Ha gli occhi scuri intensi e un sorriso sbilenco poco convinto, ma vive la vita un quarto di miglio per volta. Porta i capelli ricci arruffati in qualche modo, veste con pantaloncini corti verde e giallo, ha tetri tatuaggi sulle braccia pieni di croci, indossa spesso una maglia larga di una qualche squadra di calcio. Si presenta così agli appuntamenti per comprare le moto usate e poi le ruba sgommando durante il “giro di prova”. Ruba le moto ai ricchi e si fa chiamare nell’ambiente “Nessuno”, anche se “da qualche parte” il suo vero nome è Julia (Julie Ledru) . A Julia non importa dei soldi ma dell'adrenalina nel cavalcare una moto, vive dell’estasi di un momento. Così una sera, inseguendo un attimo di estasi, si innamora di Abra (Dave Nsaman), un motociclista rasta filosofo che le insegna l’arte di guidare la moto su una ruota sola, per vivere le strade in modo nuovo, come le onde con il surf. Accelerare e subito frenare, passando veloce dalla seconda alla terza e poi volare come uccelli. Dopo un paio di cadute Julia ci crede ancora, vuole riprovare ma la polizia sta arrivando nella zona delle gare clandestine e bisogna levare le tende e veloce. Due motociclisti nella ressa cadono a terra e si feriscono gravemente. Uno lo soccorre con tempismo Julia e ce la fa, anche se a questo “secca” essere stato aiutato da una donna. L’altro è Abra, che finisce in coma. Come un gatto randagio che ha finalmente trovato una nuova casa, Nessuno si unisce al gruppo di Abra, che ha il covo in una enorme officina di proprietà del misterioso Domino (Sebastien Schroeder). Domino dirige tutto dal carcere e non ama che qualcuno si sottragga al suo controllo. Il gruppo non accetta bene Nessuno ma Domino sì, e ha deciso di usare il talento di Julia per allargare la sua sfera d’azione e trasformare l’officina in un posto per sostituire targhe e telai, di moto rubate con destrezza. Julia però si affeziona alla moglie (Antonia Buresi) e al bambino di Domino, per i quali decide di ereditare anche il compito da tuttofare di Abra, da addetto alla spesa e alla sicurezza , anche se la cosa non piace a qualcuno. Di notte Nessuno è così colpita alle spalle da un motociclista con un casco che non ha mai visto: un colpo con un pistone di metallo che la manda quasi al creatore. Per cercare la fiducia del gruppo, Nessuno propone generosamente un piano che da sempre ha cercato di realizzare da sola senza riuscirci: rubare le moto da un camion del suo quartiere che fa avanti e indietro tutti i giorni a una certa ora. Serve operare mentre il camion è in movimento e serve essere in tanti. Al contempo Julia vuole trovare un modo per sottrarre la moglie e il figlio di Domino dal controllo ossessivo del marito, che li costringe a vivere relegati in casa quasi come lo è lui in carcere. La voglia di adrenalina che coglie Nessuno quando sale su una moto, unita alla voglia di Julia di aiutare una donna ingabbiata, può forse mettere a rischio la vita e la libertà di entrambe. Questa volta non sarà facile scappare a tutta velocità come dopo aver rubato una moto.
