Sembra
ieri che usciva in sala Get Out - Scappa, il film di esordio di
Jordan Peele, regista e sceneggiatore per i tizi di Blumhouse. Un Thriller
dalle venature sociali, intrigante, divertente quanto sagace, ansiogeno quanto
basta, irresistibile anche ad una seconda visione. Grande ritmo, una bella idea
di fondo, un po' mutuata da un capolavoro scritto da Charlie Kaufman, ma
abilmente "reinterpretata", la voglia di spaventare e far ridere lo
spettatore a tempi alternati, che riesce solo ai più grandi, come a Landis in
Un lupo mannaro americano a Londra. Bravi tutti, un Oscar alla migliore
sceneggiatura a Peele stra-meritato, ed eccoci al secondo importante banco di
prova, quello della "conferma", quello che decide se di nuovo
grande autore del thriller si parla, o arriva la "smentita", quella
che avrebbe certificato che il caso Get out era solo un
fortunatissimo fuoco di paglia. Ma, ve la taglio breve, qui nel post visione,
siamo alla conferma di un grande talento che, più o meno con gli stessi
ingredienti e toni già sperimentati, sa espandere e migliorare sotto ogni
punto di vista. Non voglio dirvi una sola parola sulla trama, perché vi rovinerei parte
del divertimento già in parte rovinatovi dai trailer. Accenno solo a un
paio di "suggestioni". Il ritorno a una casa delle vacanze senza la
presenza rassicurante dei nonni, un trauma infantile al cui centro c'è una
attrazione da luna park come la "casa degli specchi", una strana
situazione di home-invasion che si trasforma presto in match gladiatorio tra
persone normali e quelli che sembrano i loro gemelli cattivi, una grande
manifestazione collettiva di uomini e donne che si stringono la mano in fila,
come le decorazioni con gli omini di carta, per un numero infinito di
chilometri. A voi unire i puntini e comprendere il nuovo rompicapo di Peele,
con la rassicurazione di trovarci di nuovo in un film dalle forti
connotazioni Thriller quanto fanta-sociali, a cui si aggiunge tanto humour, un
ritmo indiavolato e un'idea visiva di boogieman che già potrebbe furoreggiare
al prossimo halloween (speriamo nella variante con "forbici di gomma
arrotondate"). Come brevemente accennato, ogni personaggio principale ha
un doppio "oscuro" ed è intrigante scovarne similitudini e differenze
comportamentali. Bravissima Lupita Nyong'o, tanto nel ruolo di una madre protettiva e tosta quanto una novella Ripley, tanto in quello di una creatura
"rotta", ma vitale come Red. Basici e maldestri, al punto da apparire
quasi intercambiabili, i "gemelli" di Winston Duke, l'attore
che strappa in assoluto più risate. Invece vulnerabile l'una quanto inquietante
l'altra, le "gemelle" interpretate dalla brava Shahadi Wright Joseph.
Il piccolo Alex Evan ha però la palma del migliore, dando corpo e anima
all'introverso e vulnerabile Jason, quanto al bestiale e silenzioso Pluto. Ci
sono un paio di plot twist davvero notevoli, c'è una componente
"sanguinolenta" ma piuttosto contenuta, se non appena suggerita; tra
le molte location suggestive, c'è almeno una ambientazione veramente da incubo
che tra scale mobili, corridoi spogli, sanguinolenti e pieni di conigli, mi è
davvero entrata in testa (ricordandomi pure qualcosa di Silent Hill). Sono
inoltre molto contento di aver assistito a uno spettacolo con una sala piena
di ragazzi molti giovani e tutti con la bocca aperta e zero schermi dei
telefonini accesi. A differenza del 95% degli altri horror, questo Noi (non so poi quanto sono stato "formulato" per
assistere a un tale evento), è riuscito a catalizzare l'attenzione dei giovani
dall'inizio alla fine.
In
conclusione, andate in sala per divertirvi e spaventarvi con il nuovo horror di
Peele. Se ancora non lo conoscete o dopo Noi volete conoscere di
più questo regista, buttatevi poi a pesce su Get-out: scappa e poi
fatemi sapere. Buona visione e tanti consigli crudi per tutti.
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