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Premessa 1: Il regista (ma anche sceneggiatore, produttore, direttore degli
effetti visivi) Michael Chaves nel 2016 confezionava questo cortometraggio, che
vinceva allo Shriekfest il Super Short Film Award
Nel 2019 Chaves realizza questo videoclip per la
cantante Billie Eilish
Si evidenziava già in queste piccole opere un
particolare gusto nella scelta delle inquadrature e dettagli, nelle location e
nell'uso della fotografia. Un particolare feeling nel realizzare qualcosa di
inquietante quanto "patinato", grazie anche alla giusta scelta del
cast e trucco (ma quanto è gnocca Alia Raelyn?). E "patinare", al
netto di una certa confortante "plasticosità della confezione", se
da un lato rende il prodotto "meno maledetto ma anche più innocuo", di
sicuro lo rende anche più vendibile al più ampio pubblico che si
affaccia all'horror, un pubblico che vuole divertirsi con qualche spavento
senza però essere costretto a immergersi nelle atmosfere disturbanti
tipiche soprattutto delle produzioni più underground. Chaves puntava a
costruire un horror "classico" quanto curato e per questo non
sorprende che, dopo averlo scovato e apprezzato, James Wan (Saw, Insidious,
The Conjuring e il recente Aquaman, passando per Fast 7) abbia già designato
Michael Chaves alla sedia di regia di The Conjuring 3, saga che per molti versi
ha un gusto concettuale simile, una fascinazione che ammicca all'horror più "vintage"
della Hammer. Come peraltro non sorprende che Platinum Dunes (che si
legge come "Michael Bay produce i suoi film minori, le tartarughe
ninja e qualche horror", etichetta dietro al rilancio "meno
sporco" della serie Texas Chainsaw Massacre fino al nuovo sorprendente A
Quiet Place, passando per la patinata saga de La notte del giudizio) abbia già
arruolato Chaves per un progetto dal titolo The Reckonig. Ci stanno puntando
tanto questi grossi produttori su Chaves, anche in ragione del successo della sua
web serie Chase Champion (e dirigere una serie significa anche essere
affidabili come essere versatili, siccome parliamo di un
prodotto commedy sceneggiato in alcune puntate anche dal regista stesso), e il buon Chaves ha quindi davvero la possibilità e i fondi (nonché
l'onere) di entrare tra i nuovi nomi forti (anche economicamente) del cinema
horror come Mike Flanagan (Oculus, Ouija 2: L'origine del male), David
F.Sandberg (Lights out, Annabelle Creation, il nuovo cinecomic Shazam!), Corin
Hardy (The Hallow, The Nun), Jordan Peele (Get-Out, Noi). Insomma, se sono
rose fioriranno e La Llorona è il banco di prova per una verifica delle
potenzialità di Chaves su una pellicola horror "lunga", e per
facilitarlo il buon "James Wan - produttore" ha voluto pure che
questa pellicola rientrasse nel Conjuring Cinematic Universe al pari di
Annabelle (questa estate il terzo film in sala), Nun (già un sequel e un
prequel nei progetti) e del futuro "Uomo storto". Forse anche i
Warren si confronteranno presto con la LLorona? Di sicuro c'è un personaggio
della saga che fa brevemente capolino nella pellicola suggellando la
continuity. Di sicuro la Llorona funziona perfettamente all'interno
del Conjuring Universe, rispettandone il contesto "religioso-fantasy", ogni regola sulla costruzione dei mostri e il contesto narrativo, in genere serio/realistico. Se andrete a vedere La
Llorona in sala molto probabilmente prima della pellicola assisterete pure al
trailer di Annabelle 3.
-Premessa 2: la Llorona è un notissimo personaggio del folklore dei paesi
latini. Come è accaduto per Coco della Disney, in cui Pixar
rielaborava "Il giorno dei morti" dei paesi latini, La Llorona è una
rielaborazione e "sintesi" delle molte leggende che girano intorno
alla Llorona, che a tutti gli effetti è qualcosa di simile, per noi
occidentali, all'uomo nero. L'uomo nero a cui, nella ninna
nanna la mamma, se il bambino continua a fare i capricci e non dormire,
"lo darà un mese intero". Nei paesi latini il bambino che non fa il
bravo è minacciato di essere dato alla Llorona, lo spirito inquieto di una
donna che, tradita dall'uomo che amava e accecata dall'odio, affogava in un
fiume i suoi figli per poi, rendendosi conto della tragedia, suicidarsi anche
lei nelle acque. Come accaduto per Coco, La Llorona ha portato al cinema
praticamente tutti gli spettatori di cultura latino americana e spagnola. Il
film è di fatto già uno straordinario successo, costato 9 milioni in 10 giorni
ne ha incassati nel mondo oltre 65 e sta sopravvivendo anche al "ciclone
Avengers". Ma com'è alla fine questo film?
