domenica 13 marzo 2022

Jackass forever - la nostra recensione del film di Jeff Tremaine che celebra lo storico programma di MTV a 10 anni dall’ultima Reunion

 


Riuscirà lo stunt-man e comico Johnny Knoxville a non perdere l’elasticità del suo corpo di gomma con l’arrivo dei 50 anni, dopo l’ennesima “buffa” frattura scomposta auto-inflitta, nel tentativo (riuscito) di fare adirare un toro? Lo stunt-man Steve-O sarà ancora sexy, muscoloso e fiero, all’idea di girare nuovamente nudo e sorridente con qualcosa che gli comprime i testicoli? Chris Potius realizzerà il sogno di girare un kaiju movie in cui il mostro sarà interpretato dal suo pene, debitamente truccato da Godzilla, e dovrà con la sua sola erezione combattere contro qualche animale vero che cercherà di amputarglielo con delle chele? Dave England tornerà in un outlet di mobili per la casa per defecare in pubblico usando un sanitario in esposizione? Chi si farà la barba con le api? Chi farà la rampa umana per far volare con lo skate sopra di lui un omaccione di 300 kg? Quante volte il cameraman vomiterà? Sarà su degli scorpioni o sulla corrente elettrica di un Taser (o tutti e due) che la giovane Rachel Wolfson deciderà di infilare la sua lingua? 

Meglio non farsi troppe domande e “seguire la corrente”, davanti a questo godurioso, anarchico, nudissimo, scorretto, esilarante, doloroso e senza senso show storico di MTV che torna al cinema con uno speciale per i vecchi e nuovi fan dell’assurdo. Una brigata di stunt-man che si autodefinisce “idioti” (Jackass, per l’appunto) che si auto-infligge dolore e che ci riporta un po’ dalle parti degli spettacoli circensi più estremi, con quella voglia mista a timore di guardare “fin dove si spingeranno”. Lo scorrere degli eventi è sancito come sempre dalle prime fasi di creazione alla realizzazione di uno Stunt o una candid camera particolarmente estrema e cattiva, che deve fare i conti con i mille incidenti sul set, i ricoveri e il “tempo tecnico” per permettere agli stunt-Man di riprendersi da una scemenza all’altra. Oltre alla pazzia si respira tanto cameratismo, chili e chili di auto-ironia, ma anche un forte senso di nostalgia, l’orgoglio dei nuovi stunt-Man di entrare a fare parte di uno show e una “famiglia allargata” storica, che resiste unita da quando erano bambini.



Ma pur chiamandolo “spettacolo circense estremo”, a chi giovano questi quasi 100 minuti di uomini nudi, peni, peti esplosivi, calci nei testicoli, situazioni umilianti a base di animali di piccola o grande taglia, sanitari che esplodono, lingue elettrificate e simila?

“…e col cul fece trombetta”, dice Dante nella Divina Commedia in un celebre passo dell’Inferno, di fatto sdoganando la possibilità che di peti si possa parlare e vivere, un po’ come fece Bombolo e fa in Jackass England.

C’è un pene che sogna di mutare in trivella per perforare tavoli nel Tetsuo di Tsukamoto e sono sicuro che Steve-O in una puntata abbia provato che è possibile. Ci sono (finti) cani di piccola taglia che attaccano ai testicoli in Gozu di Miike e Potius l’ha resa una cosa vera. C’è tutta una epica del dolore nell’autoinfliggersi sofferenze spingendosi oltre il limite nel Crash di Cronenberg (che rileggeva uno dei “brividi” che amava James Dean) e che per me è condiviso dal Knoxville che si fa lanciare in aria da un cannone con le ali di Icaro. Perfino James Bond in Quantum of Solace ha un giochino/tortura applicato ai testicoli nelle prime scene e ditemi se non è roba da Jackass. E poi c’è la Troma di Lloyd Kaufman, dove vomiti, peti, nudi maschili e femminili ed eccessi sono all’ordine del giorno in ogni produzione, veri marchi di fabbrica nel nome di una libertà espressiva a 360 gradi. 

Jackass, che lo vogliamo o meno, scatena fantasie millenarie, di cui si sono nutriti letteratura e cinema. C'è del Boccaccio in Steve-O.

Ok, sento che mi state dicendo: “Ma questa roba ha senso? Può cambiare il mondo? Non si dovrebbe in questo periodo parlare di attualità e rattristarsi per il triste destino che incombe su di noi? Cioè: c’è la guerra alle nostre porte e io vado a vedere Jackass? Ma perché??”



Lo comprendo, perché è un sentimento diffuso anche al di fuori delle situazioni di pericolo per l’umanità, il ritenere che i calci nelle palle e le scoregge esplosive “non salvino nessuno”. Più i problemi sembrano insormontabili più ci chiudiamo nella nostra testa, cercando di risolverli, cercando di superare uno stato di “impotenza”. Ma è proprio quando pensiamo troppo che dobbiamo “staccare”, pensare alle cose leggere, ricordarci di fare una sana o malsana risata sui tizi di Jackass che si schiacciano le palle in modi sempre più creativi. È giusto pensare e riflettere sul futuro, ma come a scuola è giusto che ci sia un intervallo. Jackass è quell’intervallo, dove sfidarsi tra amici a vedere chi “piscia più lontano”. È anche l’intervallo il momento in cui andiamo in bagno, dopo le ore di lezione, a scoprire tutti i fluidi corporei che possiamo espellere senza vergognarci, facendo la pipì in piedi, magari con una mano sola o pure senza mani, da professionisti. “Semel in anno licet insanire”, diceva un tizio. Magari per un centinaio di minuti si può spegnere il cervello, in modo totale, proprio grazie a Jackass, sottraendoci alle mille istanze della “scuola della vita”. Oppure constatando anche che l’intervallo è parte integrante della scuola della vita, al pari di matematica e filosofia: perché anche se cerchiamo sempre di liberarcene, noi abbiamo sempre al nostro interno rutti e scoregge che vogliono manifestarsi. Come siamo destinati prima o poi a prendere calci nelle palle. Saperlo è un insegnamento importante. Il grande Tafazzi approverebbe. 

Ma sono andato troppo in alto.

Se non amate uomini nudi, scoregge, animali attaccati ad organi genitali, cannoni spara-uomini, scherzi sadici, enfasi sugli escrementi e il vomito ecc… questa roba non fa per voi. Se la prendete con la giusta filosofia, come un ricco momento di intervallo carico di ironia e autoironia, Jackass Forever è magari il giusto scaccia-pensieri. In un momento storico in cui scacciare i pensieri per un centinaio di minuti non è per nulla facile. 

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