mercoledì 15 luglio 2020

Cheese, la graphic novel di Zuzu per Coconino Press



Due amici maschi per una sola donzella, tanta voglia di cazzeggio, gli anni più belli della giovinezza in un paesino tranquillo di provincia. Alla scoperta dell'amore, della gioia di vivere, delle proprie fragilità. Un luogo visivo ed emotivo scaturito da una ragazza irresistibile e cazzuta, dove le forme di formaggio ti rotolano addosso da una montagna come i sassi del B.C. di Hart, dove l'ossessione per il peso trasfigura l'immagine di noi stessi in agglomerati di carne degni dell'Arcimboldo, dove l'elegia ed energia della natura in cui immergerci in un pomeriggio di sole trasforma tutti in persone più belle, più colorate, come in un quadro di Cezanne. Questo è Cheese della brava e bellissima autrice completa Zuzu, la sua prima opera lunga, quasi un romanzo grafico autobiografico, dissacrante e irresistibile per i molti tratti caricaturali dei suoi umanissimi personaggi, intimo, difficile e sincero come una poesia, leggero ma con note amare, un po' come la vita. Un lavoro sincero, che diverte, spaventa, commuove. Zuzu è una delle belle scoperte dell'anno scorso di Coconino, Cheese nasce con la supervisione di Gipi e Rathiger e ha portato presto  Zuzu a diventare l'autrice della sigla della nuova trasmissione per La7 di Daria Bignardi nonché un nome importante delle nuvole parlanti. Cheese parla di piccole cose, vita di tutti i giorni nella provincia, di anoressia e sogni nel cassetto, di amori e amicizia. Lo stile è confidenziale, da slice of life. Ci si ritrova spesso dalle parti delle opere di Gipi e allo stesso modo ci si appassiona, si vive di riflesso della universalità dei tempi, sembra davvero a fine lettura di conoscere una nuova amica, generosa, che sa mettersi davvero a nudo davanti al lettore, con tutta la sua forza e fragilità.


Il tratto grafico è a "prima botta" disarmante, diretto, a linee grosse. Profuma di caricaturale, di Vincino, di Vauro, di Macchiavello, ma anche con l'umanità delle "ragazzine" di  Ratigher. Il modo di approcciarsi alla tavola profuma molto di Gipi e come Gipi Zuzu si apre spesso al pittorico, gioca con i classici dimostrandosi super preparata. Prima ti fa ridere, poi ti fa incrociare gli occhi nel leggere la tavola in tutti i suoi dettagli e citazioni, fra underground fin giù all'arte classica. Subito ti accorgi che dietro la caricatura c'è il cuore, un senso profondo, scopri che il modo così peculiare di disegnare gli occhi della protagonista, con linee di nero, ha una specificità, che i lineamenti dei personaggi hanno una cifra di organicità strabordante, che ogni filo d'erba ha una essenzialità sulla scena. Nello specifico gli occhi della protagonista sono "chiusi", in ombra diremmo, ma si possono "aprire" cambiando una chiave che è sia grafica quanto emotiva. Una chiave che varia secondo la percezione emotiva che gli altri  hanno di quel personaggio. L'uso della caricatura in Zuzu diviene quindi somma grafico/emotiva dei tratti esteriori, muta con le percezioni, si arricchisce o sottrae di bellezza come i temporali mutano il paesaggi. È qui che Zuzu ti colpisce come un pugno, ti imprime prima sui bulbi e poi nella testa il suo mondo travolgente. Se il codice visivo underground, tra caricatura e graffiti, è nelle vostre corde, Zuzu vi colpirà da subito, è la mia promessa. Se "non è il vostro genere" vi consiglio comunque di intraprendere la lettura, potrebbe essere una bella sorpresa.
Coconino regala l'occasione giusta di assaporare qualcosa di magari totalmente diverso dai vostri schemi, ad anni luce dai manga, dai Bonelli, dalla Bd e dai comics. Un bel viaggio nel fumetto indipendente in compagnia di una autrice italiana allegra e sincera, a cui non si fa troppa fatica a volere bene. Cose c'è di più bello di incontrare una nuova amica e sdraiarsi con lei su un prato assolato, a ridere e fumare, sognando un bel pomeriggio d'estate? 
Talk0

Nessun commento:

Posta un commento