La vita è grama e per tirare avanti nel Giappone Moderno un ragazzo del liceo di nome Futaro, di umili origini, deve studiare, lavorare e dare le ripetizioni ogni santo giorno. Ma come vede Futaro il futuro? Poco male, quando un riccone decide di commissionargli ripetizioni limitless non di una, non di due, non di tre, ma addirittura di tutte le sue cinque figlie, tutte gemelle e tutte gnocche. Differenziate dalla pettinatura, le cinque sono tutte pronte a capitolare prima o poi ai piedi di Futaro, al punto che fin dalle prime tavole del fumetto noi già sappiamo che lui di lì a poco se ne sposerà una. Il gioco è però capire con chi delle cinque sarà scelta, posto che pure se ce la fanno vedere con l’abito da sposa non è così evidente chi sia. Sarà quella con i capelli a caschetto che perché nata due minuti prima delle altre si sente sorella maggiore, ama il teatro e frequenta ragazzacci? Sarà la patatona maldestra coi ciuffi a coniglietto, che ama lo sport ed è troppo altruista? Sarà la menosa precisetti con i codini, un po’ brusca ma in fondo tenerona? Sarà quella che un po’ remissiva con la pettinatura che le copre gli occhi, che vive nel suo mondo portando perennemente le cuffie, amando i racconti storici? Sarà quella con le stelline per ferma-capelli, che non si capisce esattamente cosa pensi, è complicata e forse sogna di fare l’insegnante? Io non lo so e l’autore cerca continuamente di confondere le carte in modo stimolante, architettando quasi un intreccio mistery.
Le gemelle si scambiano le pettinature, compiono azioni personali di
rilievo sentimentale senza palesare la loro identità, ce le fanno vedere da
piccole quando tutte sono pettinate uguali. La sposa futura di Futaro è
indefiniti ma inesorabile, con “lei” che racconta a ritroso, dal giorno del
matrimonio fino giù a quel periodo in cui si sono incontrati, un’infinità
serie di “ti ricordi quella volta che io...?” che inquadra ogni singolo capitolo
del manga. Un po’ alla How I meet your Mother, se vogliamo. Il gioco funziona
così bene e la scrittura è così stimolante che gli appassionati si sono
scatenati in Giappone in veri e propri fan club dell’una o dell’altra gemella.
Alla fine Futaro è il classico ragazzo super-medio, super-noioso,
super-senza-carisma di moltissima della produzione manga odierna, per lo più un
avatar moscio buono per tutte le stagioni in cui il lettore può immedesimarsi.
Ma le gemelle sono sempre peperine e i disegni ci permettono lungamente di
fantasticare tra le loro curve, seppure in una cornice grafica molto elegante,
per nulla volgare ma abbastanza “interessante” da immaginarsi che qualche
real-doll, con le fattezze di una delle cinque, venga fabbricata nelle
più sordide cantine di Osaka per finire poi nelle mani di qualche oscuro omino
con una forte solitudine, ad allietare la sua stanzetta umidiccia. E con questa
nota soave agli indubbi meriti grafici dell’opera di Negi Haruba, diventata nel
2019 anche anime di successo a firma della Tezuka Productios, devo dire che mi
sono decisamente divertito nel leggere i 14 volumi editi da J-Pop, in una bella
edizione realizzata con la classica cura che la casa Milanese riserva ai suoi
prodotti. Ogni tanto ho “accusato il colpo“, soprattutto quando la vena
sentimentalosa dell’opera andava su canali per me troppo diabetici e
autoreferenziali, ma alla fine l’ho trovata frizzantina al punto giusto,
scacciapensieri e ben curata. Chi sarà la sposa futura di Futaro lo lascio a
voi, nella magra constatazione che io fino alla fine comunque “non l’ho
beccata”. Talk0
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