Sinossi
fatta male: The Rock interpreta uno dei più fighi super-poliziotti FBI al
mondo, ma anche il peggior negoziatore di ostaggi al mondo. Cercando di
convincere il suo migliore amico a non suicidarsi, The Rock fallisce e quello,
imbottito di tritolo, disintegra il quartiere. Con gente morta e
sfigurata male per tre quartieri, The Rock, che è quello che se se la cava
meglio di tutti, perde parte del polpaccio, tibia, perone. Come extra di
fortuna, il nostro incontra in sala operatoria come medico Neve Campbell, che
diventa la donna della sua vita e con cui figlia pure. Passano degli anni, uno
dei colleghi di The Rock rimasto non morto ma comunque sfigurato male da
quell'incidente gli propone un posto da responsabile alla sicurezza di un palazzone futuristico creato da un eccentrico e misterioso architetto
miliardario (Chin Han, il Togusa del live action di Ghost in The Shell). Il
palazzo si chiama "La perla", come il 70% delle pizzerie, perché in cima alla costruzione ci sta una specie di palla gigante. Nome
laido a parte, La perla è un palazzo bio-sostenibile, ultra cool, fashion,
hi-tech, c'ha dentro i centri commerciali, hotel, sale meeting, saune, piscine
e, per non farsi davvero mancare nulla, una cacchio di cascata gigante interna
stile Niagara, con rocce, strapiombi e acqua Perrier. Dettaglio, sta ad Hong
Kong. Così Rock e famigliola, con la moglie che mastica bene l'hongkongese
perché è una super dottoressa / soldato poliglotta internazionale, genio,
patrimonio Unesco e bla bla bla... si trasferiscono nel palazzone. Prima
dell'apertura dei piani alti della struttura, secondo il commilitone
sfregiato, The Rock, come responsabile della sicurezza infrastrutturale del
calibro dei più grandi geni della architettura moderna, dovrà osservare e
garantire che tutto vada bene, analizzare roba complessa e in parte mai vista per
tecnologia dal resto del genere umano e infine firmare le classiche carte
"è tutta colpa mia" nel caso succedano casini e l'assicurazione debba
prendersela con qualcuno. Mezz'ora dopo la firma del rapporto, quando The Rock
certifica che secondo i suoi standard "tutto va bene", il
palazzo si riempie di terroristi dell'est Europa e inizia a scoppiare tutto. La
famigliola è nello stabile e in pericolo, The Rock è a piede libero, credono sia
il responsabile e cercherà di arrivare ai piani alti del palazzone tra
inseguimenti, sparatorie, intrighi e una scalata di mezzo chilometro appeso
all'esterno di una gru che farebbe soffrire di vertigini Donkey Kong.
- Dizionario alla voce "rockesco". Dopo il "petaloso" di
qualche tempo fa è ora che un nuovo importante neologismo venga accolto nei
dizionari di lingua italiana: "rockesco". Nel senso di "azione
che farebbe solo l'attore Dwayne Johnson, in arte The Rock", oppure
nell'accezione di "roboante stronzata che sorprende, ma subito irrita alla
visione e fa sperare per la giusta morte di chi prova ad intraprenderla, per
giustizia divina". The Rock è "oltre". A livello fisico, a
livello psicologico, a livello intellettivo e comportamentale l'ex wrestler di
Samoa è il "troppo incarnato". La mia sospensione dell'immaginazione
lo sa. In genere, quando sono seduto al cinema o sul divano e il nostro si
inizia a esprimere in modo "rockesco", lei prende e va in bagno. Una
volta ero a casa di amici a vedere un film di The Rock e la mia sospensione
dell'immaginazioni ha chiesto al padrone di casa dove si trovava il bagno, ha
ringraziato dell'informazione e si è diretta lì senza che io me ne accorgessi.
Con questo film del palazzone è però sbottata, perché anche a lei piace vedere
un film e in questo caso è dovuta stare in bagno dall'inizio alla fine.
Superman è realistico, Freddy Kruger è realistico, Peppa Pig è un documentario
sulla vita dei suini, ma The Rock in questo film no, The Rock è l'eroe di
film che si proietterebbe nella realtà parallela ultra - esagerata del film
Last Action Hero con Schwarzenegger, e lo Schwarzenegger stesso di quella
realtà parallela ultra-esagerata considererebbe questo The Rock troppo
esagerato. È indistruttibile, con un arto artificiale dal quale, alla faccia
degli invalidi veri, da un momento all'altro immagineremmo che possa
fuoriuscire un lanciamissili cybernetico. In ogni azione è poi più
melodrammatico di Mario Merola e il fatto che il suo personaggio non canti è
un'idea che prima o poi si sfrutterà di sicuro. È solo contro tutti ma il mondo
è con lui, nessuno che si confronti davvero con lui al punto che sembrava quasi
che il resto del cast sia in scena, seduto pure lui come noi al cinema,
a guardare il One man show del Samoano. E dire nei suoi precedenti film The
Rock, quando era lì lì sul baratro, tra l'altamente improbabile e l'assurdo,
poteva pure convincere, anche solo con una alzata di sopracciglio. E dire che
in Jumanji mi aveva convinto e mi aveva quasi commosso, interpretando un
ragazzino nel corpo di un gigante. E dire che poteva vincere (e doveva vincere
per me) un Oscar come migliore attore... in un film di Michael Bay!!!! Qui no.
Di conseguenza questo film del palazzone, girato da un regista che non ho voglia
di ricordare, è sullo stesso piano o quasi di quel bruttarello
Rampage, con un The Rock che "fa cose" nel modo più
esagerato e inumano possibile, sfoggiando conoscenze e curricula tanto
fantasiosi quanto improbabili, mentre lo spettatore assiste alla messa in scena
di un videogioco, invero noiosetto e ridondante, con un protagonista che,
per contratto, non può perdere, mai. A tratti la nostra memoria filmica va
dalle parti di Inferno di Cristallo e Trappola di Cristallo, perché questo
"film del palazzone" da ambo le pellicole pesca copiosamente e
disordinatamente. Ma siamo lontani tanto dalle lamiere e fuoco del disaster
movie, che dai piedi infilzati di schegge di vetro e gli hippy ya ye del
miglior film di Natale di sempre. Il palazzone c'è ed è ben realizzato ma
"non incombe", non "pesa" sullo spettatore come dovrebbe,
non trasmette la cattiveria e ineluttabilità ancestrale della torre di
Babilonia pronta al crollo che evidentemente volevano dargli fin dalla prima
bozza. È alla fine un palazzone vuoto, un palazzone finto, un palazzone che per
garbugli di sceneggiatura poco ispirati e sensati entra a far parte di un
intrigo confuso e poco attraente. La confezione in qualche modo salva la
resa finale, molte scene d'azione sono carine. Il cast, per lo più di Hong
Kong, svolge al meglio i compiti e anche Neve Campbell e "il bambino"
sono personaggi meno scontati del prevedibile. Ci si può divertire in sala, sia
chiaro. Ma come spettatori potreste non sentirvi davvero lì, sulla scena,
al fianco dell'eroe, perché tanto, ormai sappiamo, vincerà tutto e tutti anche
senza il nostro tifo. L'umanità del mitico Sansone sembra fosse legata a un
taglio di capelli. Forse è tempo che The Rock cambi look passando da Cesare
Ragazzi.
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