giovedì 17 marzo 2022

Licorice Pizza: La nostra recensione del nuovo film di Paul Thomas Anderson

 


Siamo in un'America che non c’è più, un po’ tra Boogie Nights e C’era una volta a Hollywood, in una California però con più sentimento e meno sparatorie. Tutto è sbrilluccicoso e tutti vanno in giro con incredibili camicie a righe. I ragazzini di uno show televisivo pomeridiano attirano le folle quanto i Beatles e attori alla James Dean amano correre in gare clandestine saltando tra cerchi di fuoco. C’è tanta eccitazione e buona musica nell’aria. È il clima ideale per innamorarsi. 

Alana (Alana Haim) è incredibilmente attratta da Gary (Cooper Hoffman) e neanche lei sa perché. Lei ha 28 anni e un destino da “commessa di qualcosa” a cui pensa di non potersi sottrarre. Lui ha 15 anni, è un bambinone ma si sente già un grande attore e imprenditore di successo. Lei è un po’ curva è un po’ goffa ma se vuole tira fuori una inaspettata e devastante femminilità al pari di nervi d’acciaio. Disillusa, concreta, emotiva ma “tosta”: la perfetta figlia di un militare che l’ha cresciuta con alti valori morali e il Krav Maga. Lui è cicciotto, con una faccia da schiaffi e la parlantina tagliente, un po’ farfallone, donnaiolo e sempre pronto a lanciarsi nei progetti più assurdi, dai materassi ad acqua alla casa del flipper. Lei ha troppo i piedi per terra, lui ha troppo la testa per aria, ma insieme questi due ragazzi così diversi funzionano, fanno scintille. Se per un attimo vivono sogni troppo distanti, se più di una volta non si sopportano e si dichiarano odio eterno, se si tradiscono o rimpiangono, prima o poi corrono a riavvicinarsi, sempre, come mossi da una calamita invisibile. Forse il vero amore. 


C’erano una volta gli anni della musica e della ribellione, della Blackspoitation e di Barbra Streisand (e nessuno sapeva come si pronunciava il suo cognome). Ce li hanno “cantati” Cameron Crowe con Almost Famous, Tarantino con il suo nono film e naturalmente anche P.T.Anderson, regista di questo Licorice Pizza, quando nel 1997 con Boogie Night portava nuovamente protagonista sullo schermo (in una parte di peso), direttamene da quegli anni ruggenti, Burt Reynolds. Assieme al grande Burt allora c’era un cast magnifico quanto compatto, un dream team formato da Julianne Moore, Heather Graham, Wahlberg, Macy, Reilly, Cheadle e tanti altri, tra cui faceva capolino un timido e impacciato Philip Seymour Hoffman. Goffo, dall’aria tenera e complicata, ancora all’inizio di una carriera folgorante quando tragicamente breve. Oggi c’è Cooper Alexander Hoffman, suo figlio, a ripercorrere i temi e scenografie di quel Boogie Night, vestendo un ruolo molto simile a quello di Seymour. Un felice quanto emozionante passaggio di testimone, tra padre e figlio, che non può che farci tornare alla mente il recente I molti santi del New Jersey, dove Anthony Soprano “riprende vita”, in una sua versione più giovane, grazie a Michael Gandolfini, figlio dello scomparso James Gandolfini. In entrambi i casi è evidente come la mela non sia caduta molto lontano dall’albero e non vediamo già l’ora di vedere questi giovani attori crescere e magari eguagliare i loro genitori. 


Cooper ha la stessa faccia tosta, pancia e cuore grande del padre e trova su schermo una co-protagonista con cui c’è subito intesa, si respira una buona chimica. È una cantante, si chiama Alana Mychal Haim e fa parte del gruppo musicale “Haim”, dove canta insieme alle sorelle Danielle Sari ed Este Arielle, anche loro con una piccola parte nel film. Ha recitato per ora per lo più in particine ma ha un grande talento: un fisico quasi di gomma che le permette in un istante di passare da femme fatale a quarantenne ingobbita e due occhioni enormi quanto espressivi, sinceri. Buffa quanto attraente, infantile quanto matura, Alana di qui ai prossimi anni si mangerà Hollywood insieme a Michael e noi potremo dire di averli già visti insieme in questo film dai colori caldi e malinconici degli anni ‘70. Anderson recupera in pieno la coralità che lo ha reso grande in Boogie Night come in Magnolia, mettendosi al comando di un cast pantagruelico con all’interno anche un divertito Sean Penn nel ruolo del divo bello e dannato, uno stralunatissimo Bradley Cooper nel ruolo della star capricciosa (che oggi fa a gara a stralunatezza con il Sebastian Stan della serie tv Pam & Tommy), un sornione Tom Waits, Maya Rudolph, John C.Reilly, Fred Gwynne, John Michael Higgins. Quello che ci viene chiesto da spettatori è di passare un po’ di tempo con i personaggi interpretati da Alana e Michael, nel loro piccolo mondo dove ogni tanto incrociano “qualcuno di famoso” un po’ come accade in Forrest Gump e dove qualche volta si innamorano o si lascino, diventano partner di affari o finiscono per sfruttarsi a vicenda, arrivano a scappare con un camion senza benzina o vengono accusati di essere serial killer. Li seguiamo in un percorso dalla adolescenza all’età adulta che ha il sapore di una lunga estate e che quando giunge alla fine, nonostante il film sia già lunghetto, ne vorremmo ancora e ancora. Magia del cinema.

Il nuovo film di Paul Thomas Anderson è una commedia sagace e divertente, calda ed accogliente, con il fascino vintage degli anni ‘70, tra eccessi e colori forti. Un film per romantici nostalgici ma non solo, pervaso di situazioni folli quanto esilaranti in grado continuamente di catturare l’attenzione e l’immaginazione. Molto bravi tutti gli interpreti e qualche volta davvero “magica”, alla Forrest Gump, l’atmosfera che si respira durante la visione. 

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