è
senza ombra di dubbio Takehiko Inoue, lui mi ha fatto capire quanto fosse
importante creare dei personaggi con carisma ed una spiccata personalità, facendo attenzione a non renderli
banali e anonimi; e proprio lui insegna che se hai un personaggio valido
all’interno della tua storia tutte le dinamiche e i vari avvenimenti ruoteranno
attorno a lui con un estrema facilità.
Ho deciso di farne una professione quando ho
avuto l’occasione di poter lavorare per una casa editrice, mettendomi in gioco
ho capito che sarei potuto diventare un disegnatore completo, concentrandomi
non solo sull’illustrazione fine a stessa, ma anche sull’idea di poter
raccontare una storia disegnandola, visto che ho sempre pensato che il fumetto
fosse a metà strada tra un libro e un film.
(Come vi siete incontrati, sempre che
possiate rivelarcelo senza rovinare la vostra copertura da agenti segreti?
Davide:
In seguito ad un annuncio che avevo
pubblicato tempo fa, Good News For Bad Guys aveva mostrato interesse nelle mie
varie sceneggiature, ed una in particolare aveva colto la sua attenzione nella
caratterizzazione dei personaggi ed il tema centrale della storia, per
l’appunto D-Istruttori.
(D-Istruttori è il vostro primo progetto o collaborazione?
Goodnews & Davide:
Entrambi abbiamo lavorato ad altri progetti
personali, ma questa è la prima collaborazione che ci vede coinvolti insieme, e
si sta rivelando una piacevole esperienza.
(Di cosa parla D-Istruttori? Quali sono le idee, aspirazioni ed
eventuali citazioni che vi passano per la testa mentre lo scrivete e disegnate?
Davide: D-Istruttori è una storia stravagante
nata dal mio fantasticare a proposito di come un tempo gli insegnanti
picchiavano gli studenti e tutto ciò era lecito ed educativo. Il tutto unito
poi alla convinzione che si sente spesso in giro “gli stupidi dovrebbero
morire”, quindi mi sono detto cosa succederebbe se ciò venisse attuato e come.
Ciò nonostante era troppo riduttivo parlare di un impero fondato sul sapere in
chiave distopica, anche perché le distopie nascono dall’ignoranza non certo
dalla cultura e banalizzare vedendo tutto in nero o bianco non rappresenta una
visione istruita e quindi aperta di mente propensa al confronto. Nasce così
l’idea della uto-distopia (utopia e distopia unite nell’ambientazione), dove
bene e male, progresso e regresso, libertà e condanne coesistono per creare un clima unico. Basta leggere il primo capitolo per notare come le circostanze di
vita, sebbene simil reali, sono assurde.
Come hai già notato tra le ispirazioni di
questa opera ci sono Assassination Classroom e meglio ancora Prison School, non
a caso uno dei personaggi è ispirato a Gakuto come anche lo stile demenziale
che come per l’utopico-distopico qui si fonde al grottesco in un sadico black
humor. Oltre ad ispirazioni volute ce ne sono altre come battle royale che pur
non avendolo mai sentito mi era capitato di sentirlo accomunato alla mia idea,
oppure Junji Ito che lo stesso Art director ci fece i complimenti dicendo come
glielo ricordavamo pur, almeno da parte mia, non puntando all’autore.
Per la testa mi passa un po’ di tutto quando
scrivo ma senza dubbio ad infiltrarsi nelle opere che scrivo sono le storie che
più mi prendono e rientrano nel genere trattato, quindi per fare un piccolo
spoiler aspettatevi di trovare, tra tante, citazioni a Resident evil, Food Wars
e Jojo nei futuri capitoli.
Goodnews: Per quanto mi riguarda, la cosa che
più mi ossessiona mentre disegno è la resa dei personaggi, delle loro
personalità, delle loro espressioni facciali, dei loro movimenti e dei loro
modi di fare, concentrandomi su questi aspetti cerco di tenere incollato il
lettore alle tavole. Ci sono poi le ambientazioni sulla quale vorrei migliorare
sempre di più, così dal creare un esperienza di lettura immersiva.
(Quanto tempo vi prende la realizzazione di
un capitolo del fumetto e da quanto tempo state pensando a questo progetto?