Lola Quivoron dirige e scrive (insieme alla attrice Antonia Buresi) un film sporco e cattivo, tra adrenalina e dramma interiore, in cui una protagonista, dall’aria spavalda quanto dolente, affronta le brulle strade della periferia francese in cerca di emozioni e botte. La magnifica Julie Ledru si pone idealmente a metà strada tra la Michelle Rodriguez di Fast’n’furious e la Agathe Rousselle di Titane, conferendo al suo personaggio un fisico androgino pieno di lividi e lo sguardo perdente ma determinato del cane bastonato ma non domo. Nessuno aggredisce la strada a cavallo di qualche moto e poco le importa di altro, vive “per la botta” e quando non sta fuggendo da qualcosa guarda ossessivamente filmati di qualcuno che corre. Sempre in movimento, sempre fuori posto nel mondo, con un passato fosco che parla solo di fallimenti e posti di lavoro sfumati, Zero prospettive. Nessuno è una creatura selvaggia che vivrebbe anche in una cuccia del cane pur di poter correre. Il perfetto kamikaze da sacrificare sull’altare del guadagno per qualche criminale senza scrupoli come Domino, la donna “portatrice di sventure” per lo sgangherato gruppo di motociclisti ribelli che per la prima volta percepiscono qualcuno di più veloce, abile e “tosto” di loro. Per Ophelie e il figlio, invece, l’unica persona al mondo che li guardi non come un oggetto da tenere rinchiuso in una gabbia. È nell’incontro con Ophelie che Nessuno si scopre diversa ma al contempo incredibilmente simile a lei, una madre sconfitta che “per prendersela con qualcuno” infine quasi sadicamente sceglie sempre di prendersela solo con il figlio (per poi sempre pentirsene), di fatto il suo unico compagno di carcere. Si potrebbe pensare che Nessuno abbia sublimato il suo desiderio di libertà (impossibile per lei a più livelli) in “voglia di adrenalina” e ora che ha scelto di stare con Domino si senta pure lei rinchiusa in una gabbia, seppur diversa, dalla quale le è evidente che non potrà mai uscire. Ma questa condizione non le impedisce di voler salvare comunque qualcun altro al suo posto, fare la cosa giusta per una volta e forse guadagnarsi così il paradiso. Nessuno diventa l’eroina tragica di una vicenda umana che pur con tutte le forze non la vuole protagonista. Neanche Ophelie e il figlio la vogliono dentro a questa faccenda, ma a Nessuno non importa. È la “variabile impazzita” e la Ledru le conferisce la forza e determinazione per compiere le imprese più ardite, spesso confrontandosi ad armi pari e muso duro con uomini molto più grossi di lei.
Per trama e produzione Rodeo può risultare sulla carta qualcosa di estremamente semplice, quasi ai livelli dei Grindhouse di Tarantino. La messa in scena suona decisamente adeguata e soddisfacente, piena di fascino anche se ben lontana dagli action miliardari di Hollywood, carica di carisma. Ma un personaggio come quello di Nessuno non si dimentica e da solo vale la visione di Rodeo, probabilmente conferendogli tra qualche anno l’aura di piccolo cult. Nessuno è uno straordinario biglietto da visita per Julie Ledru, attrice che lo “fa suo” con tantissimo impegno e passione, trasformandosi in lei in ogni atomo, dal sorriso sdentato agli occhi impenetrabili, dall’andatura storta alla femminilità contratta. La Ledru diventa Nessuno facendole letteralmente divorare tutta la pellicola. Rodeo è un One-girl-show ed è strabiliante, veloce e tragico come un western moderno. Adeguato anche tutto il cast di supporto, tra cui si segnala il glaciale Sebastien Schroeder ma anche la complicata, irrisolta e scostante Ophelie di Antonia Buresi, una donna in perenne bilico tra rabbia e rassegnazione. Cupe ma seducenti le location, dalle quasi nella semi oscurità sembra quasi di respirare profumo di vernice fresca, benzina e olio motore. Ben realizzati tutti gli stunt con al centro le evoluzioni con le moto, con una menzione speciale per la sequenza finale, “potente” quanto disperata.
Il film di Lola Quivoron è tragico e crepuscolare quanto veloce e frizzante, carico di inseguimenti e scazzottate. È un film ben ritmato, adrenalinico e benedetto da una interprete straordinaria che non vediamo l’ora di ritrovare presto al cinema. La dimostrazione che si possono realizzare ancora interessatissimi film Action con un budget anche ristretto, se al centro ci sono le idee e ottimi interpreti.
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