giovedì 2 marzo 2017

The Quest di Lorenzo Maglianesi

Medioevo fantasy o giù di lì.
Lo smilzo, ricchissimo e famosissimo,  truffatore John "due di picche", seduto al tavolo più luculliano e prestigioso della taverna-postribolo The Nirvana Inn, ha una storia da raccontare. Una storia che non può negarvi, soprattutto se siete delle poppute valchirie bionde semi-nude dagli occhi azzurri disposte a offrirgli una pinta di birra. Una storia di cui va fiero, quella che tutti gli chiedono, il racconto dei racconti del suo repertorio, l'incontro che gli ha cambiato la vita, quello con "il guerriero della leggenda", il mito vivente, il salvatore del mondo. Chi era la leggenda prima di essere la leggenda? Quali erano le sue aspirazioni, i pensieri più profondi, lo stile di vita? Jack lo sa. Come sa che è stato un incontro voluto dal caso, guidato dai suoi dadi-truccati fortunati e dalla sua ferrea volontà "professionale" di truffare con il gioco d'azzardo il più ricco pollastro disponibile. Un incontro dagli esiti piuttosto sanguinolenti.


Parte così questo primo libro di The Quest, scritto, disegnato e colorato dal bravo Lorenzo Maglianesi per la collana "Voice" della Noise Press. Un primo "shot" di un mondo narrativo fantasy goliardico, sanguigno e sexy dalle potenzialità illimitate e già in espansione con il capitolo The side Quest. Maglianesi attraverso il suo John "due di picche" ci bombarda di discorsi assurdi ed esilaranti degni della migliore osteria medievale, mentre con un tratto intrigante e amabilmente cartoonesco (che parte dal sognante stile di Adventure Time per arrivare all'action-slapstick-fantasy più estremo e "sbudelloso" di opere come Luther Strode o Rumble della Image Comics) costruisce un mondo ruspante e colorato in cui è facile perdersi tra i mille dettagli. Dalle strade di uno sfigato villaggio di provincia fin giù nella più zozza delle taverne, Maglianesi ama dissacrare (amandoli) i topoi del fantasy classico, smascherandone l'epoca di facciata tanto sul piano visivo che del racconto. La tavola è in genere ordinata, chiara, intellegibile, resa ancora più aggraziata da una colorazione calda e avvolgente. Con l'azione l'autore ingrana una marcia del tutto diversa, che culmina nell'esplosiva rumble dell'ultima parte dell'albo, caratterizzata per contrasto da uno stile cromatico nero più "rosso sangue". La scena rimane fluida ma accelera, così carica di linee dinamiche da farne percepire un snodata e dirompente potenza. Con onomatopee che letteralmente esplodono (come nella doppia splash page centrale) e le gabbie delle tavole che messa da parte la dimensione rettangolare si impennano e scompongono in parallelepipedi aguzzi come coltelli. Dettagli anatomici che volano in aria dopo violenti colpi di smembramento, sangue di colore nero che a fiotti oscura la colorazione della scena. Lo sconto è appagante, convulso, eccessivo. Cadono i freni inibitori e il buon senso dei personaggi in un unico bagno di sangue che poi di colpo, così come era iniziato, finisce. Fissiamo il pennacchio dell'armatura di un soldato spostarsi sulla visiera in un modo un po' idiota, quasi a conferirgli una ciocca di capelli blu, torniamo a vedere i colori pastello e la mattanza di un paio di tavole prima è dimenticata. Geniale. Puro humor nero. Dal punto di vista estetico ci hanno conquistato i tratti morbidi e semplici dei personaggi. Jack ha dei tratti lupeschi, che ci ricordano un po' la volpe di Zootropolis. L'eroe della leggenda è un amabile bambinone, un tizio grosso dall'aria paciosa e poco sveglia, ma nasconde dentro un Hulk incazzato. Maglianesi ama disegnare le forme femminili e ci regala, oltre a una discreta quantità di donnine stile Jessica Rabbit in pose intriganti, il personaggio ultra sexy Mira. Ironica, disinibita è in pratica nuda per metà fumetto per la gioia di tutti i lettori. 

La storia è semplice, narrativamente non ha troppe pretese se non il farvi divertire e ci riesce. La narrazione è veloce, i personaggi simpatici, molto carini e curati i disegni (sul modello delle BD), la vicenda autoconclusiva (ma già in espansione) e  intrisa di tanto humor nero quanto "poppe", la lettura globale risulta godibilissima. Non lasciatevi ingannare dall'aria paciosa che trasmette la copertina, questi personaggi "c'hanno la cazzimma" e si prestano a situazioni inaspettate. Sarà interessante vedere come il gruppo dei protagonisti, per ora una massa di allegri psicopatici, arriverà effettivamente a salvare il mondo. Ma questa è un'altra storia.

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