- Micro-sinossi: un'assistente sociale (Linda Cardellini), vedova con due figli
piccoli è chiamata ad intervenire in un caso di violenza su minori. Una donna
tiene i suoi figli rinchiusi nell'armadio di casa e si oppone alla richiesta di
liberarli. I bambini presentano sulle braccia degli evidenti segni di
maltrattamento, ecchimosi che dimostrano che sono stati strattonati con la
forza da mani adulte. L'assistente sociale allontana la madre dai bambini e li
porta in un luogo sicuro, ma durante la notte i due bambini scompaiono e il
giorno dopo ricompaiono senza vita sulla sponda di un corso d'acqua. La madre
arriva sul posto e maledice l'assistente sociale. Le dice che stava proteggendo
i suoi figli da uno spirito demoniaco, la Llorona, e per colpa del suo
intervento ora erano morti. Poiché l'assistente sociale aveva permesso alla
Llorona di ucciderli, la madre malefica i suoi i figli, pregando la
Llorona di prenderle loro e restituirle i suoi. Da allora una figura spettrale tormenta i bambini dell'assistente
sociale, fino a che arriva a manifestarsi e ad attaccare direttamente la madre.
Spaventata e consigliata da un prete, la donna decide di affidarsi alle cure di
un ex prete, che ora è diventato uno shamano, un "curandero".
- Una
nuova caccia al demone è aperta: ogni film della serie Conjuring, ma si
può dire lo stesso anche per la serie parallela Insidious, mette in
scena, in un contesto sempre realistico, una famiglia comune (salvo
poche eccezioni) tormentata da un mostro, fino all'intervento di uno
specialista in grado di contrastarlo o almeno di "provarci". Ogni
film ha una struttura il tre atti: nel primo il mostro irrompe silenziosamente
nel quotidiano, nel secondo la creatura si arrabbia e manifesta in tutta la sua
brutalità, nel terzo avviene lo scontro tra il professionista e la creatura,
con l'esperto che tratta la creatura con un certo distacco professionale, come
fosse una estetista intenta nello schiacciare i brufoli. Sono per questo film
che in un qualche modo esorcizzano le paure, dove il male trova sempre un
significativo avversario, dove un ordine consolatorio viene sempre ristabilito
alla fine delle vicende. Il male è visto come l' allegoria di una malattia,
fisica o mentale, che però si può combattere, sono film consolatori in un certo
senso, al netto di molte scene che sanno regalare ben più di un brivido.
Gli
sceneggiatori Mikki Daugthy e Thobias Iaconis , che hanno scritto insieme
anche il buon A un metro da te, recensito anche qui sul blog poco
tempo fa, si confermano qui molto bravi nella scrittura dei personaggi.
In più danno corpo a una Llorona che come mostro risulta davvero affascinante e
complesso (vi rimandiamo a un paragrafo qua sotto per i dettagli). La Llorona
ricorda un po' la bambina del film giapponese Dark Water, ma ha elementi che
possono ritenersi comuni anche alle creature di un paio di pellicole portate di
recente in Italia da Midnight Factory (la pellicola russa The Bride e la
persiana Under the shadow). Forse l'effetto "novità" sarà meno forte
per chi ha già visto questi ottimi film horror, ma la filosofia del Conjuring
Universe non è mai stata stupire, quanto intrattenere con classe, aspetto che
riesce alla perfezione anche al film di Chaves. Lo scontro tra la Llorona e la
famiglia, con il successivo intervento del curandero, funziona ed è divertente.
Lo spirito si nasconde spesso tra le pieghe delle tende, fa capolino nel
riflesso degli specchi, avverte della sua presenza con un lamento forte e
potente quanto il vento. La lotta contro di lei è come una partita a football
americano, in cui si combatte metro per metro per difendere il perimetro
dell'abitazione dall'influenza demoniaca, ed è di sicuro qualcosa di diverso
rispetto alle sedute di esorcismo già viste nelle alte pellicole. Il regista fa
correre la telecamera dappertutto, la fa vorticare, non lesina i jump scare e
crea un ritmo narrativo forsennato, senza sosta. L'interpretazione generale è
convincente (in lingua originale a mio parere moooolto più convincente), la
Cardellini conferisce credibilità e cuore all'intreccio, Raymond Cruz è un
curandero truzzo ma simpatico, fascinoso, implacabile, con il fuoco
"latino" negli occhi del classico eroe di Robert Rodriguez. La
Llorona, interpretata dalla brava Marisol Ramirez, sorprende per la sua pazzia
quanto per la sua inaspettata, profonda, tenerezza. È una creatura
infelice, destinata per sempre a ricercare e distruggere la sua
dimensione materna, afflitta da un vuoto incolmabile. Un mostro tragico quanto
indimenticabile. Le musiche, dell'ormai imprescindibile Joseph Bishara,
armonizzano ed elettrificano il consueto tappeto sonoro del Conjuring Universe.
