Siamo
negli anni '50, nell'est Europa più "draculesco", tra le mura di un
imponente convento sperduto tra i boschi. È successo qualcosa di sinistro
in quei luoghi, un contadino, un ragazzo di origine francese (Jonas Bloquet)
addetto a rifornire periodicamente le suore dei beni di prima necessità, ha trovato una di loro impiccata davanti al portone principale. Il Vaticano sembra molto preoccupato dell'accaduto e invia a indagare uno dei
suoi più risoluti preti esorcisti (Demian Bichir), raccomandandogli di portare
con sé una particolare risorsa, una novizia (Tessa Farmiga) che dovrebbe
essergli utile in quanto "avvezza a quei luoghi". I due si
inoltreranno nel convento e avranno a che fare con una serie di misteri che
nulla hanno di umano.
Siamo
idealmente al punto di arrivo perfetto per la poetica cinematografica di
uno dei principali autori/produttori del new-Horror. James Wan, ovviamente di
lui stiamo parlando, punta da sempre, in un'epoca di found foutage
"pseudo-realistici", alla riscoperta e al re-innesto
dell'horror cinematografico più classico, quello di stampo Universal. È un
processo ad ampio raggio, che riguarda tanto le tematiche quanto i meccanismi
su cui si crea in sala la tensione. Se vogliamo è quasi un romantico recupero
dell'horror tout-cour, quello nato per spaventare i nostri nonni con il poco
splatter e la poca violenza ai tempi permessa. Un Horror di genere, ma quasi
"gentile", lontano anni luce dal body-Horror e dalle
pulsioni/urgenze tematiche più contemporanee. Un Horror prevalentemente
fatto sulla ancestrale divisione di bene e male e intriso di morale che Wan
riscopre dopo che il genere si è declinato in tutte le salse, fino a svuotarsi
e rivelare i suoi schemi più intimi, fino a che del fantasma tutti hanno visto
solo il lenzuolo vuoto mosso da un ventilatore.
The
nun, scritto dall'autore dei (fino ad ora) due film di Annabelle, rappresenta a
tutti gli effetti il "Dracula" della "waniana" saga
cinematografica Horror ispirata alla famiglia "Warren della Warner".
The conjuring, in attesa del capitolo tre, mescolava L'Esorcista (del 1973) con gli Horror della Hammer. Annabelle giocava con le sette in
zona Polanski mescolando con il filone delle bambole maledette (una delle
prime in Dead of night del 1945). E in un viaggio a ritroso nel tempo sempre
più marcato, The nun è un Dracula classicissimo (come quello di
Lugosi del 1931), con la sua aura epico-fantasy, ambientazioni gotiche e
desolate, nebbie e tempeste a scatenarsi di continuo e un'eterna lotta tra bene
e male, fede ed eresia. Un film che trasuda atmosfera prima che paura, che
affascina e conquista a prescindere da un canovaccio sempre più risaputo ma
gustoso.
Dovrei
forse metterci un cubico "per me" prima di esplicitare quanto sia
bella e riuscita questa pellicola, diretta con buona mano e solidissimo cast
tecnico e artistico da Corin Hardy. Il "per me" diviene forse
d'obbligo in ragione di una trama un po' sghemba, che qualche volta gira
su se stessa e si perde, ma anche in ragione di molte delle critiche piovute
sul film, per lo più a mio giudizio da chi da questo si aspettava
qualcosa di diverso o per lo meno "più moderno". The nun è un film
sghembo che lascia molto/troppo spazio "all'onirico" per tappezzare
la logica, non punta a spaventare ogni tre secondi con un jump-scare, non vuole
neppure "sorprendere per sorprendere". È una ricetta semplice,
magari per qualcuno semplicistica. Manieri isolati ai confini del mondo moderno
abitati da presenze solitarie e spettrali. Cacciatori di mostri, con la
pancia piena di paura, che si aggirano al loro interno mentre "il
male dorme", ma sono destinati a trascorrerci notti di terrore. Croci e
preghiere che diventano "armi sacre", oggetti più potenti di bombe
atomiche, anche se in mano a un non credente (come accade
nell'ultra-citazionista Dal tramonto all'alba di Rodriguez/Tarantino). Un
nemico ancestrale che si nasconde tra i mortali sotto sembianze umane da
abbattere con la forza della fede. Bene contro male, dritto, senza fronzoli,
come nel Dracula cinematografico delle origini, quando il vampiro era ancora un
mostro con una credibilità. Puro Horror - fantasy, se vogliamo leggerlo oggi.
