È tagliente come una lama, la lingua
dell’orgoglioso Cyrano (Peter Dinklage). È un uomo che da sempre è stato sottovalutato,
trovato “mancante” dal punto di vista estetico, “brutto”. Ma al contempo è un
uomo temuto, perché Cyrano in fondo ha risposto sempre, con la lingua e con la
spada se necessario, ribaltando ogni offesa e ogni colpo nel modo più netto e
per lui appagante, sotto i riflettori di un pubblico. Non è quindi un caso che
un comandante militare come lui prediliga come campo di battaglia il teatro,
dove sovente riempie di sberleffi dalla platea gli attori meno capaci,
ricevendo applausi che riscaldano il suo ego. Tra gli applausi c’è sempre
quello di Roxanne (Haley Bennett), una donna bellissima, ingenua, intelligente,
giovanissima quanto già destinata in sposa al nobile De Guiche (Ben
Mendelsohn), uomo potente e spietato. Cyrano la ama da sempre, da quando
lei era bambina, ma il suo aspetto, il suo “sentirsi brutto”, gli hanno sempre
impedito di dichiararsi, temendo il rifiuto. Sembra invece ben disposto a
dichiararsi a Roxanne il giovane e bellissimo cadetto Christian (Kelvin
Harrison Jr), arrivato da poco in città e in grado con uno sguardo di
conquistarla. Ma Christian non è bravo con le parole e decide di farsi aiutare
da Cyrano per scriverle delle lettere d’amore. In un’epoca in cui è più facile
scriversi lettere che incontrarsi di persona, questa circostanza assume presto
un certo peso. La donna inizierà così ad amare tanto l’aspetto di Christian
quanto soprattutto le intense lettere d’amore di Cyrano, che legge e rilegge in
ogni momento. Questa situazione porterà presto entrambi gli uomini a sentirsi
rivali quanto ancora più innamorati di lei. Saranno il destino e la rabbia di
un rifiutato De Guiche a decidere le sorti del loro amore. Ma infine sarà
l’ego, il principale nemico di Cyrano.
C’è un uomo ideale impossibile,
bellissimo e coltissimo, nei sogni del “principe azzurro” di ogni donna quanto
nell’ego di ogni uomo che aspira ad una perfezione impossibile. Il Cyrano ci
parla di questo: del sentirsi uomini “solo a metà”, davanti alle aspettative
degli altri e di se stessi, incapaci per orgoglio di venire a compromessi che
invece sarebbero bene accolti, auspicati e compresi. In una frase-chiave
dell’opera si dice che “Cyrano amò il suo orgoglio più che la sua amata” e
questo ne fa una figura ancora attualissima al giorno d’oggi, dove la
competitività sembra ancora essere un valore importante nella società. Ma
Cyrano è anche un personaggio d’azione e un giullare, avventuroso quanto
divertente, con la sua storia che comprende tanto i duelli con la spada quanto sagaci scontri di invettive. Un uomo capace di slanci eroici nel pieno della battaglia quanto di distinguersi nelle serate di bevute in libertà con gli amici. Quando nel 1987 Steve Martin vestì i panni di Cyrano in una interpretazione moderna, ambientata negli anni ‘80, nel Roxanne di Fred Schepisi, ne uscì un divertente film comico-romantico,
dove le invettive diventavano i momenti più riusciti. Quando il
personaggio fu interpretato da Gerard Depardieu, nel film del 1990 di Jean-Paul
Rappeneau, c’erano scene d’azione degne dei tre moschettieri. Il Cyrano
che esce nelle sale nel 2022, con protagonista Peter Dinklage è l’adattamento
per lo schermo di un musical di Erica Schmidt e ci porta quindi in un film
ancora diverso, ancora nuovo. È sorprendente come la voce bassa di Dinklage
riesca a ricordarci, anche grazie alla “magia del musical”, delle sonorità alla
Leonard Cohen. Ma anche Ben Mendelshon che interpreta il “villain”, un
personaggio funzionale quanto prevedibile, ci regala una performance
ispirata, quasi alla Tom Waits. Haily Bennett ha un’ugola carica di dolcezza
che fa il paio con il suo aspetto quasi etereo, fanciullesco. Kelvin Harrison
jr ha una corporatura possente quanto una voce giovane e squillante, dall’aria
mite. Le canzoni che per lo più rappresentano lo svolgimento della storia
d’amore (e occupano un buon 80% della pellicola), diventano spesso duetti,
hanno un'impostazione molto armoniosa e ritmata. Le scene di battaglia e
addestramento con la spada diventano balletti “disarmati” (le spade scompaiono)
di uomini intenti nell’affrontare con la danza la difficile armonia tra uomo e
natura. Ci sono scene d’azione e Dinklage sceglie, anche per via del
fisco, una via per interpretarle del tutto opposta a Depardieu,
quanto stilisticamente nuova, interessante. E poi ci sono naturalmente le
“invettive”, i duelli di parole in cui Cyrano eccelle, anche loro musicati.
Duelli musicali che con possono avere la forma dei “duetti” e sono per questo
con un registro diverso: folgoranti, rapidi, quasi rap. La memoria va
subito agli “shots” (secondo uno slang interessante che mette in parallelo le
arringhe ai colpi di pistola) del musical Hamilton e il risultato è molto
soddisfacente, galvanizzante. Poi i toni dell’opera anche qui scendono sul
territorio del romantico (con l’eccezione della struggente canzone corale
nelle scene della guerra). Se è possibile per qualcuno imputarlo come un
“difetto”, il musical diretto da Joseph Wright sceglie di percorrere con più
convinzione le vicende amorose, mettendo progressivamente da parte molto
dell’umorismo e delle parti più concitate dell’opera originale. Ma è una scelta
in linea con il musical rappresentato a teatro, opera molto apprezzata ed
amata.
Dinklage ha una straordinaria e
dirompente forza scenica, proprio a partire da una voce “enorme”, potente.
Convincente anche sul piano delle scene d’azione e straordinario
nell’interpretazione, dona al suo personaggio una straordinaria passione,
ironia e drammaticità. Haley Bennett dà corpo ad una Roxanne moderna, una
Cenerentola che non vuole un principe e ha forse i piedi troppo grossi per
entrare nelle scarpette di cristallo (come suggerisce una scena iniziale). Una
donna-bambina all’apparenza, coperta da vestiti virginali e capelli vaporosi,
ma anche una donna-adulta, che sa andare oltre le apparenze e i canoni. Roxanne
è il vero personaggio “moderno” e maturo della narrazione (e per questo anche
il meno ascoltato) e la Bennett sa incarnarlo al meglio.
Cyrano è un musical che mette al centro i sentimenti e la difficoltà di esprimerli. La storia è narrata in modo lineare e le canzoni sono in genere romantiche e piene di duetti. C’è una parte più “speziata” nella messa in scena, a base di duelli con la spada e duelli musicati simili a battaglie Rap, che rende il film ancora più intrigante. Molto bravi gli interpreti e il comparto tecnico, se l’opera avesse avuto un po’ di malizia in più nella “parte speziata”, accrescendola, il film sarebbe forse risultato più avvincente e memorabile.
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