Rimaniamo ancorati nel film patinato, nel film di genere nella sua cornice più
raffinata quanto forse, a mio avviso, "innocua", con il piccolo,
consueto, brivido lungo la schiena di assistere ad eventi forse tratti da
"""storie vere""". Film come Suspiria di
Guadagnino, Hereditary di Aster, Il sacrificio del cervo sacro di Lanthimos,
The VVitch di Eggers, Goodnight Mommy di Franz e Fiala, sono film horror
moderni che scavano, disturbano, regalano un'inquietudine davanti alla quale il
Conjuring Universe appare per lo più come una innocua attrazione a tema di un
luna park (al netto dei due film con protagonisti i Warren, che rimangono un
paio di spanne al di sopra del resto della produzione grazie alla incredibile
chimica che sanno sprigionare insieme Farmiga e Wilson, combinato alla classe
sopraffina di Wan). È però intrattenimento di lusso, confezionato con stile e
curato nei dettagli. Se nel Conjuring Cinematic Universe Annabelle è la bambola
maledetta e Valak è dracula, la Llorona è la sua dama femminile piangente. Se
la sceneggiatura del terzo Conjuring andrà come si pensava qualche tempo fa,
avremo presto i lupi mannari e sono curiosissimo di rivedere "l'uomo
storto", la cui natura sembra essere legata alle fiabe (anche se il suo
progetto è ancora avvolto nel mistero). E poi via di team-up stile Avengers (come lo era di fatto un po' anche Conjuring 2), con Annabelle 3 che già ci fa
pregustare la liberazione di un piccolo esercito di nuovi mostri di cui ancora
non sappiamo nulla. Se la giostra continuerà a essere bene oliata, rinnovata e
resa accattivante, sarà sempre un piacere farci un giro, armati di popcorn e
con tanta voglia di saltare sulla sedia al primo spaventarello. La Llorona
dimostra che questa attrazione da luna park funziona bene ancora.
Talk0
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Anamnesi del mostro e del cacciatore: io degli horror amo i "jump
scare", amo lo splatter, le atmosfere lugubri, amo moltissimo
l'interpretazione dei personaggi, la "ritualità di alcuni generi (su
tutti lo slasher), ma personalmente trovo che uno degli aspetti più
affascinati dei film horror sia la "costruzione del mostro". Che sia
un diavolo, un orco, uno psicopatico, un fantasma o un folletto, la
creatura per me funziona se ha un modus operandi credibile per quanto elaborato, se ha un suo linguaggio e una sua finalità. I film di
James Wan, che qui è produttore, hanno sempre dedicato molto tempo alla
costruzione di ottimi "mostri", quanto allo sviluppo dei
"cacciatori di mostri" che sono destinati ad affrontarli. Quella che
segue è un'analisi di mostro e cacciatore, ma vi consiglio di leggerla solo
dopo la visione della pellicola. Peraltro quello che segue è sotto SPOILER
La
Llorona è uno spirito con le fattezze di una donna in veste bianca, non
dissimile esteticamente (e anche per certi altri aspetti, come il fatto di
agire secondo "maledizione") da tante donne maledette della tradizione asiatica come Sadako e Kayako. La Llorona è una creatura dalla
forma e dall'animo duplice, racchiusa in un continuo "loop emotivo"
che ne definisce le azioni. Si presenta ai margini dei fiumi, sulla riva, nelle
sembianze di una donna ancora giovane e affranta, in abito bianco sporco e
sdrucito simile a quello di una sposa. Una figura che commuove e strazia il
cuore per il suo pianto alternato all'invocazione tenera e affranta ai suoi
"ninos scomparsi". Sembra una madre che cerca i suoi figli. L'altra faccia, che appare una volta che ha scelto due nuovi bambini da
"accudire" (nel momento iniziale si esprime verso le vittime con un
tenero e gioioso "ninos bonitos!!") e li ha vicino a sé (prima di
"trovarli" si aggira piangendo nelle vicinanze), è quella della
stessa donna, ma con il viso trasfigurato dalla rabbia e dalla pazzia. Un viso
diventato cinereo, con occhi rossi avvolti da lacrime rosso sangue, che si
dicono "incandescenti" al punto che le solcano fino a bucare le
guance. Una donna con un vestito ancora più sporco e logoro, con mani lunghe,
appuntite, annerite e deformate. Quando riesce nell'intero di affogare in un
corso d'acqua le vittime, lo spirito sembra dimenticarsi di quanto appena
avvenuto, e ritorna la figura triste e apparentemente innocua, una donna
piangente. Sembra che un modo per evocarla esista, e consiste nel pregare per
lei promettendole dei bambini che prendano il posto dei suoi scomparsi, in
genere i bambini di qualcun altro, che così viene maledetto.
