martedì 28 luglio 2020

Dragonero il ribelle - numero 9 - Scacco alla Torre



Se vuoi vivere in un mondo fantasy ma senza rinunciare ai vizi e logorio della vita moderna, devi rivolgerti ai tecnocrati. Perché è bello la mattina andare al lavoro a cavallo di un pollo volante, fa tanto green economy e può permetterti grazie al pennuto di cacare dall’alto su quel vicino di casa che mette il carro sempre davanti al cancello comune. Ma se il pollo volante si ammala? Se è nella stagione degli amori e al posto di dove vuoi andare ti porta sul lago di Como inseguendo una pollastra? Come si fa? Ci sono i tecnocrati! Tre giorni, gara d’appalto ed ecco pronto il trasporto pubblico con palloni aerostatici. 
Ma non c’è solo il trasporto pubblico. 
Se è bello e salutare per l’esercizio fisico, in un mondo fantasy, affrontando orchi e orchetti con le vostre fide mazze giganti, cosa succede se un giorno vi svegliate con il “gomito dell’utilizzatore di mazza ferrata”? Armi tecnocrati! Ergonomiche, rilassanti, pratiche, facilmente componibili. E che dire, rispetto ai vecchi e logori archi e frecce regalo del nonno, delle nuove balestre tecnocrati con cambio shimano ricaricabili? 
I tecnocrati vi portano il futuro a casa, in comode rate, con il doppio sconto. E se siete amanti della trasgressione non potete perdervi il top dell’abbigliamento tecnocrate: dagli occhialoni da saldatore steampunk ricercatissimi alle feste hipster, ai leggendari completini in pelle ultra-aderente Matrix-style, in grado di nascondere pancetta e maniglie dell’amore e valorizzare forme da urlo. 
E poi ci sono i rampini per le scalate di montagna, le barche dotate di trebbiatrici a sega circolare per rimettervi in sesto il giardino paludoso fantasy (come nello speciale di Dragonero a colori ora in edicola), le mine per tenere lontani dalle vostre case i goblin più indesiderati, ce n'è davvero per tutti i gusti.   
Ma tutto questo ben di dio può essere per voi disponibile, se avete la tesserina con i punti fedeltà, solo fino a questa domenica. Sembra che per via di una rivoluzione in atto gli approvvigionanti dalla sede centrale, la torre tecnocrate, specie dei vestiti in pelle, potrebbero per qualche tempo interrompersi.

Roberto Da Crema potrebbe essere un tecnocrate di Dragonero?

Era un po’ che non vedevamo Myrva, i suoi completini in pelle e il suo mondo fatto di gadget alla Batman, sulle pagine di Dragonero. Il mese di luglio ce ne concede quindi dose doppia, in quanto la nostra eroina è presente anche nel numero speciale a colori, sempre intenta a lavorare su qualche macchinario strano e futuribile ideato dalla prestigiosa Gilda di cui fa parte, quella dei “tecnocrati”. Il numero 9 di Dragonero il ribelle, a firma Enoch, è tutto dedicato ai tecnocrati. Ci fa entrare nella loro torre tecnologica, ci racconta delle incredibili scoperte scientifiche cui sono arrivati, fa riflettere sul ruolo del “sapere” come strumento di libertà, ma anche di potere. Enoch inizia la narrazione gettandoci nel cuore di un’azione costante fatta di sommergibili, alti forni, botole, travestimenti alla Mission Impossible. Poi arriva ai temi caldi, al senso stesso dei tecnocrati nel mondo di Dragonero, e si fa Orwell. Credo che sia in assoluto uno dei numeri più belli e riusciti della serie Bonelli. Una delle avventure più dure, drammatiche e al contempo profonde, cariche di diversi gradi di lettura. I nostri eroi vengono spinti in una storia collettiva che in pochissime pennellate riesce a descriverci un quadro umano complesso, conflittuale, plumbeo, soffocante. Nella torre tecnocrate letteralmente “non si respira“ e ad amplificare questa sensazione contribuiscono gli ottimi disegni di Gianluca Gugliotta e Alex Massacci. Disegni carichi di fumo e luci opache, in cui i personaggi emergono letteralmente dal buio. La torre tecnocrate è un enorme meccanismo che a volte sembra un orologio, a volte una ciminiera, a volte un telescopio e a volte la canna di un fucile. Ovunque si scoprono superfici metalliche, le inquadrature schiacciano dall’alto i soggetti che le abitano, imprigionandoli in gabbie. Cunicoli e passaggi stretti forniscono le principali strade che i tecnocrati affollano come formiche (anche per via degli occhialoni steampunk e le cuffie da aviatori), prima di sboccare in architetture più ampie, quelle dei luoghi istituzionali della torre, che appaiono comunque austere, quasi delle aule di tribunale. L’azione è giocoforza immersa e schiacciata in percorsi compressi dalle geometrie stringenti e oppressive di questa ambientazione. La difficoltà di movimento è una sensazione ricorrente ed è di fatto qualcosa di molto diverso da quanto presenta un numero classico della testata. 
Scacco alla torre è forse uno dei migliori numeri di Dragonero di sempre, frutto di un Luca Enoch particolarmente incisivo e di un lavoro grafico di grande livello. Quindi correte in edicola a procurarvelo. È un vero affarone!! 
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