Davide: Pensavo a questo progetto da molto tempo,
a seconda della mia disponibilità comincio all’istante un nuovo progetto o lo
lascio nel “cassetto delle idee” per mesi o anni, ho molte idee che fremono dal
venire scritte e chissà quando usciranno fuori. In questo caso proprio quando
pensavo di metterci mano ho fatto questa fortunata conoscenza che mi ha
permesso di svilupparlo al meglio adattandola ai nostri stili.
Riguardo il tempo che mi occorre per scrivere
i capitoli questo può dipendere da tanti fattori come il mio umore e tempo
libero per questo cerco sempre di tenermi avvantaggiato con un minimo di 5
capitoli rispetto al mio collaboratore in modo da non fargli trovare un
percorso vuoto mentre avanziamo.
Goodnews: Il tempo di realizzazione dipende
da tante, troppe cose, dal mio mood, dal capitolo etc. Ma nel dettaglio è
importante porsi delle piccole scadenze organizzando il lavoro all’interno del
nostro tempo, contando ovviamente anche il tempo per se stessi così dal non
dover agire in maniera forzata, prima di arrivare ad odiare quello che stai
facendo.
(Esiste tra voi un patto vergato col sangue
circa la periodicità di pubblicazione che intendete perseguire “cascasse il
mondo” o incombesse una pandemia stile peste nera? Anche se sembra improbabile
che accadano certe cose di questi tempi?
Davide & Goodnews:
Per quanto riguarda la periodicità di
pubblicazione abbiamo dei tempi concordati con l’editore, aldilà di questi è
nostro obiettivo proseguire questa storia e portarla ai lettori fino alla sua conclusione.
(Dove e quando, in che luogo della casa e a
che ora del giorno o della notte, trovate i momenti migliori per scrivere o
disegnare?
Davide:
Anche se recentemente mi è capitato di lavorare all’alba
l’orario in cui mi dedico alla scrittura o a realizzare gli storyboard è la
notte, il silenzio è un compagno ideale alla creatività e grazie alla pace che
ottengo in queste ore ho portato serenamente a termine i precedenti capitoli.
Goodnews:
Salvo deadline imminenti cerco di
organizzarmi in questo modo: le prime ore della mattina mi dedico ai warmup,
tenendo il tratto allenato, poi in base al blocco alla quale mi sto dedicando
lavoro alle matite, chine o toni di grigio, in questo modo il lavoro procede in
maniera più lineare e psicologicamente direi che viene anche alleggerito,
ovviamente prima di trovare questo metodo ed equilibrio mi ci è voluto un po' e
ci tengo a dire che non è detto che funzioni per tutti allo stesso modo visto
che ho conosciuto più di una persona che ha trovato il suo equilibrio nel caos
più totale.
(Che strumenti da lavoro utilizzate
preferibilmente? Usate un taccuino per segnarvi delle intuizioni come i
detective anni ‘30 del vecchio secolo?
Davide: Il computer per mettere in definitiva
la sceneggiatura. Per gli storyboard uso invece i quaderni uguali a quelli che
usavo alle superiori, mi bastano due tre matite per disegnare colorare in b/n,
un temperino ed una cancellina; con poco faccio tutto l’indispensabile ai fini
di rendere il più chiara possibile la narrazione per il mio collega.
Goodnews: Ho una “collezione” di sketchbook
che riempio ormai da anni, dove raccolgo idee, bozze, illustrazioni e appunti
che sono soprattutto una mia personale testimonianza della mia evoluzione come
disegnatore e che ancora oggi mi motiva in quello che faccio.
(Cosa ci possiamo aspettare dai prossimi
numeri? Senza fare spoiler, giusto offrendo un po’ di atmosfera...
Davide:
Aspettatevi il peggio, per citare una serie che adoro
“Nient’altro che disagio ed orrore incontrerai…” D-Istruttori è una lotta alla
sopravvivenza chi non è abbastanza furbo muore, e in un mondo che tollera anzi,
incoraggia l’omicidio, e perché no, il massacro degli ignoranti beh, questo non
è altro che motivo di gioia.
(Un messaggio ai lettori?
Davide & Goodnews:
Studiate tanto e acculturatevi di continuo
per essere sempre idonei ad un mondo simile.
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