lunedì 29 aprile 2019

La Llorona - le lacrime del male




- Premessa 1: Il regista (ma anche sceneggiatore, produttore, direttore degli effetti visivi) Michael Chaves nel 2016 confezionava questo cortometraggio, che vinceva allo Shriekfest il Super Short Film Award


Nel 2019 Chaves realizza questo videoclip per la cantante Billie Eilish


Si evidenziava già in queste piccole opere un particolare gusto nella scelta delle inquadrature e dettagli, nelle location e nell'uso della fotografia. Un particolare feeling nel realizzare qualcosa di inquietante quanto "patinato", grazie anche alla giusta scelta del cast e trucco (ma quanto è gnocca Alia Raelyn?). E "patinare", al netto di una certa confortante "plasticosità della confezione", se da un lato rende il prodotto "meno maledetto ma anche più innocuo", di sicuro lo rende anche più vendibile al più ampio pubblico che si affaccia all'horror, un pubblico che vuole divertirsi con qualche spavento senza però essere costretto a immergersi nelle atmosfere disturbanti tipiche soprattutto delle produzioni più underground. Chaves puntava a costruire un horror "classico" quanto curato e per questo non sorprende che, dopo averlo scovato e apprezzato, James Wan (Saw, Insidious, The Conjuring e il recente Aquaman, passando per Fast 7) abbia già designato Michael Chaves alla sedia di regia di The Conjuring 3, saga che per molti versi ha un gusto concettuale simile, una fascinazione che ammicca all'horror più "vintage" della Hammer. Come peraltro non sorprende che Platinum Dunes (che si legge come "Michael Bay produce i suoi film minori, le tartarughe ninja e qualche horror", etichetta dietro al rilancio "meno sporco" della serie Texas Chainsaw Massacre fino al nuovo sorprendente A Quiet Place, passando per la patinata saga de La notte del giudizio) abbia già arruolato Chaves per un progetto dal titolo The Reckonig. Ci stanno puntando tanto questi grossi produttori su Chaves, anche in ragione del successo della sua web serie Chase Champion (e dirigere una serie significa anche essere affidabili come essere versatili, siccome parliamo di un prodotto commedy sceneggiato in alcune puntate anche dal regista stesso), e il buon Chaves ha quindi davvero la possibilità e i fondi  (nonché l'onere) di entrare tra i nuovi nomi forti (anche economicamente) del cinema horror come Mike Flanagan (Oculus, Ouija 2: L'origine del male), David F.Sandberg (Lights out, Annabelle Creation, il nuovo cinecomic Shazam!), Corin Hardy (The Hallow, The Nun), Jordan Peele (Get-Out, Noi). Insomma, se sono rose fioriranno e La Llorona è il banco di prova per una verifica delle potenzialità di Chaves su una pellicola horror "lunga", e per facilitarlo il buon "James Wan - produttore" ha voluto pure che questa pellicola rientrasse nel Conjuring Cinematic Universe al pari di Annabelle (questa estate il terzo film in sala), Nun (già un sequel e un prequel nei progetti) e del futuro "Uomo storto". Forse anche i Warren si confronteranno presto con la LLorona? Di sicuro c'è un personaggio della saga che fa brevemente capolino nella pellicola suggellando la continuity. Di sicuro la Llorona funziona perfettamente all'interno del Conjuring Universe, rispettandone il contesto "religioso-fantasy", ogni regola sulla costruzione dei mostri e il contesto narrativo, in genere serio/realistico. Se andrete a vedere La Llorona in sala molto probabilmente prima della pellicola assisterete pure al trailer di Annabelle 3



-Premessa 2: la Llorona è un notissimo personaggio del folklore dei paesi latini. Come è accaduto per Coco della Disney, in cui Pixar rielaborava "Il giorno dei morti" dei paesi latini, La Llorona è una rielaborazione e "sintesi" delle molte leggende che girano intorno alla Llorona, che a tutti gli effetti è qualcosa di simile, per noi occidentali, all'uomo nero. L'uomo nero a cui, nella ninna nanna la mamma, se il bambino continua a fare i capricci e non dormire, "lo darà un mese intero". Nei paesi latini il bambino che non fa il bravo è minacciato di essere dato alla Llorona, lo spirito inquieto di una donna che, tradita dall'uomo che amava e accecata dall'odio, affogava in un fiume i suoi figli per poi, rendendosi conto della tragedia, suicidarsi anche lei nelle acque. Come accaduto per Coco, La Llorona ha portato al cinema praticamente tutti gli spettatori di cultura latino americana e spagnola. Il film è di fatto già uno straordinario successo, costato 9 milioni in 10 giorni ne ha incassati nel mondo oltre 65 e sta sopravvivendo anche al "ciclone Avengers". Ma com'è alla fine questo film?
- Micro-sinossi: un'assistente sociale (Linda Cardellini), vedova con due figli piccoli è chiamata ad intervenire in un caso di violenza su minori. Una donna tiene i suoi figli rinchiusi nell'armadio di casa e si oppone alla richiesta di liberarli. I bambini presentano sulle braccia degli evidenti segni di maltrattamento, ecchimosi che dimostrano che sono stati strattonati con la forza da mani adulte. L'assistente sociale allontana la madre dai bambini e li porta in un luogo sicuro, ma durante la notte i due bambini scompaiono e il giorno dopo ricompaiono senza vita sulla sponda di un corso d'acqua. La madre arriva sul posto e maledice l'assistente sociale. Le dice che stava proteggendo i suoi figli da uno spirito demoniaco, la Llorona, e per colpa del suo intervento ora erano morti. Poiché l'assistente sociale aveva permesso alla Llorona di ucciderli, la madre malefica i suoi  i figli, pregando la Llorona di prenderle loro e restituirle i suoi. Da allora una figura spettrale tormenta i bambini dell'assistente sociale, fino a che arriva a manifestarsi e ad attaccare direttamente la madre. Spaventata e consigliata da un prete, la donna decide di affidarsi alle cure di un ex prete, che ora è diventato uno shamano, un "curandero". 


- Una nuova caccia al demone è aperta: ogni film della serie Conjuring, ma si può dire lo stesso anche per la serie parallela Insidious, mette in scena, in un contesto sempre realistico, una famiglia comune (salvo poche eccezioni) tormentata da un mostro, fino all'intervento di uno specialista in grado di contrastarlo o almeno di "provarci". Ogni film ha una struttura il tre atti: nel primo il mostro irrompe silenziosamente nel quotidiano, nel secondo la creatura si arrabbia e manifesta in tutta la sua brutalità, nel terzo avviene lo scontro tra il professionista e la creatura, con l'esperto che tratta la creatura con un certo distacco professionale, come fosse una estetista intenta nello schiacciare i brufoli. Sono per questo film che in un qualche modo esorcizzano le paure, dove il male trova sempre un significativo avversario, dove un ordine consolatorio viene sempre ristabilito alla fine delle vicende. Il male è visto come l' allegoria di una malattia, fisica o mentale, che però si può combattere, sono film consolatori in un certo senso, al netto di molte scene che sanno regalare ben più di un brivido. 
Gli sceneggiatori Mikki Daugthy e Thobias Iaconis , che hanno scritto insieme  anche il buon A un metro da te, recensito anche qui sul blog poco tempo fa, si confermano qui molto bravi nella scrittura dei personaggi. In più danno corpo a una Llorona che come mostro risulta davvero affascinante e complesso (vi rimandiamo a un paragrafo qua sotto per i dettagli). La Llorona ricorda un po' la bambina del film giapponese Dark Water, ma ha elementi che possono ritenersi comuni anche alle creature di un paio di pellicole portate di recente in Italia da Midnight Factory (la pellicola russa The Bride e la persiana Under the shadow). Forse l'effetto "novità" sarà meno forte per chi ha già visto questi ottimi film horror, ma la filosofia del Conjuring Universe non è mai stata stupire, quanto intrattenere con classe, aspetto che riesce alla perfezione anche al film di Chaves. Lo scontro tra la Llorona e la famiglia, con il successivo intervento del curandero, funziona ed è divertente. Lo spirito si nasconde spesso tra le pieghe delle tende, fa capolino nel riflesso degli specchi, avverte della sua presenza con un lamento forte e potente quanto il vento. La lotta contro di lei è come una partita a football americano, in cui si combatte metro per metro per difendere il perimetro dell'abitazione dall'influenza demoniaca, ed è di sicuro qualcosa di diverso rispetto alle sedute di esorcismo già viste nelle alte pellicole. Il regista fa correre la telecamera dappertutto, la fa vorticare, non lesina i jump scare e crea un ritmo narrativo forsennato, senza sosta. L'interpretazione generale è convincente (in lingua originale a mio parere moooolto più convincente), la Cardellini conferisce credibilità e cuore all'intreccio, Raymond Cruz è un curandero truzzo ma simpatico, fascinoso, implacabile, con il fuoco "latino" negli occhi del classico eroe di Robert Rodriguez. La Llorona, interpretata dalla brava Marisol Ramirez, sorprende per la sua pazzia quanto per la sua inaspettata, profonda, tenerezza. È una creatura infelice, destinata per sempre a ricercare e distruggere la sua dimensione materna, afflitta da un vuoto incolmabile. Un mostro tragico quanto indimenticabile. Le musiche, dell'ormai imprescindibile Joseph Bishara, armonizzano ed elettrificano il consueto tappeto sonoro del Conjuring Universe. Rimaniamo ancorati nel film patinato, nel film di genere nella sua cornice più raffinata quanto forse, a mio avviso, "innocua", con il piccolo, consueto, brivido lungo la schiena di assistere ad eventi forse tratti da """storie vere""". Film come Suspiria di Guadagnino, Hereditary di Aster, Il sacrificio del cervo sacro di Lanthimos, The VVitch di Eggers, Goodnight Mommy di Franz e Fiala, sono film horror moderni che scavano, disturbano, regalano un'inquietudine davanti alla quale il Conjuring Universe appare per lo più come una innocua attrazione a tema di un luna park (al netto dei due film con protagonisti i Warren, che rimangono un paio di spanne al di sopra del resto della produzione grazie alla incredibile chimica che sanno sprigionare insieme Farmiga e Wilson, combinato alla classe sopraffina di Wan). È però intrattenimento di lusso, confezionato con stile e curato nei dettagli. Se nel Conjuring Cinematic Universe Annabelle è la bambola maledetta e Valak è dracula, la Llorona è la sua dama femminile piangente. Se la sceneggiatura del terzo Conjuring andrà come si pensava qualche tempo fa, avremo presto i lupi mannari e sono curiosissimo di rivedere "l'uomo storto", la cui natura sembra essere legata alle fiabe (anche se il suo progetto è ancora avvolto nel mistero). E poi via di team-up stile Avengers (come lo era di fatto un po' anche Conjuring 2), con Annabelle 3 che già ci fa pregustare la liberazione di un piccolo esercito di nuovi mostri di cui ancora non sappiamo nulla. Se la giostra continuerà a essere bene oliata, rinnovata e resa accattivante, sarà sempre un piacere farci un giro, armati di popcorn e con tanta voglia di saltare sulla sedia al primo spaventarello. La Llorona dimostra che questa attrazione da luna park funziona bene ancora.

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- Anamnesi del mostro e del cacciatore: io degli horror amo i "jump scare", amo lo splatter, le atmosfere lugubri, amo moltissimo l'interpretazione dei personaggi, la "ritualità di alcuni generi (su tutti lo slasher), ma personalmente trovo che uno degli aspetti più affascinati dei film horror sia la "costruzione del mostro". Che sia un diavolo, un orco, uno psicopatico, un fantasma o un folletto, la creatura per me funziona se ha un modus operandi credibile per quanto elaborato, se ha un suo linguaggio e una sua finalità. I film di James Wan, che qui è produttore, hanno sempre dedicato molto tempo alla costruzione di ottimi "mostri", quanto allo sviluppo dei "cacciatori di mostri" che sono destinati ad affrontarli. Quella che segue è un'analisi di mostro e cacciatore, ma vi consiglio di leggerla solo dopo la visione della pellicola. Peraltro quello che segue è sotto SPOILER 

La Llorona è uno spirito con le fattezze di una donna in veste bianca, non dissimile esteticamente (e anche per certi altri aspetti, come il fatto di agire secondo "maledizione") da tante donne maledette della tradizione asiatica come Sadako e Kayako. La Llorona è una creatura dalla forma e dall'animo duplice, racchiusa in un continuo "loop emotivo" che ne definisce le azioni. Si presenta ai margini dei fiumi, sulla riva, nelle sembianze di una donna ancora giovane e affranta, in abito bianco sporco e sdrucito simile a quello di una sposa. Una figura che commuove e strazia il cuore per il suo pianto alternato all'invocazione tenera e affranta ai suoi "ninos scomparsi". Sembra una madre che cerca i suoi figli. L'altra faccia, che appare una volta che ha scelto due nuovi bambini da "accudire" (nel momento iniziale si esprime verso le vittime con un tenero e gioioso "ninos bonitos!!") e li ha vicino a sé (prima di "trovarli" si aggira piangendo nelle vicinanze), è quella della stessa donna, ma con il viso trasfigurato dalla rabbia e dalla pazzia. Un viso diventato cinereo, con occhi rossi avvolti da lacrime rosso sangue, che si dicono "incandescenti" al punto che le solcano fino a bucare le guance. Una donna con un vestito ancora più sporco e logoro, con mani lunghe, appuntite, annerite e deformate. Quando riesce nell'intero di affogare in un corso d'acqua le vittime, lo spirito sembra dimenticarsi di quanto appena avvenuto, e ritorna la figura triste e apparentemente innocua, una donna piangente. Sembra che un modo per evocarla esista, e consiste nel pregare per lei promettendole dei bambini che prendano il posto dei suoi scomparsi, in genere i bambini di qualcun altro, che così viene maledetto. Scelte le sue nuove vittime, queste sono all'inizio le uniche persone in grado di vederla, per lo più attraverso i riflessi di vetri, specchi, corsi d'acqua. Allo stesso modo le vittime sono le uniche a sentire il suo incessante pianto, sono le uniche che, a un certo punto, potranno essere da lei toccate, marchiate e da quel momento progressivamente, con un rafforzamento della maledizione, divorate psicologicamente, fino a che saranno trascinate verso un corso d'acqua dove infine verranno affogate. Il potere della Llorona all'inizio è scarso e può giusto accrescere momentaneamente con l'arrivo delle tenebre. Le sue manifestazioni sono limitato alla sfera sensoriale delle vittime, ma più né assorbe il potere più può manifestarsi in modo sempre più prolungato e rendersi visibile anche ad altre persone, fino a che può agire anche contro queste ultime. La sua "caccia ai bambini" consiste nel portarli al di fuori del loro "rifugio" (che può essere una casa ma anche un'auto) fino al primo specchio d'acqua in cui annegarli. Può agire in modo "spiritico", entrando ovunque e attraversando muri (questo aspetto a scapito di molta energia probabilmente), puntando a spaventare i bambini fino a possederli e farli uscire, come zombie, da soli, dal loro "rifugio". Può agire con la forza, affrontando le persone che proteggono i bambini, aprendo porte e finestre con il suo "pianto stordente" o menando direttamente le mani, dal tocco arroventato, ma l'azione fisica dura per breve tempo. Non è specificato nel film, ma è probabile che tra un attacco e l'altro, che sia di natura spirituale o fisica, la Llorona si ricarichi di energia spiritica nell'acqua, il suo elemento naturale, probabilmente nel luogo vicino alle vittime dove ha deciso di affogare poi i bambini. Di fatto può seguire le sue vittime ovunque dopo che ha stretto il "legame" con loro, ma per attaccarle ha bisogno di ricaricarsi. L'acqua è infatti l'elemento che ha "accolto le sue lacrime" mentre affogava i suoi figli per poi togliersi la vita. Quando è particolarmente debole, la Llorona lascia come segno del suo passaggio delle gocce d'acqua. Un'altra peculiarità della Llorona sembra essere la sua necessità per attaccare di avere un contatto visivo con le vittime, forse per poter gestire al meglio la sua capacità offensiva in ragione di una energia limitata di attacco. Da qui la predilezione tattica di spiare le vittime dalle finestre o la necessità di attacchi fisici per aprire porte e passaggi di vario tipo. Sembra (lo dice il personaggio del dilm che ha le maggiori informazioni sul mostro, ma che non le condivide interamente con gli altri) che la Llorona abbia un periodo di tempo limitato per agire dopo l'evocazione, oltre il quale non può più attaccare i suoi bersagli che quindi si liberano della maledizione. Il modo più sicuro per salvare i bambini sembra essere rinchiuderli in un armadio, magari coperto da simboli di protezione che li rendano ancora più invisibili a lei. 
Il "cacciatore" designato a salvare la situazione non è in questo caso un prete, ma un "curandero", tecnicamente uno stregone sciamano dell'America Latina, e questo porta ad interessanti novità (per chi non conosce queste figure, perché c'è pure se volete una bella serie Netfix che parla di curanderi che vi consiglio Diablero, con una bella prima stagione completa) per quanto riguarda la caccia, o se vogliamo la cura dei poveri bambini. Il curandero, in buona sostanza, crea barriere  perimetrali, che usa per rilevare la presenza del mostro, per protezione ma anche come trappola (usando magari esche umane per attirare lì il mostro), facendo uso dei vari strumenti mistici che porta con sé, tra cui i crocefissi della fede cristiana, in quanto il curandero rimane comunque legato alla fede cattolica. La sua "arma finale" contro la LLorona è un oggetto mistico potentissimo, una (bellissima) croce di legno rosso intagliata "nell'albero di fuoco". Questo particolare albero dal tronco rosso era piantato sulla riva il giorno che la Llorona annegava i suoi figli e pertanto le sue radici si sono imbevute delle lacrime della donna.  Le scaglie di questa preziosa croce tracciate davanti alla porta di una abitazione rendono il luogo del tutto invalicabile per la Llorona. 
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