Scelte le sue nuove vittime, queste sono all'inizio le uniche
persone in grado di vederla, per lo più attraverso i riflessi di vetri,
specchi, corsi d'acqua. Allo stesso modo le vittime sono le uniche a sentire il
suo incessante pianto, sono le uniche che, a un certo punto, potranno essere
da lei toccate, marchiate e da quel momento progressivamente, con un
rafforzamento della maledizione, divorate psicologicamente, fino a
che saranno trascinate verso un corso d'acqua dove infine verranno affogate. Il
potere della Llorona all'inizio è scarso e può giusto accrescere
momentaneamente con l'arrivo delle tenebre. Le sue manifestazioni sono
limitato alla sfera sensoriale delle vittime, ma più né assorbe il potere
più può manifestarsi in modo sempre più prolungato e rendersi visibile
anche ad altre persone, fino a che può agire anche contro queste ultime. La sua
"caccia ai bambini" consiste nel portarli al di fuori del loro
"rifugio" (che può essere una casa ma anche un'auto) fino al primo
specchio d'acqua in cui annegarli. Può agire in modo
"spiritico", entrando ovunque e attraversando muri (questo aspetto a scapito di molta energia probabilmente), puntando a spaventare i bambini fino
a possederli e farli uscire, come zombie, da soli, dal loro
"rifugio". Può agire con la forza, affrontando le
persone che proteggono i bambini, aprendo porte e finestre con il suo
"pianto stordente" o menando direttamente le mani, dal tocco
arroventato, ma l'azione fisica dura per breve tempo. Non è specificato
nel film, ma è probabile che tra un attacco e l'altro, che sia di natura
spirituale o fisica, la Llorona si ricarichi di energia spiritica nell'acqua, il suo elemento naturale, probabilmente nel luogo vicino alle
vittime dove ha deciso di affogare poi i bambini. Di fatto può seguire le
sue vittime ovunque dopo che ha stretto il "legame" con loro, ma per
attaccarle ha bisogno di ricaricarsi. L'acqua è infatti l'elemento
che ha "accolto le sue lacrime" mentre affogava i suoi figli per poi
togliersi la vita. Quando è particolarmente debole, la Llorona lascia come
segno del suo passaggio delle gocce d'acqua. Un'altra peculiarità della Llorona
sembra essere la sua necessità per attaccare di avere un contatto visivo
con le vittime, forse per poter gestire al meglio la sua capacità
offensiva in ragione di una energia limitata di attacco. Da qui la predilezione
tattica di spiare le vittime dalle finestre o la necessità di attacchi fisici
per aprire porte e passaggi di vario tipo. Sembra (lo dice il personaggio del
dilm che ha le maggiori informazioni sul mostro, ma che non le condivide
interamente con gli altri) che la Llorona abbia un periodo di tempo limitato
per agire dopo l'evocazione, oltre il quale non può più attaccare i suoi
bersagli che quindi si liberano della maledizione. Il modo più sicuro per
salvare i bambini sembra essere rinchiuderli in un armadio, magari coperto da
simboli di protezione che li rendano ancora più invisibili a lei.
Il
"cacciatore" designato a salvare la situazione non è in questo caso
un prete, ma un "curandero", tecnicamente uno stregone sciamano
dell'America Latina, e questo porta ad interessanti novità (per
chi non conosce queste figure, perché c'è pure se volete una bella serie Netfix
che parla di curanderi che vi consiglio Diablero, con una bella
prima stagione completa) per quanto riguarda la caccia, o se vogliamo la cura
dei poveri bambini. Il curandero, in buona sostanza, crea barriere perimetrali, che usa per rilevare la presenza del
mostro, per protezione ma anche come trappola (usando magari esche umane per
attirare lì il mostro), facendo uso dei vari strumenti mistici che porta con
sé, tra cui i crocefissi della fede cristiana, in quanto il curandero rimane
comunque legato alla fede cattolica. La sua "arma finale" contro la
LLorona è un oggetto mistico potentissimo, una (bellissima) croce di legno
rosso intagliata "nell'albero di fuoco". Questo particolare albero
dal tronco rosso era piantato sulla riva il giorno che la Llorona annegava i
suoi figli e pertanto le sue radici si sono imbevute delle lacrime della
donna. Le scaglie di questa preziosa croce tracciate davanti alla porta
di una abitazione rendono il luogo del tutto invalicabile per la Llorona.
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