Londra,
ai giorni nostri di un mondo che è (forse) il nostro.
I morti
parlano! (Cit). Nello specifico possono parlare i cadaveri all'obitorio
di persone che dovrebbero essere morte da giorni ma a cui hanno ficcato una
forbice negli occhi poche ore prima, perché misteriosamente ancora vive e forse
pericolose. Nelle mani di un ricercatore abile si potrebbe forse ricavare
qualcosa come la formula per rianimare i morti, ma la posta in gioco è alta,
perché quel morto con la forbice degli occhi potrebbe rialzarsi di nuovo. Ma
possono esistere gli zombie? Per Scotland Yard è meglio credere ai terroristi
che ai non morti, questioni di politica del territorio. Per l'ex moglie del
cadavere risorto e rimorto è meglio che gli zombie esistano, per non finire in
carcere con l'accusa di omicidio, ma c'è un detective a Londra che può aiutare
a scagionarla. Il suo nome è Dog, Dylan
Dog. Sui quaranta, belloccio, barbuto, ex poliziotto, forse alcolista, amante
del cinema horror e fantasy, probabilmente pazzo. Esercita e vive in Craven
Road insieme a un assistente silenzioso e risoluto, cicciottello e senza
baffi, che ripete costantemente e ossessivamente una sola parola (ma che ha
moltissime variazioni di significato che solo Dylan sembra riconoscere): "'Gna". Tra oscuri uomini luciferini, mogli di non morti e agenti di
polizia rissosi come ex moglii in cerca di terroristi, il nostro Dylan riuscirà
a salvarci dai morti viventi?
C'era
una volta Dylan Dog, oggi c'è ancora Dylan Dog. Forse.
La
meteora e il numero 400 lo hanno
cambiato, Il personaggio si è quasi fuso e sovrapposto al leggendario Dellamorte
Dell'amore, si è riassemblato rileggendo diversamente lo storico numero 100. In
sintesi "riparte". Come fosse un remake o un reboot o un sequel o
qualcosa di diverso, Dylan riparte "rigenerato in modo
bizzarro", come capita al Doctor Who ogni tot anni. Con lui cambiano
parzialmente il suo mondo e le sue relazioni, forse per i sei mesi su cui si
dipanerà questa singolare saga o forse per più tempo, per me con l'unica certa
sicurezza che Recchioni sta facendo qualcosa di nuovo e molto divertente,
sinceramente spassoso, mentre una parte del fandom è di nuovo sul piede di
guerra per le troppe modifiche allo status quo che dall'inizio della sua
gestione si susseguono a flusso continuo. Com'è quindi questo nuovo e
barbuto Dylan Dog? Assomiglia un po' al vecchio Morty di Rick e Morty, è un
uomo che ne ha passate tante, ha la mente ridotta in pezzi ma proprio per
questo è tanto folle quanto geniale. È un Dylan "da tre sedute di
psicanalisi minime a settimana", la cura più easy per tutto quello che ha
scoperto su se stesso e sopportato negli ultimi numeri, ultima la
consapevolezza, alla Deadpool, che viene dal numero 400, di trovarsi il
protagonista di un fumetto. È questo l'inizio di un percorso, come ho già
scritto pianificato per almeno sei uscite, peraltro è davvero difficile
prevederne gli sviluppi, non vedo letteralmente l'ora di sfogliare i prossimi
numeri.
Questo
quattrocentouno si presenta con una elegante copertina dorata, i disegni sono
di un Corrado Roi molto ispirato, i testi di Recchioni sono davvero divertenti,
carichi di umorismo. C'è molto World building, il Focus per ora è farci
familiarizzare con il nuovo status dei personaggi, c'è un gustoso e spiazzante
colpo di scena finale. Per ora è un viaggio intrigante, sulla storia, che muove
i passi richiamando lo storico numero 1, ci sarà occasione di approfondire
nelle successive uscite. Del resto le rigenerazioni sono dei processi lenti
quanto affascinanti.
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