domenica 2 luglio 2017

2:22: il destino è già scritto: la nostra pseudo-recensione / sfogo per un film che poteva dare parecchio di più!



Ma te non sai che idea buttata via... c'erano le suggestioni giuste, una bella location, pure la promessa di un po' di azione; il trailer era venuto bene poi... Cominciamo. Dunque, c'è questo fighetto insopportabile incapace di camminare e in genere "muoversi" senza atteggiarsi a modello di intimo. Lavora in aeroporto, ci va in bici la mattina, vive in un appartamento del centro; un tipo che appena lo vedi lo vuoi menare. Fa il controllore di volo, è un pignolino apatico e antipatico, "vive per il lavoro", tutti i giorni concentrato a calcolare i tempi di salita e discesa di trenta aerei contemporaneamente come se le macchine e i radar non facessero nulla, mentre lui calcola e prevede traiettorie manco fosse John Nash. Senza di lui, che pare abbia i superpoteri, in pratica sarebbe impossibile atterrare in sicurezza, i colleghi orgasmano quando lui dirige i lavori manco assistessero all'esibizione di un pianista che esegue il Rachmaninov n. 3 con una mano e il piede destro. C'ha il carattere da tenebroso da discount (lo sguardo è incontrovertibilmente quello della mucca che fissa il treno che passa) e tutte le donne se lo vogliono trombare senza un perché (infatti a un certo punto una tipa ammette che dopo la trombata non c'erano particolari argomenti comuni di vita da condividere, manco una raccolta punti Esselunga). Vive nella cuccia di Carlo Cracco, la sua casa è così pulita che puoi mangiarci per terra e sembra la pulisca da solo. Poi un giorno sbrocca, e per poco capita un disastro di 900 morti. Lo mandano in ferie forzate. Stare a casa però gli fa male. Al punto che questo inizia a calcolare ogni evento, dal numero di volte che sbatte la finestra all'ora in cui avviene un incidente sotto casa alle tortorelle che arrivano sul balcone. E allora trova schemi impossibili che scrive e descrive in "lavagne del complotto" realizzate a mano su dei vetri (Sì, come John Nash / Russell Crowe in A beautiful Mind). Scopre che c'è ogni giorno un incidente sotto casa sua alle 10.10, che c'è un vetro che si rompe in qualche modo intorno alle 11.00 e che alle 2.22 capita in genere un casino, c'è un'esplosione. 2.22 = Boom! È ossessionato e quando esce di casa trasporta la sua ossessione in altri luoghi, in special modo in una stazione dei treni. Quando ci passa incontra sempre (anche se sono persone diverse, vestite diverse, di età e razza diverse... dovrebbe capirla che è una cazzata ma, oh, niente!!): un uomo d'affari, una coppia che si lascia dopo un abbraccio, una scolaresca in gita con un bambino che perde qualcosa tipo una palla e una donna incinta. Insomma, ogni giorno c'è uno schema per lui, e non si pone nemmeno la questione se questo statisticamente può capitare a quell'ora in pratica ad ogni stazione dei treno di media grandezza dell'universo per banalissimi calcoli statistici: c'è lo schema. A un balletto (che va a vedere da solo perché l'ex morosa lo crede pazzo) incontra una tizia (che non può essere meno che una gnocca stratosferica) che stava su uno di quei aerei che per distrazione lui stava per far scontrare provocando i 900 morti di cui sopra. Lui le racconta che è stato a un passo dal genocidio, lei replica "Tu mi hai salvato la vita, tu mi completi", roba così. E alla fine si tromba. Scopre che lei lavora in una galleria del centro, soprattutto perché il suo ex ragazzo espone. Non quadri, non sculture, ma ricostruzioni olografiche hi-tech presentate con luci e musica techno. A una di queste il nostro controllore aereo sbrocca di nuovo. Tra lucine e lucette vede la ricostruzione oleografica della stazione dei treni, con all'interno TRA DIECIMILA PERSONE un uomo d'affari, una coppietta che si lascia, la scolaresca e la donna incinta. E inizia a menare l'artista. Dice  che gli è entrato nel cervello, che conosce "lo schema" e roba di questo tenore. 


