- Sinossi:
notte romana, locale qualsiasi, temperatura sull'estivo. Lui (Matteo Martari)
vuole farsi solo un paio di bicchieri al bar, mentre vede gli altri divertirsi
sulla pista da ballo. Lei (Matilde Gioli) è quella che ti si fionda addosso
senza staccarsi, che se non fosse una strafiga sarebbe da tenere a distanza con
un provvedimento restrittivo del giudice. Lui ci prova a non badarle, ma non ce
la fa. Lei parla un casino, corre in giro e se lo porta dietro, è delirante, lo tocca, è angosciosa... però, ripeto, è bona come er pane... e allora dai, che
forse si tromba! Ma casa mia o casa tua? No perché da me non mi garba, che c'ho
i vicini spioni. No perché stavo in albergo e devo andare fra tre ore all'aeroporto
e non c'ho più la camera. Proviamo comunque da me, al massimo in un posto che
conosco bellino... E qui arriva il dramma vero, roba da trattato di sociologia
applicata. I due potrebbero andare in un prato sui colli romani, ci stanno i
motel che hanno l'area parcheggio, gli autogrill che ti fanno anche birra e
camogli... ma si vede che Coso e Cosa (giuro non mi ricordo i nomi e a vedere
in rete altre recensioni non se li ricorda nessuno) si ingrifano solo a
trombare se: 1) in una regolare area parcheggio 2) non a pagamento. E
quindi via in un girone dantesco assurdo alla ricerca del posto auto alle 3 di
mattina in zona Tiburtina. Che lui, porello, ce la mette tutta, ma si è tirato
in auto, e lo sa, una pazza maledetta. Una che ti si smutanda e parte all'assalto,
con gambe e lingua, ma che se le dici "Aspetta, che vado a pigliare la
protezione gommata", inizia a urlare: "Te sei un bastardo!! Mi hai
preso per una mignotta!!! Sei un maiale insensibile!!!". Una che c'hai
l'auto a noleggio e ti spegne le cicche sul cruscotto. Una che come posto
speciale e isolato ti porta sul prato di casa del suo ex. Ma lui niente, pare
Buddha, alle tre di mattina a cercare parcheggio con a fianco l'anticristo che
parla in continuazione nella maniera irritante che solo le donne irritanti
sanno fare, alla ricerca del rettangolo bianco dove sostare. Come andrà a
finire?
- Un
gratta e sosta da un'ora, grazie: spero che l'italiano medio non abbia questo
particolare feticismo per i parcheggi comunali, o il gene italico, qui lo dico,
rischia l'estinzione. Tuttavia la "trovata", per quanto surreale,
riesce a dare alla pellicola un sapore da road movie sentimentale davvero non
disprezzabile. Ivan Silvestrini confeziona un film semplice, diretto, spontaneo
e benedetto dalle buone interpretazioni di Martani e Gioli. Due ragazzi che in
un paio d'ore imparano a conoscersi, sopportarsi e forse innamorarsi nella
cornice di una Roma calda, viva, pulsante. Lui è rigido e insicuro, lei è
estroversa ma lunatica. La pellicola ha tutto il fascino di un atto singolo
teatrale, i dialoghi sono veloci e divertenti e l'atmosfera piccante sale piano
piano, riesce a coinvolgere nella lenta danza del corteggiamento. Dopo un'ora e
poco più il film finisce, e si ha l'impressione di essersi seduti in sala da
non più di venti minuti tanto il ritmo è stato convincente. Buona la regia,
buone le musiche, non mancano alcuni piccoli colpi di scena. Non fosse per
questa stranissima ossessione del rettangolo del parcheggio, che pare aver
soppiantato la fantasia del triangolo di Renato Zero. Ma si vede che a Roma
trovare un parcheggio oggi è più desiderabile che avere un rapporto sessuale.
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