Il demone "che si traveste da suora", che si muove silenzioso tra le consorelle che hanno fatto il voto della clausura e del silenzio, per annientare la loro fede, per corromperle, mutando d'aspetto, rovesciando
gravità e crocifissi, un demone che vive nutrendosi di paura. È
un'immagine di una potenza devastante, come un drago (Dracula etimologicamente
discende da drago quanto da diavolo), immortale, da combattere
all'ultimo sangue, con truppe infinite (in questo caso "suore
combattenti" quanto gli esorcisti), in una lotta eterna, che
si perpetra per generazioni, per impedire che esca dalla sua tana e distrugga
il mondo. È quasi strano che la pellicola non sia in bianco e nero, è
quasi spericolato che nel 2018, mentre le chiese sono sempre più disertate dai
giovani, si parli in modo così cristallino della pura fede che distrugge il
maligno. L'horror moderno sottolinea i nuovi pericoli di internet, nutre la
sempre viva paura per il prossimo (sia straniero, sia diverso, sia alieno), ci
fa sentire sempre più preda degli zombie (e zombie noi stessi) della
sovrappopolazione mondiale. I film di The Conjuring, e questo in particolare
modo, sono, pur divertentissimi e visivamente affascinanti, match tra
preti e diavoli. Ci sono vittorie e sconfitte da ambo le fazioni, ma questo
rimangono: forse il miglior invito, dai tempi dell'Esorcista, ad indossare una
tonaca per combattere il male. Ma i giovani d'oggi la vedono ancora così? Non è
che vedono piuttosto la questione esorcisti vs diavoli come una strana
declinazione, per l'appunto, dell'intrattenimento fantasy e basta? Riesce
davvero a "toccarli", a coinvolgerli, la storia di un demone che
assedia un convento di suore? E finiti i jump scare e trovata l'ambientazione
"risaputa", a monte di tonnellate di videogame Horror
ambientati in castelli abbandonati, non è che vorranno subito a fine pellicola
passare ad altro?
Forse
questo è il limite più evidente di The nun. È una storia fantasy, priva delle
"documentazioni ufficiali" che invece fanno acquisire alle altre
opere cinematografiche basate sulle imprese dei Warren un'aura di
"credibilità". E quello che rimane è una atmosfera da Horror classico
che non riesce a toccare tutti gli spettatori.
Se amate
l'horror classico, quello fatto di lupi mannari e mostri della laguna, The nun
diventa davvero Gardaland. Se non siete di quella scuola di pensiero, potreste
trovare la muffa in ogni pertugio del convento tra i boschi di The nun. Che pur
ci regala delle magnifiche scene oniriche, un'ambientazione maniacalmente
precisa e affascinante, tanti spaventi, una fotografia magistrale e
attori straordinari, prima tra tutti Tessa Farmiga, sorella della altrettanto
brava Vera Farmiga, l'interprete di Lorainne Warren di The Conjuring. Ci sono
scene così riuscite che personalmente non vedo l'ora di rivederle in home
video, sopratutto quelle che riguardano la badessa e le suore del convento, ma
anche il "mostro" non è affatto male e sicuramente può essere
ulteriormente esplorato in nuove pellicole (se ne potrebbero fare due
distinte, peraltro entrambe potenzialmente molto interessanti, solo espandendo
due flashback presenti nella pellicola).
Concludendo.
Non è un capolavoro ma un film che pur nei limiti sa divertire e intrattenere
molto. Chi cerca spaventi infiniti può rimanerne deluso, ma chi ama la
claustrofobia di un luogo che sembra un livello del videogame Diablo (e che per un attimo lo diventa a tutti gli effetti) ne
uscirà più che contento. Chi non apprezza il ruolo "fantasy"
giocato dagli esorcisti e dalle loro armi sacre e vorrebbe un Horror che
analizzi di più il rapporto/scontro tra uomo e società (o mancanze della stessa)
non troverà qui ciò che cerca. In genere è un film che giudico "più figo
che spaventoso". Scegliete voi se vederlo come un pregio o un
difetto.
Siamo
comunque decisamente nella categoria del film di genere. Se vogliamo
dell'ottimo film di genere, con un alto tasso di voglia di rivedere la
pellicola più volte. The Conjuring gioca in un campionato più alto, me se avete
apprezzato gli Annabelle qui vi divertirete comunque. Il livello qualitativo è
sempre elevato e la confezione affascinante e ricercata. Di roba così ne vedrei
a chili senza annoiarmi. La saga "espansa" dei Warren sta sempre più
assumendo i contorni di un ottimo telefilm, come in casa Marvel Disney. Se
volete però il film più terrorizzante del mondo, a questo giro vi è andata male.
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