L’autore di Berserk, cresciuto nella
bottega di Tetsuo Hara e venerato da milioni di fan e critici non c’è più. Si è
spento il 6 maggio e la notizia è stata diffusa solo il 20, nel rispetto del
periodo di lutto familiare in uso in Giappone. Dal tratto possente quanto
gentile, amante delle saghe fantasy ma non indifferente alla psicologia umana,
nella sua carriera Miura è stato di grande ispirazione per molti autori di
fumetti ma anche celebrato da illustri autori di videogame come Hidetaka
Miyazaki, che ha dedicato la saga di Dark Soul proprio a lui. La sua saga
principale, Berserk, viene serializzate dal 1989 e c’era da pensare che sarebbe
stata continuata da Miura per tutta la vita, rispettando la cadenza delle sue
due uscite in volume annuali. Anche su questo blog scherzavamo ogni tanto sui
biblici ritardi di Berserk, sulla sua trama che andava ad espandersi verso
l’infinito, su quanto il talento dell’autore fosse nel tempo cresciuto, si
fosse evoluto e fosse diventato immenso, iconico, unico. La sua arte era
potente, sensuale, barocca e carica di epica.
Mancherà molto, ma è stato un gigante e le sue opere sono lì a dimostrarlo. Per sempre.
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