Come si evolveremo i fatti ? 
Il film in sintesi:  110 minuti con un tizio poco empatizzo che dice a se stesso e riporta su lavagne della pazzia: "ore 11, un vetro che si rompe" e random un vetro si rompe. "Ore 7.49, una goccia cade dal cielo" e infatti; per poi darmi la spiegazione più assurda, mal spiegata e  mal concepita, una cosa che non c'ha senso né carisma né una degna presentazione / inquadramento / approfondimento. Un qualcosa che ci si inventa per giustificare a random. Una roba peraltro uscita così smielata da far vergognare i baci perugina. Se c'era il fantasma aveva senso. Se c'era la paranoia (tipo Number 23) aveva senso. Se c'erano gli alieni stile Edge of Tomorrow o gli angeli alla Frank Capra o il caso stile Giorno della Marmotta o la morte stile Final Destination... tutto avrebbe funzionato meglio. Si può dire che la strada che la pellicola cerca di percorrere sia originale per lo meno, ma si poteva sviluppare decisamente meglio, agganciarla meglio a tutta la narrazione..Per lo meno il film, pur deficitando del finale, poteva essere gradevole "nel corso d'opera". Il ritmo c'è pure, le ambientazioni e movimenti di ripresa pure, ma il nostro attore...


Va in giro inespressivo come un totano, continua a fare addominali come Arrow, docce e piatti da gourmet (il figo cuoco oggi tira). Ma poi racconta solo di quando era piccolo e aveva il papà pilota, che lui ha paura degli aerei ma vorrebbe un giorno fare il pilota. È sviluppato emotivamente quanto un bambino di cinque anni. Poi l'ex della tipa, l'artista delle lucine colorate, è ancora più bidimensionale e non si capisce davvero perché anche lui sia "maledetto"... semplicemente è un artista che ha fatto un opera su quella stazione dei treni. È maledetto unicamente in quanto artista? Ha il codino. Avere il codino è il picco della sua caratterizzazione. Vorrei dire qualcosa di male anche su Teresa Russell, ma è troppo bona. Il carisma di questi tizi affossa tutto, a un certo punto ci sentiamo pure in ostaggio della pellicola perché nonostante accadano un sacco di cose noi non riusciamo a "percepirle". È il ritmo iniziale della pellicola cala esponenzialmente così come la voglia di trovare una soluzione alla vicenda.  Insomma. Idea pasticciata, regia indecisa o preda di una direzione non accorta, scelta dell'attore principale e comprimari al seguito tragica. Però che bella era l'idea di questo uomo che guarda le stelle e gli aerei che danzano in cielo, come un balletto infinito e armonioso che ordina la vita e i pensieri. Che bello era questo avvenimento fantomatico che gli urla: "Vivi!! Abbandona gli schemi!! La vita è infrangere gli schemi, non stare a osservare ma agisci, creati qualcosa". Che bella era l'idea della ricerca dell'eccezionale dentro all'ordinario, come Pirandello insegna. 

Visivamente qualcosa di questa bellezza ritorna, è vero. Peccato per il protagonista laccato e più avvezzo a esprimere i suoi muscoli scolpiti piuttosto che il suo animo. Peccato per un finale che lambicca qualcosa di troppo distante dal resto della trama, cercando motivazioni che stridono parecchio. Sono sicuro che Michiel Huisman, il protagonista, prima noto unicamente per essere stati il "secondo" Daario de Il trono di spade, farà comunque strage di cuori tra il pubblico femminile. Come si doccia lui e come prepara un tramezzino nel suo "living"... però rimane l'amaro in bocca del bel film mancato. 
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