mercoledì 10 aprile 2019

A un metro da te - la nostra recensione



Stella (Haley Lu Richardson), Will (Cole Sprouse) e Poe (Moisés Aris), sotto l'occhio vigile dell'infermiera Barb (Kimberly Hebert Gregory), sono lungo degenti in un ospedale americano dei gironi nostri, tutti colpiti da una malattia genetica che prende il nome di Fibrosi Cistica e che tende a rovinare i polmoni in pochissimo tempo, richiedendo dei trapianti. Ad aggravare la situazione, chi soffre di fibrosi cistica non può aver nessun contatto ravvicinato con chi è malato della stessa patologia, motivo per cui l'empatia tra i pazienti si può creare solo a distanza di sicurezza, facendo in modo che non si avvicinino l'un l'altro per più di un metro. Stella è una ragazza vitale, molto attiva sui social, dove condivide con i followers sogni e le complesse ruotine di cura giornaliera, cercando di portare un punto di vista positivo nell'affrontare la malattia. Poe è il migliore amico di Stella, la spalla su cui poter piangere se fosse possibile avvicinarsi più di un metro. La tiene su di morale, le dà consigli sull'alimentazione e, pur a distanza, le fa da angelo custode. Will è un ragazzo appena arrivato nel reparto. Gli piace disegnare fumetti e sta vivendo con angoscia la sua condizione di malato. Stella lo ispira, presto i due si incontrano e si innamorano. Stella si impone una speciale disciplina per gestire al meglio il loro rapporto, frequentandolo rigorosamente tenendolo a distanza di una scopa che sempre porta con se. 
A un metro da te è una classica storia dell'ormai florido filone che esplora l'adolescenza "rubata" dalla malattia. Sono storie di amore, coraggio, speranze e qualche lacrima. In genere storie anche utili, per informare, abbattere lo stigma che spesso si associa alle malattie, spingere qualcuno a interessarsi e magari collaborare alle cure e alla ricerca. A un metro da te affronta con realismo e molta umanità il tema, grazie soprattutto alla bravura di una interprete come Haley Lu Richardson. Il resto del cast è piuttosto funzionale alla trama, che scorre su percorsi per lo più noti, ma la visione diverte ed appassiona fino all'epilogo, che farà tirare fuori il fazzoletto ai più sensibili. Ormai il finale di questi film si affronta come il classico finale di un film horror, non so se sia davvero un bene, ma la meccanica qui funziona bene. Se siete adolescenti e amanti delle love story, A un metro da te è un film gradevolissimo e commovente per passare una serata in